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9 Nov 1989 - 9 Nov 2006

Post n°89 pubblicato il 09 Novembre 2006 da diecid
 

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E' morto Markus Wolf, ex capo della Stasi, i servizi della ex Ddr. Fu l'uomo che piazzò un suo agente al fianco di Willy Brandt 
9 novembre 1989, ore 18.18: Günter Schabowski, da poco nominato responsabile dei rapporti con i media del neo presidente della Ddr Egon Krenz, annuncia in un'affollata conferenza stampa a Berlino Est che non ci saranno più limitazioni per viaggiare per l'altra metà della città. Silenzio in aula. Stupore. Finché un giornalista italiano dell'Ansa non pone una semplice domanda: "Ma da quando entrano in vigore le nuove norme?". Schabowski non sa cosa rispondere, cerca affannosamente nei suoi appunti ma non trova la risposta. E allora con un filo di voce si lascia andare: "Credo da subito. Anzi, è così. Immediatamente".

E' la fine. La fine della guerra fredda e della Germania Orientale. Krenz, che da pochi giorni aveva sostituito Erich Honecker nel disperato tentativo di placare la rivolta della piazza, aveva previsto di regolare l'apertura del Muro di Berlino facendo scattare i nuovi provvedimenti solo dopo qualche giorno. Ma orami è troppo. In pochi minuti migliaia di cittadini dell'Est si ammassarono nei pressi della Porta di Brandeburgo e in tutti gli altri gate sparsi per la capitale spezzata. Le guardie di frontiera non sanno che fare, ma poi capiscono che non possono certo sparare sulla folla. Il resto è storia. La gente che brinda, che si abbraccia, che sale sul Muro con il piccone. Frammenti, video e foto struggenti, ormai entrati nell'immaginario collettivo di tutti.

Ma 17 anni sono lunghi. Si potrebbe pensare che ormai la Germania è un paese unito e forte. E che le divisioni del passato sono solo un lontano ricordo. Nulla di più falso. Viaggiando nei nuovi Laender orientali, da Lipsia a Rostock passando per Dresda, si respira un'aria pesante. Un'aria di disincanto e di profonda amarezza. Di un sogno spezzato, infranto. L'illusione, alimentata dall'ex Cancelliere Kohl, padre della Riunificazione, di diventare presto ricchi e liberi come i fratelli dell'Est. Liberi sì, ma certo non ricchi. La disoccupazione sfiora in alcune aree il 20%, la criminalità è esplosa a livelli preoccupanti, facendo anche emergere i casi di rigurgiti neo-nazisti contro gli stranieri. Il sentimenti che si respira parlando con gli Ossis (così vengono chiamati i cittadini della Germania orientale) è di delusione. Quasi di tradimento. Gli avevano promesso mari e monti, ora invece sono soltanto 'cittadini di serie B', quasi parassiti che hanno bisogno di miliardi di euro all'anno e che hanno prodotto la crisi dei conti pubblici statali.

Ma la disillusione è anche sociale, non solo economica. I cittadini dell'Est sono orgogliosi delle loro origini. Del loro modo di vivere, dei suoni, dei colori, della letteratura di quello che fu il loro stato. E, soprattutto nella gerazione trentenni-cinquantenni, riemerge prepotentemente la voglia di riscoprire le tradizioni, gli usi e i costumi di una volta. Di non buttare insomma il bambino con l'acqua sporca. In pochi oggi rimpiangono il regime, il controllo statale, il partito unico, l'impossibilità di viaggiare, la Stasi onnipresente e la negazione delle libertà. Ma in molti, moltissimi, stanno recuperando quelli che erano i volti più umani della Germania comunista. La sicurezza sociale, il lavoro garantito per tutti, un buon livello di efficienza della macchina pubblica, l'istruzione gratuita per tutti e di alto livello, l'assenza di criminalità. Insomma, quegli aspetti che sono stati cancellati dalla Riunificazione. Un certo rimpianto che spinge qualcuno anche a dire che, "tutto sommato, quel Muro non era poi così male. Avevamo le nostre regole, dure, ma bastava rispettarle e si viveva. Ora invece c'è solo miseria e povertà". Eccesivo? Provate a far due chiacchiere con i cittadini di Cottbus, Erfurt o Magdeburgo...

Tratto da Libero.it

 
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