21.12.2012

 Brasile. Le tremende alluvioni, con le conseguenti inondazioni e frane, devastano il sud-est del Paese da martedì. Secondo quanto riportato dalla Protezione Civile, oltre diecimila persone sono state sfollate e il numero dei dispersi è ancora sconosciuto. A Teresopolis, che dista 100 km da Rio de Janeiro, sono morte almeno 200 persone ed è stato decretato lo stato di emergenza. Il fango ostacola i soccorsi ed alcune città, come Petropolis, in cui si contano 34 vittime, si possono raggiungere solo in elicottero. A Nova Friburgo, per ora, i morti accertati sono 208. "In alcuni punti sembra uno scenario di guerra. Delle aree che abbiamo sorvolato intorno ai municipi di Petropolis, Teresopolis e Nova Friburgo, riteniamo che la situazione peggiore sia quella di quest'ultimo centro. Molte zone rurali, in questa zona, sono rimaste isolate" è quanto racconta, con sconforto, Nelson Jobim, ministro della Difesa. Il presidente Dilma Rousseff ha stanziato 78 milioni di dollari per i soccorsi nelle regioni colpite dalla catastrofe. L'84% delle precipitazioni previste per l'intero mese di gennaio sono cadute in un solo giorno. La situazione è "molto drammatica" secondo il neo presidente brasiliano, che ha personalmente sorvolato le zone colpite. "Ciò che preoccupa noi e Dilma Rousseff è quanto accadrà nelle prossime ore, perché le previsioni meteorologiche non sono affatto rassicuranti" ha dichiarato Sergio Cabral, governatore dello stato di Rio. Un geografo ha definito questa situazione drammatica "la peggior catastrofe naturale della storia del Brasile".