VERDI DI TIVOLI

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DISIMBALLIAMOCI

Basta con gli imballaggi inutili ed eccessivi! Disimballiamoci è la campagna di Legambiente sull’importanza di ridurre alla fonte la produzione di rifiuti.

Gli imballaggi, che paghiamo ben due volte (con la spesa e quando li dobbiamo smaltire), costituiscono infatti il 60% del volume e il 40% del peso dei rifiuti degli italiani. Montagne di imballaggi che potremmo risparmiare alle nostre tasche e alla salute del pianeta, alleggerendo il sacchetto della spesa e quello della spazzatura.

L’imballaggio ha delle funzioni ben precise, come conservare la qualità, garantire il trasporto e informare sulla composizione e sulla tracciabilità del prodotto. Sempre di più però l’imballaggio viene usato in maniera eccessiva come veicolo per attirare l’attenzione del consumatore.

Con “Disimballiamoci” i volontari di Legambiente si danno appuntamento fuori dai supermercati, ipermercati e centri commerciali per sensibilizzare le catene di distribuzione e i cittadini sull’uso eccessivo delle confezioni, invitandoli a consegnare almeno un imballaggio inutile tra quelli acquistati. È anche l’occasione per rilanciare e diffondere le buone pratiche per la riduzione degli imballaggi, ancora troppo poco conosciute, come i dispenser per la vendita di detersivi, latte, acqua e altri generi alimentari sfusi o alla spina.

 

GREENPEACE

BALENE: SANTUARIO MAR LIGURE E' UNA FOGNA ROMA - Il santuario dei cetacei è diventato una discarica: l'area del mar Ligure che sarebbe dovuta diventare un paradiso per balene e delfini è "inquinata da batteri fecali in alto mare". Questo tipo di inquinamento, insieme al "traffico marittimo incontrollato" con velocità vicine "ai 70 km/h", ha comportato una diminuzione del 75% degli avvistamenti di balenottere e del 50% di stenelle.

L'assenza di "regole" e la mancanza di "un piano di gestione" hanno trasformato il santuario in "una fogna a cielo aperto". Questa l'accusa di Greenpeace nel dossier 'Balene a perdere', presentato oggi a Roma, frutto della ricognizione dell'agosto scorso nella zone del santuario a bordo della Arctic Sunrise. A 16 anni di distanza dall'ultimo monitoraggio (nel 1992 le balenottere erano circa 900 e le stenelle comprese tra 15.000 e 42.000), balene e delfini potrebbero realmente essere diminuiti: dopo 1.200 chilometri di navigazione, di balenottere se ne sono viste soltanto 13 (un quarto rispetto alle attese e non sufficiente a elaborare una stima sulla popolazione), mentre il range di stenelle si è attestato tra 5.000 e 21.000 esemplari (é calata anche la media del numero di individui presenti nel gruppo, da 22,5 a 7,5).

Le cause della diminuzione di cetacei nell'area del santuario sono diverse. L'inquinamento: in due aree è stata rilevata una forte "contaminazione di batteri fecali" oltre i valori ammessi per la balneazione (100 colonie/100 ml). Provenienti non da terra ma, presume Greenpeace, dallo scarico di traghetti e navi da crociera. Un tipo di sversamento che, oltre a essere persistente specie d'estate, colpisce la salute dei cetacei: sono animali immunodepressi, cioé raccolgono e assorbono le contaminazioni presenti in mare. L'intenso traffico incontrollato: "navi di 100-150 metri e traghetti che corrono a 70 km/h con il rischio di impatto con i cetacei e l'emissione di forti rumori". E anche un'attività di 'whale watching' svolta "in modo pericoloso", così come "la pesca illegale". Ma, quello che manca, è soprattutto "un ente di gestione" nonché la predisposizione di un piano di tutela per non lasciare che questa zona del Mediterraneo rimanga "una scatola vuota senza regole e controlli", creando una grande riserva marina d'altura.

Cosa che, conclude Greenpeace, renderebbe impossibile "l'insediamento della prima area industriale offshore: il rigassificatore di Pisa-Livorno" proprio all'interno del santuario. L'associazione dell'arcobaleno, impegnate nelle aree marine, chiede che sia sottoposto a tutela il 40% del Mediterraneo

 

 

L'atomo nello stivale

Post n°408 pubblicato il 11 Febbraio 2010 da verdi.tivoli

Energia Il governo approva il decreto che fissa i criteri per il ritorno dell'atomo nel nostro Paese. Ma sui siti è ancora mistero

