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psychedelic effect

Post n°22 pubblicato il 22 Maggio 2012 da anfetamen

 

10 maggio 2012

Qual è la caratteristica tale per cui una donna è bella?

Sia che io dica che una donna ha qualità e sia che io dica che una donna non ha qualità, sono io che perdo la mia qualità. Le donne o sono tutte belle o sono tutte brutte o non sono donne. Una donna è bella se lo sa, se non lo sa, non se lo sanno o non lo sanno gli altri. Ed io non so cosa c'è in te che chiude e apre. Una questione di gestualità o una formalità non ricordo più bene. Non è bella solo chi ti scoperesti ma spesso aiuta, nell'amplesso. L'ideale di bellezza estetica non divide i mentelesi nell'accordo. Solo qualcosa in me comprende che è più profonda la luce dei tuoi occhi di...

(dedicato a tutti i, come dice il mio amico Francesco, Figologi)



10 maggio b

Il mio ideale di vita è stare amorevolmente con una persona stimolante. Donna. Così poi scopiamo anche. Il resto viene da sé. Se riuscissi ad essere quello solo con me stesso, che sfiga, non si scopa più, però! Si vede che a volte scrivo da drogato, nel senso che lo sono? Direi basta applausi adesso, nel caso. Mi sono perso. Ah no, stavo parlando proprio di voi. (Figologi evolution)



10 maggio c

Le femmine stronze, di quel tipo indifferenziato, riflesso di una dimensione gretta maschilista immaginaria o meno, subita o meno, sono sub-umane (nonchè brutte) degne oltremodo di ciò che paradossalmente disdegnano ma anelano su tutto: un macho maschio che le batta regolarmente. Invece quelle di quell'altro tipo e parlo di avere solo un caratteraccio, tipo una mia ex, che era 1 metro e 55 di pura stronzaggine, ma che scopate, andrebbero invero sonoramente, ripetutamente sbattute. Le stronze con gli stronzi si annullassero a vicenda, please, ma chi non lo è non si atteggi a esserlo, perchè essere stronze quando si è giovani è un bel vantaggio certo, a cui però poi il tempo chiede l'adeguato conto. Di contro però, certe soddisfazioni sono come il vino, se non invecchiano che gusto c'è?



10 MAGGIO D . LA CHIAVE – FLASHBACK settembre 2011 -

Quella stronza ma sempre super figa di Barbara DF mi doveva sputtanare proprio così gratuitamente? Il giorno sbagliato nel posto giusto. Io incazzato nero con l'Anna che mi aveva mollato in quel localaccio con quattro maschi una lesbica simpatica e intellettuale-finalmente, è da un po' che non ne vedo in giro, o sono io che non esco? Comunque mi dice in faccia per mie assolutamente sincere e neppure minimamente maliziose carinerie, come oso provarci con lei? Dimostri molti più anni di quelli che hai, mi fa sprezzante mentre parliamo. Lo ha ripetuto alla mia morosa giorni dopo che ci volevo provare. Io sono stato gentile come lo sono alcolicamente al giusto grado e lo ero. Beh quella grandissima figa se mi chiedesse anche mille euro per una vera scopata, ma immediatamente. Questo non toglie che sono stato un gentleman. E sono mesi che spero di incontrarla, la Barbara. La sua presenza mi aumenta l'ossitocina nel sangue scientificamente. Che ci posso fare. Se tutto è droga, la droga non esiste. Seduti intorno al tavolo noi cinque nel localaccio, ho fatto un piccolo show alla Bill Hicks sul fatto che la stupidità dell'evento maldestro poco prima accaduto era la conseguenza del fatto che lì eravamo quattro maschi e una femmina, e nessuna femmina. E tutti a ridere ubriachissimi. La supersexi si era dileguata perchè aveva già, fremeva, la scopata assicurata da chi magari si sarà pure rotto il cazzo di trombarsela. Che spreco. E tiè!

La rivedrò ancora?

 
 
 

Introduzione tesi"Psicoterapie e droghe...

