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Avasinis -UD- 2.5.45

Ragionando sul come e sui perché di una strage nazista

 

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Oggi, 65 anni fa: Primo maggio

Post n°86 pubblicato il 01 Maggio 2010 da braulink
 
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Martedì 1° maggio 1945

 

Il transito della colonna

 

Un episodio rilevante della ritirata fu costituito dal passaggio nei comuni di Trasaghis e Cavazzo di una imponente colonna di tedeschi e cosacchi nella mattinata del primo maggio. Questa si era costituita a Spilimbergo nel pomeriggio del 30 aprile raccogliendo soprattutto elementi delle guarnigioni tedesche della zona o, secondo altre ipotesi, era già transitata nel Sandanielese per poi deviare nello Spilimberghese cercando una via di transito più sicura. La colonna pernottò a Flagogna e poi all'alba, rimessasi in movimento, raggiunse Cornino, dove fu integrata da reparti caucasici là temporaneamente alloggiati.

Alle 7 del mattino la colonna (composta da circa 200 persone, con qualche carro cosacco) superò Peonis, osservata dall' alto da partigiani della Osoppo che preferirono non attaccarla per evitare ritorsioni contro il paese: "J varèssin podût frontâju, ma j vin det di no lâ a cerî disgraciis. Di pôc ch' u fasevin j varèssin lassât cualchi muart, j no vevin nancja tantis armis, e al sarès lât di miez il paîs" (Test. partigiano "Boconet").

Verso le 9, all'altezza del cimitero di Avasinis, i tedeschi uccisero un partigiano a cavallo, ERO, (Gino Bianchi di Gemona) intravisto nelle vicinanze. Timorosi per altri possibili incontri con forze partigiane, i tedeschi catturarono, lungo il tragitto tra Avasinis e Alesso, due civili, Vincenzo Ridolfo " Jacu Poc'" di Avasinis e Pietro Stefanutti "Stupìs" di Oncedis. I due vennero messi quali ostaggi, a mani legate, a marciare davanti alla colonna.

Durante la sosta al mulino, sulla strada tra Trasaghis ed Alesso, venne catturato anche un partigiano di Trasaghis, probabilmente Giovanni Collavizza, che avanzava con un fucile in mano in direzione di Avasinis. I tedeschi avrebbero voluto impiccarlo immediatamente sul posto, ma le preghiere delle persone presenti riuscirono a convincere i soldati a non attuare tale proposito. I tre uomini prigionieri vennero dunque messi, con le mani legate, in testa alla colonna che riprese la marcia.

La colonna si diresse verso Alesso, dove si aggregarono ad essa diversi cosacchi di quel presidio.

Il più grave fatto di sangue occorse a breve distanza: in seguito a un paio di colpi di fucile tirati dal colle sovrastante Alesso contro la colonna, che colpirono mortalmente un ufficiale tedesco, i tedeshi fecero ancora fuoco, in località "Da pît dai Paladìz" di Alesso, contro il patriota osovano FIUME (Provino Tomat), a cavallo nei prati immediatamente prospicienti alla strada e la giovane Maria Stefanutti "Titos" che era nei pressi. Ferirono gravemente anche un' altra ragazza, Felicita Rossi, a cui venne risparmiato il colpo di grazia. Raccontava la protagonista di quel grave episodio:"A colp a son comparîz i todescs. A vevin devant i prisonîrs: chel di Dalès, doi di Vasines e doi di Trasâghes. Il comandant, un graduât grant e gros, al à vedût Provino a cjaval e al à dite <Kaput partizanen>. Un soldât ch' al era cun lui al à subit sbarât a Provino, tiranlu jù di cjaval e copantlu. In chel moment a àn sbarât un colp di Cuel e a àn copât il graduât. I todescs alore a si son inrabeâz imò di plui e a àn sbarât a Marie ch' a ere cun me. Jò alore cun tun braz j cerivi di tegnîle dure, e cun chel atri j ài cjapât il fusîl, tegninlu strent. A mi àn sbarât tas gjambes, un colp a mi à cjapât di sbrìs tal cjâf...A mi àn butât jù pa strade, sot di une rostute. Mi sei tirade su benplanc e j ài cerût di slontanâmi. Duc' chei da colone, intant ch' j passavi, a mi davin paches e a volevin robâmi la manteline ch' j vevi intòr. A vevin un grant camion, lì ch' a vevin butât âtis lôrs muarz, e sun chel a àn cjamât ancje il cuarp dal todesc copât. Un altri todesc a mi à pacade cul mani di une bombe a man, obligantmi di lâ cun lôr. Cussì j sei lade fint a Somblâc, framiez dai Rùs ch' a erin deûr da colone. Lì j sei rivade a scjampâ fûr e a lâ a Mene, li ch' j eri sfolade".

