Creato da ABBASSATEIPREZZI il 06/01/2006
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ECCO COME AGISCE LA PUBBLICITA' SULLE NOSTRE MENTI IN MANIERA SUBDOLA E INGANNATRICE...

Post n°10 pubblicato il 01 Maggio 2006 da ABBASSATEIPREZZI

Quando si prepara un prodotto pubblicitario il pool di esperti in comunicazione, sociologi, psicologi, registi cinematografici, ecc. si preoccupano di presentare il prodotto pubblicizzato in maniera da renderlo più appetibile ai consumatori. Per ottenere questo risultato, stimolano, esprimono, manipolano i sentimenti delle persone attraendo la curiosità e più in generale l'attenzione non solo visiva ma mentale delle persone. Questo viene ottenuto usando immagini, suoni, sensazioni che proiettano la nostra memoria nel passato nel futuro o nel quotidiano. "L'input mnemonico" causato, rimarrà in ogni caso, sempre legato al prodotto che lo spot pubblicitario intende vendere o meglio, far comprare alle persone. Insomma anche se uno spot pubblicitario é a volte concepito come un'opera d'arte, la differenza con essa è che l'obiettivo è esclusivamente economico: incrementare le vendite di quel prodotto o di quel servizio.

Il cercare di far colpo sul consumatore stimolando il suo interesse é senz'altro un valore aggiunto di un'attività economica, e c'è chi è arrivato a coniare lo slogan "la pubblicità è l'anima del commercio". Possiamo prendere questo per buono se consideriamo i livelli di profitti che le multinazionali hanno fatto in questi ultimi anni. Prendiamo come esempio le aziende multinazionali perché  i grandi gruppi economici globalizzati hanno impostato gran parte della loro strategia aziendale sulla pubblicità del loro marchio. Terziarizzando gran parte delle attività produttive e investendo gran parte delle proprie iniziative sulla pubblicizzazione del proprio marchio aziendale, le multinazionali più di ogni altro hanno capito che il condizionamento psicologico continuo ed insistente porta all'identificazione della persona con una determinata immagine, appunto il Logo di una azienda.

Quest'idea non è poi tanto nuova o avanzata perché in molte filosofie orientali esiste la pratica di concentrarsi in forme geometriche o simboli (questi sono chiamati Yantra e vengono usati in numerose pratiche di Meditazione Buddista e Tantra Yoga) per ottenere la realizzazione di uno stadio di benessere interiore o spirituale. Ma tra la strategia delle multinazionali e le pratiche dei monaci buddisti o tantrici c'è una sostanziale "differenza semantica".Il monaco decide, chiudendo gli occhi ogni qualvolta fa meditazione sul Yantra scelto, quale idea sviluppare, insomma sceglie un auto condizionamento mediato dalla propria coscienza.

Nel caso del logo commerciale di una multinazionale, ci troviamo di fronte ad un continuo e massiccio bombardamento esterno alla persona che con il tempo diventa un'immagine naturale e familiare: ci troviamo di fronte ad un condizionamento imposto dall'esterno. Quando i personaggi ritratti sui cartelloni pubblicitari vanno sempre in barca a vela, abitano in case super lussuose, girano in macchine da 100.000 Euro e rendono i prodotti che pubblicizzano così accattivanti e necessari al proprio successo e questo messaggio è ripetuto o riprodotto per migliaia di volte, l'idea che si matura nelle persone è: "compro perché anch'io sono". Ma questo "mantra" che è inconsciamente ripetuto da milioni e milioni di persone, non é scelto dal singolo consumatore ma è entrato nelle nostre case tramite la televisione, lo troviamo nelle radio delle nostre auto quando viaggiamo, per le strade o allo stadio nei cartelloni pubblicitari, nei supermercati, nei locali di intrattenimento e perfino sugli indumenti che indossiamo.

