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Occhi

Viaggio a spiare e raccontare il tempo

 

 

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M & M (Me and Mike)

Post n°43 pubblicato il 28 Gennaio 2011 da albylrt

Una mamma sempre allegra e canterina. Riccioli biondi e due canarini. Li facevo fischiettare  con la mia radio sintonizzata, allora sulle onde medie, su quei due tre programmi di musica che allora si sentivano. Hit parade, Altro gradimento, Supersonic..

Imparavo allora a conoscere l'universo della musica pensando che fosse il mio universo.

Il primo disco di musica classica. Un album che ancora geloso conservo. "Lo Schiaccianoci" di Tchaikovsky diretto da Toscanini. E poi i primi dischi: I Beatles, Baglioni e Battisti, gli Shocking Blue e venus, Ray Charles e Stewie Wonder che canta in Italiano "Il sole è di tutti".  Il mondo della musica in tutti i suoi mille colori ed in tutte le sue sfumature. Nessuna esclusa. 

Mi chiudevo in una stanza ed ascoltavo ore ed ore. Sono cresciuto con le sette note. E una passione. La radio. Ho coltivato per anni il desiderio di capire da dove e come mi arrivavano le voci della radio. A quali volti appartenessero. A metà degli anni 70 arrivava anche in Italia il fenomeno delle allora "radio libere" (oggi sorrido all'idea della radio libera...). E mosso dall'irrefrenabile curiosità bigiando la scuola, passavo da infiltrato intere mattine nella radio romane soltanto ad osservare. Senza fare domande. Osservavo i gesti, i dischi, i "piatti", il mixer ed il famoso microfono. Cercando di capire come tutto funzionava. Echeggiava nell'aria la disco di Donna Summer, Gloria Gaynor, Barry White. E gli Italiani erano oltre alle mie due B preferite Dalla & De Gregori, Venditti, il giovanissimo Zero, Cocciiante.

Il mio desiderio mi spingeva in maniera incontrollata oltre. Volevo essere anch'io dietro al microfono. Volevo anch'io essere protagonista di quel mondo. Pensare di poter parlare a tanta gente sconosciuta era un'idea che mi faceva paura ma al contempo mi eccitava. E così a casa mi esercitavo emulando i dj che osservavo la mattina. Provavo il loro slang, le dediche, i dischi a richiesta. Sperando che un giorno avrei raccolto tutto il mio coraggio e avrei chiesto a qualcuno di lasciarmi provare. Solo provare. 

Pomeriggio afoso. La radio in sottofondo ed il libro di tecnica bancaria sotto il naso. La testa altrove. La radio che trasmette un jingle "cerchiamo voci nuove. chiama lo 06 etc etc". Memorizzo il numero. Svelto e furtivo chiamo e con la voce incerta chiedo. Una voce invece profonda e chiara mi da un indirizzo ed un orario per il giorno dopo. "Grazie. Ci sarò."

Ci sono stato.

Al 

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