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l'11 settembre è andato così come c'è l'hanno raccontato?, cosa sono le scie chimiche? cosa sta veramente succedendo oggi?

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The 9/11 Commission Report: Omissions and Distortions P°2

Post n°38 pubblicato il 09 Agosto 2006 da il.dubbioso
 

Contraddizioni

  • Il Rapporto da una parte osserva che la domanda del pilota Hani Hanjour fu respinta e lo definisce un "pessimo pilota", ma dall’altra lo considera il "pilota più esperto dell’operazione" e che ha pilotato il Volo 77 attraverso una manovra a spirale di 330 gradi in picchiata. 
  • Il Rapporto spiega che i terroristi suicidi scelsero di non colpire una centrale nucleare perché "ritenevano che un bersaglio nucleare sarebbe stato difficile da colpire a causa del limitato spazio aereo attorno ad esso. Questo avrebbe complicato il riconoscimento dei voli e aumentato la probabilità che qualsiasi aereo avrebbe potuto essere abbattuto prima dell’impatto" (p. 245). Il Rapporto, però, non applica la stessa logica al Pentagono, il quale, essendo il cuore dell’esercito statunitense, si presume conti su difese maggiori rispetto ad un impianto nucleare.
  • Il Rapporto affronta la questione del perché George W. Bush sia rimasto nella nota scuola di Sarasota fino alle ore 9:35 -- mezz’ora dopo l’attacco alla seconda torre – riferendo che il Presidente "ci disse che il suo istinto era quello di trasmettere calma ed evitare che il paese vedesse una reazione turbata in un momento di crisi" (p. 38) e che il Servizio Segreto "ci disse che erano impazienti di trasferire il Presidente in un luogo più sicuro, ma non pensavano che fosse urgente per lui darsela a gambe" (p. 39). Il Rapporto accetta implicitamente queste spiegazioni come soddisfacenti, e ciò implica che per Bush impiegare meno di mezz’ora per lasciare la scuola avrebbe significato mostrare una reazione turbata e "darsela a gambe".
  • fu respinta e lo definisce un "pessimo pilota", ma dall’altra lo considera il "pilota più esperto dell’operazione" e che ha pilotato il Volo 77 attraverso una manovra a spirale di 330 gradi in picchiata. 

La lista prende in considerazione solo alcune delle più ovvie omissioni presenti nel Rapporto. Persino il libro di Griffin – attualmente la critica costruttiva più esauriente del Rapporto – è lontano dall’essere completo. Nel 2005, Griffin ha scritto The 9/11 Commission Report: A 571-Page Lie (Il rapporto della commissione sull'11 settembre: una bugia di 571 pagine – NdT), che elenca 115 punti su cui il Rapporto mente, esplicitamente o implicitamente.

Versione mirror del Rapporto della Commissione da parte di 9-11 Research

Il Rapporto della Commissione sull’11 settembre è pubblicato nella sua interezza sul sito Internet della Commissione. Tuttavia, il sito sembra essere strutturato per rendere difficoltosa l’analisi del Rapporto. In particolare, sembra non esserci in apparenza un modo semplice per cercare parole chiave all’interno del testo – un requisito utile per individuare in maniera veloce le informazioni mancanti – a causa delle seguenti caratteristiche di progettazione del sito:

  • Ogni sezione del Rapporto – che comprende 13 capitoli, appendici, una prefazione e le note – è disponibile come documento HTML separato. Per eseguire una ricerca, quindi, si è obbligati a passare in rassegna la gran quantità di documenti, dato che il Rapporto non è fornito come documento HTML aggregato.
  • Il Rapporto completo è disponibile come documento PDF, ma pesa 7.4 megabyte, e molti visualizzatori di file PDF non possiedono l’opzione di ricerca di parole chiave all’interno del documento.
  • L’opzione Search ("cerca") ricerca all’interno di tutto il sito, che comprende un’enorme quantità di trascrizioni di udienze, di dimensioni ancora maggiori del Rapporto stesso. Non c’è, quindi, un modo semplice di restringere la ricerca al solo Rapporto.
  • L’utilizzo che il sito fa della tag di base HTML
  • Le pagine della Tabella dei Contenuti non sono linkabili, e quindi non rimandano direttamente alle sezioni corrispondenti all’interno dei capitoli.
  • fa sì che gli spider dei motori di ricerca non funzionino correttamente, rendendo ancora più difficile per i ricercatori scaricare il Rapporto in versione HTML nella sua interezza per poterlo esaminare.

A causa di queste carenze nella versione pubblicata sul sito della Commissione, abbiamo postato qui un mirror locale del Rapporto con le relative correzioni. Questa versione mirror conserva il contenuto del Rapporto raggruppando tutte le sue parti in un singolo documento HTML, fatta eccezione delle note. Queste ultime, infatti, occupano un secondo documento a causa delle loro dimensioni. La Tabella dei Contenuti, invece, è incorporata nel documento principale. Quindi, attraverso il mirror, è possibile effettuare una ricerca all’interno dell’intero Rapporto scorrendo semplicemente due documenti HTML.

Oltre a questi cambiamenti apportati alla struttura del Rapporto, abbiamo reso linkabili alcune frasi nell’introduzione, come per esempio independent, bipartisan, full and complete account, preparedness, e immediate response to the attacks, che rimandano alle relative pagine di 9-11 Research.

Riferimenti

1. The 9/11 Commission Report; Omissions and Distortions, Olive Branch Press, 2004 

2. NORAD had Drills of Jets as Weapons, USA Today, 4/18/2004 

3. NORAD had Drills of Jets as Weapons, 4/18/2004

4. Order 7610.4J: Special Military Operations, FindLaw.com, 11/3/98,7/12/01 

5. Phantom Flight From Florida, The Tampa Tribune, 10/5/01 

http://www.luogocomune.net


 
 
 

The 9/11 Commission Report: Omissions and Distortions  1°P

Post n°37 pubblicato il 08 Agosto 2006 da il.dubbioso
 

Rapporto della Commissione 11 settembre. Omissioni e distorsioni.

