Le mie riflessioni
raccolta di riflessioni ed esperienze personali
Post n°7 pubblicato il 23 Agosto 2010 da anonimoaa
Avevo chiesto un appuntamento per poter parlare senza essere disturbati e ora era lì davanti che mi attendeva seduto ad un tavolo per 2 persone:era Louis, il delegato mondiale che l'amico Max poco prima mi aveva presentato. Ero stato eletto da poco al servizio di AA Italiana e colsi l'occasione di quel meeting AA in Svizzera per chiedere a Louis che cosa secondo lui potevo contribuire a fare per AA Italiana. Mi rispose:”Voi amici Italiani siete stati straordinari, avete tradotto in Italiano tutto ciò che c'era da tradurre di AA, peccato che non vi siate impegnati altrettanto intensamente nella lettura e comprensione di ciò che avete tradotto.” Allora presi quest’affermazione, anche se fatta in modo garbato, come un'offesa. Da allora però quando leggo molti dei verbali o lavori dei vari Servizi di AA Italiana (Aree e Zone comprese) mi rendo conto che aveva ragione. Quando attraverso i verbali qualsiasi Servizio AA in Italia, cerca di governare, giustificare o suggerire,(imporre velatamente),anche cose giuste o sacrosante, non utilizza mai lo spirito ed il linguaggio che ci è stato trasmesso con la letteratura. So che ancora oggi in Europa ci sono amici che si incontrano per "Studiare" e quindi capire qualche pagina in più del grande libro;noi poiché lo abbiamo tradotto pensiamo di averlo compreso. Da anni, più di 15, il numero dei gruppi in Italia è statico o cresce lentissimamente. Recentemente ho letto la Relazione del Consiglio dei Fiduciari alla XXIII Conferenza, dove a fine pagina 2 ci si rammarica perchè ogni anno qualche migliaio di alcolisti arriva ai nostri gruppi e dopo un po’ spariscono.. Alcuni amici sostengono che non si fermano perchè non hanno toccato il fondo, oppure perchè AA non è per tutti. Personalmente le considero ottime opinioni, ricordando la letteratura, le tradizioni e l'enunciato "L'unico requisito per essere membro di AA è il desiderio di smettere di bere". Non l'essere un alcolista. Potremmo discutere all'infinito e darci continuamente ragione senza modificare nulla se non cercheremo di capire ciò che ci hanno trasmesso attraverso la letteratura i nostri fondatori. Il 7° capitolo del grande libro ad un certo punto suggerisce:" Se non ha intenzione di smettere di bere non perdete tempo a persuaderlo. Potreste sciupare una possibilità futura" più chiaro di così, niente prevenzione,niente evangelizzazione,nessuna riforma. Ricordate l'esperienza del dr. Bob, quando a quell’ alcolista che non voleva saperne di smettere di bere disse di scendere dal letto dell'ospedale perchè quel letto serviva solo a chi voleva smettere di bere? Perchè noi invece insistiamo fino a sciuparci le possibilità future? Forse il dr. Bob aveva torto? Da tempo più sento o leggo del Servizio più chiudo gli occhi e le orecchie. Recupero attraverso il Servizio! Questo lo faceva un medico più di 20 anni fa in Friuli, non era AA ! Con l'autoconvincimento del servizio come metodo di recupero, si è fatta passare l'informazione pubblica per 12° passo, un 12° passo che spesso sfiora la prevenzione e non produce l'informazione giusta; pochi si interessano e ancora meno si fermano. Quando qualcuno mi propose di candidarmi a Servitore mi sentivo e mi sento inadeguato per AA. AA merita molto di più. Si ritiene e si ripete che coinvolgendo e spingendo tutti al Servizio,AA possa crescere numericamente. Se qualcuno mi avesse detto, quando sono entrato in AA, che per crescere o recuperarmi avrei dovuto fare Servizio, beh…adesso non starei scrivendo e certamente me ne sarei stato alla larga da AA. E non è questo il messaggio che attualmente si sta trasmettendo in AA? Perchè qualcuno in mezzo al caos mentale causato dall'alcool dovrebbe fermarsi? Perchè lo stabilisce un verbale? Non sarebbe l'ora ed il caso di prendere tutti assieme in mano il grande libro e chiederci cosa significa: " Potete essere d'aiuto quando nessun altro lo può. Potete acquistare la loro fiducia quando gli altri non possono. Ricordate che gli alcolisti sono seriamente malati........la vita acquisterà un significato nuovo. Osservare persone che si riprendono, vederle aiutare altri, notare come la solitudine svanisca, vedere una fratellanza crescere attorno a voi, avere una schiera di amici: è questa un'esperienza di cui non dovete privarvi. Sappiamo che non vorrete privarvene. Il frequente incontro con i nuovi venuti e tra di noi è l'aspetto gioioso della nostra vita."Questa è AA; queste sono le cose che tutti possono e vorrebbero fare; questo è il SERVIZIO in AA. Questa è la strada maestra per crescere personalmente e come AA anche numericamente. Tutto il resto è sporca e misera TECNICA GESTIONALE, seppur necessaria per la vita di AA. Lasciamola fare per un breve periodo a pochi, a quei Servitori a cui abbiamo concesso TUTTA la nostra Fiducia. Buone 24 ore a tutti, PM alcolista. |
Post n°6 pubblicato il 14 Agosto 2010 da anonimoaa
"La passività e non l'attività."
