AD MINCHIAM

Una giornata senza pretese


ore 7.00, risveglio...non troppo delicato direi...chissà perchè il mio organismo rifugge quel periodo più o meno lungo del torpore...passo dal sonno alla veglia senza fermate intermedie, mi si spalancano gli occhi e basta. scrollo via il gatto obeso che bivacca sul fondo mie coperte...non si scompone minimamente, sa che tra 10 minuti, come ogni mattina, mi usurperà il trono tenendo per sè tutto lo spazio. doccia e caffè...tutto nella norma, la barba non la taglio...che c'è per colazione? nulla...tutto nella norma, il bar mi sfamerà. apro il portone, temperatura da ritirata di russia, un centimetro di ghiaccio ha preso possesso del parabrezza, lo scrosto con l'angolo del bancomat (unica operazione eseguibile con quella tessera senza pagare commissioni bancarie), mi creo un oblò lato guidatore giusto per garantirmi il senso della profondità perchè la strada è sempre la stessa, non è poi così fondamentale guardare il panorama. 30 minuti in compagnia di Shane MacGowan che un po' si lagna perchè la sua donna lo ha piantato e un po' se la spassa bevendo...incrocio i consueti uomini tagliati a metà dalla carrozzeria delle automobili (ogni tanto mi chiedo se quei tali hanno anche una parte inferiore del corpo), scambio sguardi di complicità ai semafori con l'accolita dei pendolari, salvo maledirli un secondo dopo nel caso in cui non scattino al primo accenno di colore verde, qualcuno ha l'aria attenta, ma quelli con gli occhi a fessura e la pelle a scaglie come un crotalo sono in maggioranza. ore 8.07, fine del viaggio...solo parcheggi a pagamento nel raggio di un km...tiro il freno a mano tra le strisce blu...cerco le monete e le trovo ma il parchimetro sta lontano...metto piede a terra e vado al bar prima di crollare per un calo di zuccheri... ore 8.15, fine del meritato pasto...rotta verso il parchimetro...pesco le monete, spingo i tasti, ritiro il tagliando e torno indietro. ore 8.18, si consuma il dramma...una pattuglia di "vigili urbani minus habens" ossia quelli deputati esclusivamente a fare contravvenzioni, volteggia come una coppia di marabù intorno alla mia macchina, uno scrive fitto sul suo blocchettino mentre l'altro gli detta i numeri della targa...affretto il passo con il braccio alzato e lo scontrino del parcheggio ben in vista tra le dita, sembro il tedoforo delle olimpiadi di scuola guida...immagino che una dimostrazione così eclatante di buona fede li faccia desistere e invece nulla...uno scrive e l'altro detta. ore 8.19, conversazione surreale con il tutore dell'ordine... "scusi, non vede che sto arrivando di corsa col tagliando del parcheggio?"...risposta "si, ma sono qui da 5 minuti che aspetto, non facciamo mica subito le multe, non siamo così fiscali, abbiamo aspettato un tempo considerevole prima di verbalizzare"..."non per trovare scuse ma: se lei avesse un minimo di spirito di osservazione o quantomeno una visione periferica del mondo che la circonda, noterebbe che il parchimetro più vicino dista dal luogo in cui ho parcheggiato almeno cento metri e non essendo io ancora entrato nella staffetta di atletica leggera U.S.A...(ma forse lo sport non lo appasiona perchè vedo che non mi segue...provo con la scienza)...intendevo è stato messo al corrente del fatto che esiste una legge fisica secondo la quale V=S/T? se sì, mi dia quantomeno la possibilità di dimostrarle in maniera puramente empirica che per coprire la distanza tra l'automobile e il parchimetro è necessario un tempo...(nulla, nemmeno questo lo smuove...extrema ratio, la butto sulla parascienza)... senta non pretenderà che io possegga il dono dell'ubiquità, mi lasci il tempo materiale per fare le cose"...mentre vaneggio di doti sovrannaturali, il collega con gesto molto naturale, mi incastra la multa sotto il tergicristallo e sentenzia "guardi, non ci faccia perdere tempo, mi spiace per lei ma dobbiamo multarla"..."e adesso che me ne faccio del parcheggio pagato?"..."non compete a noi ovviare alla sua negligenza"...sentita questa taccio e rifletto...perchè un maledetto essere in divisa, anello mancante della catena evolutiva, forma di vita a cui manca un cromosoma per poter essere definita umana, materiale buono per gli studi di frenologia, mi deve avvelenare la giornata senza ricevere in cambio quel che si merita? ore 8.25, il colpo di genio...e sia, non possideo il dono dell'ubiquità ma maneggio discretamente bene quello della sintesi, volto le spalle al "dinamico duo" e con un perentorio "ma andate a fare in culo!" vado a lavorare. ore 8.30, la routine...accendo il computer, mi metto a lavorare. faccio un paio di calcoli: apertura occhi ore 7.00, inizio lavoro ore 8.30...in un'ora e mezza mi sono roso cosi tanto il fegato da rovinarmi le restanti 22 ore e 30 minuti che mi separano da domani.