Post n°793 pubblicato il 24 Luglio 2007 da cgil3palermo
Istituto Resistenza Verona, si dimette il «fascista» Andrea Miglioranzi, della Fiamma Tricolore, si è dimesso dall'Istituto per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea. Il neo consigliere, la cui nomina, assieme a quella di Lucia Cametti (An), ha scatenato in questi giorni molte prese di posizioni cririche, ha deciso di rassegnare le dimissioni con una lettera inviato al Presidente del consiglio comunale veronese. «Egregio Presidente - scrive Miglioranzi - da alcuni giorni la mia elezione da parte del Consiglio Comunale di Verona nell'Assemblea dell'Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea è diventata pretesto per strumentalizzazioni e attacchi contro il Sindaco e la Giunta comunale veronese. È evidente che un'opposizione incapace di affrontare i problemi della città ricorre ad argomenti estranei al terreno delle scelte amministrative proposte e attuate dalla nuova Giunta. Per eliminare quindi strumentalizzazioni pretestuose che tendono a sviare l'attenzione dei cittadini e dell'opinione pubblica dal lavoro del Sindaco Tosi e della Giunta - conclude-, rassegno le mie dimissioni dall'Assemblea dell'Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea». In risposta alle critiche Miglioranzi aveva regalato altre "perle di pensiero". «Non sono un nostalgico - dice Miglioranzi -. Essere fascista per me significa avere un patrimonio etico e culturale con cui coniugare tradizione e valori sociali». «Credo che la mia nomina non sia una provocazione, ma un'occasione per far emergere la verità. Non amo parlare di revisionismo, questa parola ha assunto connotazione negativa. Mi piace parlare di verità, questo sì. La storia è stata scritta dai vincitori, lo sappiamo tutti. Non capisco questa levata di scudi». Dopo la protesta della senatrice di Rifondazione Tiziana Valpiana, dell'Anpi, lunedì è arrivata anche la presa di posizione dei Ds. «Siamo sbalorditi e indignati per la scelta del Consiglio comunale di Verona, a salda maggioranza di centrodestra, di nominare il dirigente del movimento Fiamma Tricolore Andrea Miglioranzi membro del Consiglio direttivo dell'Istituto veronese per la Resistenza - afferma Samuele Mascarin, organizzatore nazionale della Sinistra giovanile dei Ds-. Una scelta provocatoria alla luce della storica militanza di Miglioranzi nell'estrema destra veneta, testimoniata anche dalla sua pluriennale attività nel gruppo musicale skinhead Gesta Bellica». «Non può sfuggirci che questo è uno dei primi emblematici atti politici della maggioranza di centrodestra guidata dal nuovo Sindaco di Verona Flavio Tosi», rileva Mascarin. «Come Sinistra giovanile ci auguriamo che da subito non solo il mondo democratico e antifascista, ma anche le istituzioni si attivino - conclude l'esponente Ds - affinchè la nomina di Miglioranzi venga sospesa e revocata e si impedisca che all'Istituto veronese per la Resistenza sia delegato un esponente dell'estrema destra già condannato nel 1996 a tre mesi di carcere per istigazione all'odio razziale». Sulle dimissioni di Miglioranzi interviene anche il sindaco Tosi. L'astro nascente del leghismo si toglie d'impiccio dalle polemiche, ma esprime ancora vicinanza con Miglioranzi. «Ringrazio l'amico consigliere Andrea Miglioranzi che, con le sue dimissioni, confermando le sue doti di grande lealtà e di correttezza, ha dimostrato di avere a cuore il bene della città, sottoposta per l'ennesima volta ad un fuoco di fila da alcuni media nazionali per una questione non così rilevante (la classica tempesta in un bicchiere d'acqua), e ha dato un contributo utile a riportare su un terreno concreto il dibattito politico amministrativo». Le dimissioni di Miglioranzi sono accolte «con soddisfazione» da Tiziana Valpiana, senatrice di Rifondazione comunista, anch'essa membro dell'Istituto per la Resistenza e fra i primi a contestarne la nomina. «Era un insulto alla storia della Repubblica». A giudizio di Valpiana, «a dirigere un