AMARE DAVVERO

sono una donna che ama troppo

 

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VOGLIA DI STUPIRE...D'AMARE...UN FANTASMA...

CREDO IN TE....................COME IL SOLE CREDE ALL'ALBA CHE VERRA'......

COME UNA RONDINE SE NE ANDRA'..............

 

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CIA A TUTTI!

Post n°177 pubblicato il 19 Agosto 2010 da nova2007_2007

Ciao amici di una cara amica,

 

oggi si sente tanto parlare di abuso di

alcool....................

io domani compio 25 anni di sobrieta'

dall'alcool........

volete venire al mio compleanno?

Vi aspetterei a braccia aperte anche

perche' sono terribilmente sola e triste!

Se volete..a presto!

nova


 
 
 

Tratto da: Louise Hay - Puoi guarire la tua vita

Post n°176 pubblicato il 29 Gennaio 2010 da Amaredavvero
Foto di Amaredavvero

 

Tratto da: Louise Hay - Puoi guarire la tua vita - ed. Armenia

La maggior paggior parte di noi ha idee assurde su chi siamo e molte, molte regole rigide su come la vita dovrebbe essere vissuta

Non condannatevi, poiché ognuno di noi fa del proprio meglio. Se avessimo una maggiore conoscenza, se dimostrassimo una maggiore comprensione e consapevolezza, ci comporteremmo in maniera differente. Per favore non deprimetevi per essere al punto in cui siete. Il fatto stesso che abbiate trovato questo libro er che mi abbiate scoperta, significa che siete pronti a fare un nuovo cambiamento positivo nella vostra vita. Apprezzatevi per questo. "Gli uomini non piangono!" "le donne non sanno gestire il denaro!" Che idee limitanti con cui convivere!

Quando siamo bambini, impariamo dalle reazioni degli adulti a provare sensazioni riguardo a noi stessi e all'esistenza.

Questo è il modo con cui impariamo a valutare noi stessi e il nostro microcosmo. Ora, se avete vissuto con persone che erano molto infelici o impaurite, o afflitte da sensi di colpa, o arrabbiate, avrete appreso una quantità di concetti negativi su voi stessi e sul vostro mondo.
"Non faccio mai niente di giusto" "E' colpa mia" "Sono cattivo se mi arrabbio". Su convinzioni di questo tipo si fonda una vita frustrante.
Diventando adulti, tendiamo a ricostruire l'ambiente emozionale dei primi anni della nostra vita familiare.
Ciò non è né buono, né cattivo, né giusto, né sbagliato, è semplicemente ciò che riconosciamo dentro di noi come "Famiglia". Tendiamo anche a ripeter, nei rapporti personali, lo stesso tipo di relazioni che abbiamo avuto con la madre o con il padre, o quella che essi avevano tra di loro. Provate a ricordare quante volte avete avuto un amante o un datore di lavoro che era "proprio come" vostra madre o vostro padre.
trattiamo inoltre noi stessi come ci hanno trattato i genitori. Ci sgridiamo e ci puniamo nello stesso modo (se ci ascoltassimo risentiremmo quasi le stesse parole). Se da bambini siamo stati amati e incoraggiati, ci amiamo e incoraggiamo allo stesso modo.
"Fai tutto sbagliato" "E' sempre colpa tua"
Quanto spesso vi siete ripetuti queste frasi?
"Sei fantastico" "Ti amo". Quanto spesso vi ripetete parole come queste?
 
 
 

Amare troppo

Post n°175 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da Amaredavvero

Che cosa spinge una persona ad innamorarsi di un partner che la umilia, non la rispetta e la tradisce? La dipendenza affettiva è un problema tipicamente femminile, anche se negli ultimi decenni a causa dei mutamenti sociali, questo problema  sta cominciando ad interessare un numero crescente di uomini. Per spiegare i meccanismi psicologiche che scattano nelle relazioni distruttive, esamineremo brevemente il caso di Barbara Samson, autrice del libro: "Quando il primo amore uccide".
Una volta appresa la sieropositività del suo ragazzo, Barbara, una diciassettenne francese, continua ad avere con lui rapporti non protetti sino ad arrivare a contrarre il virus del H.I.V.


