Da zer0 a me

Tutti in scena!


Questo post nasce dalla esternazione profondamente sincera e di luminosa intelligenza che potete leggere qui, gli atti di coraggio mi lasciano raramente indifferente, aumentano stima e rispetto per la persona che li compie, quindi mi portano a pensieri introspettivi; ecco allora il frutto delle mie elucubrazioni.
Antonio- Graziano, il mondo io lo tengo in conto solo per quel che è:un palcoscenico sul quale ognuno recita la parte che gli è assegnata.(dal Mercante di Venezia Atto I scena I – W. Shakespeare)La nostra vita è fatta di apparenze, credo che contino poco, almeno per me contano meno delle trasparenze, quelle che invece rivelano la luce dentro di noi.Sul palcoscenico della vita, in questo mondo di maschere, recitare se stessi è la cosa più impegnativa e quindi appassionante. Intanto è necessario capire in modo definitivo il ruolo da protagonisti che interpretiamo, scoprire i lati peculiari del nostro agire in scena e renderli vivi, inserendo dentro allo stereotipo previsto qualcosa di assolutamente unico e personale, con il tentativo, non di calarsi nel personaggio del copione, ma di rendere questo personaggio sempre più simile alle nostre inclinazioni.Per farlo si rende inevitabile un confronto e quindi si deve trattenere il fiato, attraversare le quinte sudando freddo, per calcare la scena con insospettato vigore, così da rappresentare di fronte a una platea di volti conosciuti, perché vicini al proscenio, oppure nascosti nell’oscurità e nella distanza del loggione, il nostro dramma personale, qualche volta con battute consolidate, più spesso seguendo un canovaccio, affidandosi all'improvvisazione.Il pubblico è alla ricerca delle caricature, dei tratti forti, in modo che il personaggio sia subito riconoscibile, vuole poter capire anche da lontano che sei tu, riconoscendo i colori della tua gualdrappa, ignorando però i particolari minuti: quelli che distinguono davvero l’uomo dall’attore.Come nella commedia dell’arte sono i panni che indossi che ti fanno Arlecchino (o Colombina) piuttosto che Pantalone (o Rosalba).Rimane tuttavia la voglia di togliere il cerone e lasciar trasparire, finalmente senza trucco di scena, le imperfezioni del volto: la persona vera. C’è un desiderio malcelato di dimostrare al pubblico pagante come ci sia molto di più in un attore rispetto a quello che dà durante lo spettacolo. Il BLOG è il camerino di questa rappresentazione, il posto dove si svela la nostra umanità più sincera dove, tolto il panno pesante pieno di polvere, la nostra pelle trova sollievo. Qui si concedono pensieri privati che possono andare contro le aspettative degli spettatori comuni, peggio ancora dei critici, però si respira aria pura, è possibile aprire la finestra e respirare la brezza tersa della sera. Qui si riceve la visita di chi vuole conoscere le trasparenze, di chi è curioso di conoscere il colore degli occhi visti da vicino, senza cerone e senza matita. È la stanza dove puoi conversare di te stesso prendendo a prestito il copione, criticando, commentando, a volte esaltando, perché no, il tema di quello che si mette in scena: quello spettacolo meraviglioso che chiamiamo vita.Ecco perché le luci sono soffuse, le immagini statiche, come quelle di un vecchio poster che ricorda le esperienze di chi ci ha preceduto. Ecco perché stanchi, ma a volte anche felici della performance, oppure pieni di energie prima di un nuovo debutto, ci concediamo al conforto di queste pareti strette, in modo forse saltuario, ma prezioso, senza il bisogno assillante di firmare autografi, se non semplicemente con un sorriso pieno di complicità, prima che il sipario si alzi di nuovo.Buono spettacolo e buona vita a tutti. (Merda, Merda, Merda).