FIGLI DELL'ALER

1919

L'Istituto realizza quattro villaggi di casette: Baravalle, Campo dei Fiori, Gran Sasso e Tiepolo. 

Sono costruzioni leggere, composte dal solo piano terreno o al massimo di un piano, con struttura in pilastri di cemento armato e muri in mattoni forati, che permettono tra l'altro un notevole contenimento dei costi e dei tempi di edificazione.

 Non hanno alcuna pretesa estetico-architettonica e dal punto di vista urbanistico manca una gerarchia compositiva complessiva: concepite secondo criteri di un socialismo romantico, in opposizione alla classica casa operaia con ballatoi e servizi in comune, ispirati alla città giardino inglese, mancano centri di vita sociale e servizi comuni. 

---

Gli anni '20: tema della modificazione dei metodi di lavoro, del linguaggio architettonico, e problema della realizzazione in economia.

1920

Vengono impostati otto nuovi quartieri (completati entro il 1924): Vittoria, Genova, Magenta, Tiepolo e Pascoli, Botticelli, Friuli, Andrea Del Sarto e Monza (ora Lagosta, Giulio Ulisse Arata).

Con questi quartieri inizia lo studio per la creazione di un nuovo tipo di casa popolare, dalla disposizione interna degli alloggi, alla costruzione dei fabbricati, alla disposizione planimetrica complessiva: viene ripresa la struttura tradizionale dei quartieri ma viene abbandonato il corpo chiuso; i corpi di fabbrica sono sull'area perimetrale, quasi una chiusura verso l'esterno, vi sono cortili interni e giardinetti, alcuni edifici sono senza negozi, sulla facciata sono presenti motivi decorativi (bow-window, mensole sotto i balconi, cornici più o meno elaborate alle finestre, frontoni) elementi presenti fino da allora nelle case borghesi, e legati agli stili del passato.

In questo periodo si inizia anche la realizzazione delle case economiche: in questo caso, per non incidere troppo sui costi e per non rinunciarvi, le decorazioni sono disegnate o graffite.

Pur mantenendo l'affitto semplice, per alcuni grandi appartamenti viene introdotto il deposito a sovvenzione, restituibile in 20/30 anni con interessi del 2,5-3%, ed il patto di futura vendita.

L’Istituto costruisce per la Cooperativa Postelegrafonica i villaggi 'La Postelegrafonica e Giornalisti' (1920); attua una collaborazione con imprenditori privati, Pirelli e Breda, per la realizzazione di villaggi industriali per i loro dipendenti; il villaggio Borgo Pirelli (1920-23, Loria e Allodi) ed il quartiere Borgo Breda a Sesto San Giovanni (1925-26)

1922

L'Istituto cambia denominazione in “Istituto per le Case Popolari" (ICP) Viene fondato l”Istituto per le case economiche”, con lo scopo di costruire abitazioni civili da cedere in graduale ammortamento al ceto medio.

1924

Aggregazione dei comuni limitrofi: la superficie della città di Milano passa da 76 a 185 kmq.

1925

La sede dell'Istituto si sposta in via Cesare Battisti.

1926/31

Vengono costruiti 20 quartieri: Giovinezza (ora Piola), Vanvitelli (ora Verrocchio), XXVIII Ottobre (ora Stadera), Solari, Villapizzone, Ugo Pepe (ora Bibbiena), Crespi (ora Belinzaghi), Romagna, Tonoli lotti A-B e Caimi (ora Forlanini) Tonoli lotto D (ora Aselli), Anzani, Regina Elena (ora Mazzini), Polesine, Emilio Melloni (ora Calvairate), Giambologna, Plinio, Lipari (ora Lipari, Vepra e Giovio), e Piolti - De Bianchi.

Le costruzioni