Naturalmente quello di Barbara è un caso estremo, ma i meccanismi psicologici che sono scattati in lei sono simili ai meccanismi che scattano nelle relazioni autodistruttive.    

Insoddisfazione e bassa autostima sono il  retroterra in cui fioriscono i rapporti patologici.
Le donne (e gli uomini) che amano troppo sono accomunati da bassa autostima e da un senso di insoddisfazione per la propria vita. Nel amore vedono la soluzione dei loro problemi : al partner chiedono inconsciamente di "salvarle", di dare un significato alla loro esistenza e di farle sentire bene con se stesse.  

Come si sviluppa un amore autodistruttivo.

Il colpo di fulmine
Le relazioni delle donne che amano troppo cominciano in un modo travolgente, spesso con un colpo di fulmine. Avviene così anche ala protagonista del libro "Quando il primo amore uccide": Barbara  decide di perdere la sua verginità con un ragazzo che conosce da soli due giorni e di cui non sa niente.

Dal punto di vista psicologico, spesso dietro la tendenza a fidanzarsi con qualcuno in un modo impulsivo, si nasconde la paura di stare da sole e il bisogno di avere un partner a tutti i costi.

L'altro appare un "principe azzurro" anche se non si sa niente di lui perché si vede in lui la risposta ai propri bisogni.

Si ignorano i propri bisogni ed esigenze
Le donne che amano troppo affrontano le relazioni sentimentali in un modo eccessivamente accondiscendente. In altre parole sono disposte a tutto, pur di essere amate.

Barbara, che è vergine decide di avere rapporti sessuali con Antony, sebbene non si senta pronta a questo passo. La ragazza decide di fare l'amore con lui per paura di perderlo. Scrive :" Mi sono rassegnata a lasciarmi fare l'amore, per offrirlo a lui, non a me. Che lui mi ami, è più importante del  disgusto di essere toccata e violata"

Ci si colpevolizza per il cattivo comportamento del partner. 
A causa della loro scarsa autostima, le donne che amano troppo si considerano responsabili del cattivo comportamento del loro partner. In sintesi, se il loro uomo le umilia,le tradisce e non le rispetta, esse sentono che questo dipende dal fatto che sono poco interessanti, non valgono niente e sono indegne di amore. Incapaci di provare rabbia, essi reagiscono al maltrattamento o alla freddezza del fidanzato, colpevolizzandosi e vedendo nelle umiliazioni  subite la prova della loro pochezza. 

Ci si aggrappa sempre più al partner.
Anche quando la relazione diventa degradante e umiliante, la persona coinvolta non prende in considerazione l'ipotesi di rompere la relazione. Anzi, raddoppia gli sforzi per cambiare il partner e per conquistare il suo amore. Più il partner non la rispetta, più la donna che ama troppo aumenta l'impegno per salvare il rapporto.

Quello che scatta in queste relazioni è un meccanismo psicologico simile a quello dei giocatori d'azzardo. La donna che ama troppo non vuole mettere in discussione una relazione a cui ha sacrificato tutto e da cui dipende tutta la sua autostima. Farlo significherebbe per lei sentirsi una fallita.