Il rapporto della Commissione d’inchiesta sull’11 settembre: un’elaborata invenzione

Il 22 luglio 2004 la "Commissione Nazionale sugli attacchi terroristici contro gli Stati Uniti", conosciuta anche come "Commissione sull’11 settembre", ha pubblicato il proprio rapporto finale: il "Rapporto della Commissione sull’11 settembre", diventato un best-seller e accolto dai media corporativi come il rapporto definitivo sugli attacchi. Tuttavia, tale Rapporto si potrebbe meglio definire come il resoconto finale del mito ufficiale dell’11 settembre. Come sottolineato da David Ray Griffin nel suo autorevole libro The 9/11 Commission Report: Omissions and Distortions (Rapporto della Commissione d’inchiesta sull’11 settembre: omissioni e distorsioni – NdT), il Rapporto puntualmente omette quasi ogni verità che non supporti la versione ufficiale dei fatti [1].

Omissioni e distorsioni

La maggior parte delle informazioni riportate su questo sito sono state omesse dal Rapporto della Commissione, soprattutto i contenuti della sezione analisi. Le omissioni, infatti, sono così numerose da poter occupare lo spazio di un intero libro, ed è proprio il caso dell’opera di 339 pagine di David Griffin Omissions and Distortions. Di seguito, sono riportate solo alcune delle più grossolane omissioni, menzogne e contraddizioni contenute nel Rapporto. Il termine 'Rapporto' è qui utilizzato in riferimento all’intero documento stilato dalla Commissione, comprese le Note.

Omissioni

  • Il Rapporto non riconosce il fatto che nessun grattacielo dalla struttura in acciaio, anche se divorato da un incendio, è mai crollato prima.
  • Il Rapporto non menziona il completo crollo dell’edificio 7 del WTC, grattacielo di 47 piani, d’acciaio, alle ore 5:20 del giorno dell’attacco.
  • Il Rapporto non menziona la dichiarazione del proprietario dell’edificio no 7, il quale afferma di aver deciso, assieme ai vigili del fuoco, di "tirare giù" (utilizza il verbo "pull") l’edificio 7
  • Il Rapporto non menziona la rapida rimozione e riciclaggio dell’intelaiatura d’acciaio degli edifici collassati del World Trade Center, né tantomeno offre giustificazioni per una tale decisione.
  • – ammissione evidente di una cospirazione per abbattere l’edificio con tutto ciò che conteneva. 
  • Il Rapporto non menziona una dichiarazione rilasciata dall’allora sindaco Rudolf Giuliani a Peter Jennings, nella quale afferma di essere stato avvisato degli imminenti crolli: "Stavamo operando là fuori quando ci hanno detto che il World Trade Center stava per crollare, e in effetti crollò prima che avessimo il tempo di uscire dall’edificio".
  • Il Rapporto non contiene alcun riferimento di resoconti e testimonianze di esplosioni precedenti il crollo della Torre Sud.
  • Il Rapporto omette il fatto che il fratello di George W. Bush, Marvin Bush, e suo cugino, Wirt Walker III, fossero entrambi direttori della compagnia incaricata della sicurezza del World Trade Center, la Stratesec, né tantomeno menziona tale compagnia.
  • Il Rapporto omette il fatto che appena sei settimane prima dell’attacco il complesso del World Trade Center era stato preso in gestione da un nuovo locatore, il quale ottenne una polizza assicurativa che copriva contro eventuali attacchi terroristici e riuscì ad avere dalle compagnie assicurative il raddoppio del valore multi-miliardario della polizza.
  • Il Rapporto ripete l’elenco dei 19 sospetti identificati dall’FBI nei giorni dell’attacco, ma omette che per almeno sei di loro è stato accertato che sono ancora vivi.
  • Il Rapporto omette qualsiasi resoconto delle mosse dei presunti dirottatori prima dell’attacco che smentisca la versione ufficiale che li vuole musulmani devoti impegnati in una missione suicida in nome di Allah.
  • Il Rapporto non menziona il fatto che le liste dei passeggeri rilasciate al pubblico non contengono nomi arabi - un fatto denunciato da coloro che dubitano della versione ufficiale.
  • Il Rapporto non si domanda perché l’aereo che si è schiantato contro il Pentagono non sia stato fermato dalle batterie di missili anti-aerei che presumibilmente circondavano l’edificio.
  • Il Rapporto omette il fatto che non è stato reso pubblico nessun filmato credibile dell’attacco al Pentagono, nonostante sia risaputo che l’FBI ha confiscato filmati dell’attacco ripresi da edifici vicini.
  • Il Rapporto non indaga il motivo per cui il Servizio Segreto non ottenne copertura aerea fino alle ore 11:10 circa né per lo spostamento in auto del Presidente dalla scuola di Sarasota all’aeroporto e nemmeno per l’Air Force One, che ha decollato alle ore 9:54 circa.
  • Il Rapporto evita di menzionare diversi verbali che testimoniano che ufficiali governativi e leader d’affari erano stati avvisati ed evitarono i bersagli degli attacchi. Tra questi dispacci di allerta sono compresi:
    • Un avvertimento da parte dell’FBI, che raccomandava al procuratore generale John Ashcroft di evitare di volare su linee aeree commerciali.
    • Il rapporto che indica che ufficiali del Pentagono hanno improvvisamente annullato piani di viaggio la sera prima dell’attacco.
    • L’annullamento della partecipazione di Ariel Sharon ad un evento a New York City l’11 settembre 2001.
    • Un avviso al sindaco di San Francisco Willie Brown di evitare di volare.
    • L’avvertimento da parte di Scotland Yard, che impedì allo scrittore Salman Rushdie di volare il giorno degli attacchi.
  • Il Rapporto evita di menzionare un avviso di allerta ricevuto da impiegati della Odigo alcune ore prima dell’attacco.
  • Il Rapporto omette il fatto che lettere contenenti antrace sono state spedite ai due senatori più potenti, i quali cercavano di rallentare l’approvazione della legge anti-terrorismo denominata USA PATRIOT ACT dopo gli attacchi dell’11 settembre.
  • Il Rapporto dichiara che la Commissione era "incaricata di stilare un resoconto completo e dettagliato delle circostanze inerenti agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, comprese la prontezza e l’immediata risposta agli attacchi", ma tralascia di menzionare che non fa alcun tentativo di adempiere al suo dovere.

