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Post N° 777

Post n°777 pubblicato il 20 Luglio 2007 da cgil3palermo
 

Pensioni, Prodi: "E' una svolta per l'Italia"
La sinistra radicale attacca: "Va cambiato"

Giorni convulsi e alla fine una maratona durata otto ore, ma alla fine l'intesa tra governo e sindacati sulla riforma delle pensioni è stata raggiunta e l'accordo è approvato in linea di massima dal Consiglio dei ministri. Ma lo scoglio che ha messo a dura prova la tenuta del governo non è ancora alle spalle, malgrado il premier Romano Prodi abbia espresso grande soddisfazione per il risultato: "E' la svolta promessa ma anche un punto di arrivo: l'aumento delle pensioni minime, gli aiuti ai giovani in materia di previdenza, il riscatto della laurea. C'è un disegno continuo e questa riforma dà sicurezza al paese". "Non ho perso di vista l'obiettivo di togliere le ingiustizie che lo scalone aveva messo", ha rivendicato il premier.

Il faticoso compromesso, infatti, non piace ai partiti della sinistra radicale e nemmeno a molti ambienti della finanza internazionale. Se il commissario Ue agli Affari economici Joaquin Almunia ha fatto per telefono al ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, c'è da registrare la perplessità delle agenzie di rating Fitch e S&P. Che esprimono preoccupazione per la tenuta dei conti pubblici italiani.

Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, per fugare qualunque dubbio sulla non sostenibilità di bilancio dell'accordo, ha rilevato che la riforma è totalmente finanziata "con risorse interne al sistema previdenziale". Padoa-Schioppa ha confermato che il costo netto dell'accordo è zero, perché il costo medio di 1 miliardo l'anno per dieci anni (2008-2017) sarà "interamente coperto da fonti interne al sistema previdenziale". E Prodi ha sottolineato come "Con questo accordo non sarà preso un euro dalle tasse".

Dalle prime ore dopo l'accordo sono in trincea i partiti della sinistra radicale, che hanno manifestato delusione e annunciato un'aspra battaglia in Parlamento. La sinistra del Prc ha già annunciato, con Turigliatto e Cannavò, il suo voto contrario alla riforma previdenziale, anche nell'eventualità che il governo ponga la fiducia. Il segretario, Franco Giordano, ha avvertito: "Chiameremo la nostra base a dare un giudizio politico sul governo, un referendum che esprimerà un voto vincolante sulla nostra permanenza nell'esecutivo".

Anche i Comunisti italiani hanno espresso tutta la loro contrarietà. "Non diamo per finita la battaglia sulle pensioni - ha annunciato il segretario Oliviero Diliberto al termine di una segreteria straordinaria - che proseguirà in Parlamento, ma non nascondiamo una grande delusione".

Per i Verdi, invece, il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha fatto sapere che l'accordo "è un buon compromesso". Tuttavia anche all'interno del Consiglio dei ministri, che pure ha ratificato all'unanimità l'accordo con i sindacati, i ministri Emma Bonino e Paolo Ferrero, ha detto il sottosegretario Enrico Letta, hanno espresso "perplessità e dissenso" sul meccanismo di superamento dello scalone.

Perplessità che tuttavia non sono state tali da far venire meno l'unità del governo, ha sottolineato Prodi in un'intervista al Tg1: "Non c'è bisogno di comporre niente perché c'è stato un accordo", ha detto, precisando che "il Consiglio dei ministri ha dato veramente un parere positivo forte. Su singoli punti ci sono state alcune visioni diverse, ma quando si fanno accordi così complessi c'è sempre qualche piccola diversità".

I sindacati non hanno mostrato alcun ripensamento, mostrando nel complesso soddisfazione per l'accordo raggiunto, sia pure tra qualche perplessità: "La soluzione per lo scalone è un po' striminzita. Avremmo preferito tempi più lunghi", ha spiegato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. "La Cgil ha firmato per presa d'atto il documento del governo, riservandosi di fare tutti gli approfondimenti lunedì sul testo finale completo", ha aggiunto. Tuttavia la Cgil deve fare i conti con l'aperta contrarietà della Fiom: il segretario nazionale, Giorgio Cremaschi, ha espresso "non delusione, ma rabbia per un accordo assolutamente negativo, che conferma l'innalzamento fino a 62 anni dell'età pensionabile".

Decisamente soddisfatto il segretario della Cisl Raffaele Bonanni: "Dò un giudizio molto, molto positivo". Il segretario della Uil Luigi Angeletti ha tenuto a sottolineare che "con la revisione dei coefficienti i giovani non avranno una pensione che avrebbe rasentato il 40% dell'ultimo stipendio. Ora i giovani potranno avere una pensione pari a circa il 60% dell'ultimo stipendio".

Mentre Confindustria ha espresso irritazione per la mancata convocazione del governo: "Consideriamo grave il fatto che su una questione così importante non sia stato coinvolto il mondo delle imprese, che finanzia una larga parte del sistema previdenziale", ha detto il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei.

 
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