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Appunti
Post n°46 pubblicato il 24 Giugno 2011 da albylrt
Quattrocento chilometri ogni giorno. E tanto tempo per raccogliere appunti che raccolgo con gli occhi e appunto con la memoria. Ma gli anni prendono il sopravvento sulla freschezza di un tempo che è ormai alle spalle e che è inutile tentare di imitare. Non sei più lo stesso. Hai i capelli più bianchi e le rughe più profonde. E gli occhi alla sera portano i segni della stanchezza che rifugi tra caffè e sigarette. Ma il desiderio di scrivere vince ancora. Ogni volta che passo di qui e rileggo le mie note di vita è come se potessi ripassare un diario che nessuno scrive più. Sembra ieri eppure tanto è cambiato da quando pensai di utilizzare una tastiera al posto di un penna per prendere appunti di vita quotidiana e trasformare i miei sguardi in un diario che lascio spesso da parte. Sapendo che è li e sa aspettare paziente. Assecondando il mio tempo. I miei minuti fatti di pochi e rapidi secondi. I miei giorni fatti di poche e sfuggenti ore. E' anche per questo che ogni giorno nei miei quattrocento chilometri non smetto di osservare l'immensità di quanto mi circonda e di ringraziare quel Dio che non vedo eppure sento soltanto per avermi dato gli occhi per stupirmi ede arrossire dinanzi a cotanta maestosità. Si, ammetto a me stesso che non sono più il giovane rampante, arrogante, presuntuoso. Oggi guardo il mondo con lo stesso disincanto della mia fanciullezza. Forse sarà per questo che spesso si associa con l'avanzare dell'età il ritorno inconscio alla fanciullezza ed al suo moto di speranza e di ingenuità. Così guardo i miei quattrocento chilometri. Prendendo appunti di vita. Con la penna della memoria e l'inchiostro dei miei occhi. Al
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