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TANTE CASE PER LE FARFALLE
CERVIA - La Casa delle Farfalle, inaugurata nel 2003, è un originale e innovativo centro di educazione ambientale, nato sull'onda di un movimento mondiale a sostegno delle farfalle come insetti deboli, delicati e soggetti a gravi crisi ecologiche.
BORDANO (Udine) -Un angolo di lussureggiante natura esotica con piante ed animali dalle forme e colori sorprendenti. Migliaia di farfalle, libere di volare, vi accompagneranno lungo un percorso che vi farà visitare l'Amazzonia, le ricche foreste pluviali asiatiche e le misteriose jungle africane.
MONTEGROTTO TERME (Padova) - Nella "Casa delle Farfalle", prima in Italia dal 1988, ci sono dei bellissimi giardini esotici dove giornalmente si corteggiano, si nutrono sui fiori e si riproducono, oltre 400 tra le più belle farfalle del mondo.
VIAGRANDE (Catania) - Alle pendici dell'Etna, il Parco Monte Serra ospita, unica in tutto il Sud Italia, una voliera con farfalle, piante e fiori tropicali.
COLLODI (Pistoia) -La Collodi Butterfly House è uno splendido edificio-serra in pietra e cristallo autoportante, che ospita un lussureggiante giardino tropicale contenente un migliaio di farfalle provenienti da tutto il mondo. All'interno una presentazione audiovisiva, preparerà il visitatore alla comprensione della vita animale e vegetale che potrà ammirare all'interno della Casa delle Farfalle.
GIULIANUOVA (Teramo) - Nel Parco Giochi La Fattoria si può visitare la Casa delle Farfalle Il percorso si apre con un video che narra la vita delle farfalle. Si possono condividere alcuni dei momenti più significativi, come la trasformazione da bruco a farfalla, esempi di colorazione e trucchi di sopravvivenza. Entrando poi nella serra dove le farfalle sono inserite e a loro agio, in un ambiente ricreato appositamente per loro, troviamo il baco da seta.
MILANO - nei giardini Indro Montanelli apre a marzo l'«Oasi delle Farfalle», un angolo di foresta pluviale, dove vivono oltre trecento esemplari di lepidotteri provenienti da Africa, Sud America e Sud-Est Asiatico., che volano tra bellissime piante esotiche.
Post n°22 pubblicato il 07 Luglio 2009 da loneblizzard
La Cicogna bianca è inconfondibile per le sue grandi dimensioni, il piumaggio bianco e nero ed il becco lungo e appuntito che, come le lunghe zampe, ha una colorazione rosso-arancio. In piedi ha un'altezza superiore al metro ed un'apertura alare che supera il metro e mezzo. Il lungo collo presenta le piume anteriori particolarmente lunghe, che conferiscono al petto un aspetto disordinato. Gli occhi grigi sono circondati da pelle nuda scura e sembrano quindi tagliati a mandorla. Il becco, lungo fino a 20 centimetri, è forte ed appuntito e risulta così particolarmente adatto alla caccia di prede medio-piccole (insetti, piccoli mammiferi, anfibi, rettili e piccoli uccelli) sul terreno, nell'erba alta o nell'acqua. ... Le ali, in cui spiccano le penne remiganti nere che contrastano con le copritrici candide, sono lunghe, larghe e con la punta sfrangiata, simile a quella dei grandi rapaci. Infatti anche la Cicogna bianca è un'ottima veleggiatrice: sfruttando correttamente le correnti d'aria calda, le cosiddette "termiche", che si producono al suolo per azione dei raggi solari, le cicogne sono in grado di alzarsi di quota con un limitato dispendio di energie, scivolando via seguendo un percorso rettilineo e perdendo quota lentamente fino a raggiungere un'altra termica o raggiungendo un posatoio.
Il declino della Cicogna bianca, che ha interessato non solo l'Italia ma tutta Europa, è imputabile alla distruzione e al degrado degli ambienti di alimentazione ed alla persecuzione da parte dell'uomo. Altre cause del sensibile calo verificatosi negli ultimi decenni sono le modificazioni ambientali sopravvenute anche nei quartieri di svernamento africani, con la diminuzione delle precipitazioni, soprattutto in Africa occidentale, ed i programmi di contenimento delle locuste, che costituiscono gran parte della dieta africana delle cicogne. In Italia, dove la specie è protetta, il bracconaggio assume un'incidenza non trascurabile: ancora oggi molte cicogne vengono abbattute illegalmente sullo Stretto di Messina durante la migrazione primaverile. Un'altra importante causa diretta di mortalità è rappresentata dall'impatto e dalla folgorazione sui fili delle linee elettriche.
