O me! O vita!
Per queste domande ricorrenti,
Nelle sterminate folle di infedeli, nelle città gremite di stolti,
In me stesso, sempre a biasimare me stesso
(e chi più stolto di me, chi più infedele?)
Negli occhi che invano bramano la luce,
nel significato delle cose,
nella lotta che sempre si rinnova,
Negli scadenti risultati di ognuno,
nelle folle sordide e stanche che vedo attorno a me,
Nei vuoti e inutili anni dell'oblìo, con l'oblìo che a me si avvolge,
La domanda, o me! Così triste e ricorrente -
Cosa vi è di buono in tutto questo, o me, o vita?
Risposta:
Che tu sei qui - che la vita esiste e l'identità, Che il potente gioco continua.
E tu puoi contribuire con un verso.
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Post n°44 pubblicato il 28 Giugno 2009 da ParticuLaura
Sono passata di qui, quasi per caso. Nella fretta e nichilismo che caratterizzano la mia vita mi ero quasi dimenticata di questo blog. E sono convinta che anche voi, giorno dopo giorno, vi siate dimenticati di me. Avevo pensato di eliminare questa pagina: ma poi non ce l'ho fatta. In fondo ciò che ho scritto rimane parte di me, anche se adesso sono molto cambiata. Magari tra qualche tempo troverò il coraggio di cliccare su "elimina blog", ma per ora va bene così. Un saluto a tutti coloro che per caso passano di qui. |
Era troppo tardi per ricominciare. Cassandra era cosciente che niente sarebbe tornato come prima. Da quel momento in poi, avrebbe potuto soltanto andare avanti. Portando con sè gli errori e l'afflizione che l'avevano accompagnata per anni. Ma la mente è una lama affilata, una pesante sciabola che non conosce pietà. Ancora ricordi affioravano, immortali nel tempo. Dolce, salato, cremoso, croccante, tutto sembrava avere la stessa consistenza; le mani veloci spingevano il cibo giù per la gola. Tutto perdeva la sua connotazione, tutto scivolava nell’esofago, appena masticato dalle mandibole doloranti. E quell’odore, l’aroma di cibo sulle mani, si spandeva nell’aria, mescolandosi al profumo del bosco. Cassandra, in ginocchio sul pavimento umido; respirava a fatica, tra un boccone e l’altro, chiudeva gli occhi, come per non assistere a quello scempio del suo corpo. Poi, il bagno. Correva per il corridoio, indistinti sapori si spargevano nella bocca. Nessuna emozione. Mi fai schifo, si diceva a volte. Incapace di fermarsi. Due dita in fondo alla gola; raschiavano la morbida pelle, stimolavano lo stomaco a svuotare il suo contenuto. E poi, quella sensazione. Gli occhi gonfi, pieni di lacrime. Almeno così riesci a piangere, stronza; diceva a sé. La schiena piegata in due, il vomito grumoso inondava l’acqua del cesso. Il respiro irregolare. Tachicardia. Di nuovo tachicardia, il cuore che sembrava sbalzare fuori dal petto. Maledizione. Ancora, pensava. In ginocchio a terra, il volto paonazzo, le dita che raschiavano, ancora, cibo ripercorreva l’esofago. Fino a che lo stomaco non era completamente vuoto. FontE: L'AltrA mE... |
Va bene, è arrivato. E' sceso su di noi, quasi in punta di piedi, prima che ce ne accorgessimo. E' giorno. I raggi del sole penetrano leggeri nella stanza, accarezzano dolcemente i contorni, rimbalzando sulle superfici. Un vento tagliente avvolge i secchi rami che fuoriescono spigolosi dalla terra. Apro la finestra. Soffi di vento, di vita, mi accarezzano il volto. Il mio augurio si estende a tutti. E si conclude con una citazione, attinente alle piccole o grandi sfide che quotidianamente dobbiamo affrontare, e che talvolta sottraggono gioia e speranza al nostro animo. "Se c'è un peccato contro la vita, è forse non tanto disperarne, quanto sperare in un'altra vita e sottrarsi all'implacabile grandezza di questa." La vita è nostra. Di nessun altro. E, nonostante tutto, incredibilmente meravigliosa. |
"Se togliamo la parola "Dio" dal Medioevo, quando l'arte era arte sacra, la letteratura era inferno, purgatorio e paradiso, persino la donna era donna-angelo, non capiamo nulla di quell'epoca, mentre tolta la parola "Dio", la nostra epoca si lascia comprendere benissimo, meno forse se togliamo la parola "denaro" o la parola "tecnica". Quindi Dio non fa più mondo, non lo crea più. Dio è morto." (Umberto Galimberti) Bella riflessione, certo. Da qualche tempo ho smesso di credere che Dio sia davvero morto. Scusate per la banalità del linguaggio. In ogni caso, pensateci. g g g g Auguro a tutti buone feste... |
Comincio a sentire quell’atmosfera del Natale; quel freddo che ti entra nelle narici mentre passeggi per il centro, negozi con canzoni lente e familiari, strade illuminate, catene di luci appese alle finestre. Guardo il calendario. E’ già Dicembre. Mi sembrava ieri, quando sono tornata da Londra, quando ho salutato l’Estate con un cenno ed ho accettato che le ferie fossero finite. Mi sembrava ieri, quando assaporavamo il dolce aroma del cocco fresco sulla spiaggia. Non sento nostalgia dell’Estate. Penso soltanto che, in fondo, il tempo è maligno. E’ già Dicembre, con il suo cielo bianco di nuvole, i colori spenti della natura che muore, le scritte dei bambini sui finestrini appannati delle auto. No. Troppo doloroso pensarci, forse. |
Suicidio. Una sola parola, che racchiude un orrore immenso. L'ho saputo due giorni fa.
