Creato da francescacamponero il 17/02/2009

PALCOSCENICO

recensioni di spettacoli teatrali e danza

 

La danza di Virgilio Sieni a RAI 5, ma dovè la danza?

Post n°130 pubblicato il 01 Agosto 2014 da francescacamponero
Foto di francescacamponero

Chi di danza un po’ ne sa è a conoscenza che Virgilio Sieni, classe 1957, è protagonista della scena contemporanea italiana dai primi anni '80. Oggi il suo nome è più noto per essere il direttore della Biennale Danza di Venezia , ruolo prestigioso che gli è stato affidato lo scorso anno e che manterrà fino al 2015. Coreografo e danzatore conosciuto a livello internazionale, Sieni ha avuto una formazione sia classica che contemporanea costruita prima ad Amsterdam, poi a New York e Tokyo, ed il suo percorso comprende anche studi di arti visive, architettura e arti marziali. Nell’83 ha fondato la Compagnia Parco Butterfly, che nel 1992 diventa Compagnia Virgilio Sieni, con cui, fra i tanti riconoscimenti, vince tre premi UBU - nel 2000, nel 2003 e nel 2011, anno in cui ottiene anche il premio della rivista “Lo Straniero”. Insomma un curriculum di tutto rispetto, ma veniamo a quello che si è visto ieri sera a RAI 5 che al suo lavoro coreografico ha dedicato un programma di 2 ore. Lo spettacolo dal titolo “La danza di Virgilio Sieni”, nell'ambito di Rai Cultura, andato in oda giovedì 31 luglio alle 21.15 era suddiviso in tre momenti distinti, ripresi nel febbraio 2014 presso Cango - Cantieri Goldonetta di Firenze: un breve estratto da un solo danzato dall'artista, dal titolo "Solo Goldberg improvisation", seguito da due coreografie create per la sua Compagnia: "Sonate Bach di fronte al dolore degli altri" ed "Esercizi di primavera". Avendo preso visione solamente di "Esercizi di primavera" ispirato alla conferenza tenuta il 6 ottobre 1951 alla Bühlerhöhe da Martin Heidegger e intitolata “Poeticamente abita l’uomo”, solo su questo brano esprimo il mio parere. Lo spettacolo che vuole essere è una riflessione su una poesia tarda di Hölderlin, è dedicato a quelle comunità scomparse, fatte sparire, schiacciate e di quelle vuole raccontare su musica eseguita dal vivo dalla violoncellista Naomi Berrill. Ma dov’è la coreografia? Quello che il pubblico guarda non è altro che un’esercitazione molto vicina all’improvvisazione grotowskiana sulle azioni fisiche che gli allievi svolgono in classe per dar libero sfogo al loro essere. La danza è un’altra cosa e questo va detto chiaramente . Mettendo da parte la danza classica che ha dei connotati ben precisi e se si condivide la definizione di danza che dà Djamaladdin Rumi, poeta persiano derviscio "La danza, è espressione motoria ordinata che si sviluppa e si allarga fino a divenire ricerca della divinità” ben poco di divino si è visto nel brano di Sieni. Dopo un lungo rotolarsi per terra tra una risatina e l’altra (di cui non si comprende il perché) i danzatori si tirano gli uni con gli altri qua e là per la scena, fino all’ alzarsi stanco di uno alla volta per eseguire assoli poveri dove emergono più le capacità tecniche in arti marziali che quelle nella danza vera e propria. Ahimè spettacolo noioso e che fa riflettere sul concetto di arte che oggi qualcuno propina ai profani.

 
 
 

Il tour estivo Bolle and friends 2014 debutta splendidamente al carlo felice di genova

Post n°129 pubblicato il 20 Luglio 2014 da francescacamponero
Foto di francescacamponero