istituto che si occupa di studi sulla resistenza non può esserci un esponente politico di una formazione che si richiama a valori opposti. La nomina di Miglioranzi - insiste - mi era sembrata un gesto di rara arroganza e sono lieta che abbia fatto un passo indietro». Non pensa minimamente alle dimissioni invece l'altra nominata dal Consiglio comunale veronese all'Istituto per la Resistenza. Lucia Cametti, di An non si sente di troppo. «Non capisco perché ci sia questo ostracismo - commenta - nei confronti di chi è stato eletto dal Consiglio comunale. Ci tengo a sottolineare che non sono stata nominata, ma eletta. E poi, perché si parla soltanto di me e di Andrea Miglioranzi - prosegue il consigliere - e non del terzo esponente eletto, che fa parte dei Comunisti Italiani? Mi chiedo se ancora oggi, a sessant'anni dalla Resistenza, si vogliano dividere i fascisti dai comunisti. Ma allora, chi sono i veri fascisti?». Poi arriva l'attacco a certa stampa «faziosa» e che avrebbe «stravolto le sue dichiarazioni», in particolare riguardo al 25 Aprile. «Non ho mai parlato dei soldati di Salò - si difende - di giornate della memoria ce ne sono fin troppe, nelle quali si finisce sempre per dividersi su due fronti. Io ho rispetto per i caduti di entrambe le parti e non sono una nostalgica, come qualcuno ha detto, perchè io quel periodo storico non l'ho vissuto». Poi però la consigliera di An torna all'attacco e parla di «un silenzio colpevole» a proposito delle possibili colpe della Resistenza, ricordando che i morti ci sono stati da entrambe le parti e che «la prima e unica forma di giustizia è riconoscere a ciascuno il suo». «Quelli che vogliono che io mi dimetta - aggiunge - sono degli stalinisti. Mi attaccano perchè sono una donna e perché nella loro dittatura intellettuale non sono disposti a sentire una voce fuori dal coro, che invece potrebbe portare nuove idee».
Post n°792 pubblicato il 24 Luglio 2007 da cgil3palermo
Tag: Minimo Sindacale Welfare e precariato, sinistra dell'Unione all'attacco Sul Welfare - vale a dire il protocollo sullo Stato sociale varato lunedì a Palazzo Chigi da governo e parti sociali - il conflitto è aperto. L'ala sinistra dell'Unione, da Sd a Rifondazione, annuncia battaglia contro il documento redatto dal governo, che potrebbe creare un nuovo "conflitto" nella maggioranza. E il presidente del Senato Franco Marini, già ha preannunciato che, a Palazzo Madama, «sarà dura». «Non c'è dubbio che sulle pensioni il dibattito sarà forte, ma occorre trovare una via per evitare la rottura». In realtà, è sulla proposta avanzata dal ministro del Lavoro Cesare Damiano sul Welfare che si appuntano le critiche della sinistra dell'Unione. «L'accordo sulle pensioni è ok, no su lavoro e competitività», è la posizione della Sinistra democratica, che con il ministro dell'Università Fabio Mussi si dice pronta ad avanzare «soluzioni diverse più coerenti con il programma dell'Unione». In particolare, il protocollo del governo "Equità e crescita Sostenibile", dice Fabio Mussi, «contiene tre parti: previdenza, competitività e mercato del lavoro. Avendo espresso in Consiglio dei Ministri consenso sulla previdenza, l'unica parte lì messa in discussione, devo a mezzo stampa esprimere il mio dissenso e quello di Sinistra Democratica sulle altre due». Le maggiori critiche vengono, però, da Rifondazione e da Verdi-Pdci. «Bocciamo la proposta, con Damiano è scontro», afferma il segretario del Prc Franco Giordano, che aggiunge: si tratterebbe di misure che non erano previste dal «programma dell'Unione». Per questo, «non siamo stati coinvolti», scandisce Giordano, «e dunque non ci sentiamo legati». «Con il protocollo sullo Stato sociale - afferma il capogruppo dei Verdi-Pdci alla Camera, Manuela Palermi - siamo capolinea». «È incredibile... l'accordo sul Welfare è, addirittura, peggiorativo», commenta il coordinatore del Pdci Marco Rizzo. E Alfonso Pecoraro Scanio, leader dei Verdi e ministro dell'Ambiente, aggiunge: «L'accordo sa di muffa».
