Gloriosa spazzatura

Eagles, 'Take It To The Limit'


(ascoltala) Io non amo gli Eagles; per essere precisi, non li sopporto quasi per niente. Non mi piace il loro modo di intendere la musica (un milione di volte meglio i Doobie Brothers, per stare al genere), né mi piace il loro modo di fare musica piacione e ruffiano. Insomma, li trovo stucchevoli, fasulli, zuccherosi, e potrei continuare con le contumelie…La cosa interessante è che non mi si può proprio imputare prevenzione e cattiva volontà nei loro confronti (me ne saranno grati, immagino): ho provato a più riprese a farmeli piacere, a trovare nei loro dischi motivi di godimento, ma non ci sono riuscito. Più li ascolto, più mi innervosisco; e più mi innervosisco, più mi incaponisco a farmeli piacere.Per carità, qualcosa che riesco ad apprezzare c’è: questa ad esempio è una gran bella canzone (sì, beh, è un clamoroso valzerone, arrangiato nel solito modo stucchevole e cantato col solito insopportabile birignao. Insomma è una gran bella canzone, che con tutto l’impegno che ci han messo non sono riusciti a rovinare), ma da qui ad ascoltare un disco intero… Alla fine son canzoni che mi sembrano scritte e cantate per un raduno di boyscout, con tanto di messa all’aperto.Ora, ci sono centinaia di artisti da ascoltare (personalmente, possiedo dischi di oltre ottocento artisti diversi, tanto per fare una cifra), e uno si domanderà perché sprecare tempo ed energie nervose per qualcosa che palesemente non funziona: insomma io e gli Eagles non siam fatti gli uni per l’altro. La domanda è ancor più legittima ove si consideri che possiedo l’intera loro discografia, comprensiva delle due raccolte di successi, tanto per avere i brani “migliori” due volte. Già: perché?Beh, non c’è un perché; o se anche c’è, io lo ignoro nel profondo.Ma prima di passare ai giudizi, consentite una domanda.Vi siete mai fissati su una situazione, o ancor più su una persona, per anni, e che per anni vi ha fatto soffrire; cercando di tirare fuori qualcosa di buono, foss’anche solo un premio al vostro impegno, ricavandone solo sofferenze sempre maggiori, ma sempre nella convinzione che qualcosa di buono – di molto buono – ne sarebbe venuto fuori, e che insomma ne valeva la pena a dispetto di ogni evidenza contraria? Non state a spiegare il perché e il percome l’avete fatto, e non cercate di spiegare la particolarità della situazione. Rispondete e basta: l’avete fatto?Bene, chi è lo strano ora?