Roberto Bolle, si è presentato in splendida forma venerdì 18 luglio, al pubblico del Carlo Felice per la prima delle due serate genovesi (organizzate da Politeama Genovese), che aprono il suo tour estivo 2014 Bolle and friends. Una serata dal programma variegato che va dalle variazioni più famose dal repertorio classico, fino all’avveniristica coreografia del finale che vede l’artista duettare con il suo alter ego virtuale. Con lui ancora una volta un ensemble scelto con cura dall’etoile italiana che qui non è solo interprete, ma accorto ed attento direttore artistico di questo progetto che da anni è diventato un potente strumento di diffusione della danza. Ad oggi dal 2008 quando hanno avuto inizio questi gala estivi si parla di più di 200mila spettatori, il che fa intendere il successo di quest’iniziativa. Bolle, senza dubbio forte della sua immagine mediatica, è riuscito ogni volta a catturare quel pubblico che lo ama ai limiti dell’adorazione, invogliando sempre più ad apprezzare e conoscere la danza. Ed ha fatto questo con estrema intelligenza scegliendo accanto a sè sempre i migliori, non temendo nessun tipo di concorrenza e creando invece un team vincente che rende i suoi spettacoli di alto profilo. La serata si apre con il celebre pas de deux del III atto de Il lago dei cigni, sua partner nel ruolo del Cigno nero Petra Conti, ex prima ballerina scaligera ora Principal del Boston Ballet. Ottima danzatrice che però si è senz’altro fatta apprezzare maggiormente nel brano a seguire, La morte del cigno di Saint - Saen, ruolo più adatto alla sua personalità rispetto al quello di Odile che richiede un temperamento che ancora manca alla giovane di Anagni. Straordinaria Maria Eichwald dello Stuttgarter Ballett ne La Sylphide che ha eseguito la sua variazione accanto al moldavo Dinu Tamazlacaru, rispettando lo stile di Bournonville, ponendo attenzione anche alla posizione della punta estrema delle dita delle mani come richiede lo stile danese del ‘700. Completamente diversa ma ugualmente eccezionale la Eichwald in Mono Lisa, coreografia contemporanea di Itzik Galili, eseguita assieme a Jason Reily, ballerino di grandi doti tecniche ed atletiche, apprezzato anche in 101, coreografia di Eric Gauthier. Non ha smesso di stupire anche questa volta Danil Simkin, ballerino prodigio figlio dei celebri Dmitrij Simkin e Olga Aleksandrova ancora una volta nel gruppo scelto da Bolle che ha portato in scena il grand pas de deux dal III atto del Don Chisciotte in compagnia di Roberta Marquez e l’assolo Le Bourgeois sulle note della celebre canzone di Jaques Brel. Sensuale, appassionante e dolcissima la coppia Roberto Bolle – Julie Kent nel pas de deux del III atto de La dama delle camelie coreografia di John Neumeier su musica di Chopin, brano già apprezzatissimo nella scorsa edizione dove si riscontra a pieno la maturità ar-tistica di ambedue le etoiles. A chiudere Prototype che oltre a dimostrare la passione di Bolle per la sperimentazione genera inevitabilmente il piacere del pubblico femminile.

 
 
 

Torna ACQUI IN PALCOSCENICO 31esima edizione- Nove appuntamenti per un mese di danza

Post n°128 pubblicato il 25 Giugno 2014 da francescacamponero
Foto di francescacamponero

2 luglio / 2 agosto 2014

DEGUSTAZIONI IN DANZA PRIMA DEGLI SPETTACOLI PER IL CARTELLONE 2014

Giunge quest’anno alla trentunesima edizione il Festival Acqui in Palcoscenico, nato per valorizzare le bellezze del luogo frequentato dal turismo termale e divenuto, negli anni punto di riferimento della Danza in Piemonte. Tra il 2 luglio e il 2 agosto, sul grande palcoscenico del Teatro Aperto Giuseppe Verdi, si alterneranno alcune tra le più significative produzioni italiane e non solo. La particolare attenzione alla danza contemporanea e di ricerca, evidente negli spettacoli proposti sottolinea la tendenza al “nuovo” del Festival e testimonia in modi diversi la creatività tutta italiana, che emerge dalla varietà dei titoli proposti. In cartellone formazioni provenienti da regioni diverse, ma accomunate da un interesse comune per la danza e per le varie espressioni che può assumere, oggi, una scelta consapevole voluta e dettata dalla esigenza di tracciare un panorama della danza nazionale sempre più in continuo mutamento.

Apre gli appuntamenti, Mercoledì 2 luglio, la formazione Latin Cafè con “Mil besos por un cafè”, un viaggio tra note nere e blù, ritmi di cajones, tanghi negri; la compagnia nasce nel 2010 da un laboratorio coreografico diretto da Katina Genero, riunisce giovani danzatori-coreografi di varie nazionalità (Italia, Polonia, Cuba, Perù… ) esperti nei linguaggi Latin, in un confronto creativo fra ballo e danza e intorno alle emozioni del caffè, inteso come bevanda e come luogo d’incontri. Nel Latin Cafè di Genero si balla e si fuma tra tavolini e gonne svolazzanti con tazzine fumanti di caffè, servito anche per il pubblico

Domenica 6 luglio La Compagnia Artemis Danza, di Monica Casadei, che ad oggi ha realizzato oltre 30 creazioni per un organico stabile di dodici danzatori, porterà in scen “Verdi-Wagner la doppia notte, Aaida e Tristan”, due grandi musicisti per due personaggi immortali.

Giovedì 10 luglio è di scena Eko Dance International Project fondato e diretto da Pompea Santoro, musa di Mats Ek, che porta in scena alcuni capolavori del coreografo: “Giselle” II atto e “Tra di noi” un percorso ambizioso che esplora le diverse relazioni di coppia (Novità).

