Gloriosa spazzatura

Fleetwood Mac, 'Dreams'


(eccola) Migliaia di canzonette. Centinaia di migliaia. Alla fine sembrano cantare tutte all’incirca le stesse tre o quattro cose, le stesse tre o quattro emozioni, gli stessi tre o quattro sentimenti. Trattasi di canzone, dopotutto, appunto. Una volta mi venne questa cosa degli angeli che cantano – parlavo di “And the Angels Sing”, di Benny Goodman – per cui se la Musica è il modo in cui si sta nel Paradiso, le canzonette sono la musica prodotta dagli angeli quando indossano abiti mortali. Che bella cosa che ho detto quella volta.Tre o quattro argomenti e tre o quattro emozioni, d’accordo. Ma questo non spiega affatto perché così tante canzonette, e perché ciascuno di noi si affezioni a così tanti motivetti. Nick Hornby ci ha scritto su il suo mirabile libretto, tanto per dire. Lui ne ha scelte “solo” trentuno. A parte il fatto che per ogni canzone descritta ne cita almeno altre dieci. A mettere tutte in fila le mie, TUTTE intendo, arriverei a mille, probabilmente. Non esagero, semmai è una stima per difetto. E sono assolutamente convinto che sia così per la maggior parte delle persone.E’ solo che, dopotutto, l’amore, la malinconia, la gioia, la rabbia, sono quattro sentimenti, ma si coniugano in così infiniti momenti della nostra vita – ciascuno a suo modo particolare, unico, irripetibile, diverso dagli altri – che ciascuno ha il suo mood, la sua tonalità emotiva. E ciascuno è segnato da una canzone.Che poi vale per le canzoni quel che Oscar Wilde diceva della sigaretta, anzi vale anche di più: è il prototipo perfetto del perfetto piacere, è squisita e lascia insoddisfatti, che cosa si può volere di più?Le canzonette, le buone canzonette – quelle che sanno significare qualcosa – sono ‘augenblick’, attimi autentici: un ‘colpo d’occhio’ sulla propria autentica condizione esistenziale.Qualcosa che non dura, che magari si ripete, nella sua unicità momentanea persino irrilevante, ma che nel suo darsi costante costituisce, attimo per attimo, la nostra stessa vita. Se proviamo a descrivere ciascun momento, spenderemo molto più tempo di quanto sia la durata dello stato d'animo che abbiamo vissuto, e senza probabilmente arrivarne a definire esattamente, con le parole, la natura e l'emozione vissuta. E la stessa cosa vale per una canzone: puoi scriverci un libro, ma la sua unicità, le sensazioni che comunica e che fa vivere non riuscirai a coglierle. Un po' come descrivere ad un cieco il colore bianco del latte, come nell'apologo di Tolstoj.  Del resto, una canzonetta piacerà di sicuro a una quantità spropositata di gente, ma si può star certi che ciascuno di costoro la amerà per una ragione diversa, e ci troverà qualcosa di suo, e alla fine sarà solo la 'sua' canzone.Per questo così tante canzonette. Ogni canzone, un attimo di vita, un momento significativo, un mood, uno sguardo particolare sul mondo, un ricordo, una speranza, una situazione emotiva o esistenziale o concreta, un modo di essere, momentaneo ma autentico, profondo.Mi piacciono le canzonette, perché mi piace vivere.« Thou reader throbbest life and pride and love the same as I,Therefore for thee the following chants. »(Tu lettore fremi di vita e orgoglio e amore come io fremo,dunque siano per te questi canti.)Walt Whitman