Nucleare sì o no. L'Italia si interroga, ma non è un referendum democratico, come quello del 1987, oggi impietosamente stracciato.
Lo spirito che motiva le due opposte posizioni è piuttosto dettato delle contingenze economiche e politiche, con le importanti elezioni regionali alle porte e le "moderne" scelte energetiche da compiere. Comunque si guardi la questione, questo governo ha dato ampia prova di voler passare sopra a tutto e a tutti, alla storia del Paese, alla volontà degli amministratori e dei cittadini, di adesso, di allora e soprattutto del futuro prossimo, già colorato del grigio di un reattore nucleare.
Se la prima pietra fisica sarà posta tra tre anni, nel 2013, e l'avvio alla produzione di energia nel 2020, un pesante e fondativo passo è già arrivato: ieri, con l'approvazione in via definitiva, da parte del Consiglio dei ministri, del decreto che disciplina la localizzazione, la realizzazione e l'esercizio di impianti di produzione di energia elettrica nucleare in Italia.
A sentire le parole del ministro dello Sviluppo economico Scajola, riprese in parte anche dalla sua corrispettiva all'Ambiente Stefania Prestigiacomo, «il provvedimento si caratterizza per due aspetti: la trasparenza e il rispetto assoluto della sicurezza delle persone e dell'ambiente». Una garanzia che rimane sulla carta, indimostrabile e quasi canzonatoria per quelle amministrazioni locali violentate dalla scelta coatta dell'atomo.
Sono già 15 le Regioni che si sono schierate contro la legge che rilancia il nucleare nel nostro Paese, mentre 11 di loro (Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Umbria Lazio, Puglia, Liguria, Marche, Piemonte, Molise e Toscana) l'hanno impugnata per incostituzionalità e aspettano l'udienza calendarizzata per il mese di giugno.
Intanto, quasi rispolverando il quesito referendario, Legambiente ha posto la domanda «una centrale nella mia Regione, sì o no?» ai candidati alle prossime elezioni regionali. Risultato: ben 23 esponenti di tutti gli schieramenti politici, dalla Lega al Pd, passando per l'Udc e il Pdl hanno dato parere negativo. Nove politici in corsa ancora non si esprimono e solo 6 dicono chiaramente di appoggiare l'opzione atomica. Tra questi il magnanimo presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, d'accordo a costruire centrali, ma non nella sua Regione. Buffa posizione ricalcata anche da Rocco Palese, candidato Pdl alla presidenza della Puglia, che dice sì al ritorno al nucleare, ma no ad una centrale e ad eventuali parchi tecnologici di stoccaggio di rifiuti radioattivi nel tacco d'Italia.
Un piede in due staffe per non inimicarsi il consenso popolare da una parte, e non mostrarsi refrattari al dirigismo governativo dall'altra.
Fatti salvi questi esempi di "buona politica", la mappa appare abbastanza eloquente e non sembra preludere certo a quella «ampia partecipazione delle Regioni, degli enti locali e delle popolazioni», promessa nel decreto ieri approvato. «Un fatto grave e con aspetti di incoerenza istituzionale», ha dichiarato il presidente della conferenza delle Regioni, Vasco Errani, che introduce un altro grande interrogativo: «come mai si lavora così velocemente per varare i criteri, ma si rimanda a dopo le elezioni regionali la scelta dei siti? E perché il Governo non ha voluto attendere il giudizio della Corte costituzionale, contribuendo così ad un clima di grande incertezza e confusione su un terreno strategico per lo sviluppo di una seria politica energetica nel nostro Paese?».
Alla faccia della trasparenza decantata da Scajola. Le stesse criticità sono rilevate dal presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, che parla di vera e propria truffa, poiché l'esecutivo, temendo il boomerang elettorale, finisce per negare ai cittadini italiani il diritto di sapere se nel loro territorio ci saranno impianti atomici.


Diego Carmignani da Terra

 
 
 

Comitato per l'Aniene

Post n°406 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da verdi.tivoli

Venerdì 22 gennaio scorso una moria di pesci, l’ennesima, è stata segnalata nel tratto del fiume Aniene che va da Cineto a Mandela. Un sopralluogo immediato è stato attuato dalle Guardie Particolari Giurate Volontarie Ittiche dell’Arci Pesca F.I.S.A.

Le condizioni dei pesci denotavano un evidente avvelenamento da cloro il cui odore era percepibile nell’acqua all’altezza di Cineto.

Successivamente sul posto giungevano gli Agenti del Corpo Forestale, un tecnico dell’Arpa Lazio e tecnici dell’Acea poiché il fenomeno era avvenuto all’altezza delle vasche di clorazione dell’Acquedotto Marcio.

Un sopralluogo congiunto di Guardie giurate Arci-pesca ed agenti della Guardia Forestale è avvenuto anche oggi.

Il Comitato per l’Aniene ritiene che occorre un controllo più specifico ed accurato sul corso del fiume e dei suoi affluenti lungo i quali, episodi di inquinamento si ripetono, impunemente, con troppa frequenza depauperando il prezioso patrimonio ittico che nel fiume vive.

Le preoccupazioni relative alle captazioni di ulteriori quantità di acqua sorgiva dalle sorgenti del Pertuso si collegano ai periodici fenomeni di inquinamento che causano l’asfissia dei pesci e la distruzione di insetti e piante per lunghi tratti.

Lasciamo immaginare gli effetti disastrosi di tali fenomeni in condizioni di emergenza idrica e quindi di minimo deflusso di acqua nel letto del fiume.

Il Comitato per l’Aniene ringrazia le stazioni del Corpo forestale dello Stato presenti nel territorio e le Guardie Giurate Volontarie dell’Arci-pesca per il supporto indispensabile che offrono, tra difficoltà di ogni genere, alla tutela del fiume

 
 
 

Confermate le dimissioni del Sindaco Baisi

Post n°405 pubblicato il 22 Gennaio 2010 da verdi.tivoli

Si va al voto.

Si è conclusa  l’avventura di Giuseppe Baisi alla guida della città di Tivoli.

La franchezza impone delle considerazioni.

L’ amministrazione Baisi, è stata rappresentata da una Giunta in cui i Verdi non hanno avuto nessun tipo di incarico né di riconoscimento, una Giunta che  non verrà certo ricordata per le sue politiche ambientali, sicuramente gli ecologisti la ricorderanno per l’amministrazione che, con il voto favorevole anche della sinistra radicale, ha approvato la lottizzazione Nathan.

Eppure siamo convinti che  in cuor suo il Sindaco avrebbe voluto fare di più per la salvaguardia dell'ambiente e non solo, se non fosse stato condizionato da azioni esterne poco trasparenti.

I Verdi di Tivoli ritiengono che sia arrivato il momento di rimboccarsi le maniche, per lavorare insieme, con coraggio, coerenza e spirito critico, con l'obiettivo  di uno sviluppo sostenibile della città, condiviso e partecipato dal basso, dove ogni cittadino, attraverso i processi virtuosi di Agenda 21,  possa essere coinvolto e responsabile delle decisioni politiche della città  che mettano al primo posto, il bene comune, la risorsa naturale, da trasmettere intatta alle generazioni future, come condizione necessaria e sufficiente per uno sviluppo sostenibile della città.

I verdi sono disponibili a condividere con altri gruppi questi obiettivi, in una eventuale nuova coalizione che abbia il coraggio di metter da parte uomini ed interessi che nulla hanno avuto e hanno a che vedere con gli interessi sostenibili della città.

 
 
 

COMUNICATO DEI VERDI DI TIVOLI

Post n°404 pubblicato il 18 Gennaio 2010 da verdi.tivoli

Equidistanti………………..NO GRAZIE?

I Verdi di Tivoli, pur esprimendo insoddisfazione per l’ azione amministrativa,

in particolare in campo ambientale, fin qui portata avanti dalla giunta guidata

 da Giuseppe Baisi,  pur ritenedo che la crisi amministrativa sia generata da

dinamiche tutte interne al Partito Democratico, ritengono che sia compito di una

forza politica coerente e leale ,riconfermare la fiducia al Sindaco Baisi , scendendo

 in campo al suo fianco, auspicando una soluzione alla crisi, dove possibile, che eviti

il ricorso alle urne, con il conseguente rischio di consegnare la Città alla destra.