Post n°791 pubblicato il 24 Luglio 2007 da cgil3palermo
Tag: Oggi non si lavora «Pensioni, al Senato ce la faremo» «Sarà dura, non c'è dubbio che il dibattito sarà forte, ma occorre trovare una via per evitare la rottura». Così il presidente del Senato, Franco Marini, risponde durante la tradizionale cerimonia del Ventaglio, a chi gli chiede delle difficoltà della maggioranza sulla riforma previdenziale che potrebbero diventare di particolare ostacolo quando il dossier pensioni approderà a palazzo Madama. Marini non nega, dunque «le difficoltà» ma mostra anche ottimismo e assicura: «Con il nostro lavoro ce la faremo».
Post n°790 pubblicato il 24 Luglio 2007 da cgil3palermo
Tag: Oggi non si lavora Giro di vite sui contratti a termine prestiti a tasso zero ai giovani precari Non solo scalone. Si chiama "Protocollo su previdenza, lavoro e competitività" e in sei capitoli (previdenza, ammortizzatori sociali, mercato del lavoro, competitività, giovani e donne) integra l'accordo sull'età pensionabile con interventi a 360 gradi: modifiche alla legge Biagi, aumento dei sussidi di disoccupazione, revisione dei rinnovi contrattuali e l'aumento delle pensioni più basse per oltre 7 milioni di persone. Tolto il nodo previdenziale, per gli altri capitoli si illustrano gli orientamenti del governo, tutti da trasformare in leggi e accordi con le parti sociali. Mercato del lavoro. S'interverrà sui contratti a termine: se con una successione di rapporti a tempo determinato si sono superati i 36 mesi, ogni nuovo contratto dovrà essere stipulato presso la direzione provinciale del lavoro con l'assistenza delle organizzazioni sindacali. Se non si rispetta questa procedura il contratto si considera a tempo indeterminato. Chi ha svolto mansioni per 6 mesi ha diritto di precedenza nelle assunzioni fatte da quella azienda per i 12 mesi successivi. Inoltre saranno "riordinati" il contratto di apprendistato e il part-time. Sulla legge Biagi certa l'abolizione del lavoro a chiamata, mentre per la tipologia dello staff leasing si aprirà un confronto con le parti sociali per una revisione. Competitività. Per ridurre il costo del lavoro viene abolita la contribuzione aggiuntiva ora in vigore sugli straordinari, inoltre sarà istituito un fondo da 160 milioni di euro l'anno per tre anni con cui finanziare gli sgravi contributivi per aziende e lavoratori che stipulano contratti di secondo livello in cui si prevedono premi per aumenti della produttività e per i risultati dell'azienda. Il tetto dello sgravio sale dal 3% al 5% della retribuzione annua. Giovani. Per il triennio 2008-10 un fondo da 150 milioni di euro sarà a disposizione di chi ha carriere discontinue. Fornirà prestiti a tasso zero in grado di compensare cadute di reddito e anticipare i futuri stipendi. Inoltre ci saranno risorse per il microcredito rafforzando il prestito d'onore. Facilitata la totalizzazione dei contributi e il riscatto degli anni di università. Donne. Per aumentare la partecipazione delle donne al lavoro saranno potenziati incentivi al part time e i servizi per l'infanzia.
