Creato da faxtolder il 16/01/2007
Il miracolo della consapevolezza e le sue riflessioni.

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Felicità.

Post n°10 pubblicato il 18 Febbraio 2007 da faxtolder
 

Non si è mai abbastanza veloci da lasciarsi tutto alle spalle...

I ricordi sono legati con fili invisibili alla nostra ombra. Stanno dietro di noi, e quando c'è buio tutt'attorno e l'ombra scompare, si liberano e ci entrano dell'animo, a portar luce, o più buio ancora.
Ma i ricordi che si definiscono "importanti", quelli che vestono con tutti i crismi del ricordo indimenticabile, sono lenti e impacciati, e talvolta la loro mancanza di grazia impedisce di goderne, o soffrirne, l'effetto completo. I contorni diventano sfumati, sfuggono i particolari più candidi... Il quando, il come, il perché...
Ho imparato a privilegiare a questi ricordi pensieri assai più agili e snelli, immagini, fotogrammi di un evento passato che ne fissino un particolare di apparente poco valore, ma dalla capacità evocativa in realtà sorpendente per chi ha la sensibilità e la chiave per leggerla...

...gli aerei e la lemonsoda...

...volare sopra il letto...

...l'orgoglio della creazione...

...i corpi liquidi...

...il sollievo dell'appartenenza...

...la presunzione della grandezza...

...la guida nel deserto...

...lo scrivere all'ignoto...

...il ritorno e il canto dalle sue labbra...

...una poesia scritta a quattro mani...

E' gioia improvvisa che dilania il cuore e vale una vita intera.

 
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Fuga.

Post n°9 pubblicato il 11 Febbraio 2007 da faxtolder
 

Chissà poi se c'è qualcuno disposto ad ascoltare.

Quando riesco a focalizzare i particolari delle cose che mi stanno attorno è come se riuscissi a fermare il tempo, e in quell'istante definire con precisione i contorni delle idee è facile: nulla sfugge più, i pensieri non si accavallano ma si dispiegano placidi, nitidi, colorati, fino a rendere tutto completo. Da ore ormai, o da pochi minuti, fisso il sedile vuoto che mi sta dinnanzi, chiuso nel ronzio di un vagone che scivola veloce in questo buio spietatamente freddo senza quasi violarlo, essendone anzi parte integrante. Fisso il sedile e ne indovino il fitto e regolare intreccio di fibre sintetiche, labirinto di minuscoli fili che creano l’oggetto completo, come le vite di minuscoli esseri umani hanno creato ciò che ho vissuto, che rivivo ora, scrivendo, in una precisa successione di particolari nella mia mente, e da cui mi sto allontanando.

Ma non si è mai abbastanza veloci da lasciarsi tutto alle spalle.

 
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Coerenza.

Post n°8 pubblicato il 09 Febbraio 2007 da faxtolder
 

E' dunque questa la consistenza dei nostri sentimenti?
L'indifferenza di fronte a ciò cui un tempo giurammo amore eterno è una spietata testimonianza di quanto vacue siano le promesse di un'entità, come l'uomo, destinata a perire. E come la nostra carne, vediamo innanzi a noi lo sfacelo delle nostre stesse intenzioni, la cui caducità, finalmente e spietatamente evidente, lascia senza fiato.
Eppure si avrebbe voglia di urlare, di reagire, perché per quanto di passaggio vogliamo comunque lasciare un segno, ribellarci a ciò che è scritto e che verrà cancellato per sempre, assecondando quella cosa che ci urla dentro...

So tear me open, pour me out
The things inside that scream and shout
And the pain still hates me, so hold me until it sleeps

Metallica, Until It Sleeps, Load

Che la si voglia sopire, o la si voglia fare uscire, questa cosa dentro che urla fa male...
Chissà poi se c'è qualcuno disposto ad ascoltare.

 
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Cambiamento.

Post n°7 pubblicato il 29 Gennaio 2007 da faxtolder
 

Mi si stancano gli occhi con tutti questi colori, credo che una migliore razionalizzazione delle sfumature renderebbe questo mondo di più facile comprensione, in verità.
Certo bisogna ammettere che alle volte i passaggi graduali da un cromatismo all'altro aiutano la psiche a predisporsi al cambiamento, che invece se repentino induce solitamente contraccolpi rilevanti nelle persone...
Questo è soprattutto vero per i cambiamenti repentini che colpiscono le persone che amiamo, e noi nei loro confronti.
Mi capita di pensare alla mia ex ragazza, all'intesa che ci fu all'apice della felicità, e all'agghiacciante e triste freddezza che c'è tra noi nei nostri ultimi scampoli di dialogo atti a dirimere i dettagli pratici dell'allontanamento.
Ma non siamo forse le stesse persone di qualche mese fa?
Come si possono gelare in questo modo cuori che un tempo battevano all'unisono?