Renato Sabini portavoce dei Verdi di Tivoli.

 

 
 
 

INAUGURATO L'ECOCENTRO ALLA "PRECE"

Post n°403 pubblicato il 17 Gennaio 2010 da verdi.tivoli

Alla presenza del Sindaco di Tivoli, Giuseppe Baisi, del Presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, finalmente è stato inaugurato l'Ecocentro alla "Prece".

Il Presidente dell'ASA, Giuseppe Di Tomassi, ha consegnato ai Tiburtini un nuovo importante strumento per la raccolta differenziata.

Va sottolineato che , il centro è energicamente autosufficiente, grazie ad un impianto eolico, e che è munito di un impianto di fito-depurazione.

Ci sono voluti ben Nove anni per realizzare quest'opera.

Tra manifestazioni contro ,artatamente organizzate,  da falsi ambientalisti, in comunella con abusivi e militanti di destra, i tiburtini hanno dovuto attendere ben nove anni per poter ottenere un normale strumento destinato a migliorare la raccolta differenziata.

 
 
 

DECRETO: TV, CHI HA INTERNET RISCHIA PAGARE CANONE

Post n°402 pubblicato il 15 Gennaio 2010 da verdi.tivoli

DECRETO: TV; BONELLI (VERDI), CHI HA INTERNET RISCHIA PAGARE CANONE
ALTRO CHE POPOLO LIBERTA'. SIAMO A REGIME ILLIBERTA'...

"Con il decreto sulla Tv chi possiede un collegamento ad internet rischia di dover pagare il canone. Le norme presentate dal governo sono scandalose e
non degne di un paese civile". Lo ha dichiarato il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli commentando il decreto legislativo del governo che
recepisce la direttiva comunitaria sulle televisioni e che prevede norme sulla pubblicità nelle tv a pagamento e su internet.

"Altro che Popolo delle Libertà. In Italia siamo ormai arrivati al 'regime delle illibertà' - ha concluso Bonelli -. Il web deve essere libero e
senza alcuna censura: solo in paesi come la Cina o l'Iran i governi censurano e controllano quello che circola in rete".

 
 
 

NUCLEARE: GOVERNO PRENDE IN GIRO ITALIANI

Post n°401 pubblicato il 14 Gennaio 2010 da verdi.tivoli

Sull'elenco dei siti dove costruire le centrali nucleari il governo continua a prendere in giro gli italiani. La mappa esiste ed è nelle cassaforti
del ministro Scajola e dell'ammnistratore delegato dell'Enel Conti: non viene resa nota solo perchè il centrodestra teme un boomerang elettorale alle
prossime elezioni regionali". Lo ha dichiarato il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Inoltre, il governo è tenuto per
legge, quella pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 16 Agosto, a rendere noti entro il 16 febbraio l'elenco dei siti per le centrali nucleari e
Enel ed EDF hanno già fatto i sopralluoghi sui siti prescelti tra aprile e luglio: di questi sopralluoghi noi Verdi siamo in grado di indicare luoghi
e date

"Il governo ha deciso di spendere oltre 20 miliardi di euro per il nucleare mentre ha affossato con una finanziaria pessima le rinnovabili,
l'efficienza energetica e la green economy - spiega il leader del Sole che ride -. Il nucleare è una vera e propria truffa nelle tasche dei cittadini
e nessuno ha ancora risolto i problemi di sicurezza e delle scorie. Ben 19 centrali EPR su 58 (come quelle che dovrebbero costruire Enel e Edf in
Italia acquistando tecnologia francese) sono ferme in Francia a causa di incidenti e la Francia, citata come esempio per l'energia atomica, deve
importare energia dall'estero".

"Chiedo a tutti i presidenti uscenti del centrosinistra di dichiarare il proprio territorio indisponibile per le centrali atomiche volute dal governo
Berlusconi - ha concluso Bonelli -. Sono sicuro che i cittadini apprezzaranno questo impegno: d'altronde il 'No' ad un nucleare obsoleto radiattivo
pericoloso ed antieconomico non può non essere alla base delle intese programmatiche per le prossime regionali".

 
 
 

N'DRANGHETA COMINCIATO OPERA, STATO L'HA COMPLETATA

Post n°400 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da verdi.tivoli

DA VERDI ESPOSTO A UNIONE EUROPEA PER VERIFICARE RISPETTO DIRITTI UMANI
QUANTO ACCADUTO A ROSARNO IMMORALE: UNICO VINCITORE CRIMINALITA'

"A Rosarmo la N'drangheta ha cominciato l'attacco agli immigrati, dopo che li aveva sfruttati per anni, mentre lo stato ha completato l'opera". Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Nelle ultime ore abbiamo assistito ad una vera e propria deportazione di massa di immigrati aggrediti e presi a fucilate nei giorni scorsi ed, infine, fatti passare per responsabili di quanto accaduto. Quello che è successo a Rosarno è immorale ed ha un unico vincitore: la criminalità organizzata che dopo aver sfruttato per anni attraverso il capolarato gli extracomunitari è riuscita nell'opera di cacciarli via, con l'aiuto del governo".

"Su quanto è accaduto in questi giorni in Calabria, sul comportamento del governo italiano, ed in particolare del ministro degli Interni, presenteremo un esposto all'Unione Europea per verificare il rispetto dei diritti umani - ha concluso Bonelli -. E' necessario che ci sia un'indagine internazionale su quello che è accaduto e sul comportamento del governo italiano".