Bisogna constatare che è difficile sottrarsi da una cosa quando questa ti è continuamente proposta in maniera allettante. Quando la pubblicità è piena di messaggi invisibili che vanno al di là dell'occhio umano, la mente si conforma a quell'immagine.
Quando un gelato diventa un oggetto sessuale o quando un cioccolatino ti cambia la vita; quando uno shampoo ti permette di stare ai Caraibi e un piatto di pasta ti porta la serenità in casa, bisogna ammettere che, nonostante questi messaggi vogliano interpretare la vita quotidiana, di realistico c'è ben poco perché la realtà, lo sappiamo tutti, è tutt'altra cosa.

La pubblicità distorce la realtà sublimandola ed il suo vero obbiettivo è quello di trasmettere il messaggio occulto insito nell'atto comunicativo stesso e cioè: "compra perché comprando sei". Questo atto non mai è concepito dal consumatore a livello conscio ma entrando dal livello subconscio è assorbito dalla mente a livello inconscio. E' anche vero che si può essere coscienti della manipolazione a cui si è sottoposti ma la promozione di determinati prodotti è così insistente e la concorrenza così debole che le persone sono costrette a quel determinato consumo anche se non è di necessità vitale!

 
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Commenti al Post:
orangemilk
orangemilk il 02/05/06 alle 20:10 via WEB
ho letto con attenzione l'articolo da te scritto; dici che la pubblicità distorce la realtà, ok,e allora?la sua ragione d'esistere non è rappresentare la realtà ma filtrarla a seconda del prodotto che deve pubblicizzare. Ah, premetto una cosa: parlo da grafico pubblicitario. Ti lancio un "appiglio": quando conosci un ragazzo che ti interessa, non cerchi di mostrare i lati migliori del tuo carattere celando quelli negativi? forse tu no, ma tantissime persone lo fanno e anche questo è simile alla pubblicità, non trovi? quello che voglio dire non è certo mal comune mezzo gaudio (anche perchè non trovo un gran male) ma che spesso ci si scandalizza o ci si inorridisce di cose quando comunemente si fa uguale. Federico
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supergigi999
supergigi999 il 09/07/06 alle 04:05 via WEB
Rispondo al commento di orangemilk. Tu dici: "quando conosci un ragazzo che ti interessa, non cerchi di mostrare i lati migliori del tuo carattere celando quelli negativi?" Ti do pienamente ragione, infatti parlando da uomo il problema grosso è che a distanza di mesi ti rendi conto dell'errore che hai fatto! Appena tu non potrai più scappare, lei toglierà il velo dai lati negativi del suo carattere ed improvvisamente emergeranno! A mio avviso il problema della pubblicità è proprio questo: rischia di farti vivere in un mondo che in realtà non esiste.
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rekall
rekall il 04/06/06 alle 02:26 via WEB
ti segnalo un sito che va ben oltre queste analisi credo ainteressante visto come la pensi: www.decrescita.it
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ubimoose
ubimoose il 09/06/06 alle 23:15 via WEB
SONO UN CONSULENTE PUBBLICITARIO CREDO CHE TU ABBIA ANCHE RAGIONE IN ALCUNI PUNTI...MA AMICO MIO QUANDO L'IMPRENDITORE STESSO TI DICE DI FARE QUELLO CHE VOGLIAMO PUR DI VENDERE..VENDERE..VENDERE..C'E'IL CONSULENTE PREPARATO ED ONESTO CHE FA CIO' CHE E' PIU' CORRETTO PER IL TELEUTENTE, IL LETTORE O L'ASCOLTATORE RADIOFONICO E NATURALMENTE L'AZIENDA MA CI SONO ANCHE LE JENE IMPREPARATE CHE FANNO DI TUTTO FINO ALL'ILLECITO...MANCA LA PROFFESSIONALITA' E SOPRATTUTTO LA CORRETTEZZA...CIAO!
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ghiorgy
ghiorgy il 10/07/06 alle 13:59 via WEB
