Da zer0 a me

Infinite stelle


Innamoratele stelle d’Autunno:bramisce il daino(M. Basho)
Sarebbe mio desiderio raccontare solo cose nuove, sarebbe dico, perché la mia vera natura è quella di contemplare molte volte le meraviglie che mi hanno affascinato, per scoprire che ancora la loro magia continua profonda nel cuore, tanto da non sentire l’affanno di cercarne subito di nuove.Il pretesto del tutto matematico è quello di spiegare a una figlia il concetto di infinito numerabile e non numerabile: come se l’infinito potesse essere qualcosa che sta nella mano o ancora nella mente di qualcuno.Eppure abbiamo infiniti numerabili a portata di mano, o per lo meno di dito indice, soprattutto in questi giorni di piccoli spicchi di luna che concedono più spazio allo scintillio delle stelle.Scopro così che tra i mille doni dei viaggi di mare anche tra i miei giovani è rimasta la memoria delle notti dormite in coperta con il naso all’insù, guardando le singole stelle (o quelle che per via della distanza così ci paiono) costruire con linee del tutto immaginarie le figure mitologiche delle costellazioni che incastonano racconti fantasiosamente umani; lo sguardo si perde in quella tela scura del notturno attratto però da quell’anello di luce pieno di incanto che è la via lattea, dove non è più possibile un conteggio basato su numeri naturali; qui l’anima si confonde e la comprensione del nostro essere infinitesimi di un universo infinito non numerabile si affaccia alla possibile intuizione.Nella mia città luminosa e sempre in agitazione le stelle si vedono poco e male, del resto è uno spettacolo che richiede un tempo lento e ozioso, come può essere quello del procedere pigro di una barca a vela in mezzo al mare che il vento spinge a velocità che non superano i 15 km/h, lontano dal clamore e dalla fretta che avviluppano i pensieri negando la libertà alle speculazioni. Nell’attesa di un tempo nuovo che renda possibile la riscoperta di questo mistero fatto di silenzio, di infiniti e di piccole fiammelle, accarezzo queste meditazioni sentendomi piccolo, eppure mi scopro riscaldato da fuochi cosmici così distanti da non poterlo comprendere razionalmente, ma così vivi da riaccendere ogni volta la fantasia ed ancora un sorriso.