 

Menzogne

  • Le Note del Rapporto affermano quanto segue: "La struttura centrale interna [delle Torri gemelle] era un albero cavo di acciaio, nel quale erano raggruppati gli ascensori e i pozzi delle scale". In realtà, le strutture centrali erano costituite da 47 pilastri d’acciaio aventi dimensioni esterne di 16 x 36 pollici (41 x 91 cm circa).
  • Il Rapporto riferisce che la "Torre Sud crollò in dieci secondi" quando invece ciò avvenne in 15 secondi. Mentre ci si potrebbe aspettare che la Commissione amplifichi anziché minimizzare il tempo di crollo, il fatto che non abbia nemmeno considerato un secondo del tempo di caduta libera nel vuoto di 9.2 secondi un problema per la spiegazione ufficiale è la prova che la Commissione approverebbe tale spiegazione, qualsiasi siano i fatti.
  • Riguardo il mancato trasferimento di George W. Bush 
  • dalla famosa classe della scuola di Sarasota, il Rapporto dichiara che "Nessuna delle persone che erano in viaggio in quel momento ha ricevuto informazioni riguardo ad altri aerei dirottati o dispersi". Eppure, secondo le prove raccolte da David Griffin, il Servizio Segreto ha linee aperte di collegamento con l’Amministrazione federale dell’aviazione (FAA), i cui uomini più addestrati che si trovavano nel corridoio nordest pensavano che non meno di 11 aerei fossero stati dirottati [2].
  • Il Rapporto dichiara: "La minaccia di terroristi che dirottano aerei di linea commerciali negli Stati Uniti - e li usano come missili guidati – non è stata riconosciuta dal
  • (comando per la difesa aerospaziale del Nord America - NdT) prima dell’11 settembre" (il Rapporto ripete la dichiarazione tre volte). Eppure, i rapporti dei media, come per esempio l’articolo apparso sull’USA Today intitolato "NORAD had drills of jets as weapons" ("Il NORAD ha compiuto esercitazioni utilizzando aerei come armi" – NdT), descrivono esercitazioni compiute dal NORAD usando aerei di linea dirottati e fatti schiantare contro il World Trade Center e il Pentagono prima dell’11 settembre [3].NORAD
  • Il Rapporto sostiene: "I protocolli non prevedevano un’intercettazione. Supponevano che il caccia di scorta sarebbe stato prudente, 'posizionato a 5 miglia esattamente dietro l’aereo dirottato', dove poteva eseguire la propria missione per monitorare la traiettoria di volo dell’aereo". Eppure, l’ordine citato dalla nota a piè di pagina per questa dichiarazione (Order 7610.4J: Special Military Operations), riporta quanto segue:

7-2-1. FACILITY NOTIFICATION

Il coordinatore della FAA per i casi di dirottamento notificherà al centro/ torre di controllo competente l’identificazione dell’unità e della collocazione militare il cui compito è quello di fornire aerei di scorta. Il centro/torre di controllo dovrà mettersi d’accordo con il NORAD SOCC/ROCC/unità militare incaricato notificando la collocazione del velivolo dirottato, direzione di volo, altitudine, tipo di aereo e traiettoria di volo raccommandata per intercettare l’aereo dirottato. Il centro/torre di controllo dovrà archiviare il piano di volo coordinato. [4]

  • Per fronteggiare l’accusa secondo la quale cittadini sauditi sarebbero fuggiti dal paese prima che il divieto di volo post-11 settembre venisse abolito, il Rapporto dichiara: "Non abbiamo trovato alcuna prova che dimostri che voli nazionali o internazionali che trasportavano cittadini sauditi siano avvenuti prima della riapertura dello spazio aereo nazionale la mattina del 13 settembre 2001". Quel giorno, infatti, lo spazio aereo era aperto solo agli aerei di linea commerciali valutati caso per caso. Fu solo il 15 settembre che i cieli furono riaperti all’aviazione generale (cioè, anche ai voli privati) [5]. Eppure, il Lear Jet che il 13 settembre ha condotto cittadini sauditi da Tampa (Florida) a Lexington (Kentucky) era un aereo privato [
  • ].6

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La terza rivoluzione

Post n°36 pubblicato il 07 Agosto 2006 da il.dubbioso
 

L'Internet è la terza grande rivoluzione nella storia della comunicazione.

La prima fu quella di Gutemberg, che con la stampa toglieva il privilegio della conoscenza ai pochissimi possessori di libri copiati a mano, e la metteva a disposizione di una elite, sempre ristretta, ma centinaia di volte più ampia della precedente.
Da un punto di vista algebrico, introduceva il principio della replicabilità della fonte, con ciascuna unità fruibile da un singolo utente alla volta.