Post n°21 pubblicato il 21 Dicembre 2008 da anfetamen
Foto di anfetamen

L’ineffabile e il sublime fecero le loro apparizioni in sporadici
episodi durante lo sviluppo dell’Occidente; nel XVI e nel XVII secolo
migliaia di donne e uomini vennero bruciati dall’Inquisizione perché
ritenuti colpevoli di stregoneria; in realtà a quegli individui erano
colpevoli solo di riportare nel mondo la voce dell’ineffabile e del
mistero. Non è un caso che nelle loro cerimonie rituali, venissero
impiegate di nuovo alcune delle piante originarie usate nei riti
misterici dell’antichità. Le religioni ufficiali hanno sempre rinnegato
la loro origine nella dimensione statica perché in esse raccolgono una
profonda minaccia per i falsi templi del loro Dio. Nell’estasi,
annullandosi la separazione tra Dio e uomo, i sacerdoti si ritrovano
indeboliti della funzione elettiva di mediatori con l’ineffabile,
quindi della loro autorità. L’ebbrezza mistica è sempre stata
l’antidoto ai veleni delle chiese tradizionali.
La storia
dell’Occidente è la storia di un divieto, ma anche la storia di un
desiderio insopprimibile di andare oltre quella negazione. I tabù, che
un tempo svolgevano la funzione di deviatori dell’istintualità umana
dall’appagamento immediato nelle cose del mondo verso la fonte diretta
di quel desiderio, cioè l’anima, la parte profonda dell’umanità, hanno
rovesciato il loro ruolo. Non è un crimine, un’assurdità, che oggi gli
stessi impieghino la medesima virulenza per ostacolare ciò che è
vitale, vale a dire l’allargamento della propria coscienza alla
dimensione estatica?
Tuttavia è quello che è avvenuto e tuttora
avviene nelle nostre comunità. Il desiderio però è rimasto ed è stato
utilizzato per divorare incessantemente, non avendo più il suo
referente ultimo, l’anima, tutto quello che si trova a portata di mano
o di portafoglio, con la speranza che grattando, grattando la felicità
salti fuori. Questo è importante per capire le vicende degli ultimi
decenni, quelli in cui dopo un così lungo intervallo, ha fatto la sua
ricomparsa la dimensione perduta dell’estasi.
Fu verso la fine degli
anni 50, ma soprattutto nei 60 che il sistema repressivo culturale
dell’Occidente cominciò a presentare segni di incrinature. Lo sviluppo
dei bisogni, alimentato da un desiderio incanalato e esiliato,
incontrava in quegli anni la sua curva ascendente, complici le
innovazioni tecnologiche di una scienza che, benché si dica, non è mai
stata quell’avversaria accanita della religione monoteista.
Forse
per l’opera pionieristica di alcuni grandi maestri, ma soprattutto per
l’intervento della dimensione estatica catalizzata dalle sostanze
psichedeliche, tanti giovani della classe media cominciarono a
interrogarsi su quel vuoto lasciato dai padri. La vicenda non mancò di
preoccupare i Grandi Sacerdoti del sistema che, mancando degli
strumenti non più sostenibili dell’Inquisizione, fecero pressioni
affinchè intervenisse la Legge, la quale dichiarò illegali tutte quelle
sostanze che allargavano la coscienza. In realtà si dichiarava la non
sostenibilità per le cosiddette società avanzate di ricomporre la
frattura tra uomo e divinità. Tutte le armi della retorica vennero
utilizzate per rendere ancora più aliena l’anima, qualificandola come
esoterica, mostruosa, irrazionale. Benché tutto ciò possa manifestare
la cattiva coscienza dell’Occidente che ha tradito gli antichi
sapienti, c’è del vero in questi epiteti. Già gli sciamani avvertivano
della qualità irruente del mistero che, prima di tradursi nella
dimensione estatica, esigeva dall’iniziato un totale e incondizionato
smembramento psichico. I greci chiamavano i due momenti con i nomi di
Dioniso e Apollo. Il primo era la vertigine, il vuoto, il secondo la
ricomposizione, il significato ultimo. Rimanere con Dioniso era
terrificante se non interveniva l’altra divinità. In ogni tempo e in
ogni luogo, tutte le culture arcaiche conoscono altrettanti equivalenti
delle due figure antropomorfe. Gli antichi sapienti erano infatti
consapevoli che la crescita umana doveva necessariamente transitare
attraverso questa dolorosa fase di passaggio. I valori dell’etica non
erano altro che la risultante di una completa iniziazione ai misteri.
La nostra civiltà, troppo impegnata a inseguire i propri deliri
egomaniacali, si è sempre sottratta o defilata dall’istruire i suoi
figli alla vita perché troppo sconveniente. E li ha mandati allo
sbaraglio.
