AMARE DAVVERO

sono una donna che ama troppo

 

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VOGLIA DI STUPIRE...D'AMARE...UN FANTASMA...

CREDO IN TE....................COME IL SOLE CREDE ALL'ALBA CHE VERRA'......

COME UNA RONDINE SE NE ANDRA'..............

 

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Post N° 91

Post n°91 pubblicato il 03 Giugno 2006 da Amaredavvero

Nel momento in cui affiora uno stato d’animo, non importa se positivo o negativo, cercate di raggiungere la fonte di quell’emozione in voi, restate concentrati in quel punto, non spostate l’attenzione verso l’oggetto perché non ha senso. Considerate il fatto che qualcuno vi ha dato l’occasione per essere consapevoli della vostra rabbia, l’atteggiamento corretto sarebbe di ringraziarlo e di dimenticarci di lui. Chiudete gli occhi, spostate l’attenzione in voi stessi e mettete a fuoco da dove nasce quel sentimento, a quale parte del corpo è collegata.
E’ necessario usare la rabbia, l’amore, l’odio per penetrare nel nostro essere, perché è quando siamo pervasi da tali sentimenti che possiamo viverli e comprenderli. L’essere umano deve per forza scagliare le proprie emozioni su qualcuno, e se non è presente un individuo la manifesta sugli oggetti, pur di dare la responsabilità di ciò che vive all’esteriore.

Per comprendere meglio quanto spiegato ecco una storia di un Maestro Zen, Lin-tsi:

“Quando ero giovane, mi affascinava andare in barca.
Avevo una piccola barca e da solo me ne andavo sul lago; rimanevo lì per ore a meditare sulla calma del lago.
Un giorno ero rilassato ad occhi chiusi ed una barca vuota sospinta dalla corrente colpì la mia.
I miei occhi erano chiusi per cui pensai che qualcuno mi fosse venuto addosso e mi arrabbiai, poi aprì gli occhi e stavo per assalire con furia quell’uomo, ma mi resi subito conto che la barca era vuota.
A quel punto rimasi paralizzato – su chi potevo riversare al ma rabbia? – Era assurdo riversare la rabbia su una barca vuota. Perciò chiusi gli occhi e contattai la mia rabbia che era presente perché non trovò via d’uscita ed usai tale sentimento per entrare all’interno, sull’onda di quella rabbia, e quella barca vuota divenne la mia realizzazione.
In quella giornata toccai un punto di me stesso: quella barca vuota fu il mio Maestro.
E adesso se qualcuno con la sua barca mi urta e mi insulta io sorrido e dico che anche questa barca è vuota.
Chiudo gli occhi e vado dentro.”

 
 
 
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