Domenica 13 luglio spazio aperto a danzatori e coreografi emergenti in una serata dal titolo significativo “Vivere di Danza”, interpreti e coreografi a confronto.

Giovedì 17 luglio la storica compagnia Cosi Stafanescu presenta un omaggio ai temi musicali di Ciaikovskij con un programma dedicato agli appassionati della tradizione ottocentesca “Omaggio Ciaikovskij”.

Martedì 22 luglio, la Atzewi Dance Company presenta la sua fortunata versione di “Carmen” , una libera rivisitazione del capolavoro di Bizet, dall’impronta moderna contemporanea. Leon Cino e Stefania Figliossi (Prima ballerina Aterballetto), protagonisti principali.

Domenica 27 luglio il Balletto Teatro di Torino propone un tributo ad Andy Warrol in occasione della quarantatreesima mostra antologica di pittura dedicata quest’anno ad Ugo Nespolo,“Serata Pop”.

Appuntamento internazionale mercoledì 30 luglio con la compagnia argentina di tango Neri Piliu e Yanina Quinones coppia pluripremiata ai campionati di tango di Buenos Aires, che presenta “Tango” musica dal vivo della Tango Spleen Orquestra.

Chiude il festival, Sabato 2 agosto, la Compagnia Flamenco Libre con lo spettacolo “Sevilla Flamenca” che porta in scena le Sevillanas, le danze più tipiche e diffuse che prendono il nome dalla città. La musica dal vivo e alcuni frammenti di poesia di Garcia Lorca, grande cultore dell’arte flamenca, arricchiscono la serata.

Ma il Festival non è solo spettacolo: attraverso gli stages, le audizioni, i workshop e le altre iniziative apre anche questo anno un largo spazio alla didattica e alla formazione, con la costante attenzione alla cura e alla valorizzazione dei giovani talenti di ogni nazionalità. La serata “Vivere di Danza”, dedicata a solisti e gruppi emergenti e il prestigioso “Premio Acquidanza” (alla sua ventinovesima edizione) completano la manifestazione.

La Direzione artistica è firmata anche per questa edizione da Loredana Furno, che la manifestazione ha fatto nascere e crescere ininterrottamente in questi trentuno anni. a nel La realizzazione del Festival è affidata per il 2014 all’Associazione Grecale, con il sostegno e la collaborazione del Comune di Acqui Terme che ne riassumerà l’organizzazione per le prossime edizioni.

La manifestazione che come noto a tutti quest’anno ha rischiato di non essere effettuata propone anche un’iniziativa che comporta per chi interessato di adottare uno spettacolo o l’intero festival. Gli spettacoli proposti sono adatti ai giovani e ai meno giovani ed il costo di ogni spettacolo è E 15 biglietto intero ed E 10 ridotto.

Per informazioni e prenotazione biglietti:

Ufficio cultura Comune di Acqui Tel: 0144770272 - 300 - Fax: 0144770209 Email: cultura@comuneacqui.com

Torino Grecale tel. 011 4033800 - 3392907436 info@ballettoteatroditorino.org

Ufficio Stampa Francesca Camponero Mobile: +39 349 8567791

 
 
 

Spettacolo stanco Un tango per Violetta al Carlo Felice di Genova

Post n°127 pubblicato il 23 Giugno 2014 da francescacamponero
Foto di francescacamponero

Giovedì 19 e sabato 21 giugno il Teatro Carlo Felice di Genova ha proposto Un Tango per Violetta, una nuova creazione di danza contemporanea firmata da Giovanni Di Cicco. Lo spettacolo è stato portato in scena da DEOS (Danse Ensemble Opera Studio), il nuovo progetto danza della Fondazione Teatro Carlo Felice, concepito dalla Direzione Artistica del Teatro e dal coreografo  Di Cicco.Un Tango per Violetta si inserisce all’interno delle dinamiche del Teatro associando un vasto repertorio di musiche di Tango a La Traviata di G. Verdi, a cui dovrebbe fare riferimento anche nelle linee guida della trama, ma come in altri casi la coreografia di Di Cicco lascia capire ben poco di quello che vuole esprimere sia ad un pubblico profano che a quello più preparato. In somma il balletto è un gran pasticcio. Da quel poco che si intende Un Tango per Violetta è ambientato in una  dimensione sovratemporale, con richiami alla Parigi de La Traviata da un lato e all’Argentina del 1900, ma il perché di tutto ciò è nebuloso. La scenografia fa leggere il tutto ambientato in un luogo di lusso in Argentina, tra borghesi e gerarchi, in cui la danza e la musica sembrano essere liberatori di una sessualità repressa  che solo in un club privè  viene ad esprimere vaghi concetti d’amore intrisi di passione e sado maso.  La drammaturgia che dal titolo dovrebbe seguire il fil rouge di una trama sulla falsariga di Dumas e Verdi, lascia intravedere stralci di storia, tra cui anche il fatto delle madri di Plaça de Mayo, ma tutto è abbozzato come in un work in progress da cui Di cicco non riesce mai a venir fuori . In scena i 14 danzatori della compagnia: Luca Alberti, Angela Babuin, Luisa Baldinetti, Cristina Banchetti, Filippo Bandiera, Emanuela Bonora, Melissa Cosseta, Dario Greco, Barbara Innocenti, Nicola Marrapodi, Erika Melli, Roberto Orlacchio, Roberto Pierantoni, Andrea Valfrè, di per sè tutti buoni ballerini, ma semplicemente mal gestiti da un coreografo incapace di arrivare al dunque. Lo spettacolo della durata di più di un’ora è risultato purtroppo così noioso al punto che sono state molte  le persone del pubblico ad alzarsi prima della fine.  Un vero peccato che il teatro Carlo Felice continui a portare avanti una situazione del genere riguardo la danza all’interno. 

