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Ragionando sul come e sui perché di una strage nazista

 

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Addio ad Anita, un altro protagonista che ci ha lasciati

Post n°94 pubblicato il 21 Giugno 2010 da braulink
 

Si celebreranno mercoledì prossimo, alle 10, con rito civile, i funerali di Anita Lenuzza, eroina delle resistenza osovana venuta a mancare negli ultimi mesi a Parigi, dove viveva. Le sue ceneri, arrivate ad Osoppo per volontà della stessa Lenuzza, saranno tumulate presso il cimitero della cittadina. Osoppo recupererà così una pagina importante della sua storia negli anni della Resistenza.
      Figlia di Umberto Lenuzza e Elisabetta Gentilini, Anita nacque il 7 agosto del 1922 e la sua vita fu fortemente contrassegnata dalla lotta all'antifascismo. Emigrante in Francia nel 1932 con tutta la famiglia, si trovò a rimpatriare nel 1941 a seguito dello spirito anti italiano causato dalla dichiarazione di guerra dell’Italia. Lavorò come domestica in Piemonte e in Lombardia.
      Successivamente, prese servizio all’hotel Croce di Malta a Udine ma, segnalata come appartenente alla Resistenza, venne arrestata dai militari tedeschi per essere inviata nei campi di concentramento. Tuttavia, il suo impegno nel lavoro spinse il titolare dell’albergo, influente persona ai tempi del regime, a farla liberare facendola sfuggire ad un terribile destino.
      La casa di famiglia, un tempo situata in via Barricate e in seguito crollata con il terremoto, fu punto logistico per il movimento: per questo, in quegli anni tumultuosi venne perquisita. A tal proposito, in paese si racconta che l'ufficiale tedesco incaricato della perquisizione, rimase così colpito dalla somiglianza che Bruna, sorella di Anita, aveva con la foto della figlia che il militare portava con sè, da donare una medaglia alla bambina: quella medaglia di "Notre Dame des Filles de Marie”. Bruna, oggi residente a San Biagio di Callalta (TV), la conserva ancora. La perquisizione fu interrotta e in questo modo le armi dei partigiani nascoste nella casa non furono scoperte. Anita in seguito lavorò ad Avasinis di Trasaghis per lavori stradali sotto il controllo della Tod tedesca, dove conobbe Marcel che divenne suo compagno di vita. Sempre ad Avasinis, il 2 maggio 1945 riuscì a salvarsi dall’eccidio, nascondendosi su un fienile, soffocando con un cuscino le grida di una signora nascosta con lei. Nei primi mesi del 1946 emigrò clandestinamente con Marcel in Francia attraverso il passo del Frejus coperto di neve: un viaggio terribile, alla fine del quale, attraverso la resistenza francese, si mise in contatto col ferroviere Andrè Petit e raggiunse Parigi utilizzando la carta d'identità della sorella Milena, vista la loro grande somiglianza. Con l’aiuto delle sorelle, riuscì a trovare un lavoro come portinaia in un condominio. In seguito nacque il figlio Daniel. Successivamente, lavorò come addetta al guardaroba e cuoca ma l’attività che maggiormente la coinvolse fu quella di tassista, che esercitò per più di venti anni a Parigi. Oltre a Bruna, anche la sorella Novella è ancora viva ma risiede in Canada. Al funerale di Anita parteciperanno i nipoti giunti dalla Francia e i rappresentanti dell'Anpi di Osoppo. Anita desiderava riposare in Friuli, nel suo paese che non ha mai dimenticato e dove spesso tornava a far visita.
(Il Gazzettino, Domenica 20 Giugno 2010)

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