Dopo l'estinzione, avvenuta intorno al XVII secolo, il nostro Paese è stato costantemente interessato dalla presenza di cicogne, sia durante la migrazione primaverile, sia durante quella autunnale. A partire dagli anni cinquanta sono stati registrati alcuni spontanei tentativi di nidificazione nel settore occidentale della Pianura Padana, nella maggior parte dei casi con esito infausto a causa dell'intervento dell'Uomo. Solo a partire dal 1985, anno di attivazione del primo Centro LIPU di riproduzione della Cicogna bianca, si è potuto assistere ad un lento ma costante incremento della popolazione nidificante. (dal sito della LIPU)
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Un vero e proprio grido di allarme per la salvezza di uno dei simboli della fauna da proteggere, la tigre, il felino più grande del mondo. La più importante campagna di conservazione, una vera sfida per la salvezza della tigre, fu lanciata dal WWF all'inizio degli anni '70, periodo in cui in India si stava perpetuando lo sterminio di centinaia di tigri ogni anno. L'obiettivo era quello di provocare un'inversione di rotta, facendo crescere nei governi il senso di responsabilità verso questo simbolo dell'Asia. Fino al secolo scorso le tigri erano diffuse dalla Turchia verso est fino all'oceano Pacifico, dal sud dalla Cina meridionale al sub-continente indiano, e in tutto il Sud-est asiatico fino alle isole di Sumatra, Giava e Bali. Oggi questa specie è scomparsa dall'Asia occidentale e da Giava e Bali, ed è a un passo dall'estinzione in Cina. In tutte le regioni in cui è ancora presente, le popolazioni sono piccole e frammentate al punto che l'integrità genetica ne è minacciata. Vi sono 5 sottospecie di Tigre tuttora viventi: la tigre siberiana o dell'Amur, la tigre cinese o della Manciuria, la tigre indocinese, la tigre di Sumatra e la tigre del Bengala. Altre 3 sottospecie sono scomparse negli ultimi 50 anni: la tigre di Bali, la tigre di Giava e la tigre del Caspio.
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Post n°20 pubblicato il 20 Maggio 2009 da loneblizzard
Quest'anno i laboriosi insetti sono tornati copiosi in California. In molti si sono domandati il perché della loro scomparsa prima e del loro inaspettato ritorno adesso. C'è chi ha messo sul banco degli imputati gli ogm, chi l'inquinamento, chi l'effetto serra, chi ha dato la colpa ai pesticidi utilizzati e chi ai cellulari. Ma la vera ragione è sconosciuta. Molto probabilmente la causa è da ricondurre a molteplici fattori. E forse potrebbe aver centrato il punto chi ha ricondotto il problema all'insorgere di alcune epidemie negli alveari, o al fatto che in California le api si nutrono sempre degli stessi nettari (mandorle e grano), cosa che con il tempo le avrebbe debilitate. Se si dimostrerà fondata, la notizia che le api sono tornate a ripopolare i nostri campi restituirà ottimismo agli agricoltori e a chi ama la natura, confermando il nostro buon operato. Se l'evidenza scientifica darà prova certa del loro ritorno, sarà la vittoria delle api sui giganti delle multinazionali". Con queste parole il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha commentato la notizia che le api sono tornate nei campi del nostro Paese. Nei mesi scorsi, il Ministero, per frenare la preoccupante diminuzione di questi insetti essenziali per la conservazione degli ecosistemi e per l'agricoltura, decise di sospendere temporaneamente l'utilizzo dei neonicotinoidi, utilizzati per la concia delle sementi e considerati i più probabili responsabili della moria. (dal Web) "Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita"... così disse Einstein, perciò il ritorno delle api non può che rallegrarci. (mariselene)
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Post n°19 pubblicato il 20 Aprile 2009 da loneblizzard
Entomologi e apicoltori l'hanno chiamato il «collasso delle arnie». Negli Stati Uniti fra il 50 e il 90% delle api in 30 stati sono scomparse: circa mezzo milione di colonie con circa 50.000 api ciascuna. In Argentina e Uruguay le autorità agricole segnalano che il 30-40% delle arnie sono vuote. Le api abbandonano le arnie e non ritornano. Una delle cose più sorprendenti è che le operaie sciamano fuori dagli alveari lasciandovi le regine. L'altra è che i resti mortali delle api non si trovano. di Fulvio Gioanetto - 25/05/2007 Fonte: Il Manifesto [scheda fonte]
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Post n°18 pubblicato il 20 Aprile 2009 da loneblizzard
Danza dell'ape è un termine usato in apicoltura e in etologia per una particolare danza a forma di otto delle api. Con l'esecuzione di questa danza, i cui movimenti sono perfettamente codificati, l'ape operaia può comunicare alle compagne preziose informazioni sulla direzione e distanza a cui si trovano fiori, nettare, polline e sorgenti d'acqua. Tale danza è quindi il meccanismo con il quale le api possono reclutare altre api del loro alveare per la raccolta di risorse. Si pensava che le api avessero due distinte danze di reclutamento, la danza circolare e la danza dell'ape propriamente detta, per indicare rispettivamente obiettivi vicini e lontani, ma si sa adesso che la danza circolare è semplicemente una danza dell'ape ad "onda" con un ondeggiamento molto piccolo.