 
 
 

LO "SCIPPO" DI CAPODANNO. NIENTE CLASS ACTION CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Post n°399 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da verdi.tivoli

 Previsto nella bozza, promesso dal ministro Brunetta, il mezzo di azione collettiva da far valere nei confronti della pubblica amministrazione scompare dal testo ufficiale pubblicato in Gazzetta. Ora sul mistero indaga il Codacons

Come da impegno del presidente del Consiglio Berlusconi, l'azione collettiva nel settore pubblico entrerà in vigore dal primo gennaio 2010».
Era il 15 maggio del 2009 quando, con queste parole, il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta annunciava al mondo il grande evento. «Sto cercando di dare una voce concreta ai cittadini - sentenziò - per punire chi non fa il proprio lavoro e dove chi perde va a casa». Ma non è stato così.
Non solo l'azione di classe all'italiana, versione soft del ben più rigido modello anglosassone, uscita dal parlamento, rappresentava di per sé un'arma spuntata, ma la versione finale pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 31 dicembre scorso la rende ancora più inconsistente. Nella notte tra l'1 e il 2 gennaio, infatti, la possibilità di agire collettivamente contro la pubblica amministrazione è di fatto scomparsa.
A spiegare come sia avvenuto lo "scippo" ci si è messo il Codacons che lunedì prossimo attiverà a Catania il primo sportello informativo in Italia sulle class action. «Il 31 dicembre abbiamo cercato la Gazzetta ma era introvabile. Abbiamo potuto vederla solo il 2 gennaio - ha spiegato Carlo Rienzi, presidente dell'associazione dei consumatori - e il testo appare modificato all'articolo 7 rispetto al decreto legislativo approvato anche dal Consiglio di Stato nel quale si prevedeva l'immediata entrata in vigore dell'azione collettiva contro i ministeri. Nel nuovo testo, invece, salta tutto - ha proseguito - almeno riguardo ad azioni contro i concessionari di servizi pubblici (Trenitalia, società della luce, gas, acqua ecc.) rinviando a futuri e incerti decreti attuativi della presidenza del Consiglio».
E pensare che nel calendario dell'esecutivo lo strumento legale doveva essere il primo a partire, seguito (dal primo aprile 2010) da quello contro le amministrazioni e gli enti non economici regionali, contro i concessionari di servizi pubblici (dal primo luglio 2010) e da quello contro le amministrazioni ed enti pubblici per la salute e i rapporti tributari (a partire dal primo ottobre 2010).
Il grande caos nei trasporti che ha animato le vacanze natalizie di molti italiani nonché le minacce delle associazioni hanno probabilmente messo paura all'intrepido Brunetta che, più prudentemente, avrà deciso di rivedere il testo.
Ma il Codacons non si dà per vinto e ha già studiato le contromisure: «Nel decreto - ha annunciato Rienzi - ci sono spazi per fare qualcosa, almeno contro i ministeri. Il 15 gennaio (quando il testo diventerà legge) ne vedremo delle belle». «Già l'azione collettiva contro la pubblica amministrazione - ha commentato poi Rienzi - faceva acqua da tutte le parti non prevedendo sanzioni di alcun genere. Ora grazie al "grande fustigatore" Renato Brunetta scompare totalmente».
Così come i fondi dell'Antitrust destinati alle associazioni dei consumatori cancellati sia dal Bilancio statale che dal decreto Milleproroghe.

 
 
 

GARIGLIANO PICCOLA CERNOBYL ITALIANA

Post n°398 pubblicato il 07 Gennaio 2010 da verdi.tivoli

"Anche l'Italia ha avuto la sua piccola Cernobyl: la centrale del Garigliano. In questa centrale si verificarono, infatti una serie impressionanti di incidenti che portarono alla chiusura dell'impianto nel '78. Nel 1976 l'acqua del fiume Garigliano (in piena) riuscì a penetrare nel locale sotterraneo dove erano depositate le scorie radioattive. In questo modo furono contaminati più di un milione di litri d'acqua finiti poi in mare e nella nella campagna. Nel 1979 si verificò un incidente analogo, mentre nel novembre del 1980 (a centrale già chiusa) le insistenti piogge provocarono infiltrazioni che al deflusso delle acque piovane portarono con se grandi quantità di Cesio137". Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Mentre nessuno si è occupato di studiare gli effetti sul territorio e sulla popolazione locale di tutta questa serie di incidenti il governo ora vuole costruire addirittura una nuova centrale sulle macerie di quella che detiene il primato di incidenti in Italia".

"Per questa ragione noi Verdi abbiamo organizzato un presidio alla Centrale del Garigliano in cui presenteremo un dossier su quello che è accaduto in quell'area - continua Bonelli -. La nostra mobilitazione contro il nucleare, dannoso, pericoloso e costosissimo continuerà con forza fino a quando questa pericolosa avventura non sarà fermata dal referendum popolare".

"Chiedo a tutti i presidenti uscenti del centrosdinistra di dichiarare il proprio territorio indisponibile per le centrali atomiche volute dal governo Berlusconi - ha concluso Bonelli -. Sono sicuro che i cittadini apprezzaranno questo impegno. D'altronde il 'No' ad un nucleare obsoleto radiattivo pericoloso ed antieconomico non può non essere alla base delle intese programmatiche per le prossime regionali".

 
 
 

REGIONALI: BONELLI (VERDI), BENE BONINO; TUTTO CENTROSINISTRA LA SOSTENGA

Post n°397 pubblicato il 05 Gennaio 2010 da verdi.tivoli

"Valutiamo molto positivamente la decisione di Emma Bonino di candidarsi alla Presidenza della Regione Lazio e crediamo che tutto il centrosinistra
dovrebbe sostenerla. Il Partito Democratico dovrebbe valutare attentamente questa candidatura, perchè quello che sta accadendo negli ultimi giorni è
davvero incredibile e rischia di portare all'estinzione del centrosinistra già dalle prossime regionali". Lo ha dichiarato il Presidente nazionale
dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Noi Verdi valutiamo con molto interesse le proposte dei Radicali - prosegue Bonelli -. Negli ultimi mesi siamo
impegnati con forza nel progetto di una Costituente ecologista che porterà anche in Italia una nuova forza sul modello di Europe Ecologié di Daniel
Cohn-Bendit, con il quale stiamo lavorando".

"Voglio, infine, rassicurare Marco Pannella sul fatto che non c'è nessuna trattativa per nessun posto di sottogoverno - ha concluso Bonelli -.
D'altronde, noi Verdi, oltre ad essere emarginati da tutti gli spazi informativi, siamo anche fuori dal Parlamento a differenza dei Radicali che
grazie all'accordo con il Pd alle scorse Elezioni politiche hanno ottenuto un'importante rappresentanza che sta lavorando molto bene".

Roma, 5 dicembre 2009

 
 
 

I MIRACOLI DELL'AMORE

Post n°396 pubblicato il 05 Gennaio 2010 da verdi.tivoli

 

Fantapolitica Il Pdl diventerà il Partito dell'amore, ma solo

dopo una serrata trattativa di La Russa, Bondi e Verdini con

Schicchi. Intanto, Adriano Celentano diventa leader di Italia ecologia.

