SEDICIBITTE

OUT RUN

Wroomm!!! Ehi! Levati di mezzo!!! Wroomm!!! BOOM!!!

system: MD - size: 513 kb - release: 1991 - made by: AM2

Nell'Europa continentale, e soprattutto in Italia, le sale giochi non hanno mai avuto una grande diffusione (almeno non come in Inghilterra o in altri paesi arcade oriented), tuttavia, il cabinato di Out Run, nel lontano 1986, si fece conoscere anche qui da noi, e magari in qualche paese sperduto (dimenticato da Dio e dalla dsl) la fa ancora da padrone proprio come avveniva ai tempi d'oro.

Grande fu all'epoca la felicità per gli utenti Megadrive quando la Sega, con l'ovvia partecipazione di Yu Suzuki, creatore di Out Run e di un certo Shenmue, e degli AM2, decise di convertire nel '91 questa perla d'intrattenimento sulla sua Console domestica, ed è proprio questa conversione che oggi ho l'onore di recensire per SEDICIBITTE perché di onore si tratta.

Cominciando subito a parlare dell'aspetto tecnico, il motore grafico sfruttato dal gioco è quello tipico utilizzato dalle Console a 16bit e, più in generale, da tutti i racing game che giravano su sistemi di fine anni '80 inizio '90: unico sfondo su parallasse posta bellamente all'orizzonte, textures prospettiche e sprites di contorno.

La versione cabinata del gioco sfoggiava anche un ottimo sprite scaling, effetto grafico che sulle Console casalinghe era appannaggio solo di Snes e NeoGeo, mentre latitava su Megadrive.

Di conseguenza, nella versione per Genesis del titolo, il passaggio da "oggetto lontano" ad "oggetto vicino" avverrà sostituendo sprite piccoli a sprite man mano più grandi, e cioè non ingrandendo e/o rimpicciolendo il medesimo sprite ad opera della GPU, con risultato vicino allo sprite scaling ma un pochino più "scattoso" (ad esempio quando ci avviciniamo ai camion per superarli).

Rispetto all'originale per sale giochi ritroviamo invece invariata la sensazione di velocità che ci trasmette la fluidità del tutto, veramente notevole, e qui tocca rendere grazie alla mitica Motorola 68.000 con clock a 7.8 mhz: una scheggia.

Non ho potuto fare a meno poi di compiacermi dinanzi ai riflessi sulla carrozzeria della nostra Testarossa, ovviamente non si tratta di calcoli in tempo reale, ma fanno lo stesso la loro porca figura, come anche l'effetto vento sui capelli dei personaggi.

Per quanto riguarda la soundtrack, altro pezzo forte del titolo, avrete a che fare con i brani che hanno fatto la storia di Out Run e che tanto piacciono agli appassionati di musica anni '80 (mi raccomando, non accettate imitazioni).

All'inizio della corsa infatti, vi verrà data la possibilità di scegliere tra la "Splash Wave" e la "Step on Beat", passando per la "Passing Breeze", ma se fossi in voi non rinuncerei all'intramontabile "Magical Sound Shower" come colonna sonora del mio viaggio attraverso gli States.

Buoni anche gli effetti sonori di contorno - quei pochi presenti - anche se, mi rendo conto, non sono resi al meglio, e comunque sono meno rispetto alla versione da sala giochi.

L'impostazione del gameplay è tipicamente arcade, niente trovate simulative alla Toca (e vorrei vedere): derapate a non finire con piede perennemente pigiato sull'acceleratore, una mano sul volante e l'altra sulla bionda al vostro fianco (avrei preferito un cane ma vabbeh), effetto saponetta sull'asfalto e via.

Imparando a centellinare freno/acceleratore sarete in grado di prendere traiettorie sempre più pulite evitando magari il traffico, abilità talvolta indispensabile per mantenere la manciata di secondi necessari a giungere sino alla fine del percorso o al checkpoint.

Come bene sapranno tutti coloro che hanno speso ingenti capitali nel coin'op da sala giochi, con Out Run si può scegliere il coefficiente di difficoltà grazie a dei bivi presenti lungo la strada; in ogni caso, si partirà da "Palm Beach", dopodiché, girando a sinistra le cose si faranno sempre più difficili (serpentine, tornanti, siepi, traffico e quant'altro), girando a destra darete prova a tutti della vostra insulsa mediocrità.

Alla fine di ogni sessione di gioco, la mitica "Course Map" vi riassumerà la vostra prestazione, unitamente alla percentuale di percorso completato, una vera comodità, non trovate?

Passando in ultimo a parlare della longevità, la presenza di ben 5 finali alternativi e di 16 percorsi interscambiabili garantiranno al titolo un minimo di 10 ore di gioco, veramente non male, anche se confrontato con la durata dei moderni racing game, se poi parliamo del fattore rigiocabilità beh... Out Run è dinamite: il senso di velocità, quel maledetto T.I.R. chi diavolo ce l'ha messo lì che ti complica le cose a 6 secondi dal time up, quale strada scelgo, ma perché sbanda proprio ora... droga pura, altro che assuefazione da nicotina.

Parlando di Out Run, non si può tralasciare un accenno al recente sequel (Out Run 2) uscito su Xbox, il termosifone verde crociato di casa Microsoft; difatti, come bonus sbloccabile all'interno del gioco, oltre alla riproposizione dei brani originali che si affiancano a quelli remixati, c'è proprio il primo Out Run del 1986 giocabile, gran bella chicca non c'è che dire.

Tirando le somme, siamo davanti ad un gioco validissimo, che dà mostra di un buon comparto tecnico e di un gameplay intramontabile, immediato e mai invecchiato, sicuramente un titolo che ha fatto la storia dei videogiochi e che merita ancora oggi di essere ricordato attraverso me che scrivo e voi che leggete... e ora perdonatemi, ho un bicchiere di Pepsi ghiacciata (fa molto primi anni '90) e un joypad in camera che mi stanno aspettando.

Giudizio finale...

grafica: 77% - sonoro: 85% - gameplay 90% - longevità 99% - globale: 88%

Non ci sono chiacchiere che tengano, se nel vostro archivio videoludico manca Out Run, in una qualsiasi delle sue incarnazioni: C64, Amiga, MasterSystem, MegaDrive, non importa, non siete degni di vivere… è un lusso che non potete permettervi, testa tra le gambe e vergognatevi.

recensione a cura di Alex64