Quando Barbara apprende che ha perso la verginità con un ragazzo sieropositivo e che lui , pur essendo al corrente della sua malattia, ha preferito non dirle niente e correre il rischio di contagiarla, reagisce nel modo seguente: "La bugia mi sembrava più grave della sieropositività .Ma ciò che mi faceva stare veramente male era che se era stato capace di fare una cosa del genere sicuramente non mi amava. La consapevolezza che non c'era amore, quello era insopportabile, inconcepibile. Lì stava il vero rifiuto, la vera rabbia, l'estrema umiliazione. Con ostinazione mi sforzavo di provare a me stessa che mi stavo sbagliando. Cercavo di dimostrare che si trattava d' amore"

Quando il suo ragazzo, messo alle strette, ammette la malattia e chiede a Barbara se vuole continuare a stare con lui , lei risponde: " Si, tanto sono sicuramente sieropositiva. Ma anche se non fosse, voglio essere come te e accada quel che accada" 

Il rapporto di coppia assorbe tutte le energie psicologiche.
Più il rapporto di coppia si deteriora, più la donna che ama troppo aumenta gli sforzi per salvare la relazione. La partner innamorata investe tutte le sue energie nel rapporto di coppia  e comincia a trascurare   il lavoro, le amicizie, i figli , il suo aspetto e la sua salute. A quel punto tornare indietro diventa veramente difficile : anche se è insoddisfatta, la donna che ama troppo non può lasciare un uomo che è diventato la sua unica ragione di vita. 

Quando Barbara ha la conferma di essere stata contagiata dal virus,  si aggrappa ancora di più ad Antony. Sente di non poter tornare indietro: "Non ho più un posto da nessuna parte. Non sono più come le mie coetanee . Ho perduto la mia gioventù. Seguire le lezioni, recitare il ruolo della liceale, sarebbe una commedia, un gioco. Non ho altri che lui perché lui è come me. "

Ulteriori considerazioni sui rapporti patologici.
La scarsa autostima è alla base dell'autolesionismo in amore. Chi ama troppo ha un cattiva immagine di sé e per questa ragione, tende a scegliere partner problematici e inadeguati. Chi ama troppo è convinto di non poter essere amato per quello che è, e visto che non può essere amato, si accontenta di essere indispensabile. Ecco perché chi ha questo tipo di problematiche tende a cercarsi dei partner deboli e dipendenti (spesso anche dal punto di vista economico).        

Barbara chiarisce il comportamento autodistruttivo: "Vorrei andare fino in fondo. Distruggere la mia vita. Mostrare che esisto, con qualunque mezzo. Un po' mi disprezzo.  Attraverso di lui, voglio cercare di amare anche me stessa. E lui ha bisogno di qualcuno, ho l'impressione di essere io questo qualcuno. Mi sento quasi indispensabile.,Allora rifaccio l'amore con lui ogni week-end. L'amore con l'amore con la morte perchè è lei che mi chiama."

Come prevenire il troppo amore.
Il motto "va dove ti porta il cuore" può portare a dei risultati drammatici in amore. Il nostro inconscio ci può condurre verso scelte sentimentali sbagliate e distruttive. Per esempio, conosco una ragazza che si innamorava soltanto di uomini con problemi di alcoolismo e/o tossicodipendenza.   Tutte le volte che diceva di aver conosciuto un " ragazzo fantastico" , invariabilmente, veniva a scoprire che il suo nuovo partner si drogava o si ubriacava. Altre donne si innamorano puntualmente di uomini sposati o fidanzati, bugiardi ed emotivamente non disponibili. Per uscire dalla sofferenza in amore , valgono due regole .

La prima regola è quella di imparare a puntare su se stesse.
Quando una persona sta bene con se stessa, ha la serenità  e l'autostima necessaria per intraprendere una relazione più gratificante. Se si è coinvolte in un rapporto distruttivo, bisogna smettere di voler risolvere i problemi del partner e concentrarsi invece sul proprio benessere. Spesso, chi si aggrappa morbosamente ad un uomo, è in una condizione di insoddisfazione ( si sente sola, non ha interessi, è insoddisfatta delle proprie amicizie e del proprio lavoro, ecc..) . Il partner diventa allora l'unica ragione di vita. Puntare su se stesse e risolvere i propri problemi è la strada più breve per guarire dalla dipendenza affettiva.