Scenario semiserio della politica del futuro


Berlusconi, l'incubo della sinistra italiana, decide di ritirarsi a vita privata

dopo aver annunciato le sue nozze con Noemi.
Un amore, un desiderio e una passione tenuti nascosti che

finalmente potranno avere il loro coronamento dopo tante

 sofferenze. Un bimbo verrà alla luce e Villa Certosa sarà il

nido d'amore dopo tante maldicenze e a domande che mai

 hanno avuto una risposta a partire da quelle del quotidiano

 Repubblica.
Un uomo solo ma innamorato della sua Noemi, con i veri amici

che non lo hanno dimenticato, da Putin a Muhammar Gheddafi.
Fini, Tremonti, Brunetta, Gasparri sono solo incubi di un uomo che

oggi ha ritrovato se stesso. La politica italiana, che prima del 2010

era paralizzata da scontri istituzionali, di piazza, da un rischio di

tenuta democratica delle istituzioni oggi sembra ritrovare una

sua serenità dopo questo fatto straordinario: l'amore tra

 Berlusconi e Noemi. Chi l'avrebbe mai detto?
Non sono stati sufficienti un milione di persone in piazza

nel No-Bday, processi, le urla di Di Pietro a far "dimettere"

il cavaliere. Ma è l'amore...
Del resto il Pdl nel 2010 non si chiamerà più Popolo della libertà

ma Partito dell'amore.
Non è stato semplice. C'è voluta una lunga trattativa con Schicchi

 e Buzzi, che del Partito dell'amore furono i fondatori insieme a

Moana Pozzi, da parte di La Russa, Bondi e Verdini, i tre

coordinatori del vecchio Pdl.
Il contenuto della trattativa è top secret ma pare che insieme a

 una cospicua cifra pagata siano stati ceduti i segreti dell'amore.
Pd e Idv sono rimasti al palo perché delle formule magiche dell'amore

 non hanno mostrato interesse lasciando il campo libero al Pdl oggi

Partito dell'amore. Troppo impegnati a riprendersi il potere e la

guida del Paese, perché sanno che con l'amore non si vince.
Unico dissidente in casa Pdl è Maurizio Gasparri, forse unico ad

aver capito che questa linea avrebbe portato alla sconfitta e per

questo risulta che sia stato accolto definitivamente nella comunità di

recupero di don Gelmini.
Mentre a casa Berlusconi trionfava l'amore, Bersani-Di Pietro e

 Casini concludevano un accordo che passerà alla storia politica.
Alle fraschette di Frascati, tra porchetta e vino dei Castelli Romani,

 veniva deciso l'assetto politico istituzionale che porterà la coalizione

 bianco-rossa alla guida del Paese. Casini alla presidenza della

Repubblica, D'Alema alla guida del governo, Di Pietro presidente

della Camera dei deputati.
Intanto i cambiamenti climatici sciolgono inesorabilmente le

calotte polari dell'Artico e dell'Antartide, la deforestazione avanza

e le nostre città sono paralizzate dal traffico e dallo smog che

avvelena i polmoni degli italiani.
Il governo rosso-bianco approva provvedimenti importanti e in

 continuità con il precedente esecutivo. Il Ponte sullo Stretto

continua a essere finanziato, il corridoio tirrenico maremmano idem,

 la caccia viene liberalizzata e i precari continuano a essere precari

e rimangono a casa con mamma e papà fino a 50 anni.
Del resto era stato lo stesso Di Pietro a dire durante il governo Prod
i

che sulle infrastrutture non potevano esserci differenze tra destra e

sinistra e che solo quei "rompiballe" degli ambientalisti del no potevano

 opporsi.
Sì, continuità... in fondo, messa da parte l'anomalia Berlusconi, quali

 sono le differenze sul piano del governo con l'accordo delle fraschette?

Gli ecologisti del Pd, con coraggio, oseranno e diranno che così non

si può andare avanti ed è giunto il momento di cercare nuovi approdi,

i meet up di Grillo chiederanno a gran voce l'unità degli ecologisti,

Pannella ne sarà il saggio stimolatore, i Verdi il piccolo motore ecodesiel

(biocarburante prodotto da filiera corta) e la novità forte del 2010 sarà

 che tutti, da ecodem a meet up di Grillo, Radicali, Verdi, associazioni

daranno vita a "Italia ecologia". A guidarla sarà Adriano Celentano.
E' avviata la svolta degli ecologisti italiani che porterà

 alla rivoluzione verde.

Prisencolinensenciusol... Auguri a tutti gli italiani.


Angelo Bonelli 

 
 
 

Comunicazioni del Sindaco di Tivoli

Post n°395 pubblicato il 02 Gennaio 2010 da verdi.tivoli

Tivoli, sabato 2 gennaio 2010

Comunicazioni del Sindaco

Nel pomeriggio di giovedì 31 dicembre il Sindaco di Tivoli Giuseppe Baisi ha
presentato le proprie dimissioni attraverso una comunicazione inviata al
Presidente del Consiglio Comunale.
Il primo cittadino ha spiegato le proprie motivazioni in una lettera aperta
indirizzata alle cittadine e ai cittadini.

“L’amore che provo per la nostra città – ha scritto Baisi - mi ha portato a
presentare lo scorso 31 dicembre le dimissioni da Sindaco di Tivoli. Le mie
dimissioni sono state la conseguenza dell’impossibilità di un governo forte
e autorevole della città a causa della perdurante crisi
politico-amministrativa. Ho preso questa decisione come atto di
responsabilità istituzionale e di rispetto per le tiburtine ed i tiburtini.
Adesso la legge mi mette a disposizione venti giorni per riflettere prima
che le mie dimissioni diventino definitive. Nel nome della città e del
mandato che mi è stato affidato ho il dovere di ricercare e trovare una
soluzione forte alla crisi politica, attraverso la ricomposizione di una
Giunta nuova e coesa intorno al nostro programma amministrativo fondato su
dieci grandi temi:

1. Attenzione alla famiglia, alle giovani coppie, al disagio e alla
marginalità;
2. Sviluppo dell’edilizia residenziale agevolata di iniziativa pubblica e
privata e sostegno al “piano casa”;
3. Realizzazione del by-pass della Tiburtina e delle opere per la mobilità
(parcheggio di piazza Garibaldi e parcheggio di scambio presso la nuova
fermata Fs a Tivoli Terme);
4. Crescita turistica e centralità del Polo tiburtino per il futuro dell’
economia del territorio;
5. Riqualificazione del centro storico, valorizzazione della cartiera
comunale e recupero delle aree industriali;
6. Riqualificazione Tivoli Terme e completamento della vendita delle azioni
Acque Albule;
7. Gestione integrata dei rifiuti, tutela dell’ambiente e rilancio ASA spa;
8. Attenzione per le periferie e per il loro recupero urbanistico (esempio
Arci);
9. Completamento di tutte le opere iniziate e in corso di realizzazione
valorizzazione degli impianti comunali a cominciare da quelli sportivi;
10. Miglioramento e potenziamento dei servizi pubblici comunali con
particolare riferimento alla partecipazione, all’informazione e alle nuove
tecnologie”.

