Scende la sera. La città diventa una moltitudine di piccole luci. Lenta processione di anime inquiete che s'intrecciano alla volta di mete indefinite. Solitaria e silenziosa mi affaccio alla finestra. Osservo il cielo costellato di stelle. Una - la più luminosa - ha il tuo nome. A suo modo mi parla, legge la mia mente stanca e ribelle. Gocce di memoria amplificano la consistenza dell'aria. Malinconiche immaginazioni sembrano far calare l'oscurità, quando - proprio in quel momento - squilla il telefono, lo vedo vibrare sul letto. Sprofondo nel suo soffice calore e sento una voce, la tua voce. Cerchi me e nessun'altra. Allora comprendo il senso del destino. La linea sottile di demarcazione tra gioia e dolore, tra felicità e tristezza, tra amore e odio. Comprendo che quella stella ormai lontana mi ha fatto un dono. Un dono prezioso capace di riempire i vuoti che affiorano nella notte dentro di me. Perchè ci sono persone che entrano nella tua vita in punta di piedi, inconsapevoli dell'importanza che rivestiranno e dell'indissolubile legame che costruiranno, armati di sorrisi sinceri e di amore profondo.