STAMPA: Una fonte, una destinazione (1 x 1 = 1).
La seconda rivoluzione fu quella della radio-televisione, che introduceva suoni ed immagini, superava grazie all'etere i limiti fisici della propagazione manuale, e introduceva soprattutto il concetto della contemporaneità (la "diretta").
Da un punto di vista algebrico si superava così la fruizione unitaria, con ogni singola fonte in grado di raggiungere infiniti utenti nello stesso momento.

RADIO-TV: Una fonte, infinite destinazioni (1 x 1000 = 1000).
La terza rivoluzione, Internet appunto, non apporta alcun cambiamento radicale da un punto di vista tecnologico (testo, suono e immagine rimangono bene o male alla base del linguaggio), ma introduce il concetto - profondamente rivoluzionante - di reciprocità. Ora fonte e utente sono sullo stesso livello, e possono interagire.
Da un punto di vista algebrico, ciò rende le infinite utenze altrettante fonti potenziali.

INTERNET: Infinite fonti, infinite destinazioni (1000 x 1000 = 1.000.000).


In un grafico molto approssimativo, che ponesse intorno all'anno zero (inizio Impero Romano) le origini della civiltà occidentale, le distanze fra le tre rivoluzioni risultano in una accelerazione algebrica molto simile a quella del rapporto informazione/utenza. Ovvero, i tempi si riducono secondo la stessa curva con cui si allarga la base "informata":

A giudicare da questa progressione, entro una decina d'anni al massimo...

LE 3 RIVOLUZIONI: UN FATTORE COMUNE, UNA PROFONDA DIFFERNZA 

Nell'ambito dell'assioma "informazione = potere", ciascuna delle tre rivoluzioni, allargando la base "informata", ha ridotto di altrettanto la "disinvoltura" con cui l'elite poteva permettersi di abusare a piacimento del potere. Se nel basso medioevo il principe poteva mettere a morte il servo senza doverne rispondere a nessuno, durante l'illuminismo questo già comportava per lui una qualche complicazione in più. Ed ai giorni nostri, per l'equivalente di quell'omicidio, bisogna o rifugiarsi nella pena di morte (con la complicità del giudice, caso frequente negli USA), oppure contare sull'impunità che comunque ti offre il sistema democratico, se ne sei un esponente di vertice. Ma bene o male, Andreotti i tre gradi di magistratura se li è fatti tutti, e ne è uscito "non colpevole" più che altro sulla carta. (Nota bene: non "innocente").

Ma Internet ha un'altra caratteristica, la cui portata storica è forse ancora maggiore delle precedenti: rispetto ai due passaggi precedenti, Internet rappresenta anche  il primo momento in assoluto nella storia in cui l'informazione sfugge ad un qualunque controllo dell'elite al potere.

E' ciò non è affatto marginale, visto appunto l'assioma di partenza.

***

Ci vorrà del tempo prima che la gente si abitui alla (o anche si accorga della) portata storica di questo aspetto. Ed altrettanto ce ne vorrà perchè l'elite si renda conto fino in fondo della serpe che si è covata in seno (l'Internet, sublime paradosso, è stato inventato dai militari USA, come "arma segreta"), ma il processo ormai è avviato, ed è chiaramente irreversibile.

Non solo infatti le implicazioni commerciali rendono oggi l'Internet indispensabile alla struttura economica dell'Occidente, ma a questo punto sarebbe teoricamente impossibile sopprimerlo per il semplice fatto che un qualunque tentativo in quel senso verrebbe immediatamente denunciato al mondo tramite Internet stesso. Ovvero, l'arma che ferisce è anche il proprio sisteme di difesa migliore.

E senza consenso popolare - ci insegna la storia - non ha mai governato nessuno per più di venti minuti. Una volta che il re è nudo, lo è tanto oggi quanto lo era ieri.

(Questo non vuol dire che non vi saranno, come già vi sono, continui tentativi di restrizione di ogni tipo. Ma possono solo prendere di mira il singolo, non il sistema in sè, e per ogni sito eventrualmente chiuso con qualche sotterfugio se ne riapriranno subito tre nel giro di un quarto d'ora).


GLI ASPETTI NEGATIVI, E IL "FATTORE UMANO"

Come in tutte le rivoluzioni, in cui l'eccesso diventa regola, anche Internet porta con sè il suo bagaglio di aspetti negativi. Il fatto ad esempio che chiunque possa immettere in rete ciò che crede, rende la piazza un infido "souk" dove distinguere il prodotto sano da quello bacato è tutt'altro che facile.

C'è inoltre il problema che potremmo definire "incesto dell'informazione". Ovvero, una volta che una qualunque informazione è messa in circolo, può venire teoricamente ripresa e riciclata all'infinito, creando da una parte una distorsione della stessa, dall'altra la falsa sensazione di una "abbondanza" che può essere facilmente scambiata per conferma della sua veridicità.

Per i due problemi, fortunatamente, c'è un'identica soluzione: la consuetudine all'uso del mezzo. Che si sia navigatori con salvagente o surfer da onda oceanica, arriva per tutti il momento in cui, istintivamente, ti viene il sospetto di essere finiti in un sito "ciucco". E siccome a quel punto si è di solito anche abbastanza familiari col mezzo da poter condurre un'efficace ricerca in tempi brevi, la verifica di quel sospetto è anche solitamente a portata di mano. (Il "capitano" un pò esperto sa bene come rivolgersi al motore di ricerca, per verificare se si tratti di un ripetuto effetto copia-e-incolla, o se invece svariate fonti riportino in effetti l'argomento da punti di vista indipendenti).

Un'ultimo aspetto negativo, per molte persone, è la cosiddetta "mancanza del fattore umano" nei rapporti che si creano in rete: mi sembra di parlare con uno schermo luminoso, non posso chiacchierare con uno se non lo vedo in faccia, che senso ha dire ciao se non puoi stringergli la mano?