Condivido pienamente l'analisi fatta nel messaggio, anzi devo dire che mi sembra supportato da una buona cultura sull'argomento. Devo invece segnalare che i commenti inviati non hanno afferrato il punto della questione : il messaggio non disquisisce se è bene o male che sia così, anche se fra le righe mi sembra di capire che l'autore non condivide quel modo di essere, e neanche va a criticare gli operatori del settore; il punto della questione posta lo si legge dove dice " compra perchè comprando sei ", ovvero tu esiste e vieni valutato dalla società come individuo su cosa compri. Devo dire che la questione è in discussione già da tempo, si è passati dal verbo essere al verbo avere , non è più importante come sei ma cosa hai. A me personalmente non mi sembra una cosa positiva l'estremizzazione del culto del cosa puoi sfoggiare, sarei più orientato a valorizzare anche il modo di essere.
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IMPEGNATOdiBOLOGNA
IMPEGNATOdiBOLOGNA il 19/07/06 alle 23:28 via WEB
Ciao. Mi sono permesso di segnalare il tuo impegno anche ad un AUTOREVOLE combattente. Non so se ne condividi il modo ed i pensieri ma ho segnalato il tuo blog a Beppe Grillo ed al suo blog al quale sono iscritto. Complimenti per la profondità e l'impegno. Roberto
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p.palver
p.palver il 04/08/06 alle 23:40 via WEB
Salve a tutti, vorrei scrivere un sacco di cose sull'argomento ma non saprei da dove cominciare. Purtroppo per avere una visione completa della radice del problema non basta appartenere ai cosiddetti "colletti bianchi", così come me, del sistema commerciale. Una cosa però vorrei dirla, so per certo che la cosa è stata decisa a tavolino molto prima dell'entrata in vigore dell'euro, ma è altrettanto inquietante la netta sensazione che abbiamo noi del junior management, cioè che la situazione sia letteralmente sfuggita di mano ai signori in cima alla piramide...la puzza comincia a scendere verso il basso, e ogni giorno ci chiedono sempre più "soluzioni alternative" che riescano a sostenere la fortissima pressione degli investitori. Nella storia una caso simile non si è mai verificato, è un'anomalia dall'esito imprevedibile. Signori, siamo alle falde di un'enorme vulcano caricato a merda (consentitemi il termine) e prima della fine dell'anno erutterà...a 360°. Ps...non avete idea di quanta gente è andata per la strada e quanta gente si è arricchita e di quanto... ma che importa? tanto gli Italiani vivono di videofonini... scusate l'amara ironia.
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pattykiro
pattykiro il 05/08/06 alle 15:09 via WEB
io sul tema pubblicità non mi pronuncio....mi ci vorrebbero pagine su pagine,visto che lavoro nell'abbigliamento ce n'é da dire...per quanto riguarda i prezzi effettivamente sono alti per lo stipendio medio di un italiano,sicuramente stavamo meglio quando c'era la vecchia lire....
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sunnyely
sunnyely il 13/09/06 alle 09:22 via WEB
Mi sento di dire la mia. Quello che tu hai scritto è pienamente condivisibile ma l'obiettivo che dovrebbe perseguire l'impresa non è quello di "incrementare le vendite di quel prodotto o di quel servizio." ma bensì di creare valore per il consumatore che, se recepito e condiviso dallo stesso, diventa automaticamente valore dell'impresa. Il tema è molto complesso e si potrebbe parlarne per ore infatti il Marketing e la comunicazione in particolare sono accusati di indurre comportamenti contrari all'etica. Alcuni sostengono che le imprese che "fanno marketing" sollecitano abitudini malsane. Questo può accadere però marketing significa adattamento dell'impresa al mercato. Non significa forzare, ingannare, nascondere difetti o esaltare funzioni inutili. Un marketing inteso in modo corretto arricchisce l'impresa perchè arricchisce il mercato e i consumatori. Certo è che questo concetto è stato falsato molto da chi vuole approfittarsene. Come tutte le cose.
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