La seconda regola è quella di evitare le scelte impulsive e un impegno prematuro. 
Chi soffre di dipendenza affettiva, tende a innamorarsi subito e a bruciare le tappe. Ma una volta, coinvolte affettivamente e fisicamente, interrompere la relazione diventa difficilissimo.

Il consiglio migliore è quello di fare le cose con calma e, prima di fare del sesso, prendersi il tempo per conoscere e valutare il potenziale partner (lo so sembra un consiglio troppo razionale e poco romantico!). Bisogna chiedersi se lui o lei, al d là dell'attrazione che ci ispira, ci piace complessivamente come persona. Se non ci fosse l'attrazione fisica, lo vorremmo come amico? Proviamo stima, rispetto e ammirazione? Sentiamo di poterci fidare? Se la risposta a queste domande è negativa, la relazione parte in un modo poco promettente.   

Dottoressa Anna Zanon

 

 
 
 

Post N° 174

Post n°174 pubblicato il 09 Gennaio 2009 da Amaredavvero

http://www.altalex.com/
Per chi è interessato all'argomento ritengo molto utile la lettura dell'articolo "Violenza in famiglia e disturbi psichici" pubblicato in data 08.01.2009 su Altalex collegandosi al sito internet scritto sopra.
Non è uno dei soliti articoli su queste tematiche, ma è qualcosa di molto significativo, chiaro e per diversi aspetti sconosciuto, poichè tratta di violenza psichica e "non fisica" che spesso è molto più difficile da riconoscere e da comprendere, sia per le vittime che per gli psichiatri e i giuristi.

 
 
 

Post N° 173

Post n°173 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da Jabamiahh
Foto di Amaredavvero

La grande malattia del ventesimo secolo, che ha a che vedere con tutti i nostri problemi e che ci colpisce sia in quanto singoli individui sia in quanto società, è la "perdita dell'anima". Quando l'anima è trascurata, non si limita ad abbandonarci; essa ricompare in modo sintomatico nelle ossessioni, nelle dipendenze di ogni genere, nelle forme di violenza e nella perdita di significato. Noi siamo tentati di isolare questi sintomi o di sradicarli uno per uno; ma il problema di fondo è che abbiamo perso il nostro sapere relativamente all'anima, e non ci interessiamo neppure più a esso (Thomas Moore).

 
 
 

Si tu no vuelves (Miguel Bosè e Shakira)

Post n°172 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da Amaredavvero

 
 
 

Quando due si lasciano....

Post n°171 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da Amaredavvero

 
 
 

Te amare Miguel Bose

Post n°170 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da Amaredavvero

 
 
 

A me stesso

Post n°169 pubblicato il 18 Agosto 2008 da edi2000
 

E' dura, quando hai 39 anni. Pensare che stai invecchiando senza aver mai conosciuto l'amore. Immaginare la magia di un bacio romantico e sapere che forse, quella magia, non potrai viverla mai. Sognare il Paradiso di una notte d'amore e sentire che tu, da quel Paradiso, forse sarai escluso per sempre.

Fa rabbia, quando hai 39 anni. Vedere che narcisismo ed egoismo pagano più della tenerezza e del rispetto. Vedere uomini violenti, boriosi, arroganti e donne che li adorano anche se loro le massacrano. E sapere che tu, ad una donna, avresti potuto offrire calore, ascolto profondo, dialogo autentico, tenerezza appassionata, e ti ritrovi invece eternamente solo.

E' triste, quando hai 39 anni, sentire che hai un bisogno disperato di abbracci, baci e carezze, e non avere nessuno da cui riceverli, nessuno a cui darli. Sentire che la felicità  è tutta in questi gesti così semplici, così immediati, che a te sono negati, e che niente altro potrà  mai rimpiazzare.

Dà  amarezza, quando hai 39 anni, ammettere che la natura non conosce concetti come giustizia e democrazia. Dona ad alcuni a piene mani bellezza, attrattività, seduttività, ma le nega ad altri, e se tu fai parte degli "altri" non riceverai altro che muta indifferenza, e sarà  vano ogni sforzo di guadagnarti un affetto.

