Creato da Alcibiade.60 il 08/10/2008

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LA SLA

Post n°4 pubblicato il 09 Ottobre 2008 da Alcibiade.60

Firenze mercoledì 08/10/2008 stadio Franchi, quanti campioni, di ieri e di oggi, gente ammassata sugli spalti fino all’inverosimile, tutti a fianco per l’ex calciatore Stefano Borgonovo 44 anni, ex centravanti di Como, Sambenedettese, Milan, Fiorentina, Pescara, Brescia e Udinese, ha annunciato di essere affetto dalla sclerosi laterale amiotrofica (SLA), detta anche malattia di Lou Gehrig.

La sclerosi laterale amiotrofica "malattia progressiva dei motoneuroni".  Conosciuta in tutto il mondo la sclerosi laterale amiotrofica, alcuni studi epidemiologici indicano una relazione tra malattia, traumi ripetuti e attività fisica intensa.  

In Italia oggi ci sono 5500 persone affette da SLA (una ogni 50 mila ogni anno), ma l’incidenza tra i calciatori è almeno 10 volte superiore rispetto a quella nella popolazione normale. L'uso dei farmaci in passato, perché sono tante le generazioni colpite. Ma ora bisogna farsi delle domande, capire perché. 

Con gli ultimi accertamenti si è visto che tra calciatori professionisti si muore sei volte di più che nella popolazione generale di SLA. Hanno fatto un confronto con altre due popolazioni di sportivi, ciclisti e giocatori di pallacanestro. È venuto fuori che né tra i ciclisti, né tra i giocatori di pallacanestro, si è verificato alcun caso di SLA. Adesso, stanno facendo anche uno studio sui giocatori di rugby. Allo stato attuale, non c'è ancora nessun caso di SLA tra i giocatori. Quindi sembrerebbe doverci esserci qualche fattore specifico per l'attività, ed è quello che stanno cercando di capire. Le ipotesi su cui si lavora di più sono l'uso di sostanze dopanti, microtraumi, sia agli arti inferiori che a traumi dovuti a colpi di testa. Una terza ipotesi è l'uso di sostanze tossiche per il mantenimento dei campi di gioco. Non esiste un unico test diagnostico specifico  in grado di diagnosticare la SLA. Il criterio fondamentale è l’esame clinico, affiancato da una serie di  test strumentali, che possono variare a giudizio del medico sulla base delle caratteristiche del singolo paziente, volti essenzialmente all’esclusione di quadri clinici simili ma determinati da altre patologie. Non esiste allo stato attuale delle conoscenze scientifiche  alcun trattamento, farmacologico o non, in grado di arrestare la progressione della malattia o di portare a miglioramento dei deficit motori. L’unico farmaco dotato di efficacia dimostrata nel rallentare la progressione della SLA è il riluzolo, che viene prescritto e fornito (salvo controindicazioni) dalla neurologia presso la quale il paziente è seguito.


Fonte: Vergnano F. Borgonovo, la Sla e un dribbling: "Non getto via la vita". La Stampa 05/09/2008.
A. Cristani, E. Romagnoli: Storia del rapporto tra sclerosi laterale amiotrofica e sport. Recenti Progressi in Medicina 2006; 97(7-8):408-410.

 

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