Post n°789 pubblicato il 23 Luglio 2007 da cgil3palermo
Tag: Pensiero Stupendo IL PAESE CHE AVEVA PAURA DELLA NOTTE
Post n°788 pubblicato il 23 Luglio 2007 da cgil3palermo
Tag: Oggi non si lavora Vergogna ! Ennesima voltafaccia del governo. Accordo truffa ai danni dei lavoratori. E’ l’ennesimo voltafaccia del governo. Leonardo Masella
Post n°787 pubblicato il 23 Luglio 2007 da cgil3palermo
Fasci, sbirri e “democratici” (una brutta storia) Partiamo da loro, dai democratici. Chiariamo subito che non usiamo il termine nel suo senso originario, per alludere a persone che hanno a cuore la possibilità di esprimere il dissenso e che si battono contro l’autoritarismo. Quella è una specie in via di estinzione. Adesso ci sono i democratici che avranno in Veltroni il loro leader, che non dispongono di un vero e proprio programma e che, quando parlano di riforme, minacciano nuovi attacchi ai diritti sociali.
Post n°786 pubblicato il 23 Luglio 2007 da cgil3palermo
Tag: Pensiero Stupendo Il circolo Pink offre ospitalita' all'Istituto per la storia della Resistenza Il Pink esprime piena solidarietà all'Istituto per la Storia della Resistenza in seguito alle gravissime offese fatte dalla Giunta Tosi dopo la nomina dei fascisti Cametti e Miglioranzi in qualità di rappresentanti per il Comune. Il circolo Pink
Post n°785 pubblicato il 22 Luglio 2007 da cgil3palermo
Un «fascista» all'Istituto per la Resistenza di Verona Tre mesi di carcere per istigazione all'odio razziale, leader degli skinhead, dirigente della Fiamma Tricolore, membro del gruppo musicale "Gesta bellica", che come pezzi culto ha canzoni dedicate a Erik Priebke ("Il capitano") e a Rudolph Hess ("Vittima della democrazia"). Quale curriculum migliore per far parte dell'Istituto per la resistenza di Verona? La splendida idea di nominare il 35enne Andrea Miglioranzi («Fascista? Per me è un termine molto caro») come rappresentate del Comune all'ente fondato nel 1998 che ha tra i compiti quello di «raccogliere testimonianze di partigiani» è venuta alla maggioranza del consiglio comunale. Ancora elettrizzati dalla fresca nomina dopo l'elezione a sindaco dell'astro nascente della Lega Flavio Tosi (quello che come prima cosa ha cacciato gli «zingari» dalla città), i consiglieri della destra si sono sentiti di osare. Dovevano nominare due persone. La prima è stata Lucia Canetti di Alleanza Nazionale. E già ci sarebbe di che discutere. Ma per secondo hanno scelto lui, «il camerata Miglioranzi». Uno che era già conosciuto nel mondo del "white power rock", ma è diventato ancora più famoso per essere il primo in Italia a finire in carcere per la legge Mancino sull'istigazione all'odio razziale. Nel 1996: tre componenti del gruppo (oltre a Miglioranzi, c'è il leader Alessandro Castorina, ora segretario provinciale della Fiamma Tricolore) organizzano un'aggressione nei confronti di uno "sharp" (skinheads di sinistra), reo di essere l'ispiratore di alcune iniziative musicali multietniche. Le minacce sono chiare: «A Verona queste cose non le vogliamo, se ci provi ancora sei morto». I picchiatori sono di Napoli, i mandanti si limitano ad osservare il pestaggio. Con entusiasmo. La Digos li arresta e, grazie all'applicazione della legge Mancino, scontano in carcere quasi tre mesi. Qualcuno a Verona, città medaglia d'oro per la Resistenza, si è opposto. Oltre allo scultore e sopravvissuto ai campi di concentramento Vittore Bocchetta («Qui è peggio del periodo di Hitler, a Verona manca totalmente la memoria storica»), è la senatrice di Rifondazione Tiziana Valpiana a organizzare la protesta. «Io sono anche componente del direttivo dell'Istituto e posso promettere che Miglioranzi non varcherà mai la soglia della nostra sede. Mi impegno in nome dei miei parenti morti a Mathausen. La sua nomina è in spregio alla resistenza e già lunedì chiederò a Oscar Luigi Scalfaro, come presidente degli enti di ricerca sulla resistenza, di chiedere l'annullamento della nomina». La senatrice Valpiana, poi, dietro Miglioranzi vede la mano di Tosi. «Sono sicura che l'idea è sua. Il nuovo sindaco vuole mostrarsi come uomo forte, come nuovo Gentilini (l'ex