Hai ragione credo che alle volte non riusciamo veramente a guardarci dentro per scoprire cosa realmente vogliamo, ed è un peccato, magari chi ci è vicino lo vede meglio di noi..
grazie del commento...
Antonello
credo che a volte abbiamo paura di noi stessi...dei nostri pensieri...ci sembra che gli altri non possano capirli e allora li nascondiamo...grazie per la visita...ciao
accetare noi stessi e proporci agli altri per quello che siamo è sempre un terno al lotto... ma io preferisco vivere me stessa sempre pienamente con le mie emozioni e passioni in tutte le sue sfaccettature... poi piacere o meno non mi interessa almeno sò di non aver mai rinnegato il mio vero io... così chi ti sta vicino è perchè ti rispetta per quello che sei e non per quello che vuoi far apparire... un bacio
E’ molto difficile rispondere a questo, più che altro la domanda corretta a mio parere è questa: “Accettiamo ciò che consegue ad essere se stessi?”. Io ho deciso di essere me stesso, ma questo pre-impone diverse scelte (perché si vive in mezzo agli altri), io ho deciso di esserlo perché potevo e perché ero da solo e quindi ho scelto una vita, la persona, le persone in cui mi sento me stesso. Altre volte è difficile essere se stessi perché si è scelta una strada… magari la vita fosse come “E alla fine è arrivata Polly”, alcune cose non sono semplici come nei film di un’oretta scarsa anche se vogliono imprimere un significato: Per trasformare la vita ci vuole molto e molte altre cose sono in-trasformabili, si accettano compromessi e il più delle volte i compromessi allontanano pian piano. Ciò che si è iniziato (nel passato) a volte non da possibilità di essere se stessi e si tira avanti…
quindi da come penso di aver capito è una scelta di vita che uno deve fare, è vero, forse la scelta è commisurata alle conseguenze che ognuno di noi sa o è capace di accettare.Si il film è semplice o così vogliono farlo apparire, ma pensa che l'ho scoperto per caso durante un corso per lavoro supportato da psicologa e docente della comunicazione, ti assicuro che nella sua semplicità analizzato con occhio critico e mirato mostra (adottato come esempio ma andrebbe bene qualsiasi altro film anche più impegnato), proprio i comportamenti dell'indole umana, fatti di insicurezza e/o eccessiva sicurezza in se stessi a seconda del personaggio, che chi vede il film come una semplice commedia magari non nota, com'è altrettanto vero che alle volte quando s'è intrapresa una strada o un comportamento o si sono accettati compromessi, come dici, non si riesce a tornare indietro e si vive una vita vuota o fatta di rinunce o si è frustrati e scontenti...
Sono d’accordo con quello che hai scritto e anche l’analisi da parte di psicologa e docente della comunicazione ha facilmente scoperto. Altri film sono sulla stessa linea quasi a dover demolire un modo di fare e forse anche di nascondere o evitare. Sono le soluzioni che adoperano questi film ad essere semplicistiche (lieto fine) ma non la partenza e comunque tutto svolgimento, ma per durata e ovviamente perché chiedo delle cose “impossibili” non è possibile fare un film come lo vorrei io. Alcune cose nella vita bisognerebbe evitarle ed altre strade si dovrebbero evitare, anche se ci sono prezzi da pagare, ma questo è una mia idea personale tratta da cose che ho visto nella vita ma non mi sento di dare consigli, anche se ripensi che avresti potuto darli, ma che poi ripensi che la vita è la propria e non sempre, anche se i consigli sono giusti, si può fare anche peggio. Sul discorso “E alla fine è arrivata Polly”, perché Polly è arrivata, dal solo fatto che è arrivata ed ha iniziato a fare parte della vita di una persona (alla fine conta quello)… alla fine delle mie domande è vero e mi sono arreso da un pezzo, i consigli, le parole, un semplice ciao, un semplice “ogni tanto ti vengo a trovare” non basta, non bastano anche le parole più vere, più giuste, più illuminanti, alla fine quello che conta e quello che si potrò fare è partecipare alla vita con un’altra persona… ed io che cercavo la risposta della saggezza… ma non esiste, esiste la risposta della presenza vera nella vita, solo così si riesce a cambiare strada. Il difficile è essere nella vita di una persona che vuole o chiede di cambiare strada, discorso molto più complesso e molto articolato, ma comunque devi essere presente e senza presenza molte volte la strada non cambia.