Dà speranza, quando hai 39 anni, sapere che il tuo cuore batte ancora e ancora può amare, il tuo corpo è vivo e ancora può donare la gioia di un contatto, il tuo spirito è vitale e ancora può donare felicità.

Non arrenderti: quando hai 39 anni, la tua vita aspetta ancora di essere vissuta.

www.solitudine.org

 
 
 

Tradimento..

Post n°168 pubblicato il 05 Aprile 2008 da kristina833
Foto di Amaredavvero

Scusate se metto quì la mia storia e spero sia il posto giusto..sono quì per un consiglio..o forse solo un pò di conforto..che non trovo nelle persone vicine..stavo vivendo una bellissima storia..con una persona per me perfetta..purtroppo ultimamente per impegni reciproci..per lavoro..si stava in una situazione in cui tutti i giorni si trovava modo di litigare..e si era entrato in un circolo vizioso in cui io scattavo in scenate per ogni minima cosa..e lui di conseguenza si stancava e mi sentiva "pesante"..io continuavo a prendere ogni cosa in negativo..lo ammetto lo assillavo..trattavo male..fino a che un giorno..non lo trovo al telefono mi insospettisco..e vado sotto casa sua..scopro al suo ritorno..che si è visto con un'altra..perchè dice lui "SENTITO DIPREZZATO E RIFIUTATO" mi ha poi detto di aver conosciuto questa persona in chat e di averla vista una sola volta..quella sera..e senza che sia successo niente..sul momento ha avuto crisi di pianto..addossandosi tutte le colpe..che è un suo problema..che io sono perfetta..che lo ha fatto senza motivo..ecc..il giorno dopo mi dice che tutto è successo per il periodo che stavamo passando e per i miei comportamenti sbagliati..a questo punto la mia situazione è difficile..io non sò che fare..perchè da una parte mi sento in colpa..dall'altra non mi sento di giustificarlo completamente..ma quel che è peggio..ho paura che perdonare questo episodio..significhi condannarmi a una vita con una persona tendente al tradimento..quindi a soffrire di nuovo..e doppiamente..sono disperata non sò che fare..lo amo tanto..ma non sono convinta che non lo faccia mai più..e ho tanta paura..

 
 
 

Post N° 167

Post n°167 pubblicato il 16 Marzo 2008 da Amaredavvero

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Post N° 165

Post n°165 pubblicato il 19 Ottobre 2007 da Amaredavvero

Amare è come una droga: all'inizio viene la sensazione di euforia, di totale abbandono. Poi il giorno dopo vuoi di più. Non hai ancora preso il vizio, ma la sensazione ti è piaciuta e credi di poterla tenere sotto controllo. Pensi alla persona amata per due minuti e te ne dimentichi per tre ore. Ma, a poco a poco, ti abitui a quella persona e cominci a dipendere da lei in ogni cosa. Allora la pensi per tre ore e te ne dimentichi per due minuti. Se quella persona non ti è vicina, provi le stesse sensazioni dei drogati ai quali manca la droga. A quel punto, come i drogati rubano e s'umiliano per ottenere ciò di cui hanno bisogno, sei disposto a fare qualsiasi cosa per amore.

(Paulo Coelho)

 
 
 

Post N° 164

Post n°164 pubblicato il 17 Ottobre 2007 da Amaredavvero

amore...

Ossessione

Non riesco a liberarmi
del tuo fantasma.

Per quanto distolga lo sguardo
continuo a vederti.

Non posso spezzare
il legame che ci ha unito.

Per quanto non ascolti
continuo a sentire la tua voce.

La tua ombra discreta
mi accompagna dappertutto.

Il tuo morbo mi ha infettato
e per quanto abbia cura di me
non riesco a guarire.