È la grande difficoltà dell’Occidente ad attraversare il
vuoto, l’esperienza della morte dell’ io, la sola che possa far
rinascere l’uomo nuovo, ad essersi espressa e manifestata appieno
quando le sostanze dei misteri, le sostanze psichedeliche hanno invaso
le strade. In questi ultimi anni ci sono stati moltissimi iniziati ma
pochissimi sciamani a guidare e dirigere quelle masse attraverso
l’intero percorso di morte e rinascita, perché è quella appunto la
funzione delle droghe estatiche, facilitare il viaggio nell’oltretomba
della coscienza. Da una parte i valori dell’edonismo e del consumo
sfrenato che spingevano a provare a ogni costo gli effetti di sostanze
ritenute bizzarre e anche un po’ chic. Dall’altra, un potere egodiretto
che in quanto tale si affaticava a lanciare allarmi contro la
disgregazione dell’io, quindi contro l’annientamento del vero artefice
della sua arrogante civiltà. Sono questi i elementi che concorsero a
provocare i risultati in parte rovinosi della cosiddetta rivoluzione
psichedelica. Non è un caso che proprio in quegli anni le masse alleate
con i poteri inondarono le città di eroina. In realtà con questa si
spezzava il viaggio iniziatico delle sostanze psichedeliche: i
narcotici come l’eroina tendono a far saltare il momento fondamentale
della morte dell’io senza il quale la rinascita diviene solo un
contenitore di illusioni, da inseguire incessantemente nell’atto
compulsivo dell’introduzione dell’ago nella vena. La mafia esulta, il
potere può adesso controllare gli aspiranti iniziati e aprire i suoi
lazzaretti, dove la morale e le buone intenzioni affossano
definitivamente ogni rigurgito di anima.
Poi per condire la grande
bugia hanno creato il grosso contenitore linguistico: droga. Mentre La
storia andava prendendo una così brutta piega, i primi studiosi,
scienziati, psicologi, artisti che in quelle sostanze avevano
intravisto uno strumento straordinario per la conoscenza e per il
rinnovamento delle comunità cominciarono a nutrire seri dubbi circa la
possibilità di continuare le ricerche con le stesse. Già in epoca non
sospetta, molti di loro avevano manifestato preoccupazione sugli
impieghi collettivi non guidati degli psichedelici. Gli stessi Albert
Hofmann e Aldous Huxley più volte avvertirono del comportamento
irresponsabile di taluni demagoghi che secondo loro stavano spendendo
un’esperienza intimamente sacra. Le sostanze dei misteri necessitavano
di una intensa preparazione spirituale e culturale. Davanti allo
sperimentatore si apriva una vera e propria esperienza di vita e di
morte, che solo la retta condotta in presenza di un “esperto”, un
conduttore di anime, avrebbe potuto determinare un effetto benefico.
Così è sempre stato e così è presso tutte le culture antiche e
arcaiche. L’anima è irruente, soprattutto dopo un lungo esilio, e
richiede l’azione di un intermediario forte.
I sapienti però hanno
sempre avuto vita difficile su queste terre d’Occidente. Qualcosa
tuttavia si è fatto, anche se, non potendo più avvalersi del placet
della scienza ufficiale (anche perché il suo paradigma dominante non ha
mai avuto vita facile di fronte alle sfide psichedeliche), molti
ricercatori hanno proseguito in clandestinità i loro studi. La
psicologia ad esempio si è in parte distaccata dalla visione dualista
per approdare verso un approccio totale dell’uomo; è la nuova corrente
transpersonale dove anima mente si compenetrano a vicenda. Da altre
parti sta facendo il suo ingresso lo psichiatra/sciamano che in sé
riunisce le tecniche di introspezione psicoanalitica dell’Occidente e
le tecniche dell’estasi delle culture arcaiche. Negli Stati Uniti ci
sono Università dove si insegnano riti di iniziazione e dottrine
orientali. In Germania si è costituito un centro di ricerche sugli
stati di coscienza; in Italia esiste la SISSC che persegue gli stessi
fini e così via. I viaggi in America latina alla ricerca di piante
psicotrope “attraggono” sempre più esperti e ricercatori anziché
giovani hippies. Le riviste si moltiplicano e lanciano appelli alla
collaborazione interdisciplinare tra gli studiosi di piante
“visionarie”. In Svizzera esiste un progetto pilota di ricerca con
psichedelici sostenuto dal governo federale, l’unico ufficiale nel
mondo.
Tutti questi pionieri e associazioni sono motivati da quello
che un giorno Albert Hofmann proclamò: Lo scopo della vita è la ricerca
della felicità, ma per poter partire dobbiamo prima “vedere” la
profondità delle cose.