Innegabile, ovviamente: per il club delle bocce la nostalgia l'abbiamo tutti. Vorremmo però suggerire un rovescio della medaglia, che potrebbe almeno in parte consolare i più sensibili a questo problema: proprio perchè in rete non ci si "incontra" per prossimità fisica, il criterio aggregativo diventa il qualunque oggetto specifico che sia di comune interesse: la passione per la vela, l'odio per gli eschimesi, l'interesse per la ricerca bioatomica. Ecco quindi che, una volta trovato il proprio "bar" sotto casa, ci si sente sì più estranei in un senso (anche se dura poco), ma decisamente più "a casa" nell'altro. In secondo luogo - e qui sta forse la grande lezione umana di Internet - non conta più se quello che hai davanti (si fa per dire) è alto o basso, bello o brutto, ricco o povero. Conta ciò in cui crede, ciò che pensa, ciò che sogna. Ovvero quello che ciascuno di noi è, nel senso più profondo della sua essenza individuale.

Internet è, in ultima analisi, il luogo di incontro per tutte le menti dell'umanità.

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un giovedì nero nel 2006?

Post n°35 pubblicato il 06 Agosto 2006 da il.dubbioso
 
Foto di il.dubbioso

Notate il frasario: «Esiste una meno che piccola possibilità di entrare in recessione. E’ più piccola del 50 %, ma un anno fa era fuori questione».
Quando gli speculatori cominciano a parlare così (questo era Jim Cusser, gestore-titoli della Waddel & Reed) vuol dire che loro sono già usciti, e la loro sola preoccupazione è di tenere dentro voi, coi vostri risparmi, per fregarvi fino all’ultimo istante.
Non guardate fuori dal finestrino, ossia la realtà.
Essa è in poche cifre: nel primo quadrimestre ancora, la super-economia USA cresceva (dicevano) di un trionfale 5,6% annuo; oggi, dopo i colpetti di freno della Federal Reserve, è scesa al 2,8 %. Poiché l’inflazione, lo ammettono anche i mentitori più impudenti, è sul 3 %, la crescita è negativa, ossia la recessione è già qui.
Ora la parola magica, la sola ammessa per tenervi addormentati, è «soft landing».
Stiamo precipitando, ma l’atterraggio sarà morbido, comunica il pilota.
Soft?
L’America soffre di tutti i sintomi riuniti per la recessione: curva dei tassi invertita (inverted yeld curve), tasso di risparmio negativo, costi di materie prime a livelli record, margini di profitto da fine-ciclo, invenduti in accumulo di auto e case.
Nel mondo finanziario globale, nemmeno i bugiardi più matricolati cercano di consolarvi additandovi la Cina, dove il boom continua.
Corre corre, l’economia cinese; tutti i tentativi dei suoi dittatori di raffreddarne il surriscaldamento, frenare gli investimenti in fabbriche superflue e grattacieli inutili, sono andati a vuoto.
La grande speranza del capitalismo terminale - il libero mercato selvaggio migliorato dalla «command economy» statalista - sta sbullonando.
L’economia comandata non risponde più ai comandi.


La rivalutazione della moneta del 3,8%; poi l’aumento dei tassi d’interesse e delle riserve obbligatorie delle banche imposti dalla Banca Centrale; infine l’ordine centrale, impartito a giugno, di stroncare gli investimenti nella (letterale) «cieca espansione edilizia e nelle industrie ridondanti a basso valore aggiunto».
Nulla, nulla è servito; la Cina non ha freni.
Scoppia di salute, la Cina.
Nel senso che sta per esplodere.
Ancora il primo quadrimestre è cresciuta dell’11,3 %, e a giugno è salita al 19,5 %: un motore fuorigiri.
«Più dura il suo boom, più finisce male», osa ammettere Stephen Roach della Morgan Stanley.
Qui il «soft landing» è escluso persino dalle facce di bronzo.
Le costruzioni abitative sono salite ancora del 20 %.
Il nuovo terminale dell’aeroporto di  Pechino, in costruzione, sarà grande cinque volte i terminal di Heatrhow a Londra.
Mezzo miliardo di metri quadri di spazi per uffici saranno ancora costruiti entro il 2008.
Chi li occuperà mai?
Non se lo domandano i grandi investitori, i geniali speculatori.
Continuano a informare capitali (nostri, vostri) alla Borsa di Shanghai, sicchè le quotazioni sono cresciute del 45% nell’ultimo anno.
Le banche dagli occhi a mandorla hanno prestato il 15,2 % in più dell’anno scorso, e ormai sono esposte per 2,7 trilioni, ossia 2.700 miliardi di dollari.


Bene, benissimo: solo che i loro crediti dubbi e inesigibili valgono ormai 163 miliardi di dollari, l’8 % in più di quello che hanno in cassa, o meglio nelle loro scritture.
Il rating che Moody’s ha dato alle splendide banche cinesi, guide del fantastico boom, non è A, e nemmeno A-: è E+, lo stesso della povera stracciona Ucraina.
E tuttavia, sono arrivati ancora 248 miliardi di investimenti esteri diretti, in fabbriche e grattacieli.
Qual è il calcolo dei geniali investitori?
Che l’enorme produzione cinese di carabattole e gadget sarà assorbita dall’enorme consumatrice America.
Ma l’America compra meno, e comprerà sempre meno, l’abbiamo visto: «soft landing».
Per la Cina sarà un «hard landing».
Le sue fabbriche «ridondanti» produrranno invenduto: vi racconteranno che si tratta di «sovraccapacità produttiva».
Le sue banche falliranno una dopo l’altra.
I valori dei beni immobili, degli uffici vuoti, precipiteranno.
Vi parleranno di deflazione.
Per non confessarvi che hanno dilapidato capitali in beni inservibili, senza domanda sul mercato.
Le fabbriche superflue, pagate dai nostri geniali speculatori, chiuderanno.
Ci saranno dei licenziati: ed essendo la Cina quel che è, non milioni, ma decine di milioni di disoccupati, fors’anche un centinaio di milioni.
La polizia comunista dovrà prodigarsi per tenere a bada questi affamati che scenderanno nelle strade: basterà la mitragliatrice, o ci vorrà il napalm?