 
 
 

Un addio a Mario Missiroli, grande regista italiano e mio grande maestro

Post n°126 pubblicato il 19 Maggio 2014 da francescacamponero
Foto di francescacamponero

E' stato un grande dolore per me oggi apprendere della morte di Mario Missiroli, uomo di grande valore artistico ed umano, per me anche un grande maestro. Dedico a lui qualche stralcio dell'ultimo capitolo del mio libro INCONTRI a lui dedicato.

"..... nel mio percorso di studi, ma soprattutto di vita, all'Accademia d' arte drammatica Silvio D'amico di Roma ,  ho avuto il piacere di conoscere delle persone straordinarie, compagni di corso più giovani di me che ora sono attori noti e a cui si è aperta una brillante carriera, e maestri di gran peso, uno di questi è Mario Missiroli.

..... A dire il vero io non l’ho incontrato durante l’anno di studi, ma quello dopo, quando l’Accademia mi ha richiamata per una loro produzione che richiedeva una coreografa. Mentre frequentavo il corso di regia teatrale sapevano tutti del mio trascorso di ballerina classica e questo interessava sia allievi che insegnanti che spesso mi chiedevano consulenze riguardo la danza. Lo spettacolo in programma come saggio di fine d’anno degli studenti dell’ultimo corso si chiamava “Operetta Italiana” e a curarne la regia era appunto il maestro Mario Missiroli. Naturalmente avevo sentito parlare di Missiroli e di lui avevo visto qualcosa in tv, non ricordo se qualche sceneggiato o una commedia di Goldoni o Pirandello, in ogni modo l’idea di lavorare con lui mi eccitava ed ho subito accettato l’incarico malgrado mi facesse tornare a Roma, vale a dire di nuovo lontano da mio figlio. Ricordo che le prove cominciavano al teatro di Via Vittoria alle due del pomeriggio ed io sono arrivata a pelo col metrò che mi lasciava lì vicino in p.zza di Spagna. Missiroli era seduto al tavolo della regia con vicino i due assistenti e appena sono entrata non si è girato e non mi ha rivolto neanche uno sguardo. Compresi che questo trattamento era conseguenziale al fatto che durante le prove non sono ammessi ritardi neanche di un minuto, una disciplina d’obbligo che rispetto e approvo totalmente nel teatro come in tutto.

.......Mi sedetti buona buona di lato osservando quello che succedeva sul palco e di sbircio guardavo il regista che faceva le sue osservazioni agli attori. La prima cosa che notai fu il suo tono di voce. Missiroli parla pianissimo, non grida, non si arrabbia e fa le sue osservazioni agli attori con grande educazione e gentilezza, una cosa piuttosto rara nei registi. Quando poi ci presentarono e finalmente cominciammo a parlare di come avrei svolto il mio lavoro riscontrai questa gentilezza anche nei miei confronti, una gentilezza verace, nulla di affettato, ma semplicemente un modo essere, di raffrontarsi con il mondo e con la vita come sarebbe giusto fosse per tutti, un esempio di rara saggezza e prudenza.  

....quando tornai a Genova col cuore stretto come sempre quando finisce un’avventura e una nuova esperienza, e da quel giorno a casa nel gergo familiare si introdusse questo neologismo: ”Missirolarsi” che sta a indicare ”il comportarsi come Missiroli: sempre con signorilità e gentilezza”. Inutile dire che per quanto mi sforzi sempre di missirolarmi ci riesco davvero poco, malgrado siamo passati più di 10 anni da quando ho ricevuto le sue ezioni comportamentali. "

 
 
 

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