Creato da exit83 il 25/09/2007

180chiliDgrasso

Storia di tre giovani in cerca di se stessi.

 

 

Luce Dannata

Post n°37 pubblicato il 07 Dicembre 2007 da exit83

 

Luce dannata dai tuoi occhi neri,

sogni come verità demolitrici,

corrono oltre questa notte spogliata,

glicini appassiti e vecchie parole innocenti,

sulla carta segnata dalle tue mani.

Sono scarpe rotte sulla via desolata,

la gola arsa e chiusa in un pianto rovente,

spingi il pulsante rosso che aziona il congegno,

sono la tua bambola meccanica.

Stelle invertebrate si nascondono appena,

le nubi di mussolina velate tra le arcate celesti,

la cola sul ventre mentre respiri pelle,

le nostre nocche cozzano come magneti.

Luce dannata sulla quattordicesima strada,

l'autobus rosso scuote il tuo sonno,

il beone accasciato sulla spalla,

il puzzo del suo fiato ammortizzato.

Sono passi affrettati sull'asfalto ghiacciato,

binari in stazioni senza tempo,

l'orologio privato delle sue gambe,

segna il vuoto.

L'amore come un soffio negli occhi,

talvolta nasconde le sue stagioni,

e stiri un sorriso per i miei sorrisi,

il cielo come una stoffa increspata.

Quando il silenzio sa di rovina,

e la voragine ti spinge in basso,

il gioco prende vita,

mentre odi il suo eco,

risorgi in scintille.

Accade tutto in un momento,

e sei cielo tra le mani,

accade tutto in un momento,

e sei di nuovo al principio.

Accade tutto in un momento,

e sei luce dannata nei miei occhi,

accade tutto in un momento,

mentre l'orologio segna il vuoto,

tu risorgi nel mio cuore in scintille.



 
 
 

Suha

Post n°36 pubblicato il 02 Dicembre 2007 da exit83

 

Il velo è caduto sul tuo volto,

lasciandoti indifesa e smorta,

il tuo sorriso squamoso,

abbaglia la notte stralunata.

Sento il ronzio delle cicale,

le foglie accartocciate sotto le suole,

il calpestio sull'asfalto,

il fruscio impetuoso.

Sul mio corpo,

nei deserti,

il tuo nome rimane,

dentro me.

Sulle mani,

sulla pelle,

le mie giovani labbra,

bevono te.

Nella gioia,

nei silenzi,

in ciò che desidero,

io sento te.

Sogno che ci sei stanotte,

ferisci la tela merlettata,

bruci gli angoli appassiti,

cogli le mie lacrime sbocciate.

Sento il sospiro del tuo sonno,

un varco di eternità al di là del mondo,

leggera con un abito di panno,

inseguo il tuo passo affrettando il giorno.

Sul mio corpo,

nei deserti,

il tuo nome rimane,

nei cieli.

Sulle mani,

nei ricordi,

in ciò che voglio,

io sento te.

Le oscillazioni si sono smorzate,

il tuo cuore ha cessato di piangere,

snella nella tua coltre di luce,

splendi più della Luna di certe sere.

I tuoi occhi ormai limpidi,

le conchiglie sui tuoi capelli,

hai smesso di aver paura,

non appena hai toccato Dio.

Sul mio collo,

nelle mie stanze,

ogni gesto,

ogni cosa parla di te.

Nei miei rimorsi,

i miei grigiori,

i tramonti e i discorsi,

tutto è per te.

Il velo è caduto sul tuo volto,

lasciandoti fresca e bella,

le tue braccia delicate,

abbandonate sui fianchi.

Senti il mio mormorio disperato,

il tuo nome ripetuto all'infinito,

i segreti che non ti ho mai confessato,

l'amore che ho per te.

Nella gioia,

nei silenzi,

nei cambiamenti,

io vedo te.

Su ogni corpo,

sulle mani,

in ogni ferita inferta,

io cerco te.

Nei miei deserti,

nei miei rancori,

tutte le notti,

io aspetto te.




 
 
 

Il prezzo da pagare

Post n°35 pubblicato il 01 Dicembre 2007 da exit83

 

Ho rischiato di perdere me stessa,

nel turbine dei pensieri,

ho pensato di poter distinguere,

le immagini fisse nei tuoi occhi,

per una verità che non ha orme,

il palmo sul tuo palmo,

per tutto ciò di cui ho bisogno,

il prezzo da pagare.

Ho contato per giorni,

stelle su stelle,

numeri come volti,

che non hanno nome.

Ho stressato i tessuti,

condensato parole,

arrestato il tempo,

sbrindellato il tuo sole.

Certa di avermi confuso,

stremata dalle privazioni,

malferma sulle tue gambe,

ti muovi senza equilibrio,

prega ch'io non capisca,

di essere solo un errore,

il segno blu sul sostantivo,

e il rosso successivo.

Ho cercato di crederci,

nel noi mai esistito,

ho cercato di tenerti stretta,

in un pugno pulsante.

Ho cercato di crederci,

nel noi mai esistito,

ho cercato di cacciarti indietro,

fingere che sia per sempre.