Non resta la malinconia
lontana d'un bene che fu?
Ma neppur quella rimane,
piccola donna! Il ricordo
giorno per giorno scompare:
il cuore è sempre più sordo
ai miseri casi lontani.
E forse un giorno, domani,
se t'incontrassi per via,
quest'anima mia, che si duole
in tanta malinconia,
per la sua piccola amica
ritroverebbe a fatica
gelide e rare parole.

Carlo Vallini, Un Giorno, L'amore

E' dunque questa la consistenza dei nostri sentimenti?

 
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Scelta.

Post n°6 pubblicato il 28 Gennaio 2007 da faxtolder
 

Com'è difficile camminare da soli...
C'è così poca luce a volte, e così tante strade da percorrere. In due sarebbe meglio.
Alle volte poi ci si para dinnanzi un bivio, e bisogna scegliere.
Questa cosa della scelta mi fa impazzire. Voglio dire, se Dio fosse davvero comunista come molti suppongono, non ci avrebbe inflitto questa pena della scelta e del libero arbitrio... Ci avrebbe tutti dotati di un rosario di legno e di una piccola croce in bachelite, e via tutti a viver nello stesso modo.
E invece c'è questa cosa capitalistica della scelta. Bisogna scegliere tutto, dalle più piccole cose ai grandi momenti della vita. Addirittura stiamo arrivando a scegliere anche come morire.
Certo si potrebbe pensare che per molte cose non avere scelta è assai peggio di averla, e chi versa in queste condizioni è molto sfortunato, ma questo accade solo perchè Dio ha scelto che alcuni avessero scelta, ed altri no. Se fosse stato lui il primo a non scegliere, certe disparità non ci sarebbero, e almeno di questo non si può certo incolpare Berlusconi.
Comunque personalmente non credo né in Dio né tantomeno nella politica, quindi non vedo perché dobbiamo starcene qui a ciurlar nel manico ancora a lungo con questa discussione, visto che sono le due e mezza di notte e me ne andrei volentieri a letto.
Semplicemente vorrei che nel mondo ci fosse solo un pò meno scelta: ho il terrore di perdermi qualcosa di importante, e mi si stancano gli occhi con tutti questi colori...

 
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Altro.

Post n°5 pubblicato il 22 Gennaio 2007 da faxtolder
 

Forse la risposta giace in un'altra persona, nella condivisione, nel confronto, nel completamento... Sempre che non si possa esser completi da sè, e viste le delusioni che la vita riserva spesso in questo ambito, vien da pensare sia proprio così.
Eppure... Eppure cerchiamo, senza veramente arrenderci mai, perché almeno in un momento della nostra vita abbiamo camminato insieme, perché...

...Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Eugenio Montale, Satura, Xenia II, 5

Com'è difficile camminare da soli...

 
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Stupore.

Post n°4 pubblicato il 21 Gennaio 2007 da faxtolder
 

Chissà se è ancora possibile stupirsi.
La domanda è già di per sè talmente banale da non contribuire senz'altro alla generazione di ciò di cui essa stessa indaga la possibilità, ma il paradosso è un dolce modo di essere inconcludenti e pertanto me lo concedo.
Credo ci siano persone la cui massima libidine vitale sia la conferma delle certezze, per le quali lo stupore è anzi fonte di sconforto e terrore, e di conseguenza lo rifuggono.
Altri invece hanno la malaugurata patologia di essere assuefatti alla vita, e come veri e propri drogati di emozioni ne cercano di sempre più "stupefacenti" (mai l'ambivalenza di questo termine fu più azzeccata come in questa metafora, ma il merito è del termine, non mio), senza essere soddisfatti mai.
Infine ci sono i "leopardiani", assetati di emozioni ma nel contempo in grado di emozionarsi anche di fronte a una siepe, un prato, il cielo, magari al tramonto... Unte dal Signore queste persone vivono in un perenne stato orgasmico, grazie al dono che hanno di vedere il bello anche in ciò che altri definirebbero (sicuramente a torto) banale.
Ovviamente esistono mille sfumature tra le descrizioni sopra riportate (ma sono un chimico, e devo pur catalogare), e nessuna è priva di fatiche, ma se dovessi sceglierne una, mi sento più prossimo alla seconda, quella dei drogati, anche se sto facendo di tutto per approdare alla terza, quella degli orgasmici.
Grido a me stesso che non ho nessun diritto di essere triste, cerco nel mondo che mi circonda conferme di serenità che rimangono per la maggiorparte imperscrutabili, e infine riapprodo a me stesso trovandomi nell'animo sempre più domande inquiete di risposte seducenti.
Forse la risposta giace in un'altra persona...