Lorenzo. Tu, che hai preferito dire no alla vita. Che hai toccato il fondo. Tu, che hai visto dinanzi a te la disperazione. Che hai asciugato le tue lacrime nella buia solitudine di una stanza. Tu, che hai imparato a fare del silenzio il tuo più caro amico. Lorenzo. Quante volte avresti voluto urlare. Quante volte avresti voluto una carezza, e due occhi grandi pronti a decifrare il tuo malessere. Per quanto tempo ti sarai chiesto quale fosse il senso di questa dannata esistenza. Non trovando risposta.
Hai schiacciato la speranza sotto il peso di un corpo che odiavi. E tutto quello che ti era rimasto, era. Niente. Hai voltato le spalle dinanzi all'immenso affetto di chi ti ha generato. Tu. Che un pomeriggio di Ottobre Sei salito sul cornicione dell'ampia finestra del salotto. Hai assaporato per un ultimo istante il dolce vento d'Autunno. Il sapore dell'aria. Hai spostato il peso in avanti. Lorenzo. Con la morte non si trova libertà. Un dolore immenso mi stringe il cuore. Ed ancora mi chiedo come sia possibile. Allora penso che qui c'è un problema di fondo. E che fine hanno fatto i sentimenti? |
Post n°38 pubblicato il 02 Novembre 2008 da ParticuLaura
2 Novembre. Festa. Alleluia. Così posso scrivere un po’ su questa tastiera, sulla quale ho lasciato si depositasse troppa polvere, negli ultimi giorni. Il tempo è poco, sembra che le cose da fare aumentino in proporzionalità diretta rispetto alla stanchezza; cioè, più sei stanca, più piene sono le pagine della tua agenda. Poi io ci scrivo di tutto, nell’agenda; perché ho sempre il terrore che dalla mente mi sfugga qualcosa, allora preferisco annotare ogni singolo impegno, ogni cosa da ricordare, anche le più ovvie. Comunque. Mi sono svegliata due ore fa, non ho ancora portato fuori il cane, che tra un po’ me la farà sullo scendiletto di camera, ho vestiti disseminati in ogni angolo della casa, non annaffio le piante in terrazza da una settimana. Ma no, adesso no. Ora mi rilasso. E poi tanto stanotte ha piovuto, le piante staranno benissimo. C’è uno splendido sole stamani, nonostante sia già Autunno inoltrato. I raggi perforano i sottili vetri della finestra ed invadono la stanza, introducendo un’atmosfera limpida e serena. "Ho letto in questi giorni che chi guarda dentro se stesso per la prima volta comincia a sentire un disagio di fondo, ingiustificato che lo spinge a cercare. Il problema è che non so che cosa sto cercando, non so chi sono, non so cosa voglio. Ho messo in dubbio tutto ciò in cui avevo creduto, ho smontato tutte le mie certezze, e, piano piano, sento che mi sto logorando in un percorso che mi condurrà in un vicolo cieco. Chissà se esiste una via d'uscita... Qualcuno che conosco direbbe: "beeenee". Sotto certi punti di vista quello che ti sta capitanto è una cosa positiva. Certo, la maggior parte delle cose è costituita da convenzioni, ma poi, abbandonandole, si raggiunge davvero la felicità? Io ho abbandonato la religione, ma quando vedo i credenti cosi fiduciosi nel futuro, felici e sereni, mi viene da pensare che forse queste convenzioni -per quanto inutili e fuorvianti- servano a qualcosa... Chi l'ha detto che la ricerca della Verità sia dritta e in discesa. Sono d'accordo con te, ma...eliminando (con grande sacrificio e forza di volontà) tutte le convenzioni, che cosa si ottiene...la verità? Ma siamo davvero sicuri che esista qualcosa che valga così la pena di essere desiderato e cercato, tanto da rinnegare la "sicura" felicità per andare in contro a qualcosa che magari porterà soltanto dolore? Grazie per la