E l’atterraggio duro cinese coinvolgerà i vicini.
La Corea del Sud, che è la terza economia dell’Asia, esporta in Cina il 40 % delle sue produzioni. Taiwan, altrettanto.
L’Australia è la maggior fornitrice di materie prime e carbone alla Cina, suo secondo o terzo acquirente: colerà a picco con il gigantesco cliente asiatico.
E anche noi non avremo da ridere.
A chi venderemo le nostre carabattole firmate?
Il superfluo del superfluo?
Naturalmente c’era una cosa che la nomenklatura gialla poteva e doveva fare per scongiurare il disastro: aumentare le paghe alla pari con la crescita del PIL, mettere più soldi in tasca ai suoi centinaia di milioni di lavoratori poverissimi, creare così un mercato di consumo interno decentemente vasto.
Non l’ha fatto: ha voluto sfruttare fino in fondo il vantaggio comparativo per cui è celebre
sul pianeta, i salari da 60 euro al mese.
Vecchi, idioti comunisti che vogliono fare i primi della classe del capitalismo.
Ma è inutile insultare loro: Prodi, Visco e Padoa Schioppa stanno facendo lo stesso a noi.
Anche il nostro potere d’acquisto cala e cala vistosamente.
Anche da noi accolgono milioni di nuovi immigrati, che si contentano di paghe basse.
Perché sperano così di renderci competitivi nell’export.
Ma quale export?
Arrivano i tempi dell’autarchia di necessità e loro, sempre in ritardo intellettuale, manco se ne accorgono.

http://www.effedieffe.com



 
 
 

quanto ci costano i nostri militari? P°2

Post n°34 pubblicato il 05 Agosto 2006 da il.dubbioso
 

Link dove scaricare il documento ufficiale

- Ministero della Difesa: www.difesa.it/Operazioni+Militari/presenza+militare  (notare che la pagina è scomparsa).
- Unione Nazionale Arma dei Carabinieri: www.carabinieri-unione.it/unac/index.asp

Estratto 

MISSIONE ANTICA BABILONIA
Dati estratti dal sito ufficiale del Ministero della Difesa www.difesa.it - Stato Maggiore della Difesa

(1)           Oneri finanziari (dettagli a fine documento in nota):

(a)                     dal 01.07.2003 al 31.12.2003 (legge n. 219 del 01.08.2003, che ha convertito, per la sola parte relativa all’Iraq, il decreto-legge n. 165 del 10.07.2003): € 225.548.586 per 3.014 uomini (interforze) per le attività del Ministero della Difesa;

(b)                     dal 01.01.2004 al 30.06.2004 (legge n. 68 del 12.03.2004, che ha convertito il decreto-legge n. 9 del 20.01.2004): € 207.964.447 per 2.714 uomini (interforze) per le attività del Ministero della Difesa;

(c)                     dal 01.07.2004 al 31.12.2004 (legge n. 207 del 30.07.2004, che ha convertito, per la sola parte relativa all’Iraq, il decreto-legge n. 160 del 24.06.2004): € 284.549.820 per 3.264 uomini (interforze) per le attività del Ministero della Difesa;

(d)                     dal 01.01.2005 al 30.06.2005 (legge n. 37 del 18.03.2005, che ha convertito, per la sola parte relativa all’Iraq, il decreto-legge n. 3 del 19.01.2005): € 267.714.637 per 3.432 uomini (interforze) per le attività del Ministero della Difesa;

(e)                     dal 01.07.2005 al 31.12.2005 (legge n. 158 del 31.07.2005, che ha convertito il decreto-legge n. 112 del 28.06.2005): € 213.042.277 per 3.228 uomini (interforze) per le attività del Ministero della Difesa;

(f)                       dal 01.01.2006 al 30.06.2006 (decreto-legge n. 9 del 17.01.2006 e legge n. 51 del 23.02.2006): € 187.515.323 per 2.694 uomini (interforze) per le attività del Ministero della Difesa;

(g)                     il personale impegnato quale esperto militare per la riorganizzazione del Ministero della Difesa iracheno e per la formazione del personale delle FF.AA. irachene, percepisce l’indennità di missione nella misura intera incrementata del 30% se il personale non usufruisce, a qualsiasi titolo, di vitto e alloggio gratuito;

SI ARRIVA AD UN PRIMO TOTALE DI EURO 1.386.336.000, manca il calcolo dei mezzi distrutti (NdA)

ANTICA BABILONIA - Dettagli su alcuni degli oneri finanziari, come indicato negli atti parlamentari:

a.              dal 01.07.2003 al 31.12.2003 (legge n. 219 del 01.08.2003, che ha convertito, per la sola parte relativa all'Iraq, il decreto-legge n. 165 del 10.07.2003): € 253.995.241, di cui:

(1)           per le attività del Ministero della Difesa (ANTICA BABILONIA - Capo II della legge): 225.548.586 per 3.014 u., di cui:

(a)                     190.538.793 riferiti a:

(b)                     sette mesi di attività (gg. 214) , dal 01.06 al 31.12.2003, per EI, MM, AM e CC;

