Gloriosa spazzatura

Soft Machine, 'Out-Bloody-Rageous'


 (ascoltala)Il 7 giugno se ne è andato Hugh Hopper; per me - ma non solo - il bassista dei Soft Machine nel loro periodo più glorioso, a dispetto di una carriera quarantennale e mai banale.E così, poco dopo la dipartita di Hugh Hopper (e di Pyp Pyle) un altro pezzo di storia della mia musica è venuto a mancare. La gente muore, è un fatto. Se muore un musicista (ma vale per qualunque altro artista), il discorso è diverso, nonostante i dischi più significativi magari risalgono ormai a decenni fa. Credo dipenda dal banale fatto che una volta che raccontano la tua storia - per testimonianza diretta, o per il suo raccontarla - fanno parte di te. L'artista se ne va, la sua opera resta; semplice.Solo che ciò non spiega la malinconia.Primo Levi parlava del senso di colpa provato dai superstiti del lager. Ecco, credo sia qualcosa di simile. Non è mica giusto che chi ha fatto parte della tua vita se ne vada, perché dopo non è mica la stessa cosa, non è mica la stessa vita. I ricordi, c'è poco fare, in qualunque modo sono cose morte, ed è la morte che raccontano. Puoi accettarlo, o maledire gli eventi. Puoi incolpare te stesso, o chiunque altro. Puoi conviverci dignitosamente, o piangere. Puoi cullarti in essi, coltivando malinconie e nostalgia, e puoi persino sperare che ciò che è stato, ritorni - allo stesso modo, o in forma diversa. Ma ciò che è stato, per l'appunto è stato.E la musica non fa ritornare le cose: le rievoca, ti dà l'illusione di riviverle, ritornandoti emozioni e sentimenti che vivesti. Ma sono fantasmi, illusioni.Alla fine della vicenda de 'In viaggio verso Bountiful', speranzoso ma infine doloroso viaggio alla ricerca del passato perduto, il figlio della protagonista dice 'bisognerebbe smettere di ricordare, non si ricorda mai niente di buono'.Forse sarebbe meglio che chi custodisce i tuoi ricordi, andandosene se li portasse via con sé.