sindaco di Treviso, ndr) e per farlo arriva a provocazioni come quella di nominare un fascista pregiudicato a custode della memoria dei partigiani». E difatti il neo sindaco di Verona (accomunato a Miglioranzi per una condanna, ancora non definitiva, per lo stesso reato) non si nasconde. «Le nomine sono del Consiglio comunale, ma li avrei votati anch'io se fossi stato presente. I due consiglieri nominati sono sicuramente persone preparate, con idee politiche magari diverse. Ma sono convinto che possano portare un confronto positivo all'interno dell'Istituto, non per riscrivere la storia o per fare del revisionismo, ma per approfondire alcuni aspetti sui quali fino ad ora c'è stata minore sensibilità». Oltre a Tosi, a Miglioranzi è stata espressa solidarietà dal presidente veronese di An Massimo Giorgetti. «In democrazia funziona così, non capisco lo sconcerto. E poi mi pare che il dopoguerra sia finito da un pezzo», ha commentato stupito al "Corriere di Verona". Insomma, Miglioranzi (e Canetti di An) potranno dimostrare che i partigiani stavano dalla parte sbagliata e che i giusti stavano vicino Verona, nella Repubblica Sociale di Salò. Miglioranzi potrà farlo canticchiando le canzoni del suo gruppo. Come "Feccia Rossa": "feccia rossa/nemica della civiltà/ bestia senza umanità/ la celtica croce vincerà". Oppure "8 settembre '43": "una data senza perché/ è giunta l'ora della viltà/ un altro marchio di infamità/ Ma io sono camicia nera/ nel mio cuore una fede sincera".
Post n°784 pubblicato il 22 Luglio 2007 da cgil3palermo
Non piace affatto alla Fiom, la categoria dei metalmeccanici, l'accordo sulle pensioni. Il leader, Gianni Rinaldini, e il segretario nazionale, Giorgio Cremaschi, hanno già espresso la volontà di votare "no" al mandato a chiudere l'accordo quando e se il direttivo della Cgil dovesse poi esser chiamato ad esprimersi. «L'accordo è il cedimento ad una campagna ideologica priva di fatti e di dati: e più che delusione c'è rabbia», ha affermato Cremaschi.
Post n°783 pubblicato il 22 Luglio 2007 da cgil3palermo
Tag: Oggi non si lavora Prodi: sulle pensioni rimediato a ingiustizia Il premier Romano Prodi si compiace per l’accordo raggiunto giovedì notte tra governo e sindacati sulla riforma delle pensioni e l'ammorbidimento dello scalone: con l'intesa, ha detto Prodi, a Bologna per il fine settimana, si è «rimediato a un’ingiustizia» e si è provato a «tenere i conti a posto». DISSENSI? NON MI MERAVIGLIANO - «Credo - ha spiegato il premier - che sia emerso da tutti i commenti che è stata fatta una cosa seria, di giustizia e che allo stesso tempo si sia aiutato un equilibrio di medio e lungo periodo delle finanze pubbliche italiane. «Era quello che volevamo fare - insiste Prodi - rimediare a una ingiustizia e tenere i conti a posto». In mattinata, dopo un giro in bicicletta sui colli bolognesi, il presidente del Consiglio si è fermato qualche minuto davanti alla sua abitazione di via Gerusalemme: «I lavoratori che andranno in pensione - ha detto Prodi - non avranno vantaggi, ma neanche svantaggi». Il presidente del Consiglio ha anche ammesso che i «dissapori» all’interno della maggioranza erano attesi, viste le posizioni molto distanti dei partiti rappresentati: «I contrasti sono evidenti? - ha detto riferendosi alle critiche di Rifondazione comunista - Mi meraviglierei del contrario». E la discussione in Parlamento? «Vedremo a settembre». CONFRONTO CON FLAVIA - Ma le modifiche al sistema previdenziale apportate dal governo sembrano avere molti detrattori, se persino la signora Prodi gli lancia una battuta davanti casa, chiacchierando con i giornalisti: Flavia Franzoni gli sottopone il caso del «mio parrucchiere» che, dopo «aver iniziato a lavorare a quattordici anni», a quanto pare oggi è «scontento» per l'esito della trattativa con i sindacati. Ed in effetti «ne avete scontentati...», è la riflessione della signora. Ma il Professore rassicura: «C'era chi, da un giorno all'altro – ha spiegato – sarebbe andato in pensione tre anni dopo» rispetto alla tabella di marcia, se l'esecutivo non avesse cancellato lo «scalone» previsto dalla riforma Maroni.