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Post n°5 pubblicato il 14 Agosto 2010 da anonimoaa
Mie riflessioni, sul servizio e servitori Recentemente ho avuto modo di sentir parlare di servizio e servitori in modo a me sconosciuto da quando sono in AA. |
Post n°4 pubblicato il 13 Agosto 2010 da anonimoaa
L’importanza del 4° passo è ben espressa nel libro di William James Varietà di Esperienze Religiose (E’ quel libro che Bill W. pur con una lettura alquanto difficile divorò dalla prima all’ultima pagina, così sta scritto in AA diventa adulta. ) quando parla della confessione del sistema cattolico che la definisce, in uno dei suoi aspetti, poco più che un metodo sistematico per conquistare l’equilibrio mentale di cui si sente di aver bisogno per essere in esatta relazione con la propria divinità. L’equilibrio mentale e la corretta relazione con il mio Dio o Potere Superiore erano certamente due cose che mi mancavano durante il periodo di alcolismo attivo. Pensavo di conoscermi, dopo aver iniziato a fare il 4° passo ho scoperto un’altra persona che ad oggi non conosco ancora completamente. Il filosofo diceva conosci te stesso e conoscerai il mondo. Dopo le prime riscoperte di me stesso mi sono detto: dove pretendi di andare se non ti conosci, che cosa presenti agli altri se non sai neppure tu cosa hai in casa tua? Come pretendi di camminare se non riconquisti un equilibrio mentale e non sei in grado di metterti in relazione con il tuo Dio? Da dove partire? Solitamente le disgrazie i problemi, le avversità, le ingiustizie, tutto insomma era causato dall’esterno, dagli altri, era sempre colpa degli altri, Dio compreso, mai colpa mia. Il commento al 4° passo nei 12 e 12 inizia: “La natura ci ha dotato di istinti per uno scopo. Senza di essi non saremmo esseri umani completi.” anch’io, con l’aiuto dell’alcool, avevo imparato ad usare in modo non equilibrato quegli istinti che hanno causato il disordine del mio alcolismo attivo. Ecco il suggerimento di AA, parti sempre e comunque da te stesso. Non è stato facile scendere dal gradino della perfezione, per non ritornare in fallimento il mio inventario è stato da subito profondo e senza paura, non è mai finito perché con il passare delle 24 ore la crescita spirituale fa diminuire la paura e quindi la ricerca diventa più accurata e profonda. Inizialmente l’inventario è partito dalle passività ossia dai difetti, le cose negative o meglio gli istinti distorti, subito però ho avvertito la necessità di controbilanciare le passività con le attività, sorprendentemente ho scoperto che avevo molta difficoltà a vedere le mie qualità eppure “ La natura ci ha dotato di istinti..” questa è l’evidenza di quanto poco mi conoscevo. L’attenta lettura del 4° passo, oggi dico il continuo studio, il mettere in comune in gruppo e nella vita, sono stati fondamentali per comprendere e continuare a capire molte delle situazioni di disagio, difficoltà che avevo causato e che mi causavano infelicità. Se oggi sono diventato adulto assumendomi le mie responsabilità nella vita è perché ho compreso che non posso più dipendere, pretendere giuda, protezione o approvazione da altri. Non posso imporre i miei istinti agli altri, li renderei sicuramente infelici, allo stesso tempo non posso appoggiarmi pesantemente agli altri la mia pesantezza li allontanerebbe. L’elenco più importante però non è quello dei miei difetti bensì, come indicato nel 4° passo del Grande Libro, l’elenco dei miei risentimenti, elencandoli su un foglio di carta un poco alla volta mi hanno permesso di evidenziare le mie paure e soprattutto la bassa stima che avevo di me stesso. Raramente in gruppo ci si sofferma e si approfondisce l’argomento della stima di se, eppure un recupero spirituale non può prescindere dall’approfondire ciò che riguarda i sentimenti che ognuno ha di se stesso. Non è a caso che nei quattro esempi del grande libro la parola autostima compaia cinque volte assieme alla parola paura. Bassa stima di se, paura e risentimento sono malesseri dell’animo che causano malattie