COGITO ERGO DUBITO

LA FARSA DELLA CROCIFISSIONE (parte II).


(per leggere la PARTE I, clicca qui)PERCHE' CRISTO E' MORTO PROPRIO A 33 ANNI? (segue).Che la «passione e morte» di Gesú siano il risultato di pura fantasia lo dimostrano le tante inesattezze storiche riportate dai Vangeli. La prima che salta agli occhi viene dall’ignoranza dei falsari cristiani che, dichiarando contemporanei due sommi sacerdoti, quali Anna e Caifa, commisero lo stesso errore che si può compiere nel mettere insieme due papi nella chiesa cattolica. E, come se non bastasse questa contraddizione di carattere istituzionale, derivante dal fatto di porre due sommi sacerdoti nello stesso periodo, commisero anche un grave errore storico, perché dimostrarono di ignorare che Anna, essendosi ritirato dall’incarico nell’anno 15 n. e., non poteva essere presente a un processo che si svolgeva diciotto anni dopo. Sapendo che i sommi sacerdoti, se lasciavano la loro funzione prima di morire, lo facevano in età molto avanzata, possiamo affermare quasi con certezza che Anna nel 33 era già morto.Un’altra incoerenza di carattere giuridico la troviamo nel passo dei Vangeli in cui si dice che Ponzio Pilato inviò Gesú da Erode Antipa per farlo giudicare da lui. All’obiezione che sollevarono gli oppositori, facendo presente che Erode Antipa non poteva essere a Gerusalemme perché, come tetrarca della Galilea, non aveva nulla a che spartire con la Giudea stessa, i falsari cristiani cercarono di riparare alla gaffe, aggiungendo nei Vangeli che Erode Antipa si trovava a Gerusalemme soltanto di passaggio (Luc. 23, 7). Ma, anche ammettendo questa circostanza, il discorso non regge comunque, perché, essendo la Galilea e la Giudea due Stati politicamente e amministrativamente autonomi, sarebbe stato come se il re Baldovino avesse inviato a giudizio un imputato belga dalla regina di Olanda durante una sua visita a Bruxelles.Ma lo scopo dei falsari era ben chiaro: coinvolgere nella loro storia il maggior numero di personaggi storicamente esistiti, per rendere credibili le vicende da loro narrate. Soltanto facendo un’analisi dei fatti tramite la storia possiamo determinare l’anno in cui fu crocifisso Gesú, che poi sarebbe quello in cui fu ucciso Giovanni il Nazoreo, figlio di Giuda il Galileo, il brigante rivoluzionario a cui si ispirarono per creare il mito di Gesù.Secondo quanto risulta da documenti apocrifi, cosa d’altronde confermata anche dai Vangeli, Giovanni Battista morí all’inizio delle predicazioni di Gesú, che durarono tre anni. Sapendo da Giuseppe Flavio (Antichità Giudaiche) che Giovanni Battista fu ucciso da Erode Antipa poco prima di subire la sconfitta dal re di Petra nel 36, si deduce, sommando i tre anni di predicazioni, che la data della crocifissione avvenne intorno all’anno 39 n. e. Come conseguenza, Gesú non poté essere processato da Pilato, avendo egli terminato l’incarico di procuratore della Giudea nell’anno 36, incarico che rimase vacante fino al 44 n. e., anno in cui venne eletto un nuovo procuratore nella persona di Cuspio Fado.I fatti riguardanti la procura di Gerusalemme seguirono il seguente corso: subito dopo la cessazione dell’incarico di Ponzio Pilato, morí l'imperatore Tiberio. Caligola, che succedette a Tiberio, invece di nominare un altro procuratore romano, preferí affidare il governo della Giudea a una delegazione dipendente amministrativamente dal comando romano di Siria. Il motivo per cui Caligola eliminò il procuratore della Giudea fu quello di riunire la Palestina in un unico Stato, con lo scopo di affidarlo a Erode Agrippa, come attestato della grande amicizia che li univa (un’amicizia che, secondo alcuni storici, aveva carattere omosessuale). Quindi, essendo vacante il posto di procuratore nell’anno 39 n. e., Gesú, o meglio Giovanni il Nazoreo, non fu processato né da Pilato, né da altro procuratore romano, bensí da un funzionario, di cui non si conosce il nome, che svolgeva il ruolo di procuratore in forma interinale.Una prova, a conferma che la crocifissione avvenne nell’anno 39, viene da un’opera intitolata Contra Flaccum che lo storico Filone Alessandrino scrisse contro il prefetto Fiacco, che in quel periodo governava la Siria. In un passo, in cui si parla di una visita che Erode Agrippa fece nel 39 al suo amico Caligola, viene detto che, durante il viaggio di ritorno da Roma, si fermò per qualche giorno ad Alessandria. I “pagani”, nemici degli ebrei, approfittando della visita di questo re giudeo, per irriderlo organizzarono nello stadio di Alessandria una rappresentazione teatrale nella quale veniva riprodotto il processo tenutosi poco prima a Gerusalemme, terminato con la crocifissione di un famoso capo rivoluzionario -Giovanni-, condannato perché pretendente al trono di Gerusalemme.Dunque, se questa messa in scena organizzata dai “pagani” di Alessandria avvenne nel 39 e soltanto poco prima, secondo Filone, c’era stato il processo del famoso rivoluzionario, non si può concludere altro che la data di morte di Gesú (Giovanni) corrisponde all’anno 39.Altre prove vengono fornite analizzando quei primi documenti che la Chiesa dichiarò «apocrifi». Nel Vangelo degli ebrei, che fu uno dei primissimi a raccogliere i fatti riportati dalla tradizione popolare, c’era un passo nel quale gli apostoli, dopo che il signore aveva detto loro di aver parlato con Abramo, gli chiesero:«come puoi tu sapere queste cose se non hai ancora compiuto cinquant’anni?» (Vang. ebr. VIII-57).Questa età di circa cinquant’anni che il Vangelo degli ebrei attribuisce al messia nel periodo delle sue predicazioni, viene confermata dallo Pseudo-Vangelo di Giovanni, in un passo in cui si afferma chiaramente: «Cristo aveva cominciato la sua attività all’età di quarantasei anni». Sapendo che l’attività era durata tre anni, ecco che l’età in cui fu crocifisso Gesú (Giovanni) si conferma essere quarantanove-cinquanta anni.Stabilito cosí che il Cristo (Giovanni) è morto a circa cinquant’anni nel 39 n. e., facendo una semplice sottrazione, troveremo che il suo anno di nascita corrisponde all’incirca all’anno 12 av. n. e., come viene affermato dal Vangelo di Pietro e dallo stesso Vangelo di Luca, che lo fanno nascere sotto il re Erode, morto nel 4 av. n. e. Se fosse nato veramente nell’anno del censimento, cioè nell’anno 7 n. e. in cui morí Giuda il Galileo, padre di Giovanni il Nazoreo, come avrebbe potuto Gesú avere sette fratelli e due sorelle, come affermavano i Proto-Vangeli e gli stessi Vangeli canonici – ovvero quei sette fratelli e due sorelle che la storia attribuisce a Giovanni? Cosa che invece appare in tutta la sua naturalezza, ponendo un lasso di tempo di diciannove anni tra la nascita di Giovanni (12 av. n. e.) primogenito, e la morte di suo padre, Giuda il Galileo (7 n. e.).(per leggere la PARTE III, clicca qui)