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Post N° 797

Post n°797 pubblicato il 24 Luglio 2007 da cgil3palermo

ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DA GIORGIO CREMASCHI

Roma, 23 luglio 2007

Il Comitato direttivo della Cgil considera non accettabile l’intesa complessiva proposta dal Governo alle parti sociali e decide di proporre a Cisl e Uil la riapertura della vertenza, con adeguate iniziative di lotta, per giungere a un risultato corrispondente all’obiettivo di cancellare le controriforme sociali del governo Berlusconi e di migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori.

La ragione di questo giudizio complessivo è determinata dal fatto che alcuni parziali e limitati risultati dell’intesa, il lieve aumento di una parte delle pensioni più basse e l’aumento dell’indennità di disoccupazione, sono contraddetti da un risultato profondamente negativo sulle pensioni. L’accordo sulle pensioni infatti conferma e per molti lavoratori anche peggiora la riforma Maroni, l’età pensionabile effettiva viene alzata a 62 anni per l’anzianità, mettendo così in discussione la pensione di vecchiaia a 60 anni per le donne e costringendo, con l’introduzione di nuove finestre, gli uomini a lavorare oltre i 65. Anche per i lavori usuranti, che comunque saranno contingentati secondo i fondi stanziati, si innalza alla fine l’età pensionabile. Tutta la proposta del governo porta al drastico peggioramento della riforma Dini, della quale vengono accentuate le ingiustizie, in particolare a danno dei giovani, con la nuova revisione automatica triennale dei coefficienti di calcolo.

Sul mercato del lavoro la proposta del governo rappresenta un consolidamento della legge 30, con pochi ritocchi che non intaccano la sostanza, con in più la vergogna della conferma dello staff leasing.

Per quanto riguarda le strategie di competitività, le proposte del governo tendono a ridimensionare il peso del Contratto nazionale, con la de-tassazione del salario variabile aziendale, e a favorire un’inaccettabile aumento degli orari di lavoro con la de-contribuzione degli straordinari, tanto più grave in quanto colpisce sia l’occupazione, sia il bilancio dell’Inps.

Le proposte del governo sono il frutto di una campagna ideologica tesa a imporre nuovi tagli alla spesa pubblica sociale, nel nome del risanamento dei conti pubblici e del rilancio dell’economia. Così i sacrifici dei lavoratori, con l’aumento delle tasse e dei contributi, sono serviti solo a fare cassa. In questo modo viene ancora una volta penalizzato tutto il mondo del lavoro e viene rinviata quella redistribuzione delle risorse e della ricchezza che invece è urgente e indispensabile.

Il Comitato direttivo della Cgil considera che le proposte del governo siano state così inaccettabili e punitive anche perché in questi mesi il movimento sindacale non è stato in grado di fronteggiare l’offensiva contro i diritti dei lavoratori. L’assenza di una adeguata mobilitazione ha pesato negativamente sulla vertenza. Per questo la ripresa del confronto con il governo dovrà avvenire con un adeguato sostegno da parte di un movimento di lotta.

Gli obiettivi immediati dell’iniziativa sono:

- L’abolizione effettiva della riforma Maroni con la cancellazione dell’innalzamento obbligatorio dell’età pensionabile, la separazione della previdenza dall’assistenza.
- L’abolizione del meccanismo di revisione automatica triennale per i coefficienti di calcolo sulle pensioni e la garanzia, per tutte le pensioni calcolate col metodo contributivo, di un adeguato rendimento pensionistico, pari al 65/70% con 35 anni di contribuzione.
- La riduzione effettiva della precarietà del lavoro con rigorosi cambiamenti della legislazione sugli appalti, sui contratti a termine, sul lavoro parasubordinato a cui dovranno essere garantiti tutti i diritti contrattuali e di legge del lavoro dipendente.

Il Comitato direttivo della Cgil chiederà nella consultazione referendaria il mandato alla riapertura della vertenza attraverso un voto contrario alla proposta del governo.

Il referendum dovrà avvenire con modalità rigorose, trasparenti e uguali in tutto il territorio nazionale e in tutti i luoghi di lavoro. Il voto dovrà essere svolto, in maniera da garantirne la segretezza, contemporaneamente in tutto il territorio nazionale. Prima del voto dovrà essere garantita un’adeguata e capillare informazione sia delle ragioni dell’accettazione, sia delle ragioni del rifiuto della proposta del governo. A tale scopo verrà definito il regolamento con adeguati meccanismi di garanzia a tutti i livelli.

 
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