Creato da: R.VonWarhen il 14/07/2006
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La banalità del male e l'eccezionalità dell'idiozia

Post n°23 pubblicato il 19 Giugno 2007 da R.VonWarhen

Mio malgrado, lo ammetto, ieri sera sono stato costretto ad osservare Mentana raccontare la banalità del male...questo comporta un paio di riflessioni a monte: 1) d'ora in avanti prima di invitare qualcuno a cena mi informerò su come sia solito trascorrere le serate calde 2) dovrò imparare a parcheggiare l'automobile nel mio spazio per non far innervosire i vicini...che non si sa mai...

Dopo la visione di quella che con malcelato orgoglio Mentana si ostinava a chiamare "docufiction" (definizione più appropriata sarebbe stata macabro escamotage a fin di audience...bizzarro se si pensa che il diretto competitor è ormai in vacanza e dunque non si sarebbe nemmeno dovuto duellare col plastico di Cogne) mi chiedo se il  buon giornalista ex-amico degli ex-socialisti sia ormai alla deriva, sul piano inclinato che lo trascinerà verso l'abisso, verso il luogo del non-ritorno televisivo...indirizzato ad una nuova versione di real-tv ma, se possibile, ancora più truculenta, ancora più hard-boiled e senza lieto fine...non pensavo che sarei mai arrivato ad affermare una cosa del genere ma devo farlo : viva Guido Bagatta!

Mi limito a sottolineare come questo tentativo di spettacolarizzazione del dolore non sia certo una novità, non si contano infatti le trasmissioni la cui sola ragione di esistere è quella di infilare un microfono sotto il naso del pedofilo, dell'assassino o del sequestrato di turno per poi dimenticarsi di lui un paio di giorni dopo...ma in questo caso si è davvero andati oltre. Si è pensato che fosse utile? necessario? decisivo? far conoscere alla massa le carte processuali, gli interrogatori e le indagini relative alla strage...cosa che solitamente accade in modo autonomo perchè nelle procure italiane è prassi che qualcuno passi sottobanco alla stampa anticipazioni e intercettazioni varie...si è ritenuto fosse interessante far conoscere le tecniche utilizzate per sgozzare un bambino (casomai qualche gioioso emulatore mitomane avesse voluto prendere appunti) si è creduto fondamentale raccontare la vita "banale", normale, comune di una coppia di lavoratori senza sogni e senza passioni e far credere che proprio quella assenza di "glamour" nelle loro vite fosse l'origine del disprezzo e dell'odio, si è mostrato una donna che viveva per far splendere i pavimenti e un uomo senza amici e si è tentato di renderli ridicoli ancor prima che terrificanti.

Non bastasse tutto questo...ecco arrivare il dibattito post-docufiction...Mentana ricorda al mondo come tutto quello appena trasmesso sia una fedele ricostruzione dei fatti...e sulla poltroncina compare l'ex marito tunisino della donna uccisa che ottiene dal conduttore e dai presenti attestati di solidarietà e scuse per essere stato ingiustamente accusato...tutto legittimo, tutto accettabile...se non fosse per un paio di piccoli particolari (omessi ad arte?)...L'affranto vedovo in questione, fuori dal carcere per l'indulto, scontava una pena per traffico di droga, maltrattava la moglie e spesso l'abbandonava non curandosi del figlio...un modello di virtù insomma, al quale si è pensato di creare una carriera da divo tv, magari tronista dalla De Filippi o inviato di striscia la notizia per i casi di malasanità nel magreb o ancora star del nuovo grande fratello

La penosa conclusione a cui sono giunto è che tutti noi abbiamo bisogno dei mostri, perchè vederli e sapere che esistono ci fa sentire migliori, ne abbiamo un bisogno compulsivo, li divoriamo, li succhiamo e ce ne servono sempre di nuovi e sempre di più cattivi...e quando qualcuno li ferma e li mette in galera...la loro assenza è così rumorosa che per sopravvivere ne cerchiamo altri...e se in quel momento sono assenti...nessun problema ci pensa Mentana a ricordarci che prima o poi qualcuno arriverà a prendere il loro posto nei nostri cuori o, nella peggiore delle ipotesi, sarà la scatola che abbiamo in salotto che li creerà per noi...magari sottoforma di nuovo tronista tunisino. Per le referenze del soggetto e l'eventuale book rivolgetevi a Lele Mora.

 
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