Jim Morrison 

 
 
 

Post N° 163

Post n°163 pubblicato il 24 Settembre 2007 da ArcobalenoDipinto

http://www.adesso-io.it/cosa.htm

 
 
 

Post N° 162

Post n°162 pubblicato il 24 Settembre 2007 da ArcobalenoDipinto

COS'E' LA DI PENDENZA AFFETTIVA


La dipendenza affettiva é sempre più riconosciuta come impossibilità o incapacità di viversi in qualità di persone autonome, sicure e meritevoli di felicità.

Molto presente soprattutto nelle donne, tale condizione si manifesta con un profondo senso di inadeguatezza, uno struggente bisogno di compiacere il proprio partner e/o familiari e da un continuo bisogno di riconoscenza peraltro mai appagati.

A differenza da altre dipendenze, quella relazionale o affettiva é più difficile da riconoscere nonché da confessare perfino a se stesse.

Confrontarsi con altre donne
disposte a condividere dubbi, paure e difficoltà può aiutare a costruire la determinazione necessaria ad uscire da quei comportamenti compulsivi che minano la propria autostima.

Il gruppo di auto/mutuo aiuto si propone, attraverso incontri settimanali svolti in un ambito di completa tutela della privacy, percorsi di consapevolezza per conquistare e mantenere uno stato

 
 
 

Post N° 161

Post n°161 pubblicato il 24 Settembre 2007 da ArcobalenoDipinto

http://www.al-anon.it/homeit.php

 
 
 

Post N° 160

Post n°160 pubblicato il 19 Settembre 2007 da Amaredavvero

 
 
 

Post N° 159

Post n°159 pubblicato il 19 Settembre 2007 da Amaredavvero

Questo post l'ho copiato da..wave40 perche' rende l'idea..del NON amare...

 

OSSESSIONE DI LUI …… IL SUICIDIO DI SE STESSI…..

 ‘’Penso solo a lui, guardo solo lui,cerco solo lui, voglio sapere tutto di lui,spio i suoi movimenti,osservo i movimenti dei sui amici, brucio di rabbia se lui ama un'altra,LUI è SOLO MIO…’’

La sindrome ossessiva compulsiva è un ossessione associata ad azioni rituali, che il folle fa giornalmente per alimentare la voglia di sapere tutto sulla persona sulla quale mette gli occhi.

Questi individui si rendono conto che questi pensieri costanti derivano dalla sua mente, nel caso però non se ne rendesse conto il problema è alquanto più grave….si parla allora di schizofrenia…

Una schizofrenia lenta che non solo crea problemi alle altre persone ma soprattutto alla nostra esistenza portandoci giorno dopo giorno al SUICIDO DI SE STESSI…..

 
 
 
 

Post N° 158

Post n°158 pubblicato il 16 Settembre 2007 da Amaredavvero

Dott. Roberto Cavaliere

FINE DI UN AMORE

Chi si abbandona tra le braccia dell'amore spesso si sveglia ai piedi del disinganno. (Tratto da "Nati per amare" di Leo Buscaglia)

Quando finisce, quello che si ritiene un grande amore, si prova una sofferenza indicibile, si pensa che non si può più continuare a vivere, si provano sentimenti quali: tristezza, delusione, senso d'angoscia, sensi di colpa e fallimento. Sopratutto se quell'amore ha preso tutte le nostre forze, ha preso la nostra vita, perchè come in ogni amore che viviamo, pensiamo sempre che sia quello "giusto", quello che durerà in "eterno". Ed è doloroso accettare che possa finire, che ci siamo sbagliati.

Il più delle volte non si riesce a comprendere perchè sia finito, non rendendosi conto che quella fine non è stata improvvisa ma era in qualche modo preannunciata in tanti piccoli gesti, occasioni, sfumature, o pur avendo notate quest'ultime si viveva comunque nell'illusione che nonostante tutto non sarebbe mai finito quell'amore.