Post n°782 pubblicato il 22 Luglio 2007 da cgil3palermo
Gli operai Luxottica ai Raggi X L’impresa aveva utilizzato le telecamere del garage per dimostrare le inadempienze del lavoratore. Il caso è relativo a quello di un dipendente dell’Eni che era stato licenziato dopo la sentenza in appello a marzo 2005. Ora l’azienda dovrà reintegrarlo e pagargli gli stipendi arretrati. Tutti i pareri del Garante sui controlli negli uffici C’è una soglia che non deve essere mai valicata. Pure se il lavoratore è uno di quelli che di lavorare non ne vuole proprio sentire parlare. A dirlo è una sentenza della Cassazione che ha stabilito che "la vigilanza sul lavoro, ancorché necessaria nell'organizzazione produttiva" va "mantenuta in una dimensione 'umana' e cioé non esasperata dall'uso di tecnologie" che violano la privacy del dipendente stesso”. Insomma il Grande Fratello nelle imprese non può andare in onda. La sentenza 15892 della Cassazione, redatta da Paolo Stile, ha annullato su queste basi il licenziamento che era stato inflitto il 3 luglio del 2002 ad un dipendente dell'Eni Spa. Sergio P., a dire del datore di lavoro, aveva mostrato un "comportamento malizioso e ripetutamente inadempiente, o comunque idoneo ad ingenerare sfiducia". In particolare la sentenza fa riferimento all’uso che il datore di lavoro ha fatto delle telecamere all’interno del garage dove potevano parcheggiare i dipendenti per dimostrare le sue ingiustificate assenze e ritardi. Nella sentenza del giudizio d'appello emessa a marzo 2005, con il quale il dipendente era stato licenziato, si affermava che l’uomo "eludendo i controlli varcava altri accessi ed entrava nel garage o ne usciva con la sua auto privata". La sentenza sembra muoversi in una direzione diversa rispetto alle precedenti pronunce e stabilisce che le imprese pure se si trovano di fronte all’esigenza di “evitare condotte illecite da parte dei dipendenti" non possono spiare la condotta del dipendente facendo un ricorso "esasperato a mezzi tecnologici" così da fare venire meno "ogni forma di garanzia della dignità e della riservatezza del lavoratore". Per la Cassazione quindi, pure in presenza di un comportamento grave “svoltosi in maniera sistematica tale da avere spezzato il vincolo fiduciario", il dipendente va immediatamente "reintegrato nel suo posto di lavoro". Allo stesso tempo l’impresa dovrà un risarcimento al lavoratore per i danni pari alla retribuzione di circa 1.500 euro per quattrodici mensilità, ovvero dal giorno del licenziamento a quello della reintegrazione. La Suprema Corte ricorda che sussiste il "divieto di utilizzazione di mezzi di controllo a distanza, tra i quali, in primo luogo, gli impianti audiovisivi sul presupposto che la vigilanza sul lavoro va mantenuta in una dimensione umana" stabilito dallo Statuto dei lavoratori. La richiesta dell’installazione di impianti ed apparecchiature di controllo, dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori, può essere solo condizionata a “esigenze di sicurezza del lavoro". In ogni caso la installazione è "condizionata all'accordo con le rappresentanze sindacali aziendali o con la commissione interna, o in difetto, all'autorizzazione dell'ispettorato del lavoro". D'altronde il diritto alla privacy del dipendente si estende anche durante le attività di lavoro in ufficio. Il Garante nella sua ultima relazione annuale ha ribadito, in occasione di un caso relativo a un lavoratore licenziato per avere consultato siti a contenuto religioso, politico e pornografico, che il datore non può copiare direttamente dalla directory intestata al lavoratore le pagine web senza informare preventivamente il lavoratore. Tale trattamento può essere effettuato senza il consenso solo “se necessario per difendere in giudizio un diritto di pari rango pari a quello dell’interessato della personalità