Lozzo "Garbin", al secolo Sandro Gallo, il leggendario comandante della brigata partigiana "Calvi", morì in azione il 20 settembre 1944, sulla strada tra Domegge e Lozzo.
A distanza di 64 anni, lo stesso giorno, il Cadore e Venezia, la città di Garbin, hanno ricordato insieme il cruento evento, rivestendolo dei significati attuali che partono da lontano e dai valori che muovono da sempre, allora come oggi, l'uomo: l'amore alla libertà, all'indipendenza, alla giustizia.
Dopo Pier Fortunato Calvi, l'eroe del 1848, un altro veneziano si è meritato, quasi un secolo dopo, la gratitudine dei cadorini, entrando autorevolmente nel novero dei benemeriti. A Lozzo, sul luogo esatto dell'eccidio (morirono in tre), è stata innalzata e benedetta una croce in legno, alta più di tre metri, che oltre a far rivivere gli ideali dei caduti suonasse monito e avvertimento soprattutto per i giovani.«Non è con la forza bruta delle armi che ci si fa giustizia ma con il dialogo, il confronto delle idee, gli obiettivi condivisi. In tempo di guerra i valori sono tutti sovvertiti ma prevalgono quelli di chi lotta per ridare dignità alla propria terra calpestata dal tallone straniero o privata delle libertà fondamentali»: questi i concetti che sono stati espressi nel corso della cerimonia, di fronte a tanta gente affluita anche dai Comuni vicini, e riassunti da Claudio Michelazzi, presidente dell'Anpi cadorina, l'organizzatore dell'evento insieme ai Comuni di Lozzo e di Domegge.
Con Garbin, è stato ricordato anche "Volpe", Arturo Fornasier, altro personagio di spicco della resistenza cadorina che un destino beffardo ha voluto morisse alcuni giorni prima di una ricorrenza che era soprattutto sua: unico sopravvissuto dell'eccidio, avrebbe potuto raccontare, con sobrietà ma con la precisione che gli era propria, l'intensità di quei momenti drammatici e le motivazioni di una lotta che aveva coinvolto tanti giovani.
L'hanno fatto, con parole loro, i rappresentanti dell'Anpi del Cadore, di Belluno e di Venezia, i sindaci di Lozzo e di Domegge, lo studioso Giovanni De Donà, che di fronte alle scolaresche attente ha ricostruito tutte le fasi drammatiche dello scontro a fuoco. Poi la visita ai cippi e ai luoghi. Con le illustrazioni necessarie. Un pellegrinaggio che ha avuto il sapore di una lezione vera e propria.
Bortolo De Vido
Inviato da: omar2806
il 14/09/2008 alle 20:20
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il 14/09/2008 alle 20:14
Inviato da: semprepazza
il 14/08/2008 alle 17:16