AMARE DAVVERO

sono una donna che ama troppo

 

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VOGLIA DI STUPIRE...D'AMARE...UN FANTASMA...

CREDO IN TE....................COME IL SOLE CREDE ALL'ALBA CHE VERRA'......

COME UNA RONDINE SE NE ANDRA'..............

 

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Post N° 88

Post n°88 pubblicato il 02 Giugno 2006 da Amaredavvero

A che pensavi stanotte?
Già a che pensavo?
La casa risuona di molti scricchiolii.
Mille fantasmi attraversano le pareti.
Nello studio, seduta nella vecchia poltrona di pelle di mio padre,
ricca d'antichi profumi, rimango ad occhi chiusi, attenta a
percepire ogni rumore.
Ho lasciato tutte le finestre aperte per avere la certezza che
qualcosa fuori esista, fosse anche soltanto il buio lucido riflesso
dalle foglie in giardino, o i cani che abbaiano alla luna, o il
vecchio gufo che dal pino fa sentire la sua voce.
Mi accarezzo le braccia e sollevo le gambe sulla scrivania, sorrido,
se mi vedesse mio padre ora, così..
Già mio padre, vorrei fosse qui vicino a me e, forse lo è.
Papà, ti sto aspettando.
Senza nessuna ragione possibile.
Contro ogni logica.
Te ne sei andato nel sonno un anno fa, ed io non ero a casa.
E' come se il cuore andasse per una strada tutta sua, aggirando
tutti gli ostacoli e, avesse preso il dominio sull'adesso, non fa
che ripetermi ad ogni sciocco rumore "eccolo, viene".
E' in quest'attesa spasmodica, senza alcuna ragionevole speranza, in
camicia da notte a piedi nudi, che sono qui nello studio, il tuo
studio.
Dalle finestre aperte, fra carezze di refoli d'aria improvvisi,
entra la luce della luna ed il profumo di terra bagnata, mentre gli
schizzi annaffiano il giardino. In questa pazzia lucida, in quest'
attesa d'un qualcosa che potrebbe succedere, con questo bisogno di
sentirti ancora, di vedere muovere la tua barba bianca quando parli,
d'incontrare il tuo sguardo scuro e dolce, rimango qui, le gambe
sollevate, stretta nella vestaglia, accarezzandomi le braccia come
solevi fare tu.
Troppo difficile andare a letto.
Non riuscirei a a prendere sonno, ho tanta voglia di risentirti
ridere, di vederti a questa stessa poltrona concentrato a leggere,
di sentire la tua silenziosa presenza, la stessa che mi sembra di
avvertire ora.
Il profumo del tuo tabacco da pipa mi arriva ad ondate, ti cerco nel
buio, sei qui.
Un dolce calore mi scivola nell'anima, sospiro, la pace, sì
finalmente un po' di pace.
Ma tu, a che pensavi? Io?
Penso alla vita.
A come sa essere strana e densa, e lucente.
Penso a quanto ho faticato per ottenere briciole di me e ma non
l'amore.
Penso che non ti ho salutato, non riesco a farlo ancora adesso dopo
un anno.
Penso che non posso lasciarti andare.
Penso ad ora, che senza far nulla ho avuto troppo.
So che non va bene. Non per me, non per te.
Papà, dove sto sbagliando?
In silenzio rimango nell'attesa di una risposta che so tu non puoi
darmi, che devo trovare in me stessa.
Ascolto il buio e penso a tutto ed a niente.
T'immagino seduto in giardino, sotto la magnolia che fumando la pipa
guardi la finestra aperta dello studio, istintivamente alzo la mano
a salutarti.
Ho visto passare la tua ombra spogliata fra leggeri tremori di
fuochi.
Desidero abbracciarti figliola e poi… non posso restare.. vado via.
Questo pensiero mi arriva nitido, non so da dove, ma rimane dentro
di me.
Mi alzo, fisso la magnolia che si staglia silenziosa contro il buio
e, chiudo la finestra.
Lentamente vado in camera e mi stendo sul letto.
E' arrivato, quel saluto mancato finalmente è arrivato.
Buona notte papà.

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Commenti al Post:
prana47
prana47 il 02/06/06 alle 09:49 via WEB
Non sei la sola che la morte abbraccia un caro nella notte per traghettarle l'anima. Parole toccanti,vicine,sparano ricordi lontani che non si riesce a frenare.Mani da bambino che si dissolvono,signor Caronte si ricorda dove l'ha portato...
 
ulissezen
ulissezen il 02/06/06 alle 18:35 via WEB
:-)
 
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