voce fuoricampo:

Ognuno
di noi è il “solo erede del mondo intero”, proclama Albert Hofmann,
mettendo in rilievo l’unicità dell’uomo e pertanto il suo essere
“soggetto” nel mondo come ciascuno, e come chiunque essere il più
“importante” in questa realtà. Allo stesso modo nella Cabalà ebraica
viene detto: “Chi salva una persona salva il mondo intero”. (frasi che
con estrema facilità possono essere fraintese e che lo sono visto lo
spettro di significati in virtù delle categorie di conoscenza che si
utilizzano nella costruzione della realtà)

 

 
 
 

“ERGOToide” 

Post n°20 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da anfetamen

Un sogno conosco non è un saldo e che del resto non finisce mai.


Mi sembra di tornare in un sogno e conosco
che attraverso con timore che mi lascia da solo
solo rabbia e sembra di ritornare in un sogno che riconosco
che attraverso con timore e mi lascia solo rabbia.
Sogno
che conosco che ho incrociato che detesto che non finisce mai che me ne
voglio andare… (devo o io andrà a lei è - e tre anni mi Narreranno -
che è sprofondare e mio è il viale - largo oralene dire aree) e voglio
respirare me ne devo andare e voglio respirare urlare e farmi bene .
Olotropica. Mente. e farmi male.

 
 
 

E se le cose non sono migliorate...

Post n°18 pubblicato il 04 Novembre 2008 da anfetamen

1970.
Il dottor Albert Szent-Gyorgyi, premio Nobel per la medicina e la fisiologia, in risposta a chi gli domanda che cosa farebbe se avesse vent’anni(dopo aver redarguito il domandante per il suo "categorizzare razzisticamente le età") , afferma: "Condividerei con i miei compagni di università il rifiuto di tutto il mondo nella sua forma attuale, tutto quanto. Vale la pena di studiare e lavorare? Fornicare, ecco una cosa buona. Che altro si può fare? Fornicare e prendere droghe contro la terribile razza di idioti che governa il mondo."

 
 
 

“Volevate anche le rose ma, secche, le spine non sono appassite assieme”

Post n°17 pubblicato il 04 Novembre 2008 da anfetamen

Potrei dire abusate di allucinogeni per ri-costruire daccapo.
Potrei fingere che vi odio tutta la vita.
Fare come l’eremita che basta a sé che rinuncia a sèèè.
Dovrei.
Non questa volta dopo il film “Vogliamo anche le rose”. Notevole e sincero. E se ha fatto bene a me figurarsi a voi “compagne mancate”.

 
 
 
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