… mi domandò se avevo voglia di farlo, quel gioco. Risposi che avevo voglia, e lei mi spiegò le regole.
> Si esprimono tre desideri. Due devono essere dichiarati, il terzo può rimanere segreto.
Perché i desideri si realizzino devono avere un colore.
- Un colore?
> Si, è una regola del gioco. Per potersi realizzare i desideri devono essere colorati
Giusto. Finalmente capivo cosa c’era di sbagliato, con i desideri che avevo espresso fino a quel momento, nella mia vita. C’era questa regola e nessuno me l’aveva detta.
> Dimmi i tuoi desideri
Di solito non sono capace di rispondere alle domande sui desideri. Non sono capace o non ne ho voglia. Che poi è praticamente la stessa cosa.
Confessare anche a se stessi, i propri desideri – quelli veri – è pericoloso. Se sono realizzabili, e spesso lo sono, dichiararli ti mette di fronte alla paura di provarci. E dunque alla tua vigliaccheria. Allora preferisci non pensarci, o pensare che hai desideri impossibili, e che è da adulti non pensare alle cose impossibili.
Quella notte risposi subito:
- Da ragazzino dicevo che avrei voluto fare lo scrittore.
> Bello. Che colore è questo desiderio?
- Blu, direi.
> Che blu?
- Blu. Non so.
Lei fece un gesto di impazienza con la mano , come una maestra che ha a che fare con un allievo un po’ ottuso. Poi si alzo, uscì dalla cucina e ci ritornò un minuto dopo, con un libro. Il grande atlante dei colori , si intitolava.
> Ci sono duecento colori, qui. Adesso scegli il tuo desiderio.
Aprì il libro alla prima pagina dei blu. C’erano tantissimi quadratini con le sfumature più incredibili. Sotto ciascuno, i nomi. Alcuni non li avevo mai sentiti, e non conoscendone i nomi non li avevo mai nemmeno visti. Le cose esistono solo de hai le parole per chiamarle, mi dissi mentre cominciavo a sfogliare.
Blu di Prussia, blu turchese, ardesia, azzurro cielo profondo, blu lavanda provenzale, blu topazio… fiordaliso. Tanti altri.
> Non bisogna essere approssimativi, altrimenti i desideri non si avverano. Scegli il colore esatto del tuo desiderio.
Ci pensai ancora solo qualche secondo.
- Indaco è il colore esatto.
Lei annuì, come se fosse quella la risposta che si aspettava. La risposta giusta.
> Secondo desiderio.
Adesso diventava più difficile, ma anche qui non ebbi esitazioni.
- Vorrei avere un figlio. Al momento direi che questo addirittura più irrealistico del primo.
Mi guardò con un’espressione strana. Non stupita, però. Come se si fosse aspettata anche quella risposta.
> E questo che colore è?
Sfogliai il libro, poi lo richiusi.
> Tanti colori, tanti.
Questa volta non insistette perché dicessi il colore esatto e non fece commenti. Mi piaceva che non facesse commenti. Mi piaceva quella naturalezza, mi piaceva che fosse tutto esattamente al suo posto, in quel momento.
> Il terzo.
- Hai detto che uno dei desideri può rimanere segreto
> Si.
- Questo è quello segreto.
> Va bene. Ma devi dire lo stesso il colore, anche se il desiderio è segreto
Giusto. Il desiderio è segreto, non il colore. Ok. Presi l’atlante e lo aprii alla sezione dei rossi.
Vino, cinabrese, vermiglio, cremisi, rosa polvere, petalo di rosa rossa, corallo moderno, rosso neon, …rosso scuro, porto.
- Cremisi, direi cremisi. Adesso tocca a te.
…
- E il terzo?
> Anche il mio terzo è segreto.
- E il colore qual è?
Lei non disse niente, sfogliò l’atlante fino alla sezione dei rossi e il mio cuore accelerò dolcemente.
da "Ragionevoli dubbi" di Gianrico Carofiglio
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il 18/08/2011 alle 11:27
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