(c)                     permanenza in teatro di quattro unità navali per periodi diversi: gg. 61 per il “Cigala Fulgosi”, gg. 92 per due cacciamine e g.. 122 per il “San Giusto”;

(d)                     34.894.800 per oneri una tantum: sistemi d’arma; materiali NBC, TLC e satellitari; moduli abitativi; rischieramento in teatro; nonché attività di informazione e sicurezza della P.C.M.;

(e)                     114.993 per aliquota di 30 Carabinieri inviati in anticipo a Baghdad per garantire la sicurezza dell’ospedale da campo della C.R.I.;

(2)           6.902.655 per l’ospedale da campo (85 u.) della C.R.I. installato a Baghdad;

(3)           21.544.000 per le attività gestite dal Ministero degli Affari Esteri, previste nel Capo 1° della legge ("Missione umanitaria, di stabilizzazione e di ricostruzione in Iraq"), sulla base degli indirizzi della Presidenza del Consiglio, nell’ambito della task-force interministeriale;

b.              dal 01.01.2004 al 30.06.2004 (legge n. 68 del 12.03.2004, che ha convertito il decreto-legge n. 9 del 20.01.2004): € 223.591.897, di cui:

(1)           per le attività del Ministero della Difesa (ANTICA BABILONIA - Capo II della legge): 207.964.447 per 2.714 u., di cui:

(a)                     134.599.394 per 1.876 u. dell’Esercito;

(b)                     12.464.365 per 150 u. della Marina;

(c)                     28.356.150 per 177 u. dell’Aeronautica;

(d)                     23.701.310 per 418 Carabinieri (MSU);

(e)                     9.257 per i Carabinieri in servizio presso l’Ambasciata d’Italia a Baghdad;

(f)                       5.895.865 per 70 persone della C.R.I.;

(g)                     2.122.490 per la cessione a titolo gratuito alle Forze Armate e alle Forze di Polizia irachene di vestiario e materiale di equipaggiamento, con esclusione di materiali di armamento;

(h)                     815.616 per il sostegno logistico alle Forze Armate e alle Forze di Polizia irachene;

(2)           4.000.000 per le attività di informazione e sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

(3)           11.627.450 per le attività gestite dal Ministero degli Affari Esteri, previste nel Capo 1° della legge ("Missione umanitaria, di stabilizzazione e di ricostruzione in Iraq");

c.              dal 01.07.2004 al 31.12.2004 (legge n. 207 del 30.07.2004, che ha convertito, per la sola parte relativa all'Iraq, il decreto-legge n. 160 del 24.06.2004): € 310.474.885, di cui:

(1)           per le attività del Ministero della Difesa (ANTICA BABILONIA - Capo II della legge): 284.549.820 per 3.264 u., di cui:

(a)                     185.574.256 per 2.292 u. dell’Esercito;

(b)                     7.539.882 per 102 u. delle Forze Speciali dell’Esercito;

(c)                     5.670.931 per 145 u. della Marina;

(d)                     26.491.506 per 224 u. dell’Aeronautica;

(e)                     20.195.424 per 423 Carabinieri (MSU);

(f)                       28.550.734 per sostegno logistico interforze;

(g)                     4.000.000 per aiuti umanitari ("al fine di sopperire a esigenze di prima necessità della popolazione locale, compreso il ripristino di servizi essenziali");

(h)                     556.788 per 8 esperti militari per la riorganizzazione del Ministero della Difesa iracheno e per la formazione del personale delle FF.AA. irachene;

(i)                       8.472 per oneri assicurativi per i Carabinieri in servizio presso le Rappresentanze diplomatiche italiane (Ambasciata d’Italia a Baghdad e Consolato a Bassora);

(j)                       5.961.827 per 70 persone della C.R.I.;

(2)           5.000.000 per le attività di informazione e sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

(3)           20.925.065 per le attività gestite dal Ministero degli Affari Esteri, previste nel Capo 1° della legge ("Missione umanitaria, di stabilizzazione e di ricostruzione in Iraq");

d.              dal 01.01.2005 al 30.06.2005 (legge n. 37 del 18.03.2005, che ha convertito, per la sola parte relativa all’Iraq, il decreto-legge n. 3 del 19.01.2005): € 291.492.695, di cui:

(1)           per le attività del Ministero della Difesa (ANTICA BABILONIA - Capo II della legge): 267.714.637 per 3.432 u., di cui:

(a)                     172.146.993 per 2.390 u. dell’Esercito;

(b)                     9.098.210 per 184 u. della Marina;

(c)                     17.089.035 per 307 u. dell’Aeronautica;

(d)                     20.422.843 per 430 Carabinieri (MSU);

(e)                     5.987.915 per 70 componenti della C.R.I.;

(f)                       29.769.741 per trasporti da e per il teatro operativo di personale (avvicendamenti) e di rifornimenti logistici;

(g)                     6.436.240 per le esigenze connesse con le comunicazioni satellitari;

(h)                     4.000.000 per aiuti umanitari ("al fine di sopperire a esigenze di prima necessità della popolazione locale, compreso il ripristino di servizi essenziali");

(i)                       572.021 per 8 esperti militari impegnati nell’attività nazionale per la riorganizzazione del Ministero della Difesa iracheno;

(j)                       328.462 per 7 u. impegnati nella missione NATO Training Mission in Iraq (NTM-I) per la formazione e l’addestramento del personale delle FF.AA. irachene

(k)                     8.341 per oneri assicurativi per i Carabinieri in servizio presso le Rappresentanze diplomatiche italiane (Ambasciata d’Italia a Baghdad e Consolato a Bassora);

(l)                       1.854.836 per oneri di missione relativi a personale delle FF.AA. da inviare nei vari teatri operativi al di fuori dei contingenti;

