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APPALTO RICCO MI CI FICCO (Natalia Lombardo da "l'Unità" del 30/03/2011)

Post n°4 pubblicato il 18 Luglio 2011 da videomakerblog
Foto di videomakerblog

Operatori tv pagati in nero o sottopagati, offerte al ribasso che corrodono dove è più facile, sul costo del lavoro, con lavoratori iscritti all’Enpals e cancellati il giorno dopo. Sfruttamento e concorrenza sleale, persino con montatori pagati alla «cinese» a 4 euro l’ora, la metà di una baby sitter. Esiste un sottobosco nel quale i diritti dei lavoratori, i compensi dovuti e la legalità, a quanto lamentano con angoscia dall’interno di questo mondo, sono ormai argomenti cancellati. Si tratta della rete di società di produzione alla quale la Rai appalta circa l’80 per cento riprese televisive con troupes attrezzate, impianti luce, montaggio, trasporti.

È su questi meccanismi  che la Cgil-Slcn in un’alleanza con le imprese virtuose, i lavoratori, i sindacati e l’Enpals, cerca faticosamente di vigilare sulla concorrenza delle procedure procedure di appalto e come freno alle gare a ribasso, sollecitando anche la Rai a controllare con maggiore attenzione. Una battaglia portata avanti anche dal “Coordinamento dei lavoratori del Broadcast”, CLB: operatori di riprese, montatori, tecnici video-audio, che cercano di sensibilizza re chi deve promuovere i controlli.

   La tv chiede alle società appaltatrici dei parametri obbligatori per essere accettate, queste li presentano, ma il problema si crea successivamente, quando, come denunciano aziende danneggiate nel lavoro (che vogliono mantenere l’anonimato per non essere danneggiate ulteriormente), “c’è chi iscrive all’Enpals un numero di dipendenti e poi li riduce per non versare i contributi, pagando così il personale a nero”.

FINO AL 2008 a Viale Mazzini esisteva la cosiddetta “Golden list” delle società appaltatrici, grandi e piccole. Cosa è successo? Cambiati i dirigenti della struttura Rai di Produzione tv, nel 2008, da qui all’inizio del 2011 una galassia di circa 35 nuove società è entrata nell’elenco dei fornitori, quindi le ditte abituali hanno perso appalti e lavoro finendo sull’orlo del tracollo, mentre queste ultime hanno aumentato il loro fatturato. Anche società storiche, però, alcuni assumono con contratti a giornata i dipendenti, magari col minimo sindacale, altri a partita Iva, alcuni a tempo altri al nero.

   Scatole cinesi celano legami parentali: un esempio è la neonata “SiriVideo s.r.l.”, iscritta al registro delle imprese di Roma il 6 dicembre 2010, sede legale a viale Mazzini 117, per la produzione televisiva, cura della pubblicità e organizzazione degli spettacoli teatrali”. Ora, del capitale sociale di appena 10.000 euro il 70% (7000 euro) è la quota di maggioranza di Paolo Nesci, il restante 30% è di proprietà di Silvio Ricci, amministratore unico Bruno Ricci. Ma Paolo Nesci, 27 anni, è figlio di Teresa Santa Niglio, sorella di Giuseppe Niglio, nato a Badolato nel 1950 che, attraverso la moglie Laura Variano è proprietario della “Euro Group Production s.r.l.” (costituita nel ’93) della quale lo stesso Niglio è amministratore unico. Capitale sociale del 100% di Laura Vairano, 25.820 euro, ha vinto l’appalto per La storia siamo noi e Dixit. La “SiriVideo” si è già assicurata la prima gara del 2011 e i turni giornalieri per le troupes.

IL GIOCO E’ FATTO: Niglio, attraverso il nipote Paolo Nesci, gestisce due società di produzione che lavorano con la tv pubblica. Eppure nel codice etico della Rai sono banditi conflitti d’interesse nel caso un collaboratore “si avvantaggi personalmente di opportunità di affari dell’impresa”; non solo, al comma D dell’art.2.5, è vietato “direttamente o tramite familiari, amici o intermediari, acquisire un interesse in un fornitore, cliente o concorrente della società” cosi da “non rendere il destinatario eccessivamente soggetto alle loro fortune finanziarie”.

   Ma la Rai quanto approfondisce i controlli sulle società? Ora, dopo tante denunce, c’è un impegno alla trasparenza da parte di Andrea Jengo, dirigente della struttura di acquisto e appalto, che viene però indicato come colui che ha aperto le porte alle nuove aziende, rispetterà l’impegno preso con i lavoratori?

   Nel giro degli appalti facili c’è anche la società che fa capo ai due fedelissimi uomini di Berlusconi: la “Di And Di – Lighting & Truck” prelevata da Roberto Gasparotti, il “regista” luci del premier e il suo supporto Mastropietro, e che, per dirne una, ha gestito riprese e allestimento per la consegna delle case agli aquilani con un conto (per Palazzo Chigi) di 300 mila euro, secondo l’Espresso; ai due factotum del cavaliere tra il 2001 e il 2005 faceva riferimento “Euroscena”, alla quale furono appaltate le riprese Rai per Palazzo Chigi, e che ora, dopo un’esperienza con la tv di Maria Vittoria Brambilla, sarebbe caduta in disgrazia.

 
 
 
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Data di creazione: 10/07/2011
 

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