ANPI CADORE

Post N° 15


PIEVE È morto Arturo Fornasier, il coraggioso partigiano "Volpe"
Pieve Sofferente da qualche tempo, Arturo Fornasier non c'è più. A pieno titolo cittadino di Pieve, dove era nato l'8 novembre 1923, lascia una vasta eco di ricordi e di rimpianti: di spiccata personalità, determinata e schietta, lo contraddistinse un carattere cordiale e forte al tempo stesso. Aveva lavorato moltissimi anni in banca, era stato amministratore in Comune e nella Magnifica Comunità, offrendo sempre un contributo di saggezza e di moderazione, ma la sua figura risplende per il ruolo ricoperto nel movimento della resistenza in Cadore, di cui egli era forse l'ultimo sopravvissuto. Fornasier non mancava mai alle celebrazioni del 25 aprile, al sacrario della chiesa dell'Orsina, ed era lui a parlare, con la sua voce suadente, per rivestire di contenuti moderni il sempre più lontano movimento nato per ridare libertà e indipendenza al Cadore. Sandro Gallo "Garbin", il leggendario comandante della brigata partigiana "Cadore", era morto accanto a lui, quell'infausto 20 settembre 1944, sotto il fuoco delle mitragliatrici tedesche che sparavano sul ripido che saliva dalla curva "dei sindaci", a Lozzo. Tre compagni caddero uccisi, lui si salvò miracolosamente e lasciò una testimonianza indimenticabile nel libro "Il nonno racconta...", citata da tutti gli studiosi del movimento partigiano cadorino. Nei confronti del quale egli rifiutò sempre l'interpretazione mitica che lui definì "l'inganno della nostalgia"; di lui Fiorello Zangrando disse che era ribelle ed entusiasta, romantico ed idealista, coraggioso ed ironico, doti che lo consegnano definitivamente alla storia del Cadore, quella sofferta e nello stesso tempo esaltante, e che lo avvicinano sorprendentemente a coloro che, tanti decenni prima, si unirono a Pier Fortunato Calvi per ridare forza al vento della libertà che aveva cominciato a spirare tra le vallate del Cadore. Decisamente un protagonista, "Volpe" lascia un vuoto e un esempio. Se i giovani leggeranno il libro delle sue "memorie autobiografiche" capiranno perchè.Bortolo De Vido