Creato da braulink il 28/11/2005

Avasinis -UD- 2.5.45

Ragionando sul come e sui perché di una strage nazista

 

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"Avasinis, un giorno per caso. La strage del 2 maggio 1945" - 1° parte

Post n°98 pubblicato il 04 Settembre 2010 da braulink
 
Foto di braulink

 

 

 

Liceo linguistico "San Bernardino da Siena" – Tolmezzo

A.S.: 2009-2010

Ricerca per l’Esame di Stato conclusivo della scuola secondaria di secondo grado

 

UN GIORNO PER CASO

La strage di Avasinis del 2 maggio 1945

 

 

 

 

 

Carolina Leone

 

Indice

 

 

     

  1. Contesto storico a partire dal 8 settembre 1943 in Friuli
  2.  

     

  3. La strage di Avasinis
  4.  

     

  5. Le cause della strage di Avasinis
  6.  

     

  7. Intervista ad Attilio Costantini
  8.  

     

  9. Conclusione e considerazioni personali
  10.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Presentazione

 

Esta investigación cuenta los hechos ocurridos el 2 de mayo de 1945. Este trabajo ha sido bastante difícil porque no hay muchas noticias sobre el masacre. Esta escasa cantidad de fuentes escritas en particular, me ha llevado a buscar fuentes orales. Asì he encontrado a un sobreviviente a este masacre y he escuchado diréctamente su experiencia. Attilio Costantini es la llave de toda mi investigación. Èl, a través de su testimonio, ha descrito lo que había visto y escuchado durante la nazi-locura. Pienso haber recibido un regalo muy grande por parte de este señor mayor que aunque fuese fuerte su dolor en hacer el cuento, (durante la entrevista tuve momentos de conmoción) pudo hablar de los hechos tan horribles sucedidos en ese día. Èl piensa sería mejor olvidarlo todo, pero yo creo que olvidar el masacre de Avasinis no sea admisible. Es importante y necesario mantener memoria de ciertos acontecimientos tan graves para que jamás pueda pasar otra vez algo parecido.

 

 

Contesto storico a partire dall' 8 settembre 1943 in Friuli

 

Il 24 luglio 1943 il gran Consiglio del fascismo votò un ordine del giorno che avrebbe portato Mussolini alle dimissioni. Il giorno seguente Pietro Badoglio prese la guida del governo italiano. Il primo passo del nuovo capo del governo fu la firma dell’armistizio con gli anglo-americani, proclamato l’8 settembre 1943. Con questo atto l’Italia usciva ufficialmente dalla guerra. L’esercito tedesco reagì immediatamente e in poco tempo invase il territorio del nord-est d’Italia. Nel medesimo tempo nacque il fenomeno della Resistenza, un movimento di natura spontanea che radunava combattenti anti-fascisti e anti-nazisti di diversi orientamenti politici. In settembre si costituirono sulle Alpi e sull’Appennino centro-settentrionale i primi nuclei partigiani. Erano formati da ufficiali e soldati del disciolto esercito, da antifascisti e perseguitati politici, da giovani spinti dalla volontà di riscatto contro l’occupazione dell’ esercito tedesco. La situazione nella nostra regione presentava le sue particolarità. I tedeschi costituirono nelle province di Udine, Gorizia, Trieste, Fiume, Pola e Lubiana la zona di operazione del Litorale Adriatico (Adriatisches Kustenland) a capo della quale venne nominato un Commissario Supremo che aveva tutti i poteri militari, civili e giudiziari. Di fatto la sovranità italiana fu sospesa. Nella primavera del 1944 il movimento partigiano in Carnia e anche nella vallata del pordenonese, aveva raggiunto un importante sviluppo. Nel complesso potrà contare su nove brigate per un totale di sei mila uomini. Una continua azione di guerriglia da parte di queste formazioni costrinse l’esercito tedesco a rifugiarsi a Tolmezzo e nelle varie località della pedemontana. Alla fine dell’estate la Carnia e le tre Valli del Friuli Occidentale erano quasi interamente liberate. Questo territorio costituì la Zona Libera della Carnia e del Friuli. Essa aveva un’ estensione di 2.580 Kmq con una popolazione di 90.000 abitanti. I comuni interamente liberati furono 38 di cui 7 parzialmente. Questa situazione durò circa tre mesi fino a quando l’8 ottobre 1944 i tedeschi misero in atto l’operazione Waldlaufer per l’eliminazione della Zona Libera della Carnia. In poco tempo le formazioni partigiane si arresero e caddero sotto le massicce offensive tedesche e cosacche. L’arrivo dei Cosacchi in Friuli iniziò nell’ agosto 1944. Per la popolazione della montagna fu un vero martirio. Cacciata dalle case o costretta alla coabitazione con una quantità di gente di abitudini usi e costumi troppo diversa. Drammatica fu, ad esempio, l’espulsione totale degli abitanti dei comuni di Alesso, Bordano e Trasaghis. I cosacchi convinti di aver trovato nella Carnia e nel Friuli la "terra promessa", come era stato loro garantito dai tedeschi, vi si insediarono da conquistatori, la denominarono "Kosakenland in nord Italien" e portarono fra la gente, già terribilmente provata dalla guerra, scompiglio e terrore. Quando nell’Italia del nord alla fine del 1944 il movimento di insurrezione dilagò, i comandanti delle formazioni partigiane vietarono azioni belliche contro l’esercito invasore che batteva in ritirata per paura di rappresaglie contro i civili. Ma nonostante ciò, i tedeschi per paura che i confini verso la fuga venissero bloccati dalle forze partigiane, diedero alcune prove di forza: un esempio sono la strage di Avasinis del 2 maggio 1945 e le due giornate di Ovaro sempre del maggio del 1945. Il 5 maggio l’ultimo reparto tedesco in ritirata passò il confine italiano. Finalmente anche l’ultima zona italiana fu liberata.

 
 
 
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