o un altro diritto fondamentale.” Sempre in merito al controllo da parte dell’azienda dei movimenti dei dipendenti il Garante ha dato ad agosto un “sì condizionato” al progetto di una società che prevede l'uso delle impronte digitali per far accedere i dipendenti in determinate aree del magazzino merci dove sono depositati beni di particolare valore. “Le impronte digitali potranno essere usate solo per identificare in maniera certa i dipendenti della società abilitati all'accesso alle aree riservate e non per la rilevazione delle loro presenze. Scopo dell'installazione del sistema biometrico è quello di garantire una maggiore sicurezza delle merci ed evitare il ripetersi di furti di beni preziosi". Quanto alle email la pratica del controllo sembra essere molto diffusa. Per Mauro Paissan, componente del Garante per la Privacy, “è giusto partire dal quadro normativo vigente (per quanto non specifico) che al momento punisce con una sanzione penale (art. 616 c.p.) chiunque violi una corrispondenza a lui non diretta, specificando che per corrispondenza si intende anche quella informatica o telematica. E’ necessario trovare una soluzione che contemperi il diritto del datore di lavoro di mantenere il controllo dei beni aziendali con l’insopprimibile diritto, costituzionalmente tutelato, alla segretezza della corrispondenza e alla protezione dei propri dati personali. In ogni modo, su questo delicatissimo punto non c’è ancora una normativa specifica né una giurisprudenza consolidata.”
Post n°781 pubblicato il 22 Luglio 2007 da cgil3palermo
Tag: Minimo Sindacale Cassazione: “Mai spiare il dipendente lavativo” L’impresa aveva utilizzato le telecamere del garage per dimostrare le inadempienze del lavoratore. Il caso è relativo a quello di un dipendente dell’Eni che era stato licenziato dopo la sentenza in appello a marzo 2005. Ora l’azienda dovrà reintegrarlo e pagargli gli stipendi arretrati. Tutti i pareri del Garante sui controlli negli uffici C’è una soglia che non deve essere mai valicata. Pure se il lavoratore è uno di quelli che di lavorare non ne vuole proprio sentire parlare. A dirlo è una sentenza della Cassazione che ha stabilito che "la vigilanza sul lavoro, ancorché necessaria nell'organizzazione produttiva" va "mantenuta in una dimensione 'umana' e cioé non esasperata dall'uso di tecnologie" che violano la privacy del dipendente stesso”. Insomma il Grande Fratello nelle imprese non può andare in onda. La sentenza 15892 della Cassazione, redatta da Paolo Stile, ha annullato su queste basi il licenziamento che era stato inflitto il 3 luglio del 2002 ad un dipendente dell'Eni Spa. Sergio P., a dire del datore di lavoro, aveva mostrato un "comportamento malizioso e ripetutamente inadempiente, o comunque idoneo ad ingenerare sfiducia". In particolare la sentenza fa riferimento all’uso che il datore di lavoro ha fatto delle telecamere all’interno del garage dove potevano parcheggiare i dipendenti per dimostrare le sue ingiustificate assenze e ritardi. Nella sentenza del giudizio d'appello emessa a marzo 2005, con il quale il dipendente era stato licenziato, si affermava che l’uomo "eludendo i controlli varcava altri accessi ed entrava nel garage o ne usciva con la sua auto privata". La sentenza sembra muoversi in una direzione diversa rispetto alle precedenti pronunce e stabilisce che le imprese pure se si trovano di fronte all’esigenza di “evitare condotte illecite da parte dei dipendenti" non possono spiare la condotta del dipendente facendo un ricorso "esasperato a mezzi tecnologici" così da fare venire meno "ogni forma di garanzia della dignità e della riservatezza del lavoratore". Per la Cassazione quindi, pure in presenza di un comportamento grave “svoltosi in maniera sistematica tale da avere spezzato il vincolo fiduciario", il dipendente va immediatamente "reintegrato nel suo posto di lavoro". Allo stesso tempo l’impresa dovrà un risarcimento al lavoratore per i danni pari alla retribuzione di circa 1.500 euro per quattrodici mensilità, ovvero dal giorno del licenziamento a quello della reintegrazione. La Suprema Corte ricorda che sussiste il "divieto di utilizzazione di mezzi di controllo a distanza, tra i quali, in primo luogo, gli impianti audiovisivi sul presupposto che la vigilanza sul lavoro va mantenuta in una dimensione umana" stabilito dallo Statuto dei lavoratori. La richiesta dell’installazione di impianti ed apparecchiature di controllo, dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori, può essere solo condizionata a “esigenze di sicurezza del lavoro". In ogni caso la installazione è "condizionata all'accordo con le rappresentanze sindacali aziendali o con la commissione interna, o in difetto, all'autorizzazione dell'ispettorato del lavoro". D'altronde il diritto alla privacy del dipendente si estende anche durante le attività di lavoro in ufficio. Il Garante nella sua ultima relazione annuale ha ribadito, in occasione di un caso relativo a un lavoratore licenziato per avere consultato siti a contenuto religioso, politico e pornografico, che il datore non può copiare direttamente dalla directory intestata al lavoratore le pagine web senza informare preventivamente il lavoratore. Tale trattamento può essere effettuato senza il consenso solo “se necessario per difendere in giudizio un diritto di pari rango pari a quello dell’interessato della personalità o un altro diritto fondamentale.” Sempre in merito al controllo da parte dell’azienda dei movimenti dei dipendenti il Garante ha dato ad agosto un “sì condizionato” al progetto di una società che prevede l'uso delle impronte digitali per far accedere i dipendenti in determinate aree del magazzino merci dove sono depositati beni di particolare valore. “Le impronte digitali potranno essere usate solo per identificare in maniera certa i dipendenti della società abilitati all'accesso alle aree riservate e non per la rilevazione delle loro presenze. Scopo dell'installazione del sistema biometrico è quello di garantire una maggiore sicurezza delle merci ed evitare il ripetersi di furti di beni preziosi". Quanto alle email la pratica del controllo sembra essere molto diffusa. Per Mauro Paissan, componente del Garante per la Privacy, “è giusto partire dal quadro normativo vigente (per quanto non specifico) che al momento punisce con una sanzione penale (art. 616 c.p.) chiunque violi una corrispondenza a lui non diretta, specificando che per corrispondenza si intende anche quella informatica o telematica. E’ necessario trovare una soluzione che contemperi il diritto del datore di lavoro di mantenere il controllo dei beni aziendali con l’insopprimibile diritto, costituzionalmente tutelato, alla segretezza della corrispondenza e alla protezione dei propri dati personali. In ogni modo, su questo delicatissimo punto non c’è ancora una normativa specifica né una giurisprudenza consolidata.”
Post n°780 pubblicato il 22 Luglio 2007 da cgil3palermo
Tag: Minimo Sindacale Il peggiore accordo possibile - Coord Naz. RSU Non hanno solo riconfermato (peggiorandolo) lo scalone Maroni ed i suoi effetti. Hanno fatto di peggio. Hanno liquidato definitivamente il diritto alla pensione dei lavoratori dipendenti dalla categoria del salario differito, introducendo un meccanismo che porta la "cassa previdenziale" (quella cioè finanziata con i contributi dei lavoratori) nella completa disponibilità dello Stato.
Post n°779 pubblicato il 20 Luglio 2007 da cgil3palermo
Tag: Pensiero Stupendo Stanotte è stato raggiunto un accordo disastroso aumentata l'eta pensionabile a 62 anni. La Rete 28 Aprile sarà impegnata a fa sentire il suo no...
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