riflessione. Forse non esiste una verità che va cercata. La verità risiede dentro di noi, attorno a noi, si manifesta in ogni processo della vita senza che noi ce ne accorgiamo.C'è qualcosa, qualcosa che non torna, qualcosa di strano. Che non riusciamo a percepire. Di questo sono estremamente convinta. Esiste una verità sull'esistenza umana, un vero assoluto che non si schiude dinanzi agli occhi, troppo presi dalle vicende che si concatenano nella nostra breve vita. Esiste una verità sulla storia dell'uomo, sui perchè dell'esistenza, sull'Universo. Ma è come se tutto ciò fosse in un'altra dimensione, dietro all'apparenza, dietro quello che vediamo e tocchiamo. m m m |
Post n°37 pubblicato il 25 Ottobre 2008 da ParticuLaura
Ti penso, Per stendere un quieto velo nell’ Scompaiono nella simultanea |
Post n°35 pubblicato il 18 Ottobre 2008 da ParticuLaura
a casa. Sabato. Finalmente. Ma no, non c'è verso. Devo abbuffarmi, mangiare a dismisura, una cosa dopo l'altra; devo sentire lo stomaco che scoppia, pineo fino all'orlo; devo urlare di dolore perchè i muscoli delle mandibole implorano pietà. Ma le mani continuano a introdurre cibo nella bocca, e ancora, ancora, senza sosta. Non rendersi conto di ciò che si ingurgita, abbuffarsi. Questo mi impone la mia mente irragionevole. Tutto, dolce, salato, perde la sua connotazione, la sua consistenza, e si riduce a semplice "cosa commestibile." E poi ecco, la rabbia. Il senso di colpa. La voglia di infilarsi due dita in gola e vomitare quella roba. Ma no, stavolta no. Cerco di fermarmi. E penso. Non capisco. Come si possa continuare a mandare avanti i nostri obiettivi, se giorno dopo giorno vediamo tutti i valori cadere dinanzi a noi. Mi volete spiegare che cosa ci è rimasto? Un governo che fa tranquillamente i propri interessi e non si cura dell'istruzione e della sanità, ma anzi le penalizza, quasi che fossero i due settori meno importanti per lo sviluppo di un Paese. Sono incazzata. Sì. Terribilmente incazzata. Con tutto. Ho davanti un futuro del cazzo. Scusate il termine; anzi, no. Non mi scuso. Questo è il mio blog, e se sono incazzata posso dire tutte le parole che voglio. Cazzo. Il futuro è una minaccia. |
l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: Piero Calamandrei. 1950. Quest'uomo prevedeva quello che sarebbe accaduto 5o anni dopo. Non credete? |
"…Nel sogno ha tutto un’altra consistenza; l’astratto si fonde con ciò che non è, il vero ed il falso appaiono in un’unica indivisibile essenza, non esistono barriere o cime da scalare; ti guardi intorno e vedi il mare, poi ti volti di nuovo, e senti i tuoi piedi affondare dolcemente nel bianco della neve; ti volti ancora, e stavolta stenti a respirare, il naso schiacciato sul petto del tuo peggior nemico, con le sue braccia che affettuosamente ti avvolgono.
Ma quando sei lì devi solo sperare. Concentrarti, e sperare che il vento non cambi direzione. Ma poi è sempre così, se gli stai simpatico soffia dalla tua parte, e se invece non gli piaci si volta di scatto ed inizia a correrti incontro…"
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"...Chiuse gli occhi ed inspirò l’odore della vita. Quando li riaprì, fu talmente estasiata da quello che aveva sentito, che iniziò a fare aritmici respiri, sempre più veloci e profondi, per poter inspirare ancora una volta quella dolce aroma. Quando l’aria usciva dai suoi polmoni, sembrava che questa fosse così impaziente di ritornarvi dentro, tanto da non poter attendere un istante di più...."
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