(2)           5.000.000 per le attività di informazione e sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

(3)           18.778.059 per le attività gestite dal Ministero degli Affari Esteri, previste nel Capo 1° della legge ("Missione umanitaria, di stabilizzazione e di ricostruzione in Iraq");

e.              dal 01.07.2005 al 31.12.2005 (legge n. 158 del 31.07.2005, che ha convertito il decreto-legge n. 112 del 28.06.2005): € 237.414.444, di cui:

(1)           per le attività del Ministero della Difesa (ANTICA BABILONIA - Capo II della legge): 213.042.277 per 3.228 u., di cui:

(a)                     151.070.022 per 2.391 u. dell’Esercito;

(b)                     172.360 per 3 u. dell’Esercito impegnati nell’ambito del ROA di Abu Dhabi;

(c)                     3.993.376 per 182 u. della Marina (158 u. per 60 giorni e 24 u. per 184 giorni);

(d)                     10.744.824 per 220 u. dell’Aeronautica;

(e)                     16.540.751 per 348 Carabinieri (MSU);

(f)                       556.028 per 8 esperti militari impegnati nell’attività nazionale per la riorganizzazione del Ministero della Difesa iracheno;

(g)                     405.328 per 6 u. impegnati nella missione NATO Training Mission in Iraq (NTM-I) per la formazione e l’addestramento del personale delle FF.AA. irachene;

(h)                     8.747 per oneri assicurativi per i Carabinieri in servizio presso le Rappresentanze diplomatiche italiane (Ambasciata d’Italia a Baghdad e Consolato a Bassora);

(i)                       3.663.148 per 70 componenti della C.R.I.;

(j)                       4.000.000 per aiuti umanitari ("al fine di sopperire a esigenze di prima necessità della popolazione locale, compreso il ripristino di servizi essenziali");

(k)                     100.000 per la cessione di materiali alle Forze di sicurezza irachene;

(l)                       18.947.635 per trasporti da e per il teatro operativo di personale (avvicendamenti) e di rifornimenti logistici;

(m)                   2.315.058 per le esigenze connesse con le comunicazioni satellitari;

(n)                     265.000 per la realizzazione e la manutenzione di opere infrastrutturali;

(o)                     290.000 per esigenze di supporto in teatro;

(2)           5.000.000 per le attività di informazione e sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

(3)           19.222.167 per le attività gestite dal Ministero degli Affari Esteri, previste nel Capo 1° della legge ("Missione umanitaria, di stabilizzazione e di ricostruzione in Iraq");

(4)           150.000 per le attività del Ministero della Giustizia (previste nel Capo 1° della legge - "Missione umanitaria, di stabilizzazione e di ricostruzione in Iraq"), nell’ambito della missione integrata della UE in Iraq denominata “EUJUST LEX” (link http://ue.eu.int/cms3_fo/showPage.asp?id=268&lang=EN&mode=g);

f.                dal 01.01.2006 al 30.06.2006 (decreto-legge n. 9 del 17.01.2006 e legge n. 51 del 23.02.2006): € 217.633.528, di cui:

(1)           per le attività del Ministero della Difesa (ANTICA BABILONIA - Capo II della legge): 187.515.323 per 2.694 u., di cui:

(a)                     129.686.997 per 2.093 u. dell’Esercito;

(b)                     809.170 per 17 u. della Marina;

(c)                     9.000.337 per 195 u. dell’Aeronautica;

(d)                     13.021.259 per 286 Carabinieri (MSU);

(e)                     721.930 per ulteriori 17 Carabinieri;

(f)                       541.297 per 8 esperti militari impegnati nell’attività nazionale per la riorganizzazione del Ministero della Difesa iracheno;

(g)                     398.719 per 6 u. impegnati nella missione NATO Training Mission in Iraq (NTM-I) per la formazione e l’addestramento del personale delle FF.AA. irachene;

(h)                     132.711 per 2 u. (Carabinieri) impegnati nella missione NATO Training Mission in Iraq (NTM-I) per la formazione e l’addestramento del personale delle FF.AA. irachene;

(i)                       8.605 per oneri assicurativi per i Carabinieri in servizio presso le Rappresentanze diplomatiche italiane (Ambasciata d’Italia a Baghdad e Consolato a Bassora);

(j)                       3.670.104 per 70 componenti della C.R.I.;

(k)                     4.000.000 per aiuti umanitari ("al fine di sopperire a esigenze di prima necessità della popolazione locale, compreso il ripristino di servizi essenziali");

(l)                       20.589.555 per trasporti da e per il teatro operativo;

(m)                   2.374.639 per le esigenze connesse con i collegamenti TLC;

(n)                     650.000 per la realizzazione e la manutenzione di opere infrastrutturali;

(o)                     1.910.000 per esigenze di supporto in teatro;

(2)           7.000.000 per le attività di intelligence della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

(3)           22.928.310 per le attività gestite dal Ministero degli Affari Esteri, previste nel Capo 1° della legge ("Missione umanitaria, di stabilizzazione e di ricostruzione in Iraq");

(4)           189.895 per le attività del Ministero della Giustizia (previste nel Capo 1° della legge - "Missione umanitaria, di stabilizzazione e di ricostruzione in Iraq"), nell’ambito della missione integrata della UE in Iraq denominata “EUJUST LEX” (link http://ue.eu.int/cms3_fo/showPage.asp?id=268&lang=EN&mode=g).

SI ARRIVA AL TOTALE di EURO 1.534.604.000 A CUI VANNO AGGIUNTI EQUIPAGGIAMENTI E MEZZI DISTRUTTI (NdA)

http://www.disinformazione.it

niente male come spesa per operazioni militari che neanche conosciamo.

il.dubbioso

 
 
 
 
 

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