COGITO ERGO DUBITO

TUTTA LA VERITA' SU KAROL WOJTYLA


Karol Wojtyla è stato responsabile della diffusione dell'AIDS in Africa, dove la pubblicizzazione e l'uso dei preservativi, ostinatamente condannati dalla chiesa cattolica, avrebbero potuto salvare dalla malattia milioni di persone, fra cui tantissimi bambini. Il boicottaggio cattolico contro l'UNICEF ha inoltre ostacolato una seria politica di controllo delle nascite in un continente disastrato anche a causa della sovrappopolazione.Karol Wojtyla ha dato copertura al dittatore, torturatore ed assassino cileno Augusto Pinochet, cui ha stretto la mano durante il viaggio nel martoriato paese sudamericano, nelle cui carceri venivano straziati migliaia di oppositori politici. Non una parola per le vittime ma la benedizione per il carnefice e la sua famiglia.Karol Wojtyla ha indossato le vesti della pecora e quelle del lupo a seconda degli interessi dell'organizzazione di cui è stato il sovrano.La sinistra lo osanna per il suo pacifismo in Iraq, ma dimentica che egli sostenne e giustificò le guerre che hanno insanguinato la ex Jugoslavia. Con la Croazia cattolica, contro musulmani e ortodossi, il papa dell'ecumenismo religioso ha fatto santo Stepinac, il cardinale che a fianco dei fascisti croati si schierò con Hitler, "inviato da Dio" e benedisse le innumerevoli atrocità perpetrate dagli ustascia con la complicità delle truppe di occupazione italiane.Karol Wojtyla ha protetto e sostenuto il cardinale Pio Laghi, già nunzio apostolico in Argentina ai tempi della dittatura che massacrò 30.000 persone. Laghi benedisse e coprì i torturatori e gli assassini.Karol Wojtyla ha "beatificato" il papa criminale Pio IX, che fra l'altro autorizzò il crudele rapimento del bambino ebreo Edgardo Mortara, il piccolo ebreo costretto ad essere educato cattolico e a non vedere più i suoi genitori "perfidi giudei". Pio IX, che secondo Wojtyla è un "esempio di santità", si distinse anche per aver mandato i soldati mercenari a SPARARE SU UOMINI, DONNE E BAMBINI di Perugia, nel 1859, la "citta' ribelle" che voleva separarsi dallo stato pontificio per far parte del regno d'Italia, come poi avvenne a furor di popolo 2 anni dopo.Karol Wojtyla, un "paladino della vita" che ha mantenuto un atteggiamento ambiguo nei confronti della pena capitale, è stato l'alfiere di una cultura di oppressione. Una cultura che vorrebbe la mortificazione della vita delle donne, condannate a partorire ad ogni costo bambini malformati o destinati alla morte per fame. Una cultura che preferisce una vita di dolore ad una di gioia e salute, una cultura che criminalizza i gay, che trasforma il desiderio e l'amore in colpa, che difende chi non è nato e perseguita i vivi.Karol Wojtyla ha santificato i preti spagnoli che si schierarono in armi con le truppe del catto-fascista Francisco Franco. Questi santi martiri, per nulla pacifisti, volevano rinverdire i fasti della chiesa di Torquemada e dei Quemaderos, i "forni collettivi" dove gli eretici erano cotti a fuoco lento.
