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cun sa limba e sa cultura sarda - de Frantziscu Casula.

 

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Messaggi del 10/12/2011

La Conferenza regionale sulla Lingua sarda ad Alghero

Post n°532 pubblicato il 10 Dicembre 2011 da asu1000

QUELLA LINGUA

CHE SI LIBERA

CON LA MUSICA

di Francesco Casula

Si svolge ad Alghero (fino a domani) la Conferenza regionale sulla Lingua sarda: decine di esperti e di studiosi quest’anno si confronteranno soprattutto su “Limba e musica”. E mai un binomio fu così appropriato: fra Sardo e musica infatti, storicamente vi è sempre stata una stretta contiguità. La nostra lingua materna, è insieme la prima lingua della poesia e della musica. Per il bambino che l’apprende direttamente dalla madre essa è soprattutto senso, suoni, musica: lingua di vocali. Dunque corporale e fisica e insieme aerea, leggera e impalpabile. E le vocali sono per il poeta l’anima della lingua, sono il nesso fra la lingua e il canto; fra la poesia, i numeri della musica, il ritmo e il ballo. Così, storicamente, i confini fra poesia e musica e danza, sono sempre stati labili e sfumati a tal punto che, soprattutto gli improvvisatori, i cantadores, non scrivevano poesie ma, direttamente, le cantavano.  

Con quella lingua materna che riassume la fisionomia, il timbro, l’energia inventiva, la cultura, la civiltà peculiare del nostro popolo. Una lingua – il Sardo – che è insieme memoria e universo di saperi e di suoni. Che sottende –talvolta in modo nascosto e subliminale– senso e insieme oltresenso, musica, ritmo e ballo. Segnatamente il ballo tondo: momento magico in cui l’intera comunità, tott’umpare, si pesat a ballare, in cerchio.

Una lingua, i cui lemmi che la compongono, infatti, prima di essere un suono sono stati oggetti, oggetti che hanno creato una civiltà: storia, lavoro, tradizioni, letteratura, cultura. E la cultura è data dal battesimo dell’oggetto.

Quella lingua che è ancora libera, popolana, vera, indipendente, ricca: istinto e fantasia, passione e sentimento. A fronte delle lingue imperiali, vieppiù fredde, commerciali e burocratiche, liquide e gergali, invertebrate e povere, al limite dell’afasia: certo indossano cravatta e livrea ma rischiano di essere solo dei manichini.

Una lingua che –se finalmente insegnata come materia curriculare, con intelligenza, nelle Scuole di ogni ordine e grado- potrebbe servire persino per migliorare e favorire, soprattutto a fronte del nuovo “analfabetismo di ritorno“, vieppiù trionfante, a livello comunicativo e lessicale, lo “status linguistico” complessivo dei giovani. Che oggi risulta essere povero, banale e gergale: senza natura,senza storia, senza vita.

Pubblicato su Sardegna quotidiano del 10-12-2011

 

 

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 12/06/2007
 

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Questo blog, bilingue ( in Sardo e in Italiano) a disposizione, in modo particolare, di tutti i Sardi - residenti o comunque nati in Sardegna - pubblicherà soprattutto articoli, interventi, saggi sui problemi dell'Identità, ad iniziare da quelli riguardanti la Lingua, la Storia, la Cultura sarda.

Ecco il primo saggio sull'Identità, pubblicato recentemente (in Sardegna, university press, antropologia, Editore CUEC/ISRE, Cagliari 2007) e su Lingua e cultura sarda nella storia e oggi (pubblicato nel volume Pro un'iscola prus sarda, Ed. CUEC, Cagliari 2004). Seguirà la versione in Italiano della Monografia su Gramsci (di prossima pubblicazione) mentre quella in lingua sarda è stata pubblicata dall'Alfa editrice di Quartu nel 2006 (a firma mia e di Matteo Porru).

Frantziscu Casula

 

 

 
 

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