”Per il bene della nostra comunità – ha concluso il Sindaco - invito i
Consiglieri comunali e i partiti e i movimenti politici della coalizione che
si riconoscono nel programma amministrativo ad assumersi le proprie
responsabilità, impegnandosi con lealtà e coerenza per continuare il lavoro
avviato e compiuto nell’interesse della collettività. Se tutto ciò non sarà
possibile, le mie dimissioni diventeranno irrevocabili e chiameremo di nuovo
i cittadini ad esprimersi con il voto poiché il futuro di Tivoli merita un’
azione di governo incisiva, lungimirante e alla luce del sole”.

 

 
 
 

ultima ora

Post n°394 pubblicato il 31 Dicembre 2009 da verdi.tivoli

IL SINDACO DI TIVOLI,

GIUSEPPE BAISI,

SI E' DIMESSO

 
 
 

NUCLEARE: GOVERNO CONTINUA CON TRUFFA DA 1000 EURO A FAMIGLIA

Post n°393 pubblicato il 23 Dicembre 2009 da verdi.tivoli

NUCLEARE: BONELLI (VERDI), GOVERNO CONTINUA CON TRUFFA DA 1000 EURO A FAMIGLIA
SOLO DECOMMISSIONING VECCHIE CENTRALI CI COSTA 5 MLD L'ANNO IN BOLLETTA
CHIEDIAMO A TUTTE FORZE OPPOSIZIONE CONDIVIDERE MOBILITAZIONE PER REFERENDUM
 

"Il governo va avanti con la truffa del nucleare e non dice due verità. In primo luogo non dice dove verranno costruite le centrali per paura di un
boomerang elettorale alle prossime elezioni regionali. La seconda verità taciuta è il costo di questa folle avventura antieconomica ed
antiambientale e che verrà pagata tutta dai contribuenti". Lo dichiara il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Il ritorno al
nucleare costerà almeno 1000 euro ad ogni famiglia italiana"
 

"Oltre al costo per la realizzazione degli impianti vanno calcolati i costi dell'arricchimento dell'uranio, dello smaltimento delle scorie e della
dismissione delle centrali a fine ciclo - spiega il leader ecologista -. Basti pensare che il decommissioning delle vecchie centrali ancora ha un
costo di 5 miliardi di euro che gli italiani pagano nelle loro bollette. Ed infatti non c'è nessun paese al mondo dove il nucleare non sia sostenuto
dallo Stato".

"Il governo, pensando di comprare i cittadini con le compensazioni o di condizionarli con una campagna d'informazione unilaterale che non dica che 18
centrali Epr (quelle che si vogliono importare in Italia) sono ferme per guasti e incidenti, commette un grave errore perché i cittadini non vogliono
il nucleare - conclude Bonelli -. Per questo la nostra mobilitazione continuerà e chiediamo al PD ed alle altre forze di opposizione di condividere
la raccolta delle firme per i referendum contro una vera e propria truffa ai danni del paese".
 

 
 
 

La Città dei Diritti

Post n°392 pubblicato il 21 Dicembre 2009 da verdi.tivoli

Comunicato Stampa

Tivoli, dicembre 2009

 

Vorremmo svolgere alcune considerazioni attorno due circostanze proprie di questi giorni.

Quanto è accaduto in P.zza Duomo a Milano e quanto accade qui a Palazzo San Bernardino.

 Fatti e circostanze che girano attorno protagonisti certamente diversi ma che investono il senso della politica ed il ruolo delle forze del centro e della sinistra di questo paese.

 Noi non ci nascondiamo ed invitiamo gli altri a non nascondersi dietro il dito del falso moralismo e perbenismo, accorrendo al capezzale dell’illustre ferito, partecipando alla gara degli attestati di solidarietà.  

Certo la pietà è sentimento naturale, ma da qui a ricostruire le vicende politiche attuali ammantando tutto di un mieloso buonismo, ce ne deve correre.

Una sola considerazione su tutte: chi a parole cerca oggi di allontanare la violenza dallo scontro politico, non è in buona fede. Da una parte e dall’altra delle barricate.

 Tanto chi tra “palle e coglioni” ha rispolverato lo stile ducesco dei tempi che furono, tanto chi giusto 5 giorni fa ciarlava di strumenti eccezionali per impedire che si stravolga la Costituzione ed il sistema di equilibrio dei poteri repubblicani, come faceva l’On. Franceschini commentando l’ennesimo delirio del presidente del consiglio da Bonn. 

La violenza è entrata a pieno titolo non solo nello scontro politico, è entrata nella nostra vita di tutti i giorni almeno da quando l’On. Dalema decise di bombardare Belgrado, contraddicendo lo spirito e la sostanza dell’art. 11 della Costituzione che ripudiava la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie politiche internazionali. O dalle prime missioni dei nostri Tornado sull’Irak nel 1991, per le quali Dossetti, antifascista e costituente, si sentì in dovere di rompere il suo trentennale silenzio, avvertendo allora inascoltato i pericoli che oggi attraversiamo.

 La violenza, quella vera, è quella che respirano le centinaia di migliaia di stranieri ai quali una legge infame vuole contestare il reato di clandestinità. La violenza che ha subito Sher Khan, mediatore culturale e leader dei pakistani d Roma ucciso dal freddo di una queste notti gelide, gettato in clandestinità da una legge che non gli ha rinnovato dopo 20 anni di permanenza nel nostro paese, il permesso di soggiorno.

 La violenza è quella che subiscono le centinaia di migranti ai confini di questo infame paese che nega l’asilo a chi scappa dalla guerra e dalla fame solo per compiacere le camicie verdi padane.

