Gloriosa spazzatura

Area, "Luglio Agosto Settembre (Nero)"


(ascoltala)Val sempre la pena di riascoltare cose di trenta e passa anni fa: ci si rende conto di un mucchio di cose, e nove volte su dieci si (ri)ascolta dell’ottima musica.Arbeit Macht Frei è ad esempio uno straordinario disco, di pirotecnico, spettacolare, intensissimo e coinvolgente jazzrock, suonato dal resto da un manipolo di straordinari musicisti. Potrebbe avere tre mesi, e non ci sarebbe niente da dire; che è un modo come un altro per dire che la quasi totalità della musica prodotta oggidì ha le sue salde radici, ma spesso anche i rami e le foglie, negli anni settanta. E poi c’è Demetrio Stratos al suo meglio – vuoi mettere? –, con Francesco Di Giacomo del Banco di gran lunga il cantante più innovativo, espressivo e dotato della musica italiana.Ma ovviamente c’è molto di più. Come Luglio Agosto Settembre (Nero), lucidissimo e raggelante, e più che mai attuale, direi anzi profetico, a trentacinque anni di distanza. Parla (ovviamente) della nascita del terrorismo palestinese, e islamico in generale; fatta la tara del ribellismo rivoluzionario del periodo (cosa di cui non si sente francamente la mancanza, e che ha mostrato abbondantemente tutte le sue storture, i suoi limiti e la sua pericolosità: gli Area da questo punto di vista non si fecero mancare niente), resta un atto di illuminante consapevolezza su una condizione che ha portato a quegli esiti e quel conflitto “di civiltà” (ma che scontro di civiltà in realtà non è), che conosciamo così bene: del cosa accade quando un popolo viene umiliato ed offeso, e privato della sua dignità. Basta un verso, “Forse così sapremo quello che vuol dire affogar nel sangue tutta l’umanità”, per mostrare come già alla sua origine tutto fosse chiaro, a chi voleva vedere e voleva capire.Un brano stupendo che è un documento storico; in forma di canzone, sicuro, ma proprio per questo più diretto, chiaro, inequivocabile.Sì, vale sempre la pena di riascoltare cose di trenta e passa anni fa; quasi sempre si riascolta dell’ottima musica, e talvolta ci si rende conto di un mucchio di cose, che forse all’epoca non si sono capite, o non si son volute capire, sino in fondo.