mio blog

Post N° 248


Domenica piangevo. Anche ieri piangevo. Non il pianto silenzioso che, con lacrime calde e salate, scivola lungo le guance che quasi quasi nemmeno te ne accorgi. Piangevo con i singhiozzi, come i bambini. Guidavo, mentre mi allontanavo da lui, piangendo. Le macchine a lato guardavano una ragazza che cantava e piangeva. Forse è arrivato il momento di non piangere più.Oppure è arrivato il momento di piangere, tanto e a lungo, ma una volta sola, senza prolungare le lacrime a tempo indeterminato. Ecco, credo che questa sia la scelta più giusta. Farò poche domande con la speranza, nemmeno troppo segreta, che le risposte siano a mio favore. Che la vita sia a mio favore. E’ come se da tempo fossi diventata cieca, sorda e stolta. Faccio finta di non vedere, di non sentire ma soprattutto di non capire. Non mi riesce troppo bene però e comunque ora non mi riesce più. C’è una parte di me che continua a dire che va tutto bene, che sono felice anche così, raccogliendo le briciole come Pollicino, peccato che le mie briciole non portino da nessuna parte, anzi, lasciano che io mi allontani sempre di più dalla meta. Sono briciole che ha buttato un po’ a casaccio, sono briciole che mi confondono. E poi è spuntata una nuova parte di me. Quella che ha bisogno di sentirsi sbattere in faccia la verità. Basterebbe sentire poche parole. Pochissime. “Come faccio amore mio senza di te…? Come faccio al pensiero di alzarmi la mattina sapendo che il sogno rimarrà solo un sogno….?”