 La violenza è quella che subiscono le donne alle quali viene negato l’utilizzo della pillola abortiva, ultimi in Europa e solo per motivi di bassa convenienza elettorale.

 La violenza è quella che subiscono gli operai di Termini Imerese, i precari dell’Eutelia, della Videocolor di Anagni, dell’ISPRA di Roma, le centinaia di migliaia di precari della pubblica amministrazione, insegnanti compresi, ai quali è stato negato il rinnovo dei contratti di lavoro.

 La violenza è quella che subisce un’intera generazione di ragazzi esclusi dalla speranza. Tagliati fuori dal mondo del lavoro e della conoscenza. Per i quali il futuro si annuncia peggio della storia dei loro padri.

 La violenza è quella che hanno subito in galera i Cucchi, gli Albovrandi, i Bianzino fino a morire per pochi grammi di erba o fumo, in nome di una lotta alla droga tanto ideologizzata quanto inutile.

 Questa violenza evoca e chiama altra violenza.

E pensare che ad agirla possano essere i Di Pietro o i Bersani, è semplicemente ridicolo.

Questa violenza è parte e protagonista della Storia con l’esse maiuscola, quella che libera gli oppressi e redime gli oppressori.

E tanto più Tartaglia, con tutta la sua follia, è dentro questa Storia, quanto lo sono fuori gli inutili oppositori di Berlusconi.

Soltanto cogliendo la sete di giustizia sociale che le disuguaglianze crescenti stanno alimentando, potrà cessare questa spirale oggi appena agli inizi.

Della necessità di cogliere l’essenza dello scontro politico in atto, che non è scontro tra tifoserie calcistiche, ma scontro di interessi e di bisogni sociali confliggenti, occorre farsi carico anche da queste stanze.

Stanze troppo abituate ad una rappresentazione sociale distorta e caricaturale, lontana dai bisogni delle persone vere.

A noi sembra che dentro il Comune ci siano solo piccoli poteri attenti a guadagnare spazi di consenso col bilancino dell’interesse particolare piuttosto che su un progetto generale di cambiamento.

E allora non c’è crisi a vederla con gli occhi della politica che guarda soltanto a se a stessa  più che guardare alla città e ai bisogni che essa esprime.

In crisi, vera e profonda, c’è un progetto di cambiamento iniziato 10 anni fa, un progetto che non è stato causa ma prodotto del disfacimento dei partiti in tante piccolissime camarille, per i tanti personaggi convinti che solo la somma e non la sintesi fosse motore della capacità di costruire consenso ad un’idea di città diversa.

In crisi è finito quel progetto di cambiamento per l’incapacità di scegliere priorità, tempi e modi della politica locale.

Noi di questa crisi allora non ci sentiamo né attori, né protagonisti.

Quello che avevamo da dire lo abbiamo cominciato a dire appena dopo un anno di vita di questa amministrazione, individuando le ragioni della crisi di questi giorni con anticipo perché già allora vedevamo l’incapacità di assicurare continuità con l’azione dell’amministrazione precedente.

La crisi, quella vera, quella che ci contesta il popolo di questa città, si è prodotta nella incapacità di questa amministrazione di dare rappresentazione ai bisogni che la città stessa esprime.

Si è prodotto un generale arretramento delle politiche di integrazione sociale per l’incapacità di assicurare continuità politica, amministrativa e finanziaria alla costruzione e al potenziamento della rete dei servizi di welfare territoriale, smantellando i tavoli di progettazione partecipata, ignorando le istanze del terzo settore, cancellando la pianificazione dall’orizzonte della pratica amministrativa, palesando l’incapacità di andare a cercare i soldi dove stanno.

Si è verificato un arretramento sulle politiche dell’immigrazione, il blocco del gemellaggio con quella che è la città dalla quale provengono il 90% dei nostri concittadini di origine rumena è solo un esempio, l’incapacità di gestire l’emergenza Stacchini senza altri strumenti se non quelli di ordine pubblico, è un altro esempio.

Per non dire dell’arretramento sulle politiche giovanili partecipate, con la fine dell’esperimento del forum delle politiche giovanili.

Ritardi. Arretramenti da un lato e grandi travisamenti dall’altro, come quello che riferisce di un piano casa realizzato solo con lo strumento dell’edilizia convenzionata.

Era febbraio del 2008 quando la Giunta Vincenzi adottò con delibera un piano casa che prevedeva lo sviluppo di interventi di edilizia popolare in accordo e coordinamento con l’Ater Roma e Lazio.

Oggi, in piena crisi economica generale e quindi con l’acuirsi dei bisogni relativi alla casa, parlare di edilizia convenzionata ed in cooperativa significa rifare l’errore già compiuto 35 anni fa, qua dentro, da un partito comunista italiano non più capace di leggere i bisogni sociali quanto in grado di assecondare interessi clientelari e particolari. La coop Conti di cui paghiamo il salato conto, non è che un esempio.

Con l’edilizia convenzionata si potrà dare una casa a chi una casa bene o male anche in affitto, può permettersela.

Ma se non costruiamo case popolari o non le troviamo da qualche parte, le 300 famiglie iscritte nel nostro albo degli assegnatari, una casa non la troveranno mai.

In questi giorni in molti vorrebbero arruolarci tra le truppe che si contendono le due parti dello scontro in atto.

Come sempre noi sceglieremo la nostra strada in completa autonomia.

Continuando a camminare al fianco di chi abbia ancora interesse e voglia di realizzare quanto sta scritto sul programma amministrativo che abbiamo proposto ai tiburtini.

Anche lontani dai settari e anacronistici ideologismi di chi nel momento dello scontro presenta le proprie dimissioni, senza aver capito neanche cosa ci sia stato a fare in amministrazione fina a quel momento, in nome di cosa e in rappresentanza di chi.

 
 
 

FERROVIE: BONELLI (VERDI) SUBITO INCHIESTA PARLAMENTARE SU DISSERVIZI

Post n°391 pubblicato il 21 Dicembre 2009 da verdi.tivoli

"Serve un'immediata inchiesta parlamentare sui disservizi delle Ferrovie dello Stato". Lo chiede il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che spiega: "Quello che sta avvenendo negli ultimi giorni, con i pendolari che devono subire disagi inaccettabili e per i forti ritardi dell'Alta Velocità, su cui negli ultimi anni sono stati investiti decine di miliardi di euro, è gravissimo".