Certa di avermi confuso,

col tuo profumo sulle mie mani,

i silenzi che mi riservi,

come tremori viscerali,

prega ch'io non capisca,

il tuo connubio col mio male,

il segno infetto sul polso,

è il pianto del mio corpo.

Ho rischiato di perdere me stessa,

nel turbine delle tue bugie,

ho pensato di poter distinguerti,

tra milioni di individui,

uguali tra loro eppure estranei,

colori racchiusi in scatole nere,

il tuo odore come ruggine,

il prezzo che ho da pagare.

Per una verità che non ha orme,

il tuo nome senza inchiostro,

per tutto ciò di cui ho bisogno,

un prezzo da pagare.


 
 
 

Indolenza

Post n°34 pubblicato il 29 Novembre 2007 da exit83

 

Come un mantello di litio copri le mie spalle gelide,

i pensieri rumorosi annunciano la notte,

i tuoi piedi bianchi scavano la mia tomba,

il tuo polso dolcissimo sulle mie labbra violacee,

sotto un cielo maledetto,

mi ubriachi di dolore.

Decidere se sei il libro della mia esistenza,

non saltando mai pagina,

controllare che ogni foglio sia morbido,

come i tuoi capelli asciutti,

sotto un cielo maledetto,

mi ubriachi di dolore.

Connessi da paure che ci rendono uguali,

cerchi un modo per perdonare,

stropicciando gli occhi con le tue dita storte,

indichi un punto che tarda a sparire,

in questa notte di marmi e di sogni,

sotto un cielo maledetto,

torturi il mio cuore.

Tremi d'amore guardando il tuo riflesso,

sfocato singulto della mia mente,

mi uccidi nell'oscurità che tormenta,

mentre piango lacrime di brina,

ripeti che ami l'indolenza,

divorata da un cancro assassino,

adorni il capo di luce.

Come un mantello di litio copri le mie spalle gelide,

sfuggendo alla realtà che annoia il tuo spirito,

stuzzichi il mio desiderio di dolore,

fornendo al mio animo il coltello per il massacro,

il fendente fuso al ventre di bimba,

come una bandiera,

in questa notte di preghiera,

sotto il cielo maledetto,

intriso di sangue.

Tu torturi il mio cuore.

Mi inebri di dolore,

mentre adorni il capo di luce.



 
 
 

Chiaro di Luna

Post n°33 pubblicato il 23 Novembre 2007 da exit83

 

Era notte, mia cara,

i tergicristalli spazzavano via le luci,

mentre credevo di diventare pazza,

l'auto sfrecciava via su tre ruote,

la musica era triste,

mi apparivi lontana come un'amica perduta,

dormivi accanto poggiata al vetro,

e io non mi intenerivo.

Era notte, mia cara,

i tuoi sogni si materializzavano intorno,

mentre schivavo i colpi di pistola,

della volante blu,

che terminava la sua corsa,

fragorosamente.

Era notte, mia cara,

il sangue colava fuori dalla tua bocca spalancata,

il tuo grido silente non mi turbava,

non più di questa strada indecisa,

e le tue vene afflitte,

il laccio emostatico giallognolo.

Dicevi che non c'era motivo di aver paura,

quando poggiavo la mia testa sul tuo seno,

dicevi di essere una madre,

non soltanto per me.

Dicevi che non c'era motivo per arrestare la corsa,

quando poggiavo il piede sull'acceleratore,

e tenevi la testa tra le mani mentre cantavi,

non soltanto per me.

Era notte, mia cara,

i nostri fantasmi ci tenevano compagnia,

tu preparavi la dose,

e io non capivo più nulla,

ingollavo queste nostre notti fresche,

come un drink annacquato.

Era notte, mia cara,

mi carezzavi una gamba,

con dolcezza,

io temevo di non farcela,

e tu lo sentivi.

Era notte, mia cara,

qualcosa ronzava davanti i miei occhi,

dentro le mie orecchie,

nella mia testa,

credevo di diventare pazza,

l'auto sfrecciava veloce,

e tu non dicevi nulla.

Quella bocca spalancata,

come un cancello ormai violato,

i tuoi occhi bianchissimi,

come il tuo sorriso,

ormai spento.

Dicevi che non sarebbe mai finita,

quando poggiavo la mia testa sul tuo seno,

le tue dita cercavano la mia bocca affamata,

le succhiavo con dolcezza,

mentre parlavi della Luna.

Dicevi che tra noi non sarebbe mai finita,

quando i tuoi occhi sorridevano,

non avevamo bisogno di parole,

quando preparavi la dose,

era polvere d'amore.

Ora è notte, mia cara,

il tuo fantasma mi tiene compagnia,

credo di diventare pazza,

un profumo che conosco,

le immagini che si sovrappongono,

un ronzio familiare.

Preparo la mia dose,

dolce polvere d'amore,

ascolto la tua voce,

mentre danzo al chiaro di Luna.

Non posso avere paura,

mentre danzo al chiaro di Luna.

Non sarà mai finita,

finché danzo al chiaro di Luna.



 
 
 

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