 

 

("I tedeschi sono comparsi all' improvviso. Davanti alla colonna c' erano i prigionieri: uno di Alesso, due di Avasinis e due di Trasaghis. Il comandante, un graduato grande e grosso, ha visto arrivare Provino a cavallo e subito ha urlato <Kaput partizanen>. Un soldato che era con lui ha immediatamente sparato a Provino, tirandolo giù da cavallo e ammazzandolo. In quell' istante qualcuno ha esploso un colpo dall' alto della collina, uccidendo l' ufficiale. I tedeschi allora si sono inferociti e hanno sparato a Maria che mi stava a fianco. Io, allora, mentre con un braccio cercavo di sorreggerla, con l' altro ho afferrato il fucile,

stringendo forte la canna. Il colpo mi è così arrivato nelle gambe, un altro colpo mi è arrivato di striscio sulla testa... Mi hanno gettato per terra sulla strada, sotto di una piccola rosta. Mi sono poi sollevata lentamente ed ho cercato di allontanarmi. Tutti quelli della colonna, mentre passavo, mi colpivano e cercavano di strapparmi la mantellina che avevo addosso. Avevano un grande camion, dove avevano caricato altri loro caduti, e su quel camion hanno gettato anche il corpo del tedesco ucciso. Un altro tedesco mi ha colpita con l' impugnatura di una bomba a mano, obbligandomi a seguirli ancora. Così sono andata fino a Somplago, in mezzo ai Russi che costituivano la retroguardia della colonna. Lì sono riuscita a scappare via e ad andarmene a Mena, il paese dove mi trovavo sfollata")

Nei pressi di Somplago venne catturato e aggregato alla colonna un altro uomo di Alesso, Pietro Stefanutti "Petenel" che riuscì però a fuggire nel trambusto suscitato da alcuni colpi di fucile sparati addosso alla colonna dalle alture di Cesclans. I tedeschi catturarono allora due altri ostaggi, Giuseppe Stefanutti Pieresùt di Alesso, che percorreva la strada in bicicletta e un civile di Somplago, il commerciante Pio Candolini.

Nell' uscire dal paese, alla colonna si aggregarono numerosi cosacchi con i loro carri. Tra Mena e Somplago la colonna venne nuovamente fatta segno da alcuni colpi di fucile sparati dai partigiani sul colle di Cesclans: le grida degli ostaggi e di altri civili che assistevano alla scena servì ad allentare la tensione e ad impedire altri incidenti.

 

Sul bivio per Mena si avvicinò alla colonna un abitante di Mena, Giuseppe Barazzutti, che si rivolse ai nazisti con la richiesta di qualche informazione in tedesco. Vi erano nei pressi anche un partigiano armato e un altro uomo di Mena, Savino Barazzutti: quest' ultimo venne catturato e unito agli altri prigionieri .

Al bivio per Cesclans vi era un' altra postazione partigiana con la mitragliatrice, ma non vi furono scontri. Passando per Cavazzo, un tedesco riconobbe tra gli abitanti del paese un partigiano che, nei giorni precedenti, lo aveva disarmato a Cesclans. L' uomo, Odone Stroili (nome di battaglia TOBRUCK), venne catturato, portato fuori del paese e immediatamante fucilato. L' episodio viene ricordato sul Libro Storico della Parrocchia: "Alle ore 4 del pomeriggio passano gli ultimi della SS, prendono con loro Stroili Odone di Guido riconosciuto quale partigiano e quando sono in località Selvate, perla strada Cavazzo Tolmezzo, con alcuni colpi di mitra lo uccidono".

Michele Gortani, in una relazione dell' immediato dopoguerra, precisa che il giovane venne "freddato con una pistolettata alla nuca dopo essere stato costretto a trasportare sulle spalle, per lungo tratto, due pesanti cassette di munizioni". Anche il Colonnello conferma che "contro lo Stroili, ch' era stato costretto a trasportare per lungo tratto sulle spalle due pesanti cassette di munizioni, i carnefici infierirono anche dopo morto".

Senza altri incidenti, la colonna potè raggiungere Tolmezzo ove gli ostaggi furono imprigionati e liberati solo dopo qualche giorno.

I fatti vennero così riassunti dal foglio "La Scopa", organo del Btg. "Friuli" ove, oltre alla notizia non confermata dell'uccisione del comandante del presidio di Spilimbergo, si dà notizia dell'arrivo di truppe da oltre Tagliamento, avvisaglia della strage di Avasinis:

 

Martedì 1 Maggio 1945

 

Nelle prime ore del mattino una staffetta proveniente da Peonis annunciava il passaggio di una colonna tedesca proveniente da Spilimbergo. Tale colonna, giunta presso il cimitero di Avasinis, catturava due nostri patrioti. Ad Alesso venivano uccisi barbaramente il Patriota Fiume e una ragazza di 19 anni. Nella zona di Avasinis cadeva il Patriota Ero.

La colonna veniva attaccata dalle nostre squadre tra Avasinis e Alesso. Oltre Alesso veniva poi nuovamente attaccata.

Sulla forchia di Mena veniva ucciso il Capitano Neümann (Comandante del presidio di Spilimbergo); nel mentre reparti della SS in numero di 500, armatissimi e decisi a tutto riuscivano a infiltrarsi oltre Tagliamento proveniendo da Osoppo-Gemona. Il nostro schieramento sul ponte di Braulins doveva ripiegare su Avasinis. I reparti della SS giungevano così a Trasaghis "

 
 
 
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