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Post n°17 pubblicato il 20 Aprile 2009 da loneblizzard
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Post n°16 pubblicato il 10 Aprile 2009 da loneblizzard
Il terremoto ha colpito anche gli animali: cani e gatti sotto le macerie, oppure feriti oppure che vagano senza meta. La Lega Nazionale per la difesa del Cane e l'associazioe degli Animalisti Italiani Onlus stanno attivando centri di racolta e di accoglienza anche per cani, gatti e altri animali domestici rimasti soli. Chiunque volesse aiutare contribuendo all'acquisto di cucce, box, recinzioni, mangime, nedicinali, trasportini, soprattutto considerando le difficolta' che si possono incontrare inviando cibo e farmaci direttamente sul posto, potra' effettuare la propria donazione tramite: conto corrente postale 14046676 intestato a Lega Nazionale per la Difesa del Cane Sez. L'Aquila; conto corrente bancario ''Un cuore grande batte per l'Aquila e per l'Abruzzo'', intestato a Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Iban IT16 Y 082143404 00000000 25899 Paypal che si trova sul sito www.cuccefelici.com.
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Post n°15 pubblicato il 08 Aprile 2009 da loneblizzard
Non si contano più le vite che sono state salvate dal fiuto degli agenti a 4 zampe delle unità cinofile. Generosi cani che a muso basso rovistano fra le macerie del terribile terremoto che ha colpito l'Abruzzo e, accompagnati dai loro addestratori, stanno dando il meglio di sé per salvare vite umane in pericolo. Sono circa 50 le unità cinofile giunte sul luogo del disastro. Provengono dalla Lombardia, dal Lazio, dalla Toscana dal Veneto e da altre regioni, e sono organizzate dall'Ucis, Unità Cinofile Italiane da Soccorso.
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Un Gatto soriano (Trilussa) |
Il cane mi domanda (Pablo Neruda) |
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NO ZOO A RAVENNA
Lac, Lav, Movimento Antispecista, Oipa, Oltre la Specie, Una Ecoanimali, Vita da Cani, ma anche movimenti locali come Clan Destino, Ravenna Viva e Glizoobastardi, confermano l'opposizione alla costruzione di un nuovo zoo a Ravenna, in località Scandiana.
L'ippopotamo Farasi con la madre Helvetia
Se Farasi, 4 mesi di età e già 100 chili di peso, non troverà una nuova casa, dovrà essere soppresso. La sua unica colpa è di essere stato concepito in cattività dove, finito l'allattamento, diventerà una minaccia per l'equilibrio di coppia dei suoi genitori: a Wilhelm, il papà, non farà certo troppo piacere accorgersi che il figlio cercherà di prendere il suo posto accanto ad Helvetia, la mamma. Un complesso edipico ingestibile che negli Stati Uniti viene evitato attraverso un rigoroso controllo delle nascite, mentre nei 4.000 zoo europei si tende a lasciare piena libertà sessuale agli animali. Con il risultato di dover poi risolvere il problema della prole in eccesso: o si trova una un'altra struttura, oppure si ricorre all'iniezione letale. Nel caso che il piccolo ippopotamo rimanesse orfano, a Basilea non usano troppi giri di parole: «La nostra politica è eliminare gli animali di troppo e darli in pasto ai carnivori ».
Inviato da: diletta.castelli
il 23/10/2016 alle 13:03
Inviato da: diletta.castelli
il 22/10/2016 alle 12:45
Inviato da: generazioneottanta
il 15/07/2016 alle 10:53
Inviato da: TwoMyla03
il 23/01/2013 alle 19:03
Inviato da: TwoMyla03
il 22/12/2012 alle 19:32