 
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Consapevolezza.

Post n°3 pubblicato il 21 Gennaio 2007 da faxtolder
 

Un poco di consapevolezza l'ho accumulata in questo trentesimo anno di vita che ho appena compiuto.
Anzi, qualcosa di più di un poco.
Addirittura potrei sbilanciarmi (con sommo rischio di smentita) ed affermare che ho capito più della vita in questo trentesimo anno che in tutti i 29 precedenti messi insieme.
Intendiamoci, non che ora sia diventato un'aquila della civiltà moderna o un vissuto frequentatore di emozioni: rimango sempre un'umile pedina della nebbia provinciale, ma perlomeno ora riesco a prevedere la prossima mossa del destino, o a intuirne gli intenti.
Certo la vita può riservarci cose che pur con tutta la buona volontà arriveranno sempre e comunque inaspettate, ma sento di aver ormai sperimentato una gamma talmente ampia di eventi da sapere perlomeno come comprendere e reagire, anche solo per interpolazione.
Questo da un lato mi tranquillizza nel cammino della quotidianità, ma dall'altro aumenta a dismisura il desiderio di stupirmi e sorprendermi.
Chissà se è ancora possibile...

 
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Incertezza.

Post n°2 pubblicato il 19 Gennaio 2007 da faxtolder
 

Tutte queste incertezze mi uccidono.
Ne parlavo giusto poco fa con l'entità virtuale di una persona reale.
Catalogati come "Generazione X", noi nati alla fine degli Anni Settanta (che comunque non meriterebbero il maiuscolo) siamo cresciuti con l'angoscia del terrorismo politico nazionale.
Poi, quando finalmente era arrivato il momento di scopare, hanno cominciato a colorare il bordo delle persone con un Uniposca fucsia e a dire che avevano l'AIDS, e che quasi non te le potevi nemmeno limonare.
Infine, sopiti gli ormoni con pratiche pericolosamente onanistiche e arrivata l'età in cui si erano messi da parte un pò di soldini per farsi un viaggetto, hanno cominciato a far schiantare gli aerei e a far saltar per aria treni e metropolitane.
E io dovrei uscire di casa col sorriso sulle labbra e la certezza che andrà tutto bene?
E' già tanto se prendo l'1 e arrivo senza infarti in Via Mazzini... Una volta per un sobbalzo a causa di una buca in Via Bixio ho temuto che fosse arrivata la fine. Morire nell'Oltretorrente, poi, sarebbe stata la madre di tutte le beffe.
Fatto sta che con tutta la buona volontà, non si sa dove si lavorerà, dove si sarà e con chi, domani. Tant'è. Immagino che si debbano continuare a combattere le guerre per dare una buona ragione agli eroi per morire, bisogna farci l'abitudine.
Magari per riuscirci basta solo un poco di consapevolezza...

 
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Volontà.

Post n°1 pubblicato il 17 Gennaio 2007 da faxtolder
 

Qualche giorno fa mi è capitato di compiere 30 anni.
Non che l'abbia voluto, anzi... Ho fatto di tutto affinché non accadesse. Ho ripudiato il pensiero di tale evento, nell'immediatezza del medesimo, con fiero sdegno ed altezzosa superiorità. Ho fatto le cose più immature, per ancorarmi in un disperato tentativo all'incoscenza dei 20 anni. Ma niente. Sembra che con questa nebbia non ci fosse nulla di meglio da fare che compiere 30 anni.
A Parma, poi. Con tutti questi cantieri in giro, praticamente più di metà della città è più giovane di me, urbanisticamente parlando. Ma solo urbanisticamente, altrimenti non si spiegherebbero tutti quei vecchietti che questi cantieri monitorano con rapace attenzione, aggrappati un poco alla bicicletta, e un poco alle balaustre protettive.
Non che questa cosa dei 30 anni mi disturbi più di tanto. Anzi. Forse era quasi ora. Ho la fortuna di un lavoro stabile, vivo da solo, so nuotare. Sembra che non manchi nulla per avere 30 anni. Ah, forse manca quella cosa lì, la morosa... Me lo dice mia madre. Sempre. Irritante. Tornando alla morosa, io ci ho provato qualche volta, addirittura in due o tre occasioni sembrava anche una cosa seria, ma poi è successo sempre qualcosa. Mi piace pensare sia stata la sfortuna, e non una qualche sorta di mia inadeguatezza.
Ci manca solo che compio 30 anni e mi scopro inadeguato nello stesso tempo. Sarebbe una tragedia. C'è gente che non ne è uscita viva.
Tutte queste incertezze...

 
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