Nella stragrande maggioranza dei casi ci si dimena, non ci si arrende, si tenta l'impossibile per recuperare quell'amore. Sopratutto si continua ad amare la persona perduta, a volte più di prima. A volte si prova qualche timida speranza di recuperare l'amore perduto, sopratutto se l'altra parte, incautamente, manifesta qualche piccolo segnale d'affetto o di comprensione, che si tende subito ad interpretare come segnale di una rinnovata disponibilità ad amarci e non lo si vede nel suo reale significato (tipica la frase "forse mi ama ancora un pò? forse non è tutto finito?").

Quando finisce un amore, sopratutto se si è lasciati, si compie una vera e propria analisi di quelle che sono state le cause che hanno portato alla fine. Il più delle volte la persona lasciata tende ad attribuirsi le colpe, imputando a propri comportamenti errati la fine della relazione. Questo perchè permette di poter sperare che cambiando il proprio comportamento la relazione può iniziare di nuovo, se l'altro ci dà un altra possibilità. Non ci si vuole rendere conto che molto più semplicemente l'altro non ama più. Per quanto doloroso possa essere prendere coscienza di quest'amara verità, rappresenta l'unico modo per poterne uscire. Si soffrirà in maniera spaventosa ma il tempo ci aiuterà a porre definitivamente la parola fine. Altrimenti, sperando in un altra possibilità, prolunghiamo solo la sofferenza entrando in un tunnel che ci sembrerà senza uscita.
Ma, per quanto possa essere lontano nel tempo, dopo aver pianto tutte le lacrime di questo mondo, dopo aver espresso tutta la disperazione di questo mondo, arriverà il momento in cui si toccherà il fondo del baratro. Ed in quel momento, quasi senza rendersene conto, si inizierà una lenta ma inesorabile risalita. Si accetterà la realtà delle cose. Si scoprirà che il più grande amore è quello che deve ancora venire.

Infine non dobbiamo dimenticare che il nostro modo di vivere la fine di un amore è legato ai nostri primi "abbandoni" quelli infantili. Non ricordo chi diceva "il bambino è il padre dell'uomo". Mai come in questo caso ha ragione. Infatti a seconda di come siamo stati "abbandonati" ed abbiamo vissuto tali "abbandoni" da piccoli, che rivivremo quelli attuali e futuri. Ma non dimentichiamo che gli "abbandoni" rappresentano anche un momento di crescita.

Dott. Roberto Cavaliere

 
 
 

Post N° 157

Post n°157 pubblicato il 14 Settembre 2007 da Amaredavvero

Dedicato a chi vive l'amore come un'ossessione

Versi terapeutici sulla fine di un Amore

"Tu mi lasciasti,andando per la tua via.
pensai che t'avrei pianto e conservato
la tua solitaria immagine nel mio cuore,
scolpita in una canzone dorata.
Ma,ahimè,il tempo fugge
.
La gioventù passa presto,i giorni di primavera
trascorrono rapidi,i fragili fiori muoiono in un soffio,
e il saggio mi avverte che la vita non è
che una goccia di rugiada su una foglia di loto.
Dovrei trascurare tutto questo,ricordando
solo quella che m'ha abbandonato?
sarebbe assurdo e inutile perchè il tempo fugge.

Venite,allora,mie notti piovose,con rapidi,
piccoli passi;sorridi mio autunno d'oro;vieni
spensierato aprile;datemi i vostri baci.
Tu vieni,e tu,e anche tu!
Amori miei,sapete che siamo mortali!
Non sarebbe follia spezzare il mio cuore
per una che mi tolse il suo?Il tempo fugge.

E' dolce sedersi in un angolo e scrivere
in rima che tu sei il mio mondo.
E' eroico alimentare il proprio dolore
e rifiutare ogni conforto.
Ma un viso fresco mi guarda dal limitare della porta
e fissa i suoi occhi nei miei.

Asciugo le mie lacrime e cambio tono
della mia canzone.
Perchè il tempo fugge."

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Data di creazione: 27/07/2005
 
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