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Post N° 772

Post n°772 pubblicato il 20 Luglio 2007 da cgil3palermo
 

Epifani ... da ww.rassegna.it - 16 luglio 2007

L'accordo sulle pensioni o si farà questa settimana, oppure se ne riparla a settembre. I sindacati, Cgil in testa, hanno tracciato il "limes" oltre il quale questa estenuante trattativa non potrà andare. Le confederazioni non firmeranno intese con i lavoratori in ferie, né si faranno attirare in una replica dell'accordo di luglio '92, quando ben altri pericoli economici costrinsero Cgil-Cisl-Uil a sottoscrivere col governo Amato un patto che salvò l'Italia dal default bloccando la contrattazione e gli aumenti salariali. Ma quelli, appunto, erano altri tempi. E altre erano le emergenze. Oggi i conti sono sotto controllo, e l'allarme sulle pensioni sembra molto più strumentale che sostanziale.

A questo punto sorgono delle domande ovvie e banali da rivolgere ai nostri segretari nazionali.

Se in materia previdenziale, i nostri segretari riconoscono non esistere alcuna emergenza , che anzi i conti sono sotto controllo, che infine l'allarme sulle pensioni sollevato dal Governo è più strumentale che sostanziale, che addirittura (come dice Angeletti) sulle pensioni il Governo vuole solo fare cassa ... ma su cosa stanno trattando allora col Governo ????

Non certo per salvare le pensioni (visto che i nostri segretari riconoscono non esserci nessun problema di equilibrio nella spesa previdenziale).

Il dubbio è che, come dice lo stesso Epifani, la questione sia pari pari a quella del 1992 (abolizione della scala mobile) quando si ridussero i salari e si abolirono le dinamiche che li salvaguardavano nonostante che i salari Italiani fossero i più bassi d'Europa, e questo solo perchè Confindustria piangeva miseria.

Epifani ricorda come nel 1992 una emergenza economica costrinse i sindacati a firmare per l'abolizione della scala mobile e la dice giusta. Anche quella volta i sindacati firmarono costretti dalle controparti, per salvare il Governo Amato, e non certo dai lavoratori che non si degnarono neppure di sentire.

Era per salvare l'Italia (ci dicevano allora ed ancora adesso ci ripetono) ma abbiamo visto come è finita. Profitti e rendite alle stelle.

E l'Italia ?? L'occupazione (sopratutto nelle grandi fabbriche è stata falcidiata ed abbiamo perso numerosi settori strategici), gli investimenti sono diminuiti quantitativamente e qualitativamente (tanto che oggi l'occupazione media è di 4 addetti per impresa e la nostra competitività complessiva è al lumicino) ed è aumentata la precarietà, occupazionale, salariale, contributiva, i salari sempre più bassi e le pensioni, private di una rivalutazione periodica sono da fame.

I nostri segretari nazionali ci dovrebbero spiegare perchè, nonostante i conti Inps dicano il contrario, hanno accettato ora di aprire una trattativa sulla riduzione delle nostre pensioni senza chiedere alcun mandato ai lavoratori. Si sono sentiti costretti come nel 1992 ?

Costretti da chi, visto che non hanno fatto una assemblea.

Hanno aperto sull'ipotesi degli scalini, sull'idea di rimettere mano ai coefficienti, ed ora (in piena trattativa e solo perchè spazientiti dalla lungaggine del Governo) ci vengono a dire che i conti Inps vanno benissimo e che non c'è ragione alcuna per toccare le pensioni.... (grazie ... lo sapevamo già .. e da un pezzo ...).

L'amaro è che non lo dicono per cambiare il senso della trattativa, ma solo per minacciare il Governo ... o l'accordo lo facciamo subito o altrimenti ... (apriti cielo) .. se ne riparla a settembre.

Se i nostri segretari dicono di voler trattare comunque col Governo un'ulteriore taglio al sistema previdenziale, pur sapendo che non vi è alcuna ragione oggettiva a giustificarlo, non è per caso che anche stavolta i nostri segretari di Cgil Cisl Uil si sono messi in testa di salvare l'Italia (o più probabilmente il Governo), senza dircelo prima e mettendo sul tavolo ancora una volta le nostre retribuzioni e le nostre pensioni ??.

Non faremo come nel 1992, ripete Epifani, ma nessuno ci crede ..... nemmeno lui ... altrimenti perchè si ostina a voler fare un accordo che taglia le pensioni anche quando non vi è alcuna ragione di tenuta del sistema previdenziale per farlo.

C'è da sperare che abbiano almeno la dignità di sottoporre ad un vero referendum nei luoghi di lavoro l'accordo che vogliono firmare.

La loro professionalità sindacale, sul come hanno condotto questa vicenda, non ne esce bene di fronte ai lavoratori (roba da congresso straordinario e da rifacimento di tutto il gruppo dirigente), la fiducia l'hanno già persa (non si capisce più cosa dicono e cosa vogliono se non che vogliono firmare ed alla svelta), ci manca solo che perdano anche la faccia evitando di sottoporre a referendum il loro accordo.

Aspettiamo il Referendum, ma non di quelli finti.

Vogliamo comitati elettorali a tutti i livelli (dal singolo luogo di lavoro e lega di pensionati fino al nazionale) parimenti formati dai favorevoli all'accordo e dai contrari, vogliamo che il referendum sia organizzato su un lasso di tempo necessario e sufficiente per farlo precedere da assemblee in tutti i luoghi di lavoro e leghe dei pensionati, dove esercitare il diritto a discutere dei lavoratori alla presenza di relatori distinti sulle ragioni sia del SI che del NO all'accordo.

Vogliamo cioè una decisione democratica, che coinvolga tutti i lavoratori e non solo gli iscritti ..... o è chiedere troppo ???

Epifani però non ci faccia lo sgarbo che ci ha fatto Trentin, di dimettersi da segretario generale della Cgil subito dopo la firma per l'abolizione della scala mobile perchè non sapeva come andarlo a spiegare ai lavoratori (siamo sicuri che in Cisl e Uil questo non succederebbe mai).

I nostri segretari sono attesi nelle assemblee per venire a dire ai lavoratori che i conti Inps sono a posto, ma abbiamo pensato comunque di concordare un taglio alle vostre pensioni, non fosse altro per spiegare il perchè !! .. Non certo perchè c'era una emergenza pensioni.

Non era più semplice usare questi mesi per una mobilitazione sindacale per puntasse all'abrogazione dello scalone Maroni, partendo dalle stesse argomentazioni con cui Cgil Cisl Uil lo avevano allora contestato, e cioè che i conti Inps sono a posto e nulla giustifica un taglio sulla previdenza ???

Certo, ci volevano sindacalisti di spessore per fare questo ... sindacalisti ... appunto!




17 .07. 2007 Coordinamento Rsu

 
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