Gloriosa spazzatura

Van Morrison, 'On Hyndford Street'


Uno degli usi più comuni che si fa delle canzoni è legato al ricordare; ciascuno ha le sue canzoni, che lo riportano a momenti, circostanze, persone e situazioni particolari della sua vita. Niente di strano, e non è neanche il caso di stare a cercar di capire il perché di questo fatto: ha lo stesso senso del chiedersi perché esistono le cartoline. Che poi è il discorso della madeleines di Proust, capirai l’originalità.Ascoltando quantità industriali di musica, ho naturalmente anche io le mie cartoline; una bella collezione di cartoline, direi. Anzi, tutte ovviamente no, ma una buona parte delle canzoni mi rimanda ad un qualche momento. In effetti, nel mio caso magari funziona un po’ diversamente, nel senso che mi piace riascoltare le cose perché mi rimandano, mi richiamano, mi riportano a qualcosa. Siamo fatti anche delle nostre storie, e lascio ad esse il compito di raccontare le mie. E spesso, ascolto le canzoni proprio con questo scopo; la qual cosa è una concezione circolare del tempo: il desiderio di ritornare dove sono stato, ancora ed ancora.E questo è l’aspetto davvero interessante di tutta questa faccenda. Il tempo magari non ritorna, e sicuramente non smette di passare (mia personale scoperta in tempi recenti), ma ascoltare storie lo obbliga a ritornare. Il che è probabilmente il segreto della memoria, come il mio amato Sant’Agostino sapeva bene (il che me lo rende caro. Una volta una persona mi disse che scrivevo come lui, e se uso l’imperfetto è perché ero nel mio periodo blu. A pensarci è la seconda cosa che abbiamo in comune; l’altra è il fatto che anche lui ha fornicato in gioventù e poi ha smesso, per iniziare a scrivere. Solo che lui l’ha fatto per scelta, io invece scrivo essenzialmente per la ragione opposta, cioè causa mancanza di sesso a fini non riproduttivi. Ma è questa un’altra storia).Di nuovo, però, non è della memoria che mi interessa parlare; quel che mi interessa è la quieta serenità che mi danno le storie raccontate dalle canzoni. Non ho rimpianti, almeno nel senso che vorrei che le cose fossero andate diversamente, e questa è una bella cosa immagino. Semmai il desiderio di vivere ancora quel che ho vissuto, per come è stato, e immagino che essere in pace con Dio consista di questo. O forse ricordo ciò che voglio ricordare. Nostalgia, in sostanza, la malattia del ritorno. Una affezione, per esser più precisi, e infatti siamo affezionati ai nostri ricordi.E c'è anche il fatto che ascoltar sempre le stesse storie è consolatorio, e rassicurante: continuiamo a ricordare, e ad ascoltare le stesse canzoni, per la stessa ragione per cui i bambini amano sentire sempre la stessa favolaÈ di ciò che parla questa canzone, e Van Morrison ne parla proprio, visto che recita il testo: una descrizione delle sue serate adolescenziali, ad ascoltare e sognare i suoi cantanti preferiti a Radio Lussemburgo. E tutti i momenti delle sue giornate da giovane, con la colonna sonora di ‘jazz and blues records during the day’…Già, capisco che intende, e perché lo racconta, e perché continua a ricordarlo. Ne parla perché è la sua vita, semplicemente, e la sua vita, la nostra vita, è questa, e non si può far altro, “e nella quiete noi sprofondiamo in silenzio nel sonno riposante, e continuiamo a sognare in Dio”.