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Avasinis -UD- 2.5.45

Ragionando sul come e sui perché di una strage nazista

 

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Avasinis, conoscere i fatti per capire

Post n°146 pubblicato il 26 Maggio 2020 da braulink
 

Il Messaggero Veneto del 15 maggio 2020 ha pubblicato una riflessione di Pieri Stefanutti che, partendo dalla particolare atmosfera della commemorazione di quest'anno, riflette sui passi intrapresi per ricordare le vittime dell'eccidio e per cercare di capire quali siano state le cause e le circostanze del doloroso episodio attraverso "uno sforzo concorde per la definizione di tutti i particolari e le circostanze".

 

Eccidio di Avasinis, bisogna conoscere i fatti per capire

 

Don Francesco Zossi, il parroco di Avasinis rimasto gravemente ferito nell'eccidio nazifascista del 2 maggio 1945, dopo aver commemorato le 51 vittime, lasciò scritto a futura memoria sul suo diario: "si stabilì di comune ed unanime accordo in paese che ogni anno sarebbe stata celebrata in forma solenne la data del 2 maggio a ricordare il sacrificio di tante innocenti vittime".E ininterrottamente, dal 1946 a oggi, la gente di Avasinis e del Comune di Trasaghis ha mantenuto viva la memoria, con la partecipazione alla commemorazione dove, accanto al momento religioso, con la celebrazione della messa, si è costantemente avuta anche una connotazione civile, con l'intervento, per la commemorazione ufficiale, accanto agli amministratori locali, di diversi presidenti della Giunta e del Consiglio regionale in carica, a sottolineare l'importanza del ricordo di uno dei più dolorosi episodi della guerra in Friuli.Quest'anno, dopo le limitazioni imposte dai provvedimenti per fronteggiare il Coronavirus, non hanno potuto svolgersi né la messa né la cerimonia pubblica davanti al monumento memoriale; a nome della Amministrazione comunale e dell'intera comunità il Sindaco, con il vicesindaco, sabato 2 maggio, hanno comunque depositato, nel rispetto delle disposizioni ministeriali, una corona ed un omaggio floreale al monumento - memoriale. Il suono di 52 rintocchi di campana (uno per ogni vittima ed uno a ricordare il sacrificio e l'impegno di don Zossi) e le note del Silenzio hanno consentito alla gente del paese di rivolgere alla memoria delle vittime un pensiero o una preghiera.Relativamente alla conoscenza di quei fatti lontani, c'è da ricordare che sono state promosse dall'Amministrazione comunale, negli anni, varie iniziative, come la pubblicazione integrale del diario del parroco don Zossi e la diffusione di videodocumentari (da "Tatort Avasinis" di Jim G. Tobias ad "Avasinis luogo della memoria" di Dino Ariis) con la raccolta di testimonianze dirette su quei fatti.Personalmente, ho continuato a cercare di dare un contributo alla ricostruzione di quelle vicende, per esempio attraverso la predisposizione di una bibliografia ragionata che raccoglie più di 250 titoli di lavori che si sono occupati dell'eccidio e anche con il recentissimo "Le ultime raffiche" dove si cerca di ricostruire quello che è accaduto nella zona della Valle del Lago giorno per giorno, dal 25 aprile al 6 maggio, tra l'insurrezione partigiana e l'intervento delle SS, tra attacchi e ritorsioni, a dimostrazione del fatto che, mentre gran parte d'Italia gioiva per la Liberazione, in questo lembo di Friuli crepitavano ancora le ultime raffiche di mitra (i due lavori sono reperibili su Internet nella versione ebook). È necessario, in sostanza, cercare di documentarsi nel modo più approfondito possibile, attraverso un confronto dei fatti e delle versioni offerte da fonti diverse."Avasinis era ben degna d'essere iscritta ad un albo d'onore tra i paesi e le città italiane martoriate dalla guerra, così grande fu il suo tributo di sangue", scrisse don Zossi. Un riconoscimento, negli anni, è arrivato nel 2005 con la concessione al Comune, da parte del Presidente della Repubblica, della medaglia d'argento al valore civile. A questo atto dovrebbe affiancarsi uno sforzo concorde per la definizione di tutti i particolari e le circostanze che hanno determinato tanti lutti durante gli ultimi giorni della guerra. 

Pieri Stefanutti sul Messaggero Veneto del 15 maggio 2020

 

 

 

 
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