spirituali. L’errata stima di se genera uno squilibrio mentale poiché ti fa sentire diverso da quello che in realtà sei e non ti permette di esprimerti come sei e quanto vali. Quando bevevo la stima di me era bassa e ciò stava ad indicare che non mi volevo bene e tutti i miei atteggiamenti e le scelte erano indirizzate a subire la vita più che a viverla. Avevo sempre bisogno dell’approvazione degli altri, tendevo a conformarmi alle idee degli altri, anche se non le condividevo, ritenendo che quello fosse il modo giusto di propormi o farmi valere , anch’io sono importante perché sono a fianco di una personalità e ripeto le stesse cose.Solo quando ho compreso che il programma di A.A. mi proponeva di modificare il mio rapporto con me stesso rimettendo dentro di me il giusto ordine, Dio, gli altri e me stesso ho compreso l’importanza di trovare la giusta stima di me stesso.Avere una buona stima di sé non significa mettere i piedi in testa agli altri, ma comprendere il proprio valore e comprendere quale è il proprio posto nella società e nel mondo. In questo modo più ci si stima più ci si vuole bene e facendo leva sulle proprie capacità si raggiungono gli obiettivi, …..il coraggio di cambiare quelle che posso….. La bassa stima di sé crea degli svantaggi in tutte quelle occasioni in cui ci si deve presentare agli altri poiché non si è convincenti nel descrivere e trasmettere le qualità che effettivamente possediamo; difficilmente si riesce ad abbandonare il sentimento di delusione e amarezza perché si ha paura di fallire. Ecco perché il quarto passo che ci permette di conoscerci e riconquistare un equilibrio mentale è fondamentale per il recupero personale. Una delle prime massime che ho sentito ripetere da quando sono entrato in AA è “Fallo per te stesso”. Come potevo pensare di farlo per me stesso, era una bestemmia il massimo dell’egoismo! Eppure funziona! Raggiungere la giusta stima di sé stessi sembrerebbe una cosa importante solo per la persona, al contrario è la base per una solida crescita anche di tutta A.A. Nell’opuscolo, “Il gruppo AA …dove tutto ha inizio” (l’unico e vero manuale del gruppo) c’è scritto che anche il gruppo dovrebbe fare il proprio inventario. Se io non ho una giusta stima di me stesso come posso trasmetterla al gruppo? Come può il gruppo tramite il suo RGSG trasmettere l’autostima all’Area? Come possono i Delegati dell’Area trasmettere l’autostima alla Conferenza? E questa come può essere autoritaria e trasferire a sua volta l’autostima ai servitori dei SGI? E questi all'esterno di A.A.? Perché per essere qualcuno come associazione dobbiamo essere iscritti da qualche parte? Non crediamo fino in fondo in noi stessi e nei principi del programma, la stima che noi abbiamo di noi come associazione è bassa, per questo abbiamo bisogno dell’approvazione o di sentirci protetti sotto l’ala di qualcuno o di qualcosa per ritenerci importanti. Da tempo è aumentata la convinzione che se non cresciamo come associazione è per colpa degli altri, per poca informazione pubblica, poco servizio e poca conoscenza dei Concetti, mentre non ci passa per la testa la nostra poca crescita spirituale, “parti sempre e comunque da te stesso!”. Se veramente desideriamo il nostro benessere personale sarebbe opportuno crescere in stima di noi stessi, A.A. nel suo insieme ne trarrebbe immediatamente vantaggio. Non è l’informazione pubblica che fa crescere A.A., al massimo la fa conoscere, che fa crescere A.A. è la trasmissione del messaggio che un anonimo alcolista fa ad un altro alcolista che desidera smettere di bere. La forza e l’efficacia della trasmissione del messaggio passa attraverso una crescita di fiducia in ciascuno di noi che conseguentemente viene trasmessa sia all’interno che all’esterno di A.A. Solo se aumenteremo la nostra autostima riusciremo, con l’aiuto di Dio, a trasmettere più efficacemente il messaggio a chi ancora soffre. Con il quarto passo ho compreso che debbo sempre e comunque partire da me stesso non dagli altri. PM alcolista
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