I films sono quello che sono e ognuno di noi può vederci cose che gli altri non vedono o arrivare a conclusioni (magari neanche pensate da chi l'ha fatto), nella mente umana ognuno ha le proprie interpretazioni che derivano dalla sua cultura e dalla formazione, infanzia..adolescenza e così via.. Si alcune bisognerebbe evitarle, ma le esperienze servono prorpio a questo, solo che certe volte il prezzo da pagare è troppo alto ma d'altronde come dici non è neanche il caso di dare consigli si deve sbagliare da soli credo solo così poi non si hanno rimpianti o alibi di sorta. Per la presenza questo nella realtà dovrebbe essere come dici e la vita dovrebbe essere vissuta con la persona che ami realmente e intensamente, e non c'è saggezza o formule o alchimie che possano aiutarti, un vecchio adagio, (non ricordo di che origine), diceva che dovresti vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo perchè la vita va vissuta con intensità e non con sufficenza, però questo posto è un surrogato della realtà dove le schermaglie sono più basse in virtù della sicurezza data dall'anonimato, infatti molti metto fuori il peggio di loro stessi, per questo qui devi accontentarti solo di questo a volte ma altre volte invece trovi delle persone come te, ma la risposta in alcuni casi te la devi quasi costruire da solo purtroppo.
Comunque hai ragione nonostante questo alle volte se non sei presente (e a volte anche se sei presente aggiungo io...), la strada non cambia..
“Si alcune bisognerebbe evitarle, ma le esperienze servono prorpio a questo, solo che certe volte il prezzo da pagare è troppo alto ma d'altronde come dici non è neanche il caso di dare consigli si deve sbagliare da soli credo solo così poi non si hanno rimpianti o alibi di sorta.” Alla fine, “Polly”gioca un ruolo fondamentale nella vita delle persone, lo riesci a capire verso la fine della vita e quando questa inizia a concludersi. Sarà perché ho visto prezzi troppo alti veramente, io personalmente ho potuto imparare, ma il prezzo pagato alla fine è assurdo, talmente assurdo che persone che mi erano nemiche trovi che la vita con loro è stata ingiusta.
In riferimento alla virtualità penso sia tutto un altro mondo da dividere nettamente con la realtà, la realtà è descritta anche nella virtualità (ma solo in parte), “polly” virtuale penso che denoti una esigenza non tanto diversa da quello che alcune volte ho sentito nella realtà: “Vieni a trovarmi spesso, mi farebbe molto piacere”, poi capisci i perché, li sai riconoscere, “polly” non è il visitatore, è qualche cosa che manca.
Si appunto alla fine arriva Polly, certe volte vorresti avere le occasioni che non hai saputo sfruttare prima per inesperienza o paura, infatti nel film lui finalmente scopre se stesso prima che sia troppo tardi e scopre quello che realmente vuole ( almeno così i tutor ci hanno spiegato), com'è vero che se analizzi a fondo alcune persone che in un primo tempo ti erano direi non troppo simpatiche scopri che ne hanno passate di tutti i colori e che il loro atteggiamento deriva da questo stato di cose.
Certo che la differenza tra reale e virtuale è come tra la notte e il giorno, e il dare disponibilità alle volte non basta, forse il qualcosa che manca è anche in noi stessi e ci vuole qualcuno che lo evidenzi.
Prima di riuscire ad essere se stessi, bisogna sapere chi si è. Ciascuno è unico e trova il senso del mondo a modo suo. Fare amicizia con se stessi però non è così semplice. Molti credono che il mondo ruota intorna a loro e che quindi sia più importante essere come si dovrebbe piuttosto che essere se stessi.
Nel film l'arrivo di Polly è inatteso, ma molto probabilmente entrambi stavano aspettando il momento opportuno per lasciarsi andare.
Certo che essere se stessi è difficilissimo, così come lo è essere coerenti non solo verso noi stessi ma anche verso gli altri, l'amicizia verso noi stessi è come la fiducia o la sicurezza di se stessi, e questo comporta anche questa ultriore affermazione che fai, ovvero che l'eccesso di noi stessi può cadere nell'egocentrismo, nell'eccesso di autostima, e così via.
Per l'ultimo pesiero direi che non sono d'accordo al 100% lui è molto più immaturo e insicuro di lei è lei che gli permette di vedere in se stesso e di capire quali realmente siano i suoi sogni e desideri, e questo è una forma di altruismo che è difficile trovare nelle persone, perchè di solito protese ad esaudire solo i propri desideri, ma questo è solo un mio modo di vedere le cose e sicuramente non è detto che sia così...ciao
Questo lo condivido pienamente, è vero lei riesce a tirar fuori da lui un'altra persona, come avevi detto in precedenza è difficile essere se stessi, e certe volte preferiamo apparire come altri piuttosto che mostrarci come siamo, e giustamente come dici a volte portiamo la nostra anima a sopire pur di non soffrire o di mostrarci come realmente siamo compreso magari quello che invece in realtà vorremmo con tutte le nostre forze ....cuore compreso...