Noi stessi e basta

Quegli occhi che tracciano solchi nella mia anima, che toccano le corde più labili del mio spirito, che devastano la mia mente senza incontrare resistenza alcuna.

Quegli occhi che vorrei evitare perchè non appartengono a me, quegli occhi che continuano a cercare i miei con celata passione ed accortezza felina, quegli occhi che mi rendono vulnerabile ed inerme come un bambino a cui viene sottratto il giocattolo più bello.

Non ho il diritto di rubare un fiore già colto, non ho la spietatezza di sottrarre a non so chi una perla di tale meravigliosa bellezza. Il mio senso di lealtà collide con quel sentimento oscuro ed inquieto che i tuoi sguardi continuano ad alimentare inconsapevolmente.

Parliamo e percepiamo entrambi una forza empatica che sovente sembra voglia irrompere in maniera incontrollabile, mi guardi per pochi lunghissimi attimi e mi spingi di nuovo verso quella tormentosa inquietudine che pervade il mio cervello con una miriade di domande, schegge impazzite verso mille direzioni, e di bizzarre elucubrazioni sui percorsi mai battuti lungo il cammino della mia esistenza.

Chi sei tu per farmi questo? Forse la ninfa  di un giardino che non ho mai visto, l'emblema ideale della purezza, il ritratto perenne della semplicità. Ti ho amato di un amore racchiuso nel nucleo più inaccessibile della mia anima, ho adorato di te ogni piccolo gesto, ogni tenue parola, ogni espressione spontanea di quel volto da bambina.

Lasciami andare, ho bisogno di pensare, di capire, di cercare risposte nel mio silenzio.

Ed ho paura di sentire, di affrontare, di guardare...

quegli occhi...