 

"In questi ultimi mesi - continua il leader del Sole che ride - abbiamo assistito ad una gestione assurda e vessatoria da parte delle Ferrovie nei confronti dei 2 milioni di cittadini che quotidianamente si spostano per studio o per lavoro a cui sono state sottratte linee ferroviarie e risorse a vantaggio dell'Alta Velocità su cui viaggiano circa 30 mila passeggeri".

 

"Noi Verdi - conclude Bonelli - chiediamo che il Parlamento se ne occupi immediatamente e che vengano finalmente destinate le risorse necessarie per l'acquisto di nuovi treni e linee per i pendolari che, oggi, ricevono un trattamento non degno di un paese civile".

 
 
 

CERCO CASA

Post n°389 pubblicato il 18 Dicembre 2009 da verdi.tivoli

Castel Madama(roma) ennesimo abbandono di cuccioli Thelma e Luisa
Oggi ero così felice dell'adozione di Lilli ora Diva, ma è stata di breve durata... ennesimo caso di abbandono di cucciole a Castel Madama, abbandonare due cucciole con una temperatura esterna sotto lo zero la notte, è nevicato nelle montagne circostanti, E' DA CRIMINALI.
Più tardi le porterò in visita dalla mia veterinaria di fiducia e vi aggiornerò sulle loro condizioni, età, ecc...
comunque sono una taglia media, età approssimativa meno di 2 mesi ... Thelma è la più scatenata, Luisa
è più calma e ricerca solo un posticino dove dormire calda calda.

per informazioni chiamare il 348 5788100 mail liberitutti@email.it

aggiornamenti nelle prossime ore !

 
 
 

Il manganello? Sulla politica

Post n°388 pubblicato il 18 Dicembre 2009 da verdi.tivoli

Massimo Serafini (Comitato scientifico Terra)
IN FONDO. Se i black block spaccano le vetrine, i decisori politici spaccano il pianeta.

Viviamo tempi bui, nei quali, chi comanda esibisce arroganza e sopraffazione. Ma perché, mi chiedo, in Danimarca, uno dei paesi nord europei, famosi perché simbolo di democrazia e esempio di tutele sociali, c’è un governo che ogni giorno fa picchiare e arrestare persone che vogliono solo un accordo sul clima, cioè il bene di chi abita, e soprattutto abiterà, la terra? Non si risponda, per giustificare tanta repressione, che ci sono i demenziali black block, perché gli “sfasciatori” più pericolosi sono quelli che la polizia difende, cioè i decisori politici, che non spaccano vetrine, ma il pianeta. Non tutti i decisori naturalmente, ma essenzialmente quelli dei paesi ricchi e fra questi, pur con diverse responsabilità, anche Cina ed India.
 
Quanto sarebbe invece più utile lasciare che quelle ragazze e ragazzi, che assediano da anni i vari summit dei cosiddetti grandi della terra, entrassero nelle sale a smascherare il gioco dei potenti. Forse qualche manganellata e qualche serata nelle celle potrebbe far bene a questi cosiddetti decisori, che dopo due anni di trattative si stanno rivelando incapaci di raggiungere un accordo che impedisca il disastro climatico. Oggi, sentiremo Obama e forse le speranze torneranno, ma già la Cina ha sentenziato che da Copenaghen non uscirà né un accordo, né tanto meno un documento vincolante, ma solo un compromesso politico.
 
E dov’è finita in questo alternarsi allucinante di ottimismo e pessimismo, in cui l’unica cosa seria è la protesta dei paesi poveri, la voce dell’Europa? Non dovrebbe il vecchio continente, guida della lotta ai cambiamenti climatici, far sentire la sua protesta, ribadendo agli Usa e alla Cina che andrà avanti con le sue decisioni unilaterali: riduzione delle emissioni, riconversione rinnovabile del suo modello di produzione energetica e sviluppo di politiche per l’uso intelligente ed efficiente dell’energia? Si sa, ogni accordo è frutto di rapporti di forza sociali, quindi anche di quanto desiderio di lotta ai cambiamenti climatici è presente nella società in cui viviamo, quanto dissenso siamo stati capaci di organizzare.
 
Contestare ora per le strade di Copenaghen è giusto e deve continuare fino alla fine, ma è forse tardivo. Per due anni hanno trattato indisturbati, preparato, senza che nessuno li assediasse, bozze di accordo per poi stracciarle il giorno dopo. La scienza ha già detto cosa bisogna fare per proteggere il clima, ma se il vertice di Copenaghen non si concluderà con un accordo che impegni i paesi ricchi a farlo, è augurabile che non si aspetti la data del loro prossimo appuntamento, ma si continui a riempire le piazze con la nostra protesta e la nostra proposta. Soprattutto, facciamole sentire le nostre ragioni in questo paese, governato da negazionisti e fanatici del carbone e del nucleare.

 
 
 

NO BAVAGLIO ALLA RETE

Post n°387 pubblicato il 16 Dicembre 2009 da verdi.tivoli

BONELLI (VERDI), NO BAVAGLIO ALLA RETE

A NESSUNO VENGA IN MENTE CENSURARE LIBERTA’ ESPRESSIONE

MARONI RICORDI ‘RIMBALZA IL CLANDESTINO'. NESSUNO CHIESE CHIUSURA LEGA



“L’aggressione a Silvio Berlusconi, che tutti condanniamo, non giustifica in nessun modo l’idea di mettere il bavaglio alla rete. A nessun
paese democratico al mondo è mai venuto in mente di vietare ai cittadini di esprimersi liberamente su internet: la libertà di espressione non può
essere limitata in nessun modo”. Lo ha dichiarato il Presidente Nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che AGGIUNGE. “Prima di fare alcune proposte
il ministro degli interni Roberto Maroni dovrebbe guardare bene in casa sua e ai tanti messaggi razzisti e xenofobi che circolano sul web”.







“Vorrei ricordare al ministro Maroni - ha concluso Bonelli - che a nessuno venne in mente di censurare la rete o di chiudere la Lega dopo che su
Facebook era comparso “Rimbalza il Clandestino”, (videogioco che incitava all’odio razziale e a cui erano iscritti tanti militanti leghisti
anche di primissimo piano), proprio nel periodo in cui tanti migranti avevano perso la vita nel Canale di Sicilia”.
 

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 06/11/2008
 

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