Creato da exit83 il 25/09/2007

180chiliDgrasso

Storia di tre giovani in cerca di se stessi.

 

 

« PlaceboQuello di cui ho bisogno »

Monologo

Post n°31 pubblicato il 16 Novembre 2007 da exit83

 

C'è sempre un momento in cui le cose sembrano assumere una forma, ti rigiri tra le mani una foto, nella testa un nome, sulle labbra un sapore, tra le ciglia una lacrima. Sorridi lentamente perché è quello di cui hai bisogno e senti che hai ancora una chance. Deve esserci un posto in cui stare, in cui sederti, in cui credere di avere importanza per qualcosa o qualcuno.

Ascolti una canzone e ti ci ritrovi dentro. Parola dopo parola , parla di te. Non urli mai, non strepiti mai, non fai violenza mai. Non ti annienti mai. Sei solo Tu con tanta voglia di camminare, di saltellare senza motivo, di guardare una persona e dire:”è quella giusta”.

Sei Tu con voce calma che chiedi ad un amico:” che facciamo stasera?” Dai, si esce e poi chi lo sa.

Non c'è motivo per aver paura di quel <<chi lo sa>> , perché ci siamo qui ed ora , solo questo conta.

Le circostanze ci sorprendono, ci permettono strani incroci e strani incontri. Chissà se in fondo ci riconosciamo tutti, guidati da alchimie particolari o semplicemente ci accontentiamo di scoprirci piano piano, consapevoli di essere avvolti da un mantello di inibizioni, di diffidenza, di sfiducia.

Chissà se i giorni muovono in modo lineare o circolare come il Mondo.

Orario, antiorario? Indifferente.

Credevo che nulla potesse più stupirmi, quando si morde tutto fino in fondo, nonostante il sangue aspro in gola. Sfaldi carne, pelle, giungi fino all'osso e non molli la presa. Non puoi mollare.

Non puoi permetterti di sputare via il veleno del sangue altrui. Quando l'amore ti circola nelle vene, come piccole fiammelle poco dense, liquide, che veloci corrono a incenerire tutto..Tu sai che devi far qualcosa, qualsiasi cosa, per non lasciarti avvelenare. Stringi tra le mani piccole carte, coloratissime e logore, che raffigurano i tuoi incubi. Te li porti dentro, mentre calpesti strade, giungi a un bivio, superi binari, cerchi di guadare fiumi, oltrepassi mura, rinchiudi i tuoi pensieri in stanze senza pareti né finestre. Te li porti dentro, varcando confini, ignorando limiti che ti sei prefissata, mai lasciarti andare in caduta se quando l'hai fatto non ne eri cosciente.

É tutto un cerchio, inutile chiamarlo labirinto, inutile forzarsi e cercare ancora. Siamo le pedine di un grande scacchiere, soggetti all'altrui volere, recitiamo nel meraviglioso gioco della vita.

Così ci ritroviamo tremanti una dinanzi all'altra, con una borsa piena di ricordi, un sorrisetto amaro, poche frasette di conciliazione, due aggettivi per non sembrare belve, due occhi neri come notte appassionata.

Quanto possono apparire patetiche le relazioni tra esseri umani, loro ti guardano ma non ti vedono.

Muovono quelle sottili dita su display tracciando simboli che si tramuteranno in parole, ma non dicono niente. Io non leggo niente.

Sono vuoti spazi, sono titubanti versi, sono piccole fesserie carnali che ci scambiamo tra un drink e un forse. Gli sguardi mi trapassano , vacui come tramonti nascosti. Celano bellezza.

Quella bellezza che vorresti vedere in tutte le cose che ti sovrastano, che ti circondano, che ti stanno sulla testa come macigni. La semplicità di dirsi insieme, amici cari, amanti nodosi, simili e diversi,

con le nocche rosse, quei sorrisi increspati che ci fanno sembrare adulti.

Adulti come i nostri padri , discepoli di religioni senza Dio e senza scopo, invochiamo giustizia.

Poveri angeli immortali che piangono, povere canne al vento senza terra che le sostiene, poveri pellegrini senza un'abbazia in cui trovar riparo. Teniamo una croce sulle spalle che si chiama Egoismo. Siamo giovani crisantemi annoiati con la testa china su lapidi di brina. Amando si impara.

Amando si brama. Amando si spara. Amando si trafora. Leghiamo ossa con anelli ad altre ossa. Simili nel puzzo , simili nel marcio, simili nell'inettitudine di dirsi innamorati.

Desiderare un grammo di gioia, sniffarne un po', mentre la nebbia vela gli sguardi che sfiorano appena. Desiderare quel grammo di gioia che può mitigarmi appena.

É stato un brivido , un solo brivido, averti qui con me. É stato un brivido, un solo brivido, in pochi attimi. Sentirti piangere. É stato sterile, inutile, sentirti piangere.

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