BEATIFICATE 'STO CAVOLOInvece dei favolistici miracoli che pretendono la beatificazione di Giovanni Paolo II, sarebbe il caso di ricordare le relazioni pericolose che Karol Wojtyla ebbe con il cardinale Marcinkus, il banchiere Roberto Calvi, trovato impiccato sotto il ponte di Blackfriars a Londra, e il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Carter Zbigniew Brzeinski, senza dimenticare i controversi rapporti con la loggia massonica P2 e il flusso di danaro verso il movimento di Solidarnosc, in funzione della lotta anti-comunista di cui Wojtyla era un accesso sostenitore.La Chiesa sotto Giovanni Paolo II optò per un imbarazzante silenzio nei confronti delle dittature in America Latina, benedicendo un violento dittatore come Pinochet e tacendo di fronte al sacrificio del Vescovo Romero in Salvador, assassinato nel 1980, e allo stesso tempo fece una strenua lotta contro il regime sovietico. Ma non è soltanto nelle relazioni estere che il Pontefice avrebbe mostrato una certa spregiudicatezza: va sottolineato anche il grande supporto offerto alla prelatura dell'Opus Dei e la canonizzazione del suo fondatore, Josemaría Escrivá de Balaguer, nonchè lo spazio dato al CL, entrambi molto interessati al potere e al denaro, e con buoni collegamenti con il mondo degli affari.Il ritratto del "beato" che ne esce fuori è meno quello dell’uomo di Chiesa che soprattutto negli ultimi anni ha portato i segni evidenti della sofferenza fisica e della malattia, ma piuttosto quello di un astuto politico che cerca di perseguire il suo obiettivo strategico facendo ricorso a qualunque mezzo, e senza troppi scrupoli. Da non dimenticare il ruolo della donna proposto da questo pontificato, così come la definitiva conferma dell'impossibilità di ordinare le donne, la reiterata sottolineatura dell'inaccettabilità (perché «contro natura») del rapporto affettivo omosessuale, e il conseguente rifiuto della formalizzazione del matrimonio omosessuale (definito come «minaccia della società»). Inoltre, venne giudicata offensiva la sfumatura dottrinale che non considera un peccato in sé la condizione di omosessuale mentre condanna l'espressione in atti di tale condizione, consigliando l'astinenza sessuale ed il celibato.Altrettanto grave la posizione di questo pontificato nei confronti della contraccezione, e con essa la condanna dell'uso del preservativo. Dal Vaticano si riaffermava con vigore la posizione dottrinale tradizionale, per la quale l'atto coniugale deve rispettare sempre il suo duplice significato unitivo e procreativo, e deve essere praticato solo nell'ambito del matrimonio eterosessuale. Di fronte a questa posizione la polemica si accese in ragione della gravissima pandemia di AIDS. La maggior parte dei governi (compreso quello della Polonia) produsse campagne di informazione per sollecitare i cittadini all'uso del profilattico come strumento di difesa dal contagio; al contrario la Chiesa criticò questo tipo di interventi, ritenendo che promuovano un atteggiamento di tolleranza nei confronti dei rapporti extra-matrimoniali, come pure omosessuali, nella ricerca di un piacere individualistico ed irresponsabile in contrapposizione ai valori cristiani che comprendono la prospettiva del matrimonio e di una futura famiglia. Nonostante le critiche ed i pericoli di aumento di contagio sottolineati dal mondo medico, impliciti in questa politica che risulta nei fatti di difficile applicazione, la Chiesa intraprese una solitaria quanto vigorosa campagna contro la promiscuità sessuale e la leggerezza dei costumi, proponendo l'astinenza, prima del matrimonio, e la fedeltà al coniuge come la soluzione al contagio dal virus.Il Pontificato di Wojtyla fu inoltre oggetto di critiche, soprattutto nell'America del Nord, a causa dei ripetuti casi di pedofilia che vedevano coinvolti vescovi e sacerdoti, e per i quali fu accusato di non aver fornito una valida risposta né «riportando all'ordine» i suoi rappresentanti, né tantomeno commentando i fatti accaduti, come forse taluno si sarebbe atteso.Da ultimo il mondo ateo accusa Giovanni Paolo II di aver considerato l'ateismo un banale sinonimo di comunismo e di aver equiparato l'apostasia al degrado morale, sostenendo questa critica a partire dall'affermazione contenuta nell'enciclica Centesimus Annus: «La negazione di Dio priva la persona del suo fondamento» o dal discorso dell'omelia di Confessione dei peccati quando inserì l'ateismo tra «i mali di oggi».Per chi dunque avesse in mente di recarsi a San Pietro per assistere alla beatificazione di questo cialtrone ed impostore, una preghiera: alzate in alto il medio e mandatelo beatamente al suo inferno anche da parte mia.