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Post N° 824

Post n°824 pubblicato il 02 Agosto 2007 da cgil3palermo
 

Prodi a Bologna: 27 anni fa la strage alla stazione

Le vittime delle stragi, come quella del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, «hanno bisogno di verità per perdonare», la stessa verità di cui ha bisogno la democrazia. Ne è convinto il presidente del Consiglio, Romano Prodi, intervenuto questa mattina alla cerimonia in ricordo della strage di 27 anni fa in cui persero la vita 85 persone e 200 rimasero ferite.

Dal palco il premier, più volte applaudito dai partecipanti, ha ricordato che la giornata della memoria deve servire come «insegnamento in particolare ai giovani». Quella di oggi «è una giornata per ricordare una strage terribile dove il terrorismo ha cercato di distruggere la democrazia, ma è stato sconfitto sul piano etico, culturale e politico». «Le vittime - ha aggiunto Prodi - hanno bisogno di verità per perdonare e anche la democrazia ha bisogno di verità. Quando la politica ha paura della verità è destinata al fallimento». Bologna e l'Italia, ha aggiunto il presidente del Consiglio, «non si stancano di ricordare. La memoria alimenta e rafforza la democrazia».

«Chi può stupirsi dei rigurgiti del terrorismo di ogni colore, se in Italia l'omicidio politico è stato un mezzo per fare carriera e ottenere insperati accessi mediatici? Chi può stupirsi, se in Parlamento siedono tanti amici dei terroristi?». Lo ha detto in un passo (molto applaudito) del suo discorso il presidente dell'Associazione Familiari vittime della strage della stazione di Bologna, Paolo Bolognesi, parlando alla cerimonia in occasione del 27/o anniversario della strage. «Gli amici dei terroristi hanno grandi e potenti mezzi», ha detto ancora Bolognesi citando il parlamentare («addirittura segretario di presidenza della Camera») Sergio D'Elia. Bolognesi ha detto che c'è un clima di «estrema indulgenza verso personaggi come Scalzone, oggi in Italia grazie alla totale prescrizione di suoi reati, Battisti, assassino latitante che secondo il senatore Russo Spena dovrebbe essere graziato, Renato Curcio, tra i fondatori delle Brigate Rosse, che gira il paese partecipando a conferenze in cui attacca il 41bis, e Mario Tuti, pluriomicida anch'egli neoconferenziere invitato a Trieste in occasione del 25 aprile, giorno della Resistenza».

Secondo Bolognesi, «tra i vari personaggi che hanno tentato di creare una impossibile verità alternativa rispetto agli accertamenti giudiziari, si è distinto Andrea Colombo, convinto assertore dell'innocenza dei suoi intimi amici Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, che ha presentato il suo libro sul Tg2, naturalmente senza contraddittorio. Colombo è portavoce del senatore Russo Spena - ha continuato - capogruppo del Prc al Senato e già fautore di una amnistia mirata sugli anni di piombo, tanto da avere proposto a più riprese colpi di spugna per gli ex terroristi e perfino per chi, responsabile di quattro omicidi e di avere ridotto una giovane vita su una sedia a rotelle, non ha scontato nemmeno un giorno di detenzione».     

«Qui oggi vogliamo esprimere un concetto forte e chiaro - ha concluso Bolognesi sempre tra gli applausi della piazza -. Se qualcuno vuole barattare l'impunità per i neofascisti Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini in cambio dell'impunità per i cosiddetti compagni che hanno sbagliato, ha fatto male i suoi conti. Se questa è, come appare, un'operazione di 'scambio di prigionierì, un meschino compromesso per autolegittimarsi e fare dimenticare gli scheletri nell'armadio di destra e di sinistra, l'Associazione 2 agosto 1980 ne sarà una fiera oppositrice».

Il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, durante il suo discorso è stato contestato da un piccolo gruppo di rappresentanti dei sindacati di base. A questo proposito, interpellato dai giornalisti a margine del suo discorso, il ministro ha spiegato: «La contestazione è solo marginale. Quello che mi interessa è parlare con la gente, la gente vera, con questo popolo che anche oggi ha ricordato, con i parenti delle vittime che hanno il diritto di sapere, che l'Italia non può dimenticare e noi vogliamo che l'Italia non si dimentichi e faremo del nostro meglio per continuare non solo nella memoria ma anche per la tutela dei parenti delle vittime».

«Le nuove normative, disposizioni, in materia di segreto di Stato rendono, mi pare, più coerente, più trasparente, più conforme al dettato costituzionale questo istituto». Lo ha detto il segretario dei Ds, Piero Fassino, a margine della manifestazione a Bologna per la commemorazione della strage del 2 agosto 1980, commentando le novità in materia di segreto di Stato per i reati di strage e terrorismo. Altre novità riguardano la legge 206 «nuove norme a favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice».

«Le misure che sono state approvate in questi giorni - ha commentato Fassino - consentono da un lato una maggiore tutela dei familiari delle vittime dando quei riconoscimenti morali, materiali e risarcitori che sono necessari perchè il dolore e la sofferenza di chi ha vissuto sulla propria pelle questa strage possa essere almeno lenito». Per Fassino, i due provvedimenti «vanno nella direzione di garantire che la sicurezza dello Stato sia tutelata sempre nel rispetto della verità e della legge. Credo - ha concluso - che abbiamo tutti il dovere di non dimenticare, perchè non dimenticare è la condizione fondamentale perchè quello che è accaduto ieri non accada mai più».

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano ha inviato a Paolo Bolognesi, Presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna, un messaggio in cui esprime ai familiari colpiti così duramente nei loro affetti e alla nobile città di Bologna i sentimenti di vicinanza e solidarietà di tutti gli italiani. Lo riferisce un comunicato del Quirinale.

«Rivolgo il mio pensiero commosso - scrive il capo dello Stato - ai familiari delle ottantacinque vittime innocenti di quel tremendo e vile attentato che sconvolse l'intero paese. Il ricordo di quel giorno di ventisette anni fa è vivo in tutti noi. Davanti ai nostri occhi scorrono ancora le crude immagini di quella mattina: i volti dei feriti e dei loro soccorritori colmi di sgomento e dolore per tanta inumana ferocia».

«La legge recentemente approvata dal Parlamento che istituisce il "Giorno della Memoria" per ricordare tutte le vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice, dissipando ambiguità e reticenze su quei tragici eventi, - sottolinea Napolitano - costituisce il doveroso riconoscimento del dramma vissuto da famiglie che hanno perso i loro cari negli anni in cui una cieca trama eversiva ha tentato di scardinare il nostro sistema democratico. Il paese ha saputo reagire alle stragi e agli attentati con coraggio e determinazione, grazie a un comune impegno per il consolidamento dei valori fondanti delle nostre istituzioni».

«Tale impegno - esorta il presidente della Repubblica - va rinnovato ogni giorno ed a tal fine è indispensabile mantenere viva la memoria di quella drammatica stagione della storia del nostro paese, assicurando la necessaria attenzione al dolore non meno che ai diritti dei familiari delle vittime, anche attraverso le iniziative commemorative che con la giornata ora istituita per legge assumeranno nuovo rilievo».

La strage di Bologna del 2 agosto del 1980 è ancora «coperta da un velo di opacità che alimenta una memoria colma di sofferenza». È «necessario ribadire l'impegno a fare piena luce» perché «una memoria scissa dalla verità è una memoria negata». Lo scrive il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, nel messaggio inviato al sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, e al presidente dell'Associazione familiari vittime della strage del 2 agosto, Paolo Bolognesi.

«In occasione del XXVII anniversario della strage alla stazione di Bologna - osserva Bertinotti - desidero esprimere la mia più intensa vicinanza a tutti voi oggi riuniti per commemorare le persone innocenti che hanno perso la vita in quella tragedia e per ricordare tutte le vittime delle stragi e della violenza terrorista».

«Al feroce attacco del 2 agosto 1980, volto a minare nel profondo l'ordinamento democratico del Paese - sottolinea il presidente della Camera - la città di Bologna, e con essa l'intera comunità nazionale, hanno saputo rispondere con fermezza, testimoniando la volontà di non lasciarsi piegare dalle logiche aberranti del terrorismo. Ancora oggi, tuttavia, la storia di questa terribile strage è coperta da un velo di opacità che alimenta una memoria colma di sofferenza. Nel rinnovare la più viva solidarietà ai familiari delle vittime e alla comunità bolognese, colpita più volte, anche in anni recenti, dalla follia del terrorismo, è dunque necessario ribadire l`impegno a fare piena luce su questa dolorosa pagina ed a giungere alla ricostruzione della verità: una memoria scissa dalla verità è una memoria negata; un Paese che non riesce a guardare con serenità al suo passato, non può progettare il futuro di una convivenza realmente democratica».

«Nell'inviare a Lei, alle altre autorità presenti, ai familiari delle vittime ed all`intera città di Bologna il mio caloroso saluto, formulo a tutti gli intervenuti alla cerimonia odierna un sincero